AMENDMENTS 001-001 – REPORT on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section VIII – European Ombudsman – A10-0055/2025(001-001)

Source: European Parliament

AMENDMENTS 001-001
REPORT
on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section VIII – European Ombudsman
(2024/2027(DEC))
Committee on Budgetary Control
Rapporteur: Joachim Stanisław Brudziński

Source : © European Union, 2025 – EP

AMENDMENTS 073-082 – REPORT on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds – A10-0074/2025(073-082)

Source: European Parliament

AMENDMENTS 073-082
REPORT
on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds
(2024/2019(DEC))
Committee on Budgetary Control
Rapporteur: Niclas Herbst

Source : © European Union, 2025 – EP

AMENDMENTS 053-062 – REPORT on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds – A10-0074/2025(053-062)

Source: European Parliament

AMENDMENTS 053-062
REPORT
on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds
(2024/2019(DEC))
Committee on Budgetary Control
Rapporteur: Niclas Herbst

Source : © European Union, 2025 – EP

AMENDMENTS 037-037 – REPORT on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds – A10-0074/2025(037-037)

Source: European Parliament

AMENDMENTS 037-037
REPORT
on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2023, Section III – Commission, executive agencies and the ninth, tenth and eleventh European Development Funds
(2024/2019(DEC))
Committee on Budgetary Control
Rapporteur: Niclas Herbst

Source : © European Union, 2025 – EP

Missione, la “via maestra” di Papa Francesco

Source: The Holy See in Italian

di Stefania Falasca*Pubblichiamo ampi stralci dal capitolo dedicato alla missione del libro di Stefania Falasca “Papa Francesco. La Viva maestra”(Edizioni San Paolo, 2025). Il volume ripercorre la rotta essenziale seguita dal Magistero di Papa Francesco durante gli anni del suo Pontificato (2013-2025)Roma (Agenzia Fides) – La rinnovata missionarietà auspicata dal Concilio Vaticano II avviene in modo elementare: prima con l’incontro, poi con le parole, perché l’annuncio del Vangelo è testimonianza vissuta del l’amore misericordioso di Dio.Non poteva dunque che essere questa la prima delle strade maestre del Concilio che Papa Francesco ha voluto riprendere nel suo magistero. È la strada maestra che porta al centro dei suoi insegnamenti ma anche al cuore stesso della trasmissione della fede oggi. Una via che – dalla prima esortazione Evangelii gaudium, attraverso le catechesi papali delle udienze generali dedicate alla riscoperta della «passione per l’evangelizzazione» alle fonti dello «zelo apostolico» – è sempre lì per ricominciare, a indicare ciò che è di vitale importanza, muove e costituisce l’identità stessa della Chiesa. È la vie: la missione, «l’ossigeno della vita cristiana».L’annuncio del Vangelo «non è un optional o un aspetto marginale», ma «una dimensione vitale, in quanto la Chiesa è nata apostolica e missionaria». La missione, pertanto, così ripete Papa Francesco, «è ossigeno per la vita cristiana, che senza di essa si ammala e inaridisce e diventa brutta, brutta». E le cose essenziali per la Chiesa che nasce missionaria ed è chiamata a essere testimone dell’annuncio della salvezza di Cristo, Francesco le ha sempre riprese:«Il nostro annuncio comincia oggi, lì dove viviamo. E non comincia cercando di convincere gli altri, convincere no: testimoniando ogni giorno la bellezza del l’Amore che ci ha guardati e ci ha rialzati. E sarà questa bellezza, comunicare questa bellezza a convincere la gente, non noi, lo stesso Signore. Noi siamo quelli che annunciano il Signore, non annunciamo noi stessi, né annunciamo un partito politico, una ideologia».In questa affermazione c’è tutto. Dice cos’è la missione, da quale sorgente scaturisce e qual è la sua dinamica, come va avanti anche oggi.Negli anni del suo magistero pontificio Papa Francesco ha pertanto dedicato a questa dimensione vitale della natura ecclesiale dell’opera apostolica l’attenzione maggiore, attingendo in primis alle fonti della Scrittura, e suggerendo in ogni occasione che la missione non riguarda addetti ai lavori specializzati, soggetti ecclesiali selezionati, dato che le sue movenze attingono al cuore stesso del Mistero della salvezza e i suoi cammini riguardano la fede della Chiesa nella vicenda storica del mondo.E tre sono i punti-chiave continuamente ripresi nel suo magistero in ordine alla missione.Primo: «Senza di Lui non possiamo far nulla», come Francesco afferma nel testo di riferimento sulla missione, su ciò che significa la missione di annunciare il Vangelo oggi nel mondo. Più volte ripreso anche l’11 maggio 2023, ricevendo i membri della Conferenza degli Istituti missionari italiani:«La missione anzitutto è un mistero di Grazia. La missione non è opera nostra, ma di Dio; non la facciamo da soli, ma mossi dallo Spirito e docili alla sua azione».Così Francesco ha suggerito ancora una volta a tutta la Chiesa qual è la sorgente viva di ogni opera apostolica. E la sua dinamica. Per il Successore degli apostoli l’esperienza degli apostoli è infatti un paradigma che vale per sempre:«Basta pensare a come le cose negli Atti avvengono gratuitamente, senza forzature… non servono stratagemmi per diventare annunciatori del Vangelo. Basta il battesimo. La missione, la Chiesa in uscita non sono un programma da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. La missione è opera Sua».(…).Come è descritto in un suo discorso-chiave sulla missione indirizzato alle Pontificie opere missionarie:«La salvezza è l’incontro con Gesù, che ci vuole bene e ci perdona, inviandoci lo Spirito che ci consola e ci difende. La salvezza non è la conseguenza delle nostre iniziative missionarie, e nemmeno dei nostri discorsi sul l’incarnazione del Verbo. La salvezza per ognuno può accadere solo attraverso lo sguardo del l’incontro con Lui, che ci chiama. Per questo il mistero della predilezione inizia e non può iniziare che in uno slancio di gioia, di gratitudine».Secondo: «Non si può evangelizzare senza testimonianza». L’annuncio del Vangelo «è più che una semplice trasmissione dottrinale e morale». Annunciare il Vangelo «è prima di tutto testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo». Per questo la testimonianza di Cristo è «il primo mezzo dell’evangelizzazione» e «condizione essenziale per la sua efficacia». Nella catechesi ha ripreso ancora ampie e numerose citazioni dell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, il testo magisteriale di Paolo VI definito da Papa Francesco come la «Magna Carta del l’Evangelizzazione nel mondo contemporaneo […] sempre attuale, come se fosse stata scritta ieri».Spunti e sottolineature della catechesi papale hanno messo in risalto come nel tempo presente appaiano sempre più profetiche le parole con cui Paolo VI, proprio nella Evangelii nuntiandi, riconosceva che «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri», o «se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». La testimonianza – ha proseguito il Vescovo di Roma – comprende anche la «fede professata», e si manifesta soprattutto nel cambiamento che Cristo stesso opera nei suoi testimoni, in coloro che proprio in tale cambiamento rendono testimonianza a Lui. È la fede «che ci trasforma, che trasforma le nostre relazioni, i criteri e i valori che determinano le nostre scelte». Per questo – ha fatto notare il Vescovo di Roma – la testimonianza non si manifesta come “prestazione” esibita dai testimoni, ma rappresenta piuttosto il riflesso di un «cammino di santità» che attinge alla sorgente sacramentale del Battesimo, accade anch’esso come «un dono di Dio» e «richiede di essere accolto e fatto fruttificare per noi e per gli altri».Terzo: è il punto chiave sul quale ha insistito spesso in questa cornice: «La missione della Chiesa non è proselitismo». La missione «non è un affare o un progetto aziendale, né un’organizzazione umanitaria. La comunità dei discepoli di Gesù – ha detto papa Francesco – nasce missionaria, non proselitista», perché «essere missionario, essere apostolico, evangelizzare non è lo stesso di fare proselitismo. È lo Spirito Santo l’autore e non uno sforzo umano di conquista».Anche all’inizio del ciclo di catechesi sul l’evangelizzazione ha perciò citato ancora una volta l’espressione utilizzata da papa Benedetto XVI il 13 maggio 2007 ad Aparecida, nel l’omelia della Messa inaugurale della V Conferenza generale del l’episcopato latinoamericano:«La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per attrazione. Non si segue Cristo e tantomeno si diventa suoi annunciatori e del suo Vangelo per una decisione presa a tavolino, per un attivissimo autoindotto, ma per attrazione amorosa. L’attrazione si ritrova nella dinamica di ogni autentica opera apostolica, in ogni autentico atto missionario».Non dunque come effetto di sforzi e di operazioni cosmetiche per rendere più “accattivante” l’immagine della Chiesa, o acquisire consensi attraverso strategie di marketing. L’attrattiva richiamata da papa Francesco è una prerogativa dei vivi. È quella che Cristo stesso, il Risorto, può esercitare oggi sui cuori dei suoi apostoli, dei suoi missionari, e anche di chi non lo cerca. E per questo in tutto l’arco della sua predicazione ha messo bene in chiaro l’inganno del proselitismo che distingue i missionari autentici dai reclutatori di adepti che vogliono fare a meno di Cristo.Per il Vescovo di Roma Francesco «c’è proselitismo dovunque c’è l’idea di far crescere la Chiesa facendo a meno dell’attrazione di Cristo e del l’opera dello Spirito, puntando tutto su un qualsiasi tipo di discorso». Quindi, come prima cosa, il proselitismo taglia fuori dalla missione Cristo stesso e lo Spirito Santo, anche quando pretende di parlare e agire in nome di Cristo. «Il proselitismo è sempre violento – perché non sopporta la libertà e la gratuità con cui la fede può trasmettersi per grazia, da persona a persona». Per questo il proselitismo, ricorda Papa Francesco, non è solo quello dei tempi passati, ma ci può essere anche oggi nelle parrocchie, nelle comunità, nei movimenti, nelle congregazioni religiose. L’attrazione invece è un’altra cosa. È il contrario del proselitismo: «È una testimonianza che ci porta a Gesù». In sintesi, ciò che papa Francesco indica come perennemente vincente è proprio questa dinamica sempre viva della missione, che è quella di «farsi guidare dallo Spirito Santo: che sia Lui a spingerti ad annunciare Cristo. Con la testimonianza, con il martirio di ogni giorno. E se serve, anche con le parole». (Agenzia Fides 4/5/2025).*Saggista, editorialista di”Avvenire”, Vicepresidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I
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Versorgungswerke verlieren an Stabilität durch sinkende Kapitalerträge

Source: Deutsche Nachrichten
Abschreibungen, Ertragsverluste und strukturelle Risiken in den Apothekerversorgungswerken werfen zunehmend Fragen zur Zukunft der freiberuflichen Altersvorsorge auf. Was bislang als solides Versorgungsmodell galt, verliert an Stabilität. Für Apothekeninhaber bedeutet das nicht nur einen drohenden Verlust an Versorgungssicherheit, sondern auch neue unternehmerische Herausforderungen. Wer sich ausschließlich auf das Versorgungswerk verlässt, riskiert schleichende Versorgungslücken mit gravierenden Folgen für die betriebliche und persönliche Finanzplanung. Warum jetzt Handlungsbedarf besteht und welche Weichen neu gestellt werden müssen.

Die wirtschaftlichen Spannungen bei den Apothekerversorgungswerken schlagen zunehmend auf die betriebliche Realität der Apothekeninhaber durch. Während sich Wertberichtigungen, sinkende Erträge und strukturelle Kapitalmarktrisiken bislang vor allem in den Bilanzen der Versorgungswerke niederschlugen, beginnen die Folgen nun auch den Mittelstand der Heilberufe direkt zu betreffen. Für Apothekenleiterinnen und Apothekenleiter wird die finanzielle Planung ihrer Altersvorsorge damit komplexer und riskanter.

Ein zentrales Problem liegt in der schleichenden Entwertung der Ansprüche. Jahrzehntelang galten Beiträge in das Versorgungswerk als planbare, sichere Altersvorsorge. Dieses Vertrauen wird durch die fortschreitende Erosion der Kapitalerträge erschüttert. Rentenanpassungen bleiben aus, reale Verluste drohen durch die Inflation. Gleichzeitig geraten die Versorgungswerke unter regulatorischen Druck, ihre Kapitalanlagen umzuschichten – mit ungewissem Ausgang. Die wirtschaftliche Belastung, die daraus entstehen kann, wird bislang kaum offen diskutiert.

Für Apothekeninhaber bedeutet dies: Die ausschließliche Absicherung über das Versorgungswerk ist nicht mehr ausreichend. Wer als Selbständiger Verantwortung für das eigene Unternehmen und die eigene Zukunft übernimmt, muss zusätzliche Versorgungskomponenten aufbauen – sei es über private Rücklagenbildung, betriebliche Vorsorgemodelle oder unternehmerisch diversifizierte Investments. Auch steuerliche Gestaltungsspielräume sollten mit Experten neu bewertet werden, um Vermögenssubstanz langfristig zu sichern.

Hinzu kommt, dass Rentenleistungen nicht isoliert zu betrachten sind. Ein reduziertes Versorgungsniveau kann in der Rückschau die Tragfähigkeit von Finanzierungen, Investitionen oder familiären Nachfolgemodellen infrage stellen. Wer etwa seine Apothekenstruktur auf ein Rentenniveau stützt, das in der Realität nicht mehr erreichbar ist, gerät in eine stille Finanzierungslücke – mit weitreichenden Konsequenzen für Übergaben, Filialen oder Rücklagen.

Der Vertrauensverlust in die Leistungsfähigkeit einiger Versorgungswerke sollte daher nicht zur Untätigkeit führen, sondern zum Ausgangspunkt einer strukturierten Neubewertung. Apothekenbetreiber sind gefordert, ihre Altersvorsorge nicht länger nur als gesetzliche Pflicht, sondern als unternehmerisches Gestaltungsfeld zu begreifen. Wer heute strategisch handelt, kann morgen Schieflagen vermeiden.

Kommentar:

Altersvorsorge braucht Ehrlichkeit statt Vertröstung

Die Illusion, ein Versorgungswerk sichere das Lebenswerk von Apothekeninhabern automatisch ab, hat ausgedient. Die Faktenlage ist eindeutig: Sinkende Erträge, zunehmende Marktvolatilität und strukturelle Kapitalrisiken entwerten langfristig die Rentenversprechen, auf denen das System bislang ruhte. Wer jetzt nicht gegensteuert, wird später mit erheblichen Versorgungslücken konfrontiert sein.

Apothekenleiterinnen und Apothekenleiter, die sich auf die Einzahlungen in ihr Versorgungswerk verlassen, riskieren eine gefährliche Fehleinschätzung. Die gesetzliche Pflichtmitgliedschaft garantiert keine reale Kaufkraft im Alter – sie ist lediglich eine Basis. Was fehlt, ist ein klares Verständnis dafür, dass Altersvorsorge heute ein aktives Risikomanagement verlangt. Die Versorgungswerke selbst stehen unter Druck, ihre Strategien zu überdenken, werden aber kurzfristig kaum in der Lage sein, substanzielle Leistungsverbesserungen anzubieten.

Die Verantwortung für stabile Lebensverhältnisse im Alter liegt damit mehr denn je beim Einzelnen. Apothekeninhaber müssen sich nicht nur betriebswirtschaftlich resilient aufstellen, sondern auch privat strategisch vorsorgen. Wer heute auf Diversifikation verzichtet, investiert unfreiwillig in Unsicherheit. Die Botschaft ist unbequem, aber notwendig: Altersvorsorge lässt sich nicht mehr delegieren. Sie muss selbst gedacht, selbst entschieden und selbst getragen werden – in wirtschaftlich fragiler werdenden Zeiten ein Zeichen unternehmerischer Reife.

Von Matthias Engler, Fachjournalist

ASIA/SRI LANKA – The 167 Catholics killed in the Easter massacre to be included in the list of “Witnesses of Faith”

Source: Agenzia Fides – MIL OSI

Archdiocese of Colombo

Colombo ( Fides Agency) – The 167 Catholics killed in churches in Sri Lanka on Easter Sunday, April 21, 2019, will be included in the List of “Witnesses of Faith” of the 21st century compiled by the Dicastery for the Causes of Saints and presented during the Jubilee Year. This was announced in Colombo during a vigil in memory of the victims. Referring to the official communication received from the Dicastery, the Archbishop of Colombo, Cardinal Malcolm Ranjith, explained that the choice “is intended to honor their sacrifice motivated by hatred for the faith.”Hundreds of people, including Christian, Buddhist, Hindu, and Islamic religious leaders, attended a vigil in memory of the victims held in recent days at the Catholic church of St. Anthony, which was targeted in the attacks. Alongside the names of 167 Catholics who died in the attacks on St. Anthony’s Church in Colombo and St. Sebastian’s Church in Negombo, who were chosen “because of their violent opposition to their faith motivated by ‘odium fidei,’” seven other victims of other faiths were also “remembered with respect,” recalled Father Jude Fernando, a priest in Colombo. The witnesses to the faith were selected by the special Vatican commission tasked with compiling and updating the list for the Jubilee.Over 260 people were killed in almost simultaneous attacks on Easter Sunday, April 21, 2019, at three tourist hotels and three churches, two Catholic and one Protestant. It is a wound in the country’s recent history that has not yet fully healed: the Catholic Church in Sri Lanka is calling for further investigations into the attacks to clarify the alleged involvement of state officials and agencies. The new government of Anura Kumara Dissanayake, elected president of the country in the fall of 2024, has publicly reiterated its commitment to conducting a thorough investigation into the Easter attacks. (PA) (Fides Agency 2/5/2025)
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AFRICA/SUD SUDAN – Until the very end, Pope Francis sent letters to South Sudanese leaders urging them to work for peace

Source: Agenzia Fides – MIL OSI

Juba (Fides Agency ) – “Pope Francis worked until the very end for peace in South Sudan,” Sister Elena Balatti, a Comboni missionary in South Sudan, told Fides Agency.“Unfortunately, South Sudan is once again on the brink of civil war. Despite his illness, Pope Francis sent letters to President Salva Kiir Mayardit and Vice President Reik Machar, now under house arrest, asking them to work for peace,” said the missionary.At the beginning of March, tensions rose between the faction led by President Kiir and that headed by Machar, who was placed under house arrest on March 26 (see Fides 27/3/2025).“The Holy Father was remembered by South Sudanese people with numerous messages of condolence on social media. The local population remembers well his visit to South Sudan in February 2023,” Sister Elena points out.“The Presidency of South Sudan declared April 25 a national day of mourning for the death of Pope Francis. President Salva Kiir Mayardit, in his message of condolence, explicitly recalled this visit and emphasized that the South Sudanese people understood very well how special a place South Sudan had in the heart of Pope Francis, who worked so hard for peace and brotherhood in this country. The President also recalled the historic gesture with which, after inviting the country’s government and opposition leaders to the Vatican in 2019, he kissed their feet in that ecumenical moment together with the Archbishop of Canterbury, Justin Welby, and the Moderator of the Presbyterian Church of Scotland, Rev. John Chalmers.”“The Pope’s visit, his gesture of kissing the feet of government and opposition leaders, and the closeness he showed to South Sudan during his illness from the Gemelli Hospital will remain in the hearts of all South Sudanese who remember him with gratitude,” concluded the missionary. (LM) (Fides Agency 3/5/2025)
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Holy See Press Office Communiqué: Audience with the Vice President of the Republic of Zimbabwe

Source: The Holy See

Holy See Press Office Communiqué: Audience with the Vice President of the Republic of Zimbabwe, 03.05.2025

Today, Saturday 3 May 2025, His Excellency General Constantino Guveya Dominic Nyikadzino Chiwenga, Vice President of the Republic of Zimbabwe, was received at the Secretariat of State by His Excellency Archbishop Paul Richard Gallagher, Secretary for Relations with States and International Organizations.
During the cordial discussions, the good relations between the Holy See and the Republic of Zimbabwe were noted, and some aspects of the political and socio-economic situation in the country were addressed, especially regarding collaboration with the local Church in the areas of education and health.
The conversation progressed with an exchange of opinions on topics of a regional and international nature, highlighting the importance of promoting dialogue and reconciliation between peoples.
From the Vatican, 3 May 2025

ASIA/SRI LANKA – I 167 cattolici uccisi nella strage di Pasqua inclusi nel catalogo dei “Testimoni della fede”

Source: The Holy See in Italian

Archdiocese of Colombo

Colombo (Agenzia Fides) – I 167 fedeli cattolici uccisi in chiesa in Sri Lanka la domenica di Pasqua il 21 aprile 2019 saranno inclusi nel Catalogo dei “Testimoni della fede” del XXI secolo redatto dal Dicastero delle Cause dei santi e presentato nel corso dell’Anno giubilare. E’ quanto è stato annunciato a Colombo durante una veglia in commemorazione delle vittime. Riferendo della comunicazione ufficiale ricevuta dal Dicastero, l’arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcolm Ranjith, ha spiegato che la scelta “intende onorare il loro sacrificio motivato dall’odio per la fede”.Centinaia di persone, tra cui personalità religiose cristiane, buddiste, indù e islamiche, hanno partecipato a una una veglia in memoria delle vittime tenutasi nei giorni scorsi nella chiesa cattolica di Sant’Antonio, presa di mira negli attacchi. Accanto ai i nomi di 167 cattolici morti negli attentati avvenuti chiese di Sant’Antonio a Colombo e di San Sebastiano a Negombo, scelti “a causa della violenta opposizione alla loro fede motivata da ‘odium fidei’, anche altre sette vittime di altre fedi sono state “ricordate con rispetto”, ha ricordato padre Jude Fernando, prete di Colombo. I testimoni della fede sono stati selezionati dalla speciale Commissione vaticana incaricata di redigere e aggiornare l’elenco in occasione del Giubileo.Oltre 260 persone vennero uccise negli attentati quasi simultanei avvenuti la domenica di Pasqua in tre hotel turistici e tre chiese, due cattoliche e una protestante, il 21 aprile 2019. E’ un ferita della storia recente del paese non ancora del tutto rimarginata: la Chiesa cattolica in Sri Lanka reclama ulteriori indagini sugli attacchi, per chiarire il presunto coinvolgimento di funzionari e apparati statali. Il nuovo governo di Anura Kumara Dissanayake, eletto presidente del paese nell’autunno del 2024, ha pubblicamente ribadito il suo impegno a condurre un’indagine approfondita sugli attacchi di Pasqua.(PA) (Agenzia Fides 2/5/2025)
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