ASIA/INDIA – Nomina del Vescovo di Poona

Source: The Holy See in Italian

sabato, 1 novembre 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Leone XIV ha nominato Vescovo della Diocesi di Poona il Rev.do Sac. Simon Almeida, del clero della medesima Diocesi, finora Segretario aggiunto del Western Region Bishop’s Council.Simon Almeida è nato il 4 novembre 1960 a Ghas, ora Diocesi di Vasai. Dopo aver studiato Filosofia e Teologia presso il St. Pius X College di Mumbai, ha conseguito la Laurea in Psicologia e un Master of Arts in Sociologia presso l’Università di Bombay e un Master of Arts in Studi Pastorali presso la Manila University, a Quezon City (Filippine).È stato ordinato sacerdote il 1° aprile 1990 per la Diocesi di Poona.Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vice-Parroco della St. Patrick Cathedral a Poona (1990-1994); Vice Parroco della St. Ignatius a Kirkee (1994-1996), Direttore Diocesano per la gioventù (1996-2000); Rettore del Seminario Minore (2002-2003); Parroco della St. Patrick Cathedral a Poona (2003-2008); Membro del Consiglio Presbiterale (dal 2003); Parroco della St. Francis Xavier’s a Chinchwad (2008-2013); Membro del Collegio dei Consultori (dal 2009); Economo della Diocesi di Poona (2010-2015); Parroco della St. Anne’s a Solapur Bazaar (2013-2019); Parroco della St. John Paul II a Wakad (2019-2023).Finora, è stato Segretario aggiunto del Western Region Bishop’s Council. (Agenzia Fides1/11/2025)
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ASIA/INDONESIA – Tra ottobre missionario e lotta alla malnutrizione

Source: The Holy See in Italian

PMS Indonesia

Jakarta (Agenzia Fides) –  Il mese dell’ottobre missionario nel vasto arcipelago dell’Indonesia è stato caratterizzato da due iniziative rivolte agli adolescenti e ai giovani, entrambe coordinate dalle Pontificie Opere Missionarie (POM): la “Scuola missionaria per adolescenti”  e la “Scuola degli animatori missionari”. Ed ha avuto anche una speciale caratterizzazione: quella dell’impegno nella lotta alla malnutrizione e alla fame.”Entro il 2025, oltre 1.400 animatori missionari in tutto il paese avranno  completato quel percorso formativo e saranno come lievito nelle diverse diocesi e nei territori dell’Indonesia”, così diversi tra loro, spiega all’Agenzia Fides p.  Alfonsus Widhiwiryawan, missionario saveriano , Direttore nazionale del POM in Indonesia. Tali iniziative sono state pensate  e organizzate a partire da una convinzione: “Tutti siamo  chiamati a essere testimoni di speranza e fede e anche i giovani  possono essere missionari   tra i loro coetanei, afferma p. Alfonsus, che ha invitato i ragazzi “a essere portatori di speranza e della gioia del Vangelo  nella vita di tutti i giorni e anche nel mondo digitale”, un ambite che i teenagers indonesiani frequentano con grande assiduità. “Partecipando a momenti di formazione e riflessione – spiega il Direttore  – i giovani si preparano e maturano la coscienza di  diventare annunciatori del Vangelo nei loro ambienti: nelle famiglie, scuole e comunità”.P Widhiwiryawan  racconta all’Agenzia Fides la  celebrazione nazionale tenutasi nella diocesi di  Sibolga, sull’isola di Sumatra, che ” è stata una testimonianza viva di fede e impegno missionario”. Mons Aloysius Maryadi Sutrisnaatmaka, MSF, Vescovo di Palangka Raya e presidente della Commissione per le missioni della Conferenza Episcopale Indonesiana, celebrando l’Eucaristia per la Giornata Missionaria Mondiale, ha ridato la “chiamata a essere pellegrini di speranza in Indonesia, camminando  insieme, portando la luce di Cristo in ogni ambito della vita e della società”. “In questo Anno Giubilare –  ha detto il Vescovo Sutrisnaatmaka –  siamo pellegrini di speranza quando andiamo oltre noi stessi: la missione non è un dovere o un peso, ma un gioioso donare l’amore e la fede al mondo”. Il Vescovo ha ricordato ai fedeli che l’opera missionaria “non è riservata a sacerdoti o religiosi, ma è la vocazione di ogni battezzato”. Siamo tutti missionari –  ha detto, – perché siamo chiamati a proclamare l’amore di Cristo attraverso le nostre buone opere. E attraverso tali opere, riveliamo il volto di Dio agli altri”. La missione, ha concluso,  “inizia con due atteggiamenti essenziali: in primo luogo, il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort; in secondo luogo, un cuore pronto a condividere e a donare generosamente, facendo del bene agli altri”In tal senso per il terzo anno consecutivo la celebrazione della giornata missionari in Indonesia è stata contestualmente vissuta accanto alla Giornata mondiale per l’alimentazione e i fedeli hanno potuto riflettere sui  problemi di fame e malnutrizione che ancora si registrano nel paese, nonostante i progressi compiuti nella lotta all’insicurezza alimentare. Nella classifica stilata dall’Indice Globale della Fame 2025, l’Indonesia si colloca al 70 ° posto su 123 paesi con un livello di fame “moderato”: il 6,3% della popolazione (su 270 milioni di abitanti) è denutrita e l’accesso al cibo  penalizza soprattutto le zone rurali, sicché  il 2,1% dei bambini muore prima del quinto compleanno a causa del malnutrizione.  La celebrazione contestuale della giornata  missionaria e di quella per l’alimentazione  è per le comunità cattoliche indonesiane un invito  a pregare, impegnarsi e agire per dare un contributo a combattere la fame e della malnutrizione nei diversi territori.(PA) (Agenzia Fides 1/11/2025)
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AFRICA – Un “ottobre elettorale” problematico in tutto il Continente

Source: The Holy See in Italian

Roma (Agenzia Fides) – L’ultima tornata di elezioni africane ha provocato una serie di proteste nei Paesi dove si sono tenute. In due casi i Capi di Stato uscenti ultraottantenni sono stati rieletti tra accusi di brogli e proteste della popolazione formata in gran parte da giovani e giovanissimi.Le elezioni presidenziali tenutesi in Costa d’Avorio il 25 ottobre (vedi Fides 24/10/2025) sono state precedute da forti tensioni per l’esclusione di una serie di alcuni candidati dell’opposizione tra cui l’ex Presidente Laurent Gbagbo (vedi Fides 4/10/2025)Il presidente in carica Alassane Ouattara è stato rieletto con quasi il 90% in una votazione dove circa il 2% dei seggi elettorali in tutto il Paese ha subito interruzioni. Il voto è stato marcato inoltre da violenze in particolare in diverse città della regione centro-occidentale.In totale, undici persone sono morte da metà ottobre, secondo la società civile e le autorità, tra cui tre a Nahio (centro-occidentale) il giorno delle elezioni durante scontri tra elettori e sostenitori del boicottaggio.In Camerun il 12 ottobre il 92enne Paul Biya è stato rieletto per l’ottava volta Capo dello Stato, in un voto segnato secondo l’opposizione e diversi osservatori esterni da gravi irregolarità. Anche qui vi sono state proteste da parte di una popolazione in gran parte giovane che desidera un’alternanza di governo con proteste in diverse città che si sono però al momento fermate. Issa Tchiroma Bakary, ex ministro passato all’opposizione, ha rivendicato la vittoria alle elezioni presidenziali ma la Corte Suprema ha rigettato la sua dichiarazione.In Tanzania infine la Presidente uscente la 65ennel Samia Suluhu Hassan è state rieletta nella votazione del 29 ottobre: una vittoria contestata però per il fatto che dalla corsa presidenziale erano stati esclusi i più importanti candidati dell’opposizione.Il principale partito d’opposizione Chadema era stato escluso per essersi rifiutato di firmare il codice elettorale. Il partito aveva chiesto il boicottaggio delle elezioni. Il suo leader, Tundu Lissu, è stato arrestato ad aprile ed è sotto processo per tradimento, accuse punibili con la morte.L’unico altro serio candidato dell’opposizione, Luhaga Mpina del partito ACT Wazalendo, è stato escluso per motivi procedurali.Il clima elettorale era stato inoltre intossicato da una serie di rapimenti che avevano gettato sconforto tra la popolazione. Anche in Tanzania sono esplose le proteste e il governo ha bloccato Internet, imposto il coprifuoco e schierato l’esercito nelle strade. (Agenzia Fides 1/11/2025)
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Attuazione della riforma delle politiche di coesione, firmati i primi 7 Accordi con i Ministeri e le Amministrazioni centrali

Source: Government of Italy

Il Governo prosegue nell’attuazione della riforma delle politiche di coesione.

Dopo i 21 Accordi sottoscritti con le Regioni e le Province autonome, che hanno liberato risorse per oltre 45 miliardi di euro, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato, su proposta del Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione Tommaso Foti, i primi 7 Accordi con i Ministeri e le Amministrazioni centrali. 

L’importo complessivo degli investimenti attivati è di circa 3,4 miliardi di euro, di cui 2 miliardi di euro finanziati direttamente attraverso risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 e 1,4 miliardi di euro di ulteriori cofinanziamenti. Le risorse finanziano progetti e investimenti in settori strategici: dall’ambiente alla cultura, dall’agricoltura all’innovazione digitale, dalla valorizzazione dei territori alle politiche dedicate ai giovani e alle persone con disabilità.

“Facciamo un passo in avanti nel cammino intrapreso dal Governo per costruire una Nazione più forte e coesa, utilizzando al meglio i fondi della politica di coesione, strumento fondamentale per ridurre i divari territoriali. Inauguriamo una nuova fase operativa, che ci consente di liberare oltre 3,4 miliardi di euro per interventi concreti a favore dei territori, delle famiglie e delle imprese”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Con il Governo Meloni, la politica di coesione si trasforma in una leva concreta di sviluppo, innovazione e inclusione a livello nazionale. La piena attuazione è assicurata da cronoprogrammi rigorosi: meno burocrazia, più risultati. Su queste direttrici il Governo proseguirà il proprio impegno, monitorando ogni intervento per garantire tempi certi, rigore finanziario e piena realizzazione degli investimenti, affinché le risorse dedicate alla politica di coesione nazionale si traducano davvero in benefici per gli italiani”, ha aggiunto il Ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione Tommaso Foti.

Nello specifico, i 7 Accordi sottoscritti riguardano:

  1. Il Ministero per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, che avrà a disposizione 200 milioni di euro del FSC. A queste risorse si aggiungono 35 milioni di euro di cofinanziamento, per un totale di 235 milioni dedicati a siti turistici, borghi e riserve naturali, nell’ambito di una strategia per promuovere il “turismo di ritorno” e attrarre visitatori verso destinazioni meno note.
     
  2. Al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste andranno oltre 113 milioni di euro, per due linee d’azione: incentivi per PMI agricole, pesca e acquacoltura rivolti all’innovazione, e finanziamenti per l’adozione di macchine spandiconcime di precisione, in attuazione degli impegni del Governo verso la Commissione europea sul miglioramento della qualità dell’aria. 
     
  3. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica beneficia di 1,162 miliardi di FSC, cofinanziati con altre risorse per ulteriori 1,009 miliardi, nell’ambito di un accordo complessivo da 2 miliardi e 171 milioni di euro. I 95 interventi previsti riguardano energia (efficienza, rinnovabili), ambiente e risorse naturali (prevenzione rischio idrogeologico, risorse idriche, rifiuti, biodiversità).
     
  4. Il Ministero della Cultura ha una dotazione complessiva di circa 182 milioni di euro, tra FSC e cofinanziamento. I 27 interventi previsti assicurano continuità a progettualità già avviate e sono orientati alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
     
  5. Il Ministro per le Disabilità riceve 90 milioni nell’ambito di un investimento complessivo di 390 milioni, con 300 milioni cofinanziati dal Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità (legge n.  213/2023). Le risorse sono destinate a potenziare la partecipazione sociale, l’autonomia e le competenze delle persone con disabilità, in linea con gli impegni internazionali, per garantire loro pieni diritti negli ambiti sociale, culturale, educativo, economico, civile e politico.
     
  6. Al Ministro per lo Sport e i Giovani sono destinati 400 milioni a valere sulla delibera CIPESS n. 77/2024. Di questi, 180 milioni di euro sono già trasferiti al Piano per gli interventi nei 9 territori interessati dal Decreto “Caivano bis”. I 220 milioni residui, ai quali si aggiungono 32,07 milioni di cofinanziamento, sono destinati a potenziare l’impiantistica sportiva nelle aree degradate, includendo anche gli oratori, con l’obiettivo di contrastare la dispersione giovanile. 
     
  7. Il Sottosegretario con delega per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale riceve 90 milioni di euro dal FSC. L’accordo complessivo prevede investimenti per 98 milioni di euro (di cui 8 milioni di cofinanziamento), articolati in 2 linee di azione volte a supportare la strategia italiana per la banda ultra-larga, in particolare lo sviluppo delle reti in territori fragili e strategici.

ASIA/PAKISTAN – Elezioni provinciali in Punjab: dalla comunità cristiana l’appello a vivere la politica come missione

Source: The Holy See in Italian

Punjab Assembly – Facebook

Lahore (Agenzia Fides) – Il governo del Punjab e la Commissione elettorale del Pakistan “sostengano i principi democratici che garantiscono a ogni cittadino, di qualsiasi comunità etnica, culturale e religiosa, possa partecipare attivamente e far valere il proprio voto nel processo politico”: è l’appello diffuso dall’Arcivescovo Joseph Arshad, presidente della Commissione “Giustizia e pace” dei Vescovi del Pakistan, in vista delle elezioni provinciali del Punjab, la provincia più importante del Pakistan per storia, cultura, composizione sociale (è anche al più popolosa, con oltre 127 milioni di persone) e spessore economico.Nei giorni scorsi  il Punjab Local Government Act 2025, il provvedimento che regola il processo elettorale  –  il voto è previsto nel mese di dicembre ma non ancora fissato ufficialmente – ha confermato il sistema per cui alla comunità minoritarie saranno riservati alcuni seggi nell’Assemblea del parlamento  provinciale. Sono i partiti politici, di ogni tendenza, a scegliere , all’interno delle loro liste  elettorali, rappresentanti  di  membri delle minoranze non islamiche e di donne.  L’Arcivescovo Arshad ha esortato i leader politici, i legislatori e la Commissione elettorale a “garantire l’uguaglianza, la libertà religiosa e la piena partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica, in conformità con lo spirito della Costituzione del Pakistan”. E ha  incoraggiato i fedeli cristiani “a svolgere un ruolo attivo nell’educazione civica, nella registrazione degli elettori e nell’impegno civile e democratico”, al fine di  promuovere l’unità e l’armonia nel Paese.”In momenti come questo, in cui la popolazione esercita il suo diritto di voto, e determina democraticamente il governo, come cristiani siamo chiamati a  essere uniti e a ricercare una rappresentanza politica che possa poi tutelare la nostra identità, i sori diritti e le nostre esigenze, a volte ignorate o dimenticate  dal potere esecutivo “, nota in un colloquio con l’Agenzia Fides don Mario Angelo Rodrigues, sacerdote  e preside del prestigioso Istituto superiore cattolico St. Patrick a Karachi . “E’ bene che i cristiani pakistani, come i cittadini indù e di altre fedi, si pongano questo obiettivo perchè  a livello delle politiche provinciali e nazionali, si viaggi secondo principi di equità, giustizia, pari opportunità,  rifuggendo ogni politica discriminatoria che ancora interessa la nostra nazione”, rimarca  il Dirigente scolastico.Don Rodrigues pone l’accento su un altro problema: “Nell’impegno politico è decisiva la coscienza  individuale. E’ necessario, cioè, che i  rappresentanti eletti, a qualsiasi  a comunità religiosa o etnica appartengano,  si comportino con onestà e retta coscienza perché nel nostro paese è il fenomeno della corruzione a danneggiare tutti, ed è un fenomeno che non ha colore politico o religioso, tocca tutti”. Per questo “è importante scegliere con cura  candidati che vivano l’impegno in politica come servizio al prossimo e come missione, e abbiano una vita realmente illuminata dalla fede”, conclude.(PA) (Agenzia Fides 31/10/2025)
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VATICANO – “Uno in Cristo, uniti nella missione”: il tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale 2026

Source: The Holy See in Italian

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Uno in Cristo, uniti nella missione” è il tema della Giornata Missionaria Mondiale di cui l’anno prossimo ricorrono i 100 anni dall’istituzione voluta da Papa Pio XI, su proposta della Pontificia Opera della Propagazione della Fede.Nel giorno in cui termina il mese tradizionalmente dedicato alle missioni, si rende noto il tema scelto dal Santo Padre per la prossima Giornata Missionaria Mondiale, che si celebrerà il 18 ottobre 2026, come ogni anno, nella penultima domenica di ottobre.Papa Leone XIV, nell’appello inviato quest’anno a sostegno della Giornata Missionaria Mondiale, ha sottolineato come essa sia occasione privilegiata in cui tutta la Chiesa si unisce in preghiera per i missionari e per la fecondità del loro lavoro apostolico. Il Sommo Pontefice, ricordando la sua esperienza personale di sacerdote e poi vescovo missionario in Perù, ha affermato: “Ho visto con i miei occhi come la fede, la preghiera e la generosità dimostrate in questa Giornata possano cambiare intere comunità”.Il tema della Giornata Missionaria Mondiale del 2026, che nella prima parte ricorda il motto scelto dal Santo Padre per il suo Pontificato “In Illo uno unum”, richiama l’unità dei fedeli nella fede, basata sull’unità di Cristo con il Padre, e la conseguente missione comune di evangelizzazione.Il prossimo passo alla preparazione della Giornata Missionaria Mondiale 2026 sarà la diffusione, nei primi mesi dell’anno, del messaggio del Santo Padre. Esso diventerà il filo conduttore delle tante iniziative di animazione e formazione dello spirito e della responsabilità missionaria in tutti i fedeli lungo questo significativo anno, durante il quale si celebrerà anche l’anniversario dei centodieci anni della fondazione della Pontificia Unione missionaria, definita da San Paolo VI “l’anima delle altre Pontificie Opere Missionarie” (Opera della Propagazione della Fede, Opera della Santa Infanzia ed Opera San Pietro Apostolo). Queste quattro opere, ognuna con la propria specificità, si dedicano insieme a promuovere la responsabilità missionaria nei battezzati e a sostenere le nuove Chiese particolari (cf. Cost. Ap. Praedicate Evangelium Art. 67 §1).(EG) (Agenzia Fides 31/10(/2025)
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AFRICA/KENYA – “Pagate di più i piccoli produttori di tè” chiede padre Ambrose parroco nell’ovest della Rift Valley

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Nairobi (Agenzia Fides) – Basta con lo sfruttamento dei piccoli produttori di tè che generano una ricchezza che va in mano a funzionari corrotti. È questo l’appello lanciato da padre Ambrose Kimutai, parroco della chiesa parrocchiale di Ndaraweta, nella contea di Bomet, nell’ovest della Rift Valley.“Parlo a nome dei piccoli produttori di tè delle contee di Bomet, Kericho, e Nandi” ha detto il sacerdote dopo la funzione domenicale del 26 ottobre. “I piccoli agricoltori producono grandi quantità di tè e il Kenya ottiene forti somme di denaro dalla sua esportazione. E questo permette di pagare i salari dei funzionari statali, degli insegnanti e di altri”. “Ma sfortunatamente- ha aggiunto- ciò che è stato creato dal governo sta distruggendo i piccoli coltivatori di tè attraverso la costituzione di così tante strutture che li sfruttano per cui questi non riescono a guadagnare abbastanza”.Padre Ambrose si riferisce alla Kenya Tea Development Agency (KTDA), un ente statale fondato nel 1964 per aiutare i contadini locali a migliorare le proprie produzioni e che compra buona parte della produzione di tè dagli agricoltori della Rift Valley.Il sacerdote ha definito “vergognosi” i 13 scellini kenioti (0,09 euro) al chilogrammo pagati nella sua zona agli agricoltori locali dalla KTDA, sostenendo che questa cifra è inadeguata a coprire gli elevati costi di produzione. “Aspettiamo un bonus, che è di soli 13 scellini al chilogrammo. Vergogna! 13 scellini! Se date 13 scellini a un agricoltore, si mette a piangere. Gli agricoltori piangono” ha gridato.Il sacerdote ha sottolineato la significativa disparità, tra ciò che i paga la KTDA e quanto offrono di altre agenzie, che a pagano fino a 40 scellini kenioti (0.27 euro) al chilogrammo di foglie di tè.”Se il governo non interviene, smetteremo di raccogliere il tè e di venderlo alla KTDA”, ha avvertito padre Ambrose dando un ultimatum di un mese alle autorità perché agiscano. Il sacerdote ha poi aggiunto che i principali corridoi di trasporto potrebbero essere bloccati per dimostrare il potere collettivo degli agricoltori.Il Ministero dell’agricoltura ha avviato un audit completo dei prestiti ottenuti dalle aziende gestite dalla KTDA, una realtà che “era ben strutturato, ma è stato infiltrato da truffatori che hanno aumentato i costi operativi nelle aziende che incidono negativamente sui guadagni degli agricoltori” ha ammesso il Segretario Generale del Ministero. All’inizio di ottobre alcuni parlamentari hanno domandato un’inchiesta parlamentare sulla corruzione e la cattiva gestione della KTDA:Le indagini governative hanno messo a nudo una realtà sconvolgente: alcuni direttori della KTDA tengono tra le 110 e le 165 riunioni all’anno, guadagnando in media 50.000 scellini (334 euro) a riunione. Ciò si traduce in una cifra, compresa tra 5,5 milioni (36.796 euro) e 8,25 milioni di scellini (55.194 euro) all’anno per direttore, sulla pelle dei coltivatori di tè in difficoltà.Il tè è la seconda voce di esportazione del Kenya, pari a 215 miliardi di scellini (1.438.709 di euro) (L.M.) (Agenzia Fides 31/10/2025)
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AMERICA/BRASILE – “Lo Stato ha il dovere di proteggere, non di uccidere”. Le Pontificie Opere Missionarie del Brasile sui tragici fatti di Rio de Janeiro

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Foto de capa: Fernando Frazão/Agência Brasil

Rio de Janeiro (Agenzia Fides) – Le Pontificie Opere Missionarie (POM) del Brasile esprimono in una nota, giunta all’Agenzia Fides, la loro profonda solidarietà ed il loro dolore per i recenti e tragici eventi di violenza accaduti a Rio de Janeiro, in particolare per il massacro avvenuto nei complessi di Penha e Alemão martedì scorso, 28 ottobre.“In questo Mese Missionario che si conclude oggi e in cui siamo invitati a essere «missionari di Speranza tra i popoli», la nostra preghiera è rivolta alle famiglie che hanno visto i loro cari assassinati. Il dolore di ogni perdita è il dolore della Chiesa, che cammina accanto a chi soffre e piange” scrive suor Regina da Costa Pedro, direttrice delle POM brasiliane, che continua “non possiamo rimanere in silenzio di fronte alla ripetuta violenza che miete vittime. La vita umana è inviolabile e lo Stato ha il dovere primario di proteggere, non di uccidere. Allo stesso tempo esprimiamo la nostra totale opposizione a qualsiasi forma di violenza, sia essa derivante dal narcotraffico o dalle azioni delle milizie. Ogni potere che si impone attraverso la morte e la paura è contrario al messaggio del Vangelo e alla dignità della persona umana”.Nella nota viene auspicata una vera e duratura pacificazione delle comunità e delle favelas, non ottenuta con le armi ma attraverso la tutela e l’esercizio dei diritti fondamentali. L’investimento in programmi di istruzione, sanità, edilizia abitativa e cittadinanza diventa prioritario per porre freno ad una profonda disuguaglianza razziale e di classe sociale che colpisce in modo sproporzionato i giovani più poveri delle periferie. “È necessario fare delle comunità non solo luoghi di sopravvivenza, ma spazi di piena cittadinanza, dove la vita possa prosperare con dignità e sicurezza. Che la speranza, centro della nostra missione – conclude Suor Regina Costa da Pedro -, sia un invito alla pace per tutti gli uomini e le donne di buona volontà, affinché insieme possiamo costruire un Paese in cui la vita, nella sua pienezza, sia il valore supremo. Come ci ha insegnato Papa Francesco: «Non lasciate che nessuno vi tolga la speranza»”. (EG) (Agenzia Fides 31/10/2025)
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MISSIONARI COREANI NEL MONDO/3 – In missione in terra australiana, seguendo la scia dei migranti

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 31 ottobre 2025

di Pascale RizkCanberra/Sydney (Agenzia Fides) – Sono passati più di 40 anni da quando, nel 1984, un sacerdote missionario di Sydney iniziò a recarsi una volta al mese a Canberra per celebrare la messa per la locale comunità cattolica coreana.Nel 2011 la diocesi di Daejeon, in Corea, ha inviato ufficialmente il suo primo cappellano a tempo pieno. «Mi colpisce vedere come viene vissuta la fede cristiana in una società multiculturale. Oltre al mio ministero presso la comunità coreana, presto servizio anche nelle parrocchie locali», racconta padre Andrea Yang Myeong-sik che celebra l’eucaristia in coreano una volta alla settimana. «Questo mi porta a riflettere costantemente su come la comunità coreana possa essere più integrata con la parrocchia locale e con le altre comunità etniche» aggiunge il sacerdote, che cura il piccolo gregge di 130 immigrati coreani di prima e seconda generazione.A causa del profilo peculiare di Canberra, capitale amministrativa con una popolazione relativamente piccola e una gamma limitata di opportunità di lavoro, le persone sono portate a vivere una forte mobilità, e la comunità appare in costante transizione.«Una urgenza che ci troviamo a affrontare è quella di coltivare un senso di continuità nell’opera pastorale, nonostante questi frequenti cambiamenti nella composizione della comunità», spiega don Andrea.Rispetto a Sydney, Canberra ha un numero inferiore di studenti stranieri o titolari di visti per vacanze-lavoro. La gran parte dei coreani residenti a Canberra è rappresentata da famiglie o professionisti giunti per motivi di lavoro. I battesimi sono celebrati un paio di volte all’anno. «Adesso – racconta padre Myeong- sik – c’è con noi una giovane donna cinese che ha studiato e lavorato in Corea prima di venire in Australia. La sua amica, che aveva ricevuto il battesimo nella comunità coreana due anni fa, l’ha invitata a unirsi a noi. Invece di unirsi a una parrocchia locale di lingua inglese, ha iniziato il catechismo con la comunità coreana.Dalla più grande comunità tra le tre realtà parrocchiali dell’area metropolitana di Sydney, padre Andrea Kim Yoon Jae dice di sé:«sono venuto dalla Corea del Sud proprio per questa missione». oggi serve con altri tre sacerdoti coreani la parrocchia dedicata ai Martiri Coreani e a San Stanislao. Fondata nel 1976, con l’aiuto dei Padri Francescani e dei Padri Colombani che avevano prestato servizio come missionari in Corea del Sud, raduna oltre 1.400 i parrocchiani che partecipano alla messa domenicale ogni settimana anche se i membri registrati sono più di 6.000. I battesimi si celebrano quattro volte l’anno per i neonati e una volta per gli adulti. «Una caratteristica distintiva della nostra parrocchia – racconta Yvon Jae, a Sydney da 4 anni – è quella dei genitori che scelgono di far battezzare i propri figli nel contesto della grande opera educativa promossa dalle numerose scuole cattoliche presenti nella zona».La comunità cattolica coreana di Sydney si prepara invece a celebrare il 50° anniversario dal suo primo costituirsi. Oggi, la parrocchia comprende immigrati di diverse generazioni arrivate in quattro ondate migratorie: quella degli anni ’60, con la migrazione dei lavoratori qualificati, quella degli anni ’70-‘80, dopo la guerra del Vietnam – formata in gran parte da veterani che avevano partecipato a quel conflitto a fianco del governo del Vietnam del sud -, quella degli anni 2000 (un’ondata di studenti e giovani con visti per vacanze-lavoro) e quella delle famiglie e degli studenti emigrati negli ultimi anni per motivi di studio o di lavoro. «A causa della distanza e dei motivi finanziari, l’immigrazione coreana in Australia ha continuato a crescere e nuove persone continuano ad unirsi alla comunità. Questo afflusso probabilmente continuerà ancora per qualche tempo» aggiunge padre Yoon Jae Kim.Nel portare avanti la loro opera pastorale, anche i missionari coreani in Australia fanno i conti col divario tra le generazioni e le difficoltà di comprensione reciproca.Invece nella parrocchia del Sacro Cuore a Kew, la presenza coreana è costituita solo da qualche famiglia i cui figli frequentano la scuola annessa alla parrocchia. Lì vive da otto mesi il suo ministero sacerdotale don Michele Kong, originario di Seoul, da circa 20 anni in Australia. Ordinato 11 anni fa nell’arcidiocesi di Melbourne, Kong sottolinea una differenza culturale nel vissuto pastorale delle comunità cattoliche coreane d’Australia rispetto a quelle della terra d’origine: «mentre i fedeli delle chiese coreane tendono a comportarsi in modo più cauto e riservato, i fedeli delle parrocchie in Australia tendono ad esprimersi in modo più estroverso e informale».(Agenzia Fides 31/10/25)
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Nuova direzione per il penitenziario Cazis Tignez

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

A fine marzo 2026, Ines E. Follador-Breitenmoser, direttrice del penitenziario Cazis Tignez, andrà in pensione. Per 15 anni ha diretto l’esecuzione in regime chiuso nei Grigioni. Ines E. Follador-Breitenmoser ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo dell’attività operativa a Cazis Tignez e al trasferimento dall’ex carcere cittadino Sennhof di Coira a Cazis nel 2020.

Ines E. Follador-Breitenmoser sarà sostituita da Markus Städler e Kiran Trost, due persone esperte nel settore dell’esecuzione giudiziaria, che assumeranno la direzione del penitenziario Cazis Tignez la prossima primavera. Il penitenziario Cazis Tignez offre a circa 110 persone la possibilità di svolgere un lavoro stimolante. La struttura può accogliere 150 detenuti.

La nuova direzione dell’Ufficio per l’esecuzione giudiziaria non è ancora stata scelta. A questo riguardo il processo di candidatura prosegue, poiché finora non è ancora stata trovata una persona idonea che soddisfi gli elevati requisiti.

Persona di riferimento:

Consigliere di Stato Peter Peyer, direttore del Dipartimento di giustizia, sicurezza e sanità, tel. +41 81 257 25 13 (raggiungibile tra le ore 13:30 e le ore 14:00), e‑mail medienstelle@djsg.gr.ch

Organo competente:Dipartimento di giustizia, sicurezza e sanità