ITALIA/EUROPA – Un milione di giovani a Tor Vergata. Leone XIV: ad ogni passo chiediamo a Gesù: resta con noi, Signore

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VaticanMedia

Roma (Agenzia Fides) – Essere “missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace”: di questo ha bisogno il mondo di oggi, lacerato da guerre e divisioni. Di giovani portati a costruire le loro relazioni e basare le proprie scelte, “radicali e piene di significato”, come il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa, su quella roccia che è “l’amore di Dio”. Questa la consegna che Papa Leone XIV ha donato alla moltitudine di giovani (circa un milione) giunti a Roma per celebrare il loro Giubileo particolare. Il luogo è lo stesso dove 25 anni fa, giovani di tutto il mondo si radunarono assieme a Giovanni Paolo II: la spianata di Tor Vergata. A testimonianza di quello storico evento resta oggi una grande croce di ferro, la stessa attorno alla quale oggi, i ragazzi provenienti da 146 Paesi, si sono stretti fin dalle prime ore della mattinata.A piedi, percorrendo cinque chilometri sotto il sole, dopo aver attraversato nei giorni scorsi le Porte Sante ed essersi confessati al Circo Massimo, tra canti e momenti di riflessione, hanno atteso l’arrivo del Pontefice. Leone XIV, giunto in elicottero dopo aver sorvolato l’area colorata da migliaia di bandiere e striscioni, ha salutato i giovani percorrendo in papamobile i vari settori. Poi, presa in mano la croce del Giubileo, accompagnato da un gran numero di ragazzi e ragazze, ha raggiunto il palco dove è stato allestito l’altare.Il silenzio ha preso subito il posto degli applausi e delle acclamazioni mentre tre giovani hanno posto tre domande, in spagnolo, italiano e inglese, al Successore di Pietro. Tre quesiti incentrati su altrettante tematiche che sono cruciali per le nuove generazioni del nostro tempo: l’amicizia, il coraggio di fare scelte che segnano il percorso di vita e come incontrare oggi Cristo Risorto, in un mondo che rende tutto incerto. Sull’amicizia, il Pontefice ha fatto notare, parlando in lingua spagnola, che “relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi. La nostra vita inizia grazie a un legame ed è attraverso legami che noi cresciamo”. E tra le molte connessioni culturali che caratterizzano la nostra vita, un ruolo centrale lo occupano internet e i media che, come diceva Papa Francesco, rappresentano “una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone”. Ma, ha ammonito Leone XIV, “questi strumentirisultano però ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze. Quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona”. Ricordando la vita di Sant’Agostino e la sua “giovinezza burrascosa”, il Pontefice ha ricordato che il Santo Vescovo d’Ippona “ha trovato un’amicizia sincera incontrando chi già lo stava cercando: Gesù Cristo. L’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare”Rispondendo poi in lingua italiana alle domanda posta da una giovane su dove trovare il coraggio per operare scelte che rendano davvero liberi, il Vescovo di Roma ha fatto notare che “la scelta per eccellenza è la decisione per la nostra vita: quale uomo vuoi essere? Quale donna vuoi essere? A scegliere si impara attraverso le prove della vita, e prima di tutto ricordando che siamo stati scelti. All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti”. E il “coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo”. Leone XIV ha quindi ricordato le parole che Giovanni Paolo II disse proprio in questo luogo venticinque anni fa: “È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae. Per il Papa, le “scelte radicali” da fare per vivere liberi nel mondo di oggi sono “il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa”. Si tratta di scelte che “esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici. Queste scelte danno senso alla nostra vita, trasformandola a immagine dell’Amore perfetto, che l’ha creata e redenta da ogni male. Trovate il coraggio di fare scelte difficili”. A braccio, ha poi chiesto di pregare per Maria e Pascale, due giovani ragazze, la prima proveniente da Madrid, la seconda dall’Egitto, decedute a Roma. Erano giunte nella Città Eterna per partecipare al Giubileo dei Giovani, ma “la morte le ha colte. Preghiamo insieme per loro e per il piccolo Ignazio, ricoverato al Bambino Gesù”. Rispondendo in lingua inglese alla terza e ultima domanda, posta al Papa da un ragazzo statunitense, Leone XIV ha proposto una riflessione a partire da un’altra domanda: “Volete incontrare veramente il Signore Risorto? Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco. A ogni passo – ha proseguito Papa Leone – mentre cerchiamo il bene, chiediamo a lui: resta con noi, Signore. Resta con noi, perché senza di te non possiamo fare il bene che che desideriamo. Tu vuoi il nostro bene. Anzi, Signore, tu sei il nostro bene“.Il Pontefice ha ricordato quello che amava ripetere Benedetto XVI: “Chi crede, non è mai solo”. Perciò, ha incalzato Leone, “incontriamo veramente Cristo nella Chiesa, cioè nella comunione di coloro che il Signore stesso riunisce attorno a sé per farsi incontro, lungo la storia, ad ogni uomo che sinceramente lo cerca. Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna”.Il silenzio è poi sceso sull’intera spianata, sferzata dal vento, mentre il Santissimo Sacramento veniva esposto sull’altare. Un milione di giovani, in silenzio e in ginocchio, hanno concluso la serata pregando, assieme al Papa, davanti all’Eucarestia. Dopo la benedizione, il Successore di Pietro ha dato appuntamento a domani ai giovani: “Riposatevi! Ci vediamo domani per la Santa Messa. Buonanotte!”. (FB) (2/8/2025)
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Giubileo dei Giovani, il Sottosegretario Mantovano partecipa alla Santa Messa conclusiva

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2 Agosto 2025

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, parteciperà a nome del Governo alla celebrazione della Santa Messa conclusiva del Giubileo dei Giovani, che sarà presieduta da Sua Santità Papa Leone XIV domenica 3 agosto, a partire dalle ore 9.00, nell’area allestita a Tor Vergata (Roma).

Al termine della celebrazione, il Sottosegretario Mantovano, insieme al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, visiterà il Centro Operativo Avanzato presso il quale si svolge il coordinamento delle funzioni di supporto all’organizzazione dell’evento.

Anniversario della strage di Bologna, dichiarazione del Presidente Meloni

Source: Government of Italy

2 Agosto 2025

Il 2 agosto di 45 anni fa il popolo italiano ha vissuto una delle pagine più buie della sua storia. Il terrorismo ha colpito con tutta la sua ferocia la città di Bologna, con un attentato che ha disintegrato la stazione, uccidendo 85 persone e ferendone oltre duecento.

Oggi ci stringiamo ai familiari delle vittime e a tutti i bolognesi, e ci uniamo al loro dolore e alla loro richiesta di giustizia. Il Governo continuerà a fare la sua parte in questo percorso per arrivare alla piena verità sulle stragi che hanno sconvolto la Nazione nel secondo Dopoguerra, a partire dall’impegno portato avanti insieme alle altre Amministrazioni competenti per il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello Stato, in un clima di collaborazione con le associazioni dei famigliari delle vittime.

AFRICA/MALAWI – L’appello del Presidente della Conferenza episcopale al l Congresso sull’infanzia: “Custodire la fede dei bambini ora”

Source: The Holy See in Italian

sabato, 2 agosto 2025

Lilongwe (Agenzia Fides) – Custodire e coltivare la fede dei bambini di oggi è urgente e prioritario. Lo ha affermato il Vescovo Martin Mtumbuka, Presidente della Conferenza episcopale del Malawi (MCCB), in apertura del I Congresso nazionale sui bambini in corso di svolgimento in questi giorni nella parrocchia Don Bosco a Lilongwe (vedi agenzia Fides 31/7/2025). Intervenendo durante l’apertura ufficiale del Congresso – che ha avuto il suo avvio con una celebrazione eucaristica animata dai canti e dai balli dei bimbi dell’Arcidiocesi di Lilongwe -, il Vescovo Mtumbuka ha stigmatizzato il fatto che i bambini sono spesso trascurati nella pianificazione pastorale e nella vita liturgica. «Se non ci prendiamo cura di loro oggi, immediatamente, tra 50 anni avremo chiese deserte di fedeli» ha spiegato il Presidente della Conferenza episcopale del Malawi, esortando le parrocchie ad offrire liturgie per i bambini e catechesi pensate a loro misura. «Come vescovi, siamo pienamente impegnati nel favorire la crescita della fede dei bambini, ma questo deve estendersi a sacerdoti, catechisti e genitori» ha aggiunto. Il Vescovo ha fatto riferimento al prezioso lavoro svolto da tante religiose proprio nella cura della fede dei piccoli, esortando a sostenere maggiormente tutto questo impegno che diventa sostanziale anche per favorire il fiorire di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Padre Peter Madeya, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Malawi, dal canto suo ha incoraggiato l’organizzazione di congressi annuali come quello in corso a livello diocesano, sostenendo che l’identità missionaria deve essere coltivata precocemente e con costanza. «Ogni anno, le diocesi devono riunire i bambini per coltivare la loro vocazione nella missione della Chiesa» ha esortato Padre Madeya. Il Congresso continua oggi con tante attività specifiche dedicate ai bambini e si chiude domani con la celebrazione eucaristica.Una delle sessioni della giornata di venerdì 1° agosto ha avuto l’obiettivo di illustrare ai bambini come possono contribuire anche loro al programma governativo “Malawi 2063”che si pone lo scopo di guidare il Paese verso uno sviluppo sostenibile e l’indipendenza economica.(EG) (Agenzia Fides 2/08/2025)

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ASIA/GIAPPONE – Nagasaki, la campana della Cattedrale distrutta dall’atomica tornerà a rintoccare: “Suonerà per invocare la pace”

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sabato, 2 agosto 2025

Diocesi di Nagasaki

di Fabio BerettaNagasaki (Agenzia Fides) – Palazzi rasi al suolo, esseri viventi disintegrati, persone uccise in pochi secondi da un’energia talmente devastante che oggi di loro restano le ombre sui muri o sull’asfalto. Nella orrenda scia di distruzione causata dallo sgancio della bomba atomica su Nagasaki, avvenuta esattamente 80 anni fa, a essere spazzata via fu anche una delle due campane che erano all’interno dell’antica Cattedrale di Urakami.Quando la chiesa venne riedificata, quella cella rimase vuota. Fino ad oggi. Nei mesi scorsi, diversi cattolici statunitensi hanno raccolto fondi per ricostruire quella campana e l’hanno donata alla Cattedrale. A raccontarlo in un’intervista all’Agenzia Fides è Peter Michiaki Nakamura, Arcivescovo di Nagasaki: “Questa nuova campana è stata installata in questi giorni nel campanile rimasto vuoto, e suonerà per la prima volta proprio nell’orario in cui, il 9 agosto 1945, la bomba atomica esplose nei cieli sopra Nagasaki”.La nuova campana batterà i suoi primi rintocchi alle 11.04: per l’Arcivescovo, il suo suono costituirà “un richiamo alla memoria delle vittime e un’invocazione alla pace. Il fatto che la campana distrutta da una bomba atomica fabbricata e lanciata dagli Stati Uniti sia stata ricostruita e donata proprio da cittadini statunitensi, e accolta dalla chiesa di Urakami, rappresenta un segno concreto di perdono, riconciliazione e speranza”. In altre parole, questo, per il pastore della comunità di Nagasaki, “testimonia la possibilità di camminare insieme verso la realizzazione della pace nel mondo”.Un anno di speranza“Mi auguro che, ogni volta che il suono di quella campana si diffonderà, le persone ricordino questi eventi e possano impegnarsi, con speranza, per costruire la pace”. Il 2025, infatti, per l’Arcivescovo Nakamura è “l’anno della ‘speranza’”.E non solo per via del Giubileo: “Il 2025 segna l’80mo anniversario della fine della guerra e dell’attacco atomico, ed è un’occasione per riflettere ancora una volta sull’importanza di evitare che scoppi una guerra, di pregare per la fine dei conflitti attualmente in corso in tutto il pianeta e di promuovere non solo l’abolizione dell’uso delle armi nucleari ma anche la loro produzione e detenzione”.“Molte persone pensano che la guerra sia sbagliata – ha aggiunto l’Arcivescovo –, ma al tempo stesso, se il Giappone venisse attaccato da una potenza straniera, molti riterrebbero inevitabile rispondere con la guerra. Per questo motivo è fondamentale iniziare fin da ora a costruire legami di cooperazione e comprensione reciproca, affinché la guerra non abbia nemmeno la possibilità di iniziare”.In quest’ottica, la Diocesi di Nagasaki, insieme a quella di Hiroshima, ha avviato un percorso di partenariato con le Diocesi di Seattle e Santa Fe, negli Stati Uniti, con l’obiettivo comune di un mondo libero dal nucleare. “Credo sia molto importante promuovere questo tipo di relazioni e connessioni con gli altri”, il commento di Nakamura.Riarmi e paureDi recente la Conferenza episcopale giapponese ha pubblicato un documento sulla pace per commemorare gli otto decenni dell’atomica. Nel testo è stata sollevata una domanda: “L’orrore e il male della guerra sono chiari a molti, ma dobbiamo imparare dall’esperienza di 80 anni fa e ricordare che idee e valori trasmessi nella vita quotidiana cambiarono l’opinione pubblica e portarono al conflitto. Il Giappone oggi è davvero sulla via della pace?”.Per l’Arcivescovo di Nagasaki, “considerando l’espansione degli armamenti e l’attuale sistema educativo in Giappone, è difficile dire che il Paese stia davvero percorrendo la via della pace. Anche la società giapponese è fortemente competitiva, spesso dominata dalla ricerca del profitto e da un marcato materialismo. In una società di questo tipo, si rischia di sfociare in guerre basate sulla lotta e sulla conquista”.La domanda che i Vescovi giapponesi avevano posto nel documento nasce dal fatto che negli ultimi tempi a Okinawa e nelle isole Nansei vengono installate unità missilistiche “a scopo difensivo”. “Anche nella regione del Kyushu, sono in corso rafforzamenti delle basi militari per scopi difensivi”, ha precisato l’Arcivescovo che, interpellato su come stanno reagendo i giovani a questo potenziamento militare, ha sottolineato: “Credo che molti giovani, non solo cattolici, non abbiano una reale consapevolezza di quanto la guerra sia tragica e disumana. Anche se nelle scuole si fa educazione alla pace, si tratta principalmente di un’istruzione teorica o puramente nozionistica. Recentemente è emerso che il Ministero della Difesa ha inviato alle scuole opuscoli che spiegano in modo accessibile la ‘necessità e legittimità della difesa’”.Per l’Arcivescovo, la Chiesa “deve vigliare affinché l’educazione scolastica non diventi, senza che ce ne rendiamo conto, unilaterale e orientata a preparare alla guerra, promuovendo l’idea fuorviante che la pace possa essere raggiunta con la forza militare”. In questo contesto, ha rimarcato Nakamura, “la Chiesa ha il dovere di testimoniare l’amore, il perdono e il dono di sé agli altri, non solo a parole, ma attraverso uno stile di vita concreto”.“Battersi” per la paceDurante la Seconda Guerra Mondiale, ha ricordato l’Arcivescovo, “anche il Giappone ha commesso atti crudeli e spregevoli nei confronti di altri Paesi. All’epoca, però, davanti a quegli orrori, la Chiesa cattolica giapponese non fu in grado di esprimere una forte opposizione o protesta. Probabilmente una delle ragioni potrebbe essere il fatto che, durante la guerra, i cristiani venivano chiamati ‘yaso’ (termine dispregiativo per indicare i cristiani, ndr.) e discriminati perché considerati dei ‘non patrioti’. Chiunque si opponeva al conflitto, anche i non cristiani, veniva etichettato così. Nonostante ciò, penso che, anche a rischio di persecuzione, mancasse il coraggio o la forza per gridare a favore della pace”.“Oggi, invece, la Conferenza episcopale può e deve diffondere messaggi di pace. E, ovviamente, pregare per la pace. Dopo la visita in Giappone di due Papi, il popolo giapponese ha percepito più profondamente il ruolo importante della Chiesa nella promozione della pace. Sostenuta dal messaggio e dall’impegno del Successore di Pietro, la Chiesa in Giappone, come nazione colpita dalle bombe atomiche, ritiene di poter svolgere sempre più il proprio dovere come messaggera di pace”. (Agenzia Fides 2/8/2025)

Diocesi di Nagasaki

Diocesi di Nagasaki

Diocesi di Nagasaki

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Ex Ilva di Taranto, incontro Governo-sindacati a Palazzo Chigi

Source: Government of Italy

Si è tenuta oggi a Palazzo Chigi una riunione fra Governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto, presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Durante l’incontro l’Esecutivo ha illustrato alle forze sindacali il piano per la piena decarbonizzazione degli impianti, già presentato dal Mimit nei giorni scorsi alla Regione Puglia e agli enti locali nel quadro dell’accordo interistituzionale. Il piano, che prevede la realizzazione di tre forni elettrici nella città di Taranto, di un quarto eventualmente a Genova e la costruzione a Taranto del polo del Dri per il preridotto che alimenterà i forni elettrici, è stato condiviso dai sindacati. Il Governo ha, inoltre, presentato alle forze sindacali gli elementi che saranno contenuti nell’aggiornamento del bando di gara per la vendita degli impianti. In tal senso, i sindacati hanno richiesto che nell’aggiornamento del bando, tra le condizioni di gara, sia prevista espressamente la massima tutela dei livelli occupazionali. 

Per l’Esecutivo erano presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone. Presente il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Per i sindacati, hanno partecipato i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Presenti, inoltre, i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.

Incontro trilaterale con il Presidente della Repubblica di Turchia Erdoğan e con il Primo Ministro della Libia Dbeibeh

Source: Government of Italy

1 Agosto 2025

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi alle ore 13.30, a Istanbul, presso il Palazzo di Dolmabahçe, parteciperà ad un incontro trilaterale con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, e con il Primo Ministro della Libia, Abdul Hamidf Mohammed Dbeibeh.

ASIA/CINA – Chiesta l’apertura della Causa di Canonizzazione del salesiano Gaetano Nicosia, apostolo tra i lebbrosi di Macao

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 1 agosto 2025

Oclarim

Macao (Agenzia Fides) – Chiesta l’apertura della Causa di Canonizzazione del missionario salesiano Gaetano Nicosia, originario della Sicilia e morto a Hong Kong all’età di 102 anni. Ad annunciarlo, tramite editto, è stato il Vescovo di Macao, Sephen Lee Bun Sang, a seguito della richiesta avanzata dal Postulatore Generale, don Pierluigi Cameroni, a seguito del trasferimento di competenza dalla Diocesi di Hong Kong a quella di Macao e del parere favorevole dei vescovi viciniori e il Nulla Osta della Santa Sede giunto il 21 maggio 2025.Come di prassi, l’editto è stato emanato per far conoscere alla comunità locale la richiesta per avviare l’iter per la canonizzazione, così che tutti i fedeli possano far giungere alle autorità ecclesiali tutte le informazioni in loro possesso, a favore o contrarie, relative alla fama di santità del Servo di Dio.Nato a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, il 3 aprile 1915, Gaetano Nicosia partì come missionario in Cina nel 1935 dopo aver frequentato il Collegio salesiano di Caltagirone. A 16 anni, come riporta il Bollettino Salesiano del 2018, aveva già deciso di farsi lui stesso salesiano e in Cina continuò la sua formazione: prima a Hong Kong e poi a Macao, dove venne ordinato sacerdote nel 1946, presso la cappella del Seminario de São José. In seminario aveva studiato con 13 compagni giunti da diversi Paesi del mondo. Alcuni di loro, durante la persecuzione comunista in Cina, moriranno in carcere.Dopo 17 anni di lavoro nelle opere salesiane a servizio della gioventù e dei fedeli a Macao, Hong Kong e nella Cina continentale, nell’agosto 1963, arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Entusiasta, Gaetano Nicosia partì per prendersi cura di quelle persone che vivevano in una zona remota dell’isola di Coloane.Davanti si ritrovò un lebbrosario fatiscente e talmente abbandonato a se stesso tanto che molti si uccidevano, lanciandosi da un dirupo. Con l’arrivo del missionario, il posto si trasformò: le abitazioni vennero ristrutturate, vene creato un bacino idrico per l’acqua potabile, fu installata una dinamo per produrre energia (usata anche da un vicino villaggio). Si diede anche vita a una piccola fattoria, con maiali, galline e un orto. Le persone idonee al lavoro si rendevano utili nelle coltivazioni o nell’allevamento, fabbricando mattoni e facendo la manutenzione a case, strade e giardini. Molti lebbrosi, grazie alle cure assidue, guarirono completamente. In pochi anni, il missionario salesiano, senza lasciarsi condizionare dalla paura del contagio, ha ridato dignità a quelle persone.Lo stesso missionario ricorderà negli ultimi anni della sua vita che c’erano delle riviste missionarie nel Collegio di Caltagirone che aveva frequentato. Una di quelle riportava la foto di un lebbroso. Non riusciva a guardarla, ma poi pensò: “Questa è una persona come me! Gesù perdonami!”. Qui visse per ben 48 anni di fila, dal 1963 fino al 2011, aiutando molti di loro a vincere lo stigma che li colpiva e a reinserirsi nella società. Tra le numerose opere benefiche compiute si ricordano anche la costruzione di una scuola e di un ospedale per disabili, sempre a Macao.Qualche fa incontrò Papa Francesco. Ad accompagnarlo sulla carrozzella il cardinale Joseph Zen. Gravemente infortunato nel 2010, fu ricoverato a Hong Kong, assistito in modo particolare dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella “St. Mary’s Home”, dove morì il 6 novembre 2017.L’editto con l’annuncio della richiesta della Causa di Canonizzazione è stato trasmesso dal Vescovo di Macao anche alla Diocesi di Hong Kong, a quella di Catania e al patriarcato di Lisbona. (F.B.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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AFRICA/RUANDA – Aperta la XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM)

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Kigali (Agenzia Fides) – Si è aperta ieri, 31 luglio, nella capitale ruandese la XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM). La cerimonia di apertura si è svolta dopo la messa celebrata presso la chiesa parrocchiale Regina Pacis di Kigali.L’apertura ufficiale si è svolta alla presenza di Sua Eminenza il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa (RDC) e Presidente del SECAM, e del Primo Ministro del Ruanda, Justin Nsengiyumva, in rappresentanza del Presidente della Repubblica del Ruanda, Paul Kagame.Alla plenaria partecipano oltre 200 delegati tra cui 13 cardinali, 85 vescovi, 72 sacerdoti e decine di religiosi e fedeli laici, uomini e donne.I delegati sono chiamati a valutare i progressi compiuti dalla 19a Assemblea, tenutasi nel 2022 ad Accra, in Ghana. I punti chiave all’ordine del giorno includono: Presentazione del documento di visione a lungo termine del SECAM per il periodo 2025-2050, costruito attorno a 12 pilastri fondamentali come l’evangelizzazione, la leadership familiare, il coinvolgimento dei giovani, la cura del creato, la missione digitale e la responsabilità politica; Una riflessione pastorale sull’accompagnamento dei cattolici in realtà culturali complesse, tra cui le unioni poligame, discussioni su giustizia, pace, dialogo interreligioso, cambiamenti climatici.L’Assemblea presenterà inoltre il Piano Strategico Triennale (2025-2028) e avvierà il rinnovamento delle cariche del SECAM.È la prima volta dal 2013 quando si tenne nella Repubblica Democratica del Congo, che l’Assemblea Plenaria del SECAM si svolge in uno Stato dei Grandi Laghi, regione attraversata da decenni da guerre e instabilità. (L.M.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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AFRICA/ANGOLA – Tornata la calma ma le richieste dei sindacati rimangono inevase

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Luanda (Agenzia Fides) – “La situazione è tornata calma, ma c’è costernazione per le vite perse in questi ultimi giorni” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa da Luanda, capitale dell’Angola, dopo le violente manifestazioni di protesta del 28 e 29 luglio contro l’aumento dei prezzi del carburante accompagnate da saccheggi diffusi di negozi di generi alimentari, di banche e di altri esercizi commerciali. Secondo le autorità, negli scontri con le forze di sicurezza almeno 22 persone hanno trovato la morte, tra cui un agente di polizia. I feriti sono circa 200 mentre oltre 1.200 persone sono state arrestate con l’accusa di aver preso parte ai disordini. L’alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Thameen al Kheetan ha domandato un’inchiesta indipendente sull’operato della polizia.“Purtroppo le legittime richieste dei sindacati dei tassisti e degli autotrasportatori sono state messe in secondo piano dalle violenze” afferma la nostra fonte. “I tre giorni di sciopero erano stati annunciati da tempo dagli organizzatori. Nelle dimostrazioni si sono inseriti elementi violenti che hanno creato disordini per poi approfittare della confusione per saccheggiare i negozi”.“L’aumento del prezzo dei carburanti ha un forte impatto negativo sugli angolani, specie i più poveri” continua la fonte “L’aumento dei prezzi dei trasporti e dell’elettricità, che viene prodotta da generatori alimentati a nafta, comporta una crescita generalizzata del costo delle altre merci”.Il 1° luglio il governo ha annunciato l’aumento dei prezzi dei carburanti fortemente sovvenzionati da 300 a 400 kwanzas – da 0,28 a 0,38 euro – al litro. Un paradosso per il maggior esportatore, insieme alla Nigeria, di greggio nell’Africa sub-sahariana. Le insufficienti capacità di raffinazione nazionali costringono l’Angola a importare prodotti petroliferi raffinati a prezzi di mercato. A ciò si aggiunge il servizio sul debito internazionale e le conseguenti pressioni (“raccomandazioni”) del Fondo Monetario Internazionale per ridurre i sussidi statali per l’acquisto dei carburanti,La decisione del governo ha suscitato rabbia in Paese nel quale più di un terzo della popolazione vive con meno di 2,15 dollari al giorno. Il tasso d’inflazione del 27.5%, quello di disoccupazione è del 14,5%, ma tra gli occupati 8 su 10 lavorano nel settore informale a basso reddito.A metà luglio la Conferenza Episcopale di Angola e São Tomé (CEAST), ha pubblicato un Messaggio pastorale per il 50° anniversario dell’indipendenza dell’Angola (che si celebra l’11 novembre) nel quale si traccia un bilancio del mezzo secolo di vita del Paese. Parlando dell’esistenza di “luci e ombre” la CEAST pone tra queste ultime la “logica scandalosa di opportunismo, egocentrismo e discriminazione che sono causa di molti problemi sociali, tra cui l’alto e doloroso costo della vita per la stragrande maggioranza dei cittadini, con conseguente discredito di leader e istituzioni e seme di uno spirito di rivolta sempre più evidente”. Parole profetiche alla luce degli scontri che si sono avuti poche settimane dopo. I Vescovi lamentano inoltre “le molteplici forme di restrizione della libertà di espressione” e si fanno portatori delle aspirazione degli angolani, affermando che essi “desiderano un benessere commisurato alle risorse e al potenziale del loro Paese. Solo costruendo un’Angola migliore potremo onorare adeguatamente il sacrificio di così tante persone da cui abbiamo ricevuto l’eredità della nostra indipendenza”. (L.M.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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