VATICANO – Regina Coeli, Papa Leone ricorda la giornata di preghiera per la Chiesa in Cina

Source: The Holy See in Italian

domenica, 25 maggio 2025

Vaticano (Agenzia Fides) – Anche quest’anno, nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, istituita da Papa Benedetto XVI, «nelle chiese e nei santuari della Cina e in tutto il mondo si sono elevate preghiere a Dio come segno della sollecitudine e dell’affetto per i cattolici cinesi e della loro comunione con la Chiesa universale». Lo ha ricordato oggi Papa Leone XIV, dopo aver intonato per la prima volta la preghiera del Regina Coeli dalla finestra del suo studio nel palazzo Apostolico che si affaccia su Piazza San Pietro, richiamando la speciale giornata di preghiera per la Chiesa in Cina celebrata ieri, sabato 24 maggio, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria Aiuto del Cristiani. «L’intercessione di Maria Santissima» ha aggiunto Papa Leone «ottenga a loro e a noi la grazia di essere testimoni forti e gioiosi del Vangelo, anche in mezzo alle prove, per promuovere sempre la pace e l’armonia. Con questi sentimenti – ha aggiunto il Vescovo di Roma – la nostra preghiera abbraccia tutti i popoli che soffrono a causa della guerra; invochiamo coraggio e perseveranza per quanti sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della pace».Nella Lettera ai cattolici cinesi, firmata il 27 maggio 2007, Solennità di Pentecoste, Papa Benedetto XVI aveva suggerito che il giorno 24 maggio, dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani – venerata «con tanta devozione nel santuario mariano di Sheshan a Shanghai» – potesse divenire «occasione per i cattolici di tutto il mondo di unirsi in preghiera con la Chiesa che è in Cina». Il Pontefice allora regnante aveva stabilito in quella data la “Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina”, da celebrarsi in tutte le comunità cattoliche del mondo.Prima di intonare la preghiera mariana, e dopo aver salutato e ringraziato la moltitudine radunata in piazza San Pietro, che lo aveva accolto in maniera festosa, Papa Leone aveva letto alcuni spunti di riflessione ispirati dal brano del Vangelo di Giovanni letto nella odierna liturgia domenicale.«In tutto ciò a cui il Signore ci chiama, nel percorso di vita così come nel cammino di fede» aveva esordito il Pontefice «ci sentiamo a volte inadeguati. Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica ci dice che non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti, certi che lo Spirito Santo ci guida e ci insegna ogni cosa».Il Vangelo del Giorno descrive gli Apostoli che, «alla vigilia della morte del Maestro, sono turbati e angosciati e si chiedono come potranno essere continuatori e testimoni del Regno di Dio». Ma a loro, «Gesù annuncia il dono dello Spirito Santo, con questa meravigliosa promessa: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”». Così, ha spiegato Papa Leone, «Gesù libera i discepoli da ogni angoscia e preoccupazione e può dire loro: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. Se rimaniamo nel suo amore, – ha proseguito il Vescovo di Roma – Lui stesso prende dimora in noi, la nostra vita diventa tempio di Dio e questo amore ci illumina, si fa spazio nel nostro modo di pensare e nelle nostre scelte, fino a espandersi anche verso gli altri e irradiare tutte le situazioni della nostra esistenza».Questo «dimorare di Dio in noi» ha spiegato Papa Prevost «è proprio il dono dello Spirito Santo, che ci prende per mano e ci fa sperimentare, anche nella vita quotidiana, la presenza e la vicinanza di Dio, rendendoci sua dimora». Ed «è bello che, guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, agli impegni che portiamo avanti, al nostro servizio nella Chiesa, ciascuno di noi può dire con fiducia: anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me. Egli mi accompagna col suo Spirito, mi illumina e mi rende strumento del suo amore per gli altri, per la società e per il mondo».In forza e sul fondamento della promessa di Cristo – ha esortato il Successore di Pietro – «camminiamo nella gioia della fede, per essere tempio santo del Signore. Impegniamoci a portare il suo amore ovunque, ricordandoci che ogni sorella e ogni fratello è dimora di Dio, e che la sua presenza si rivela specialmente nei piccoli, nei poveri e in coloro che soffrono, chiedendoci di essere cristiani attenti e compassionevoli».Dopo la preghiera del Regina Coeli, Papa Leone ha anche fatto riferimento al sacerdote polacco Stanislao Kostka Streich, «beatificato ieri a Poznań», che era stato «ucciso in odio alla fede nel 1938, perché la sua opera in favore dei poveri e degli operai infastidiva i seguaci dell’ideologia comunista». Il Pontefice ha ricordato anche che esattamente dieci anni fa «Papa Francesco firmava l’Enciclica Laudato si’, dedicata alla cura della casa comune. Essa» ha rimarcato il Pontefice «ha avuto una straordinaria diffusione, ispirando innumerevoli iniziative e insegnando a tutti ad ascoltare il duplice grido della Terra e dei poveri». (GV) (Agenzia Fides 25/5/2025)
Condividi:

ASIA/VIETNAM – Rinuncia e successione dell’Arcivescovo Metropolita di Huê

Source: The Holy See in Italian

sabato, 24 maggio 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Papa Leone XIV ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Huê, presentata dall’Arcivescovo Joseph Nguyên Chi Linh.Gli succede Joseph Đãng Đúc Ngân, finora Arcivescovo Coadiutore della medesima Arcidiocesi. (Agenzia Fides 24/5/2025)
Condividi:

VATICANO – Papa Leone XIV assegna al Cardinale Tagle il Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano

Source: The Holy See in Italian

sabato, 24 maggio 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Leone XIV ha assegnato il Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano al Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione nella Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari. (Agenzia Fides 24/5/2025)
Condividi:

VATICANO – Leone XIV: ringrazio il Signore del dono di essere stato missionario

Source: The Holy See in Italian

Vatican Media

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – «L’esperienza della missione fa parte della mia vita, e non solo in quanto battezzato, come per tutti noi cristiani, ma perché come religioso agostiniano sono stato missionario in Perù, e in mezzo al popolo peruviano è maturata la mia vocazione pastorale». Lo ha ricordato Papa Leone XIV nel discorso rivolto oggi a officiali della Curia Romana e dipendenti di Santa Sede, Governatorato e Vicariato di Roma, da lui ricevuti in udienza nell’Aula Paolo VI. «Non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore per questo dono», ha aggiunto il Pontefice.Il riferimento alla sua lunga esperienza missionaria in Perù è stato introdotto da Papa Leone nel passaggio del discorso volto a richiamare «la dimensione missionaria della Chiesa, della Curia e di ogni istituzione legata al ministero petrino». Una dimensione – ha ricordato il Pontefice – su cui ha insistito molto anche Papa Francesco, che «ha riformato la Curia Romana nella prospettiva dell’evangelizzazione, con la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium».Nella prima parte del suo discorso, per rimarcare la rilevanza della missione affidata a officiali e dipendenti raccolti con i familiari in Aula Nervi (che lo avevano accolto al suo arrivo con un applauso durato tre minuti), il Successore di Pietro aveva ricordato anche che «I Papi passano, la Curia rimane. Questo vale in ogni Chiesa particolare, per le Curie vescovili. E vale anche per la Curia del Vescovo di Roma. La Curia» aveva sottolineato Papa Prevost «è l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi Vescovi». E la memoria – aveva aggiunto – «è un elemento essenziale in un organismo vivente. Non è solo rivolta al passato, ma nutre il presente e orienta al futuro. Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso». Per questo «lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica». (GV) (Agenzia Fides 24/5/2025).
Condividi:

ASIA/CINA – Mese di maggio: le comunità cattoliche cinesi invocano Maria e accolgono il dono dei nuovi sacerdoti

Source: The Holy See in Italian

Shijiazhuang (Agenzia Fides) –Il mese di maggio, che il Popolo di Dio dedica per tradizione a Maria, è anche il tempo in cui si possono raccogliere i frutti dell’intercessione della Madre di Dio, comprese le nuove vocazioni sacerdotali e religiose nella Cina continentale. Nelle ultime settimane, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, in un mese scandito da pellegrinaggi e recite comunitarie del Santo Rosario sono state celebrate anche molte ordinazioni sacerdotali e diaconali, dalla provincia settentrionale di Hebei a quella sud-orientale di Guandong.Accogliendo i nuovi sacerdoti e diaconi con grande gioia, la comunità locali condividono la gratitudine per l’arrivo di dei nuovi “operai della Vigna del Signore” chiamati a infondere nuove energie a servizio dell’opera missionaria di diocesi e parrocchie.Pietro Feng Xinmao, vescovo della diocesi di Jingxian/Hengshui ha ordinato due sacerdoti e un diacono della diocesi di Shijiazhuang, nella provincia di Hebei. La solenne liturgia di ordinazione è stata concelebrato da oltre 100 sacerdoti della provincia. Richiamando la natura del ministero sacerdotale, il Vescovo Pietro Feng ha incoraggiato i nuovi sacerdoti e diaconi a “approfondire la missione e le responsabilità dedicandosi all’evangelizzazione e all’opera pastorale. Così – ha detto – possiamo essere davvero luce del mondo e sale della terra per realizzare il Regno di Dio e far fiorire la Chiesa”.Nel giorno della festa degli Apostoli Filippo e Giacomo, il Vescovo Antonio Dang Mingyan, della diocesi di Xi’an, ha presieduto l’ordinazione sacerdotale di Pietro Chen Panfei nel seminario regionale di Shaanxi, in una liturgia solenne che ha visto la partecipazione di 40 sacerdoti concelebranti. Dang ha pregato per don Chen, chiedendo che “il Signore ti doni abbondante grazia dandoti la possibilità di annunciare il Vangelo e camminare sempre sulla via della Santità, esercitando la carità nel servizio al popolo di Dio”.Nella festa dell’Apostolo Mattia, il 14 maggio, il Vescovo Giuseppe Zhang Xianwang ha ordinato due sacerdoti diocesani.Il 20 maggio, il Vescovo Giuseppe Liao Hongqing della diocesi di Meizhou (provincia di Guangdong) ha celebrato l’ordinazione sacerdotale di don Li Yanxiong (vedi foto), incoraggiandolo a “esser modello dei cristiani mediante la Parola del Signore, da annunciare mettendo in pratica ciò che viene proclamato”. (NZ) (Agenzia Fides 24/5/2025)
Condividi:

EUROPA/ROMANIA – La Pontificia Opera della Santa Infanzia festeggia i suoi primi sei anni con una pubblicazione

Source: The Holy See in Italian

Bucarest (Agenzia Fides) – Bambini ed adolescenti missionari hanno festeggiato i sei anni della loro presenza in Romania ed in Repubblica Moldova durante la Giornata Nazionale dell’Infanzia Missionaria che ha avuto luogo lo scorso fine settimana. Il filo conduttore delle iniziative organizzate per l’occasione è stato il tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale “Missionari della speranza tra i popoli”.“Attraverso la preghiera, la carità e la testimonianza concreta, i più piccoli hanno rinnovato il loro “sì” alla missione della Chiesa, diventando segni viventi di speranza nelle loro comunità – ha raccontato all’Agenzia Fides Matilda Andrici, responsabile dell’Infanzia missionaria in Romania – Con cuore aperto e fede gioiosa, i bambini dell’Infanzia Missionaria continuano a camminare come piccoli apostoli del Vangelo, portando luce e speranza dove ce n’è più bisogno”.In occasione di questa celebrazione, come segno concreto del cammino fatto in questi sei anni e “seme” per le future generazioni, è stato pubblicata in lingua romena il volume “Storia, Carisma e Spiritualità dell’Opera Pontificia della Santa Infanzia”, una guida spirituale per l’annuncio del Vangelo rivolta ai bambini ed agli adolescenti.Lo scorso fine settimana le iniziative si sono svolte in modalità e tempi differenti in tutto il Paese tra celebrazioni eucaristiche di ringraziamento, giochi, canti e attività missionarie volte a favore di altri bambini in difficoltà. In particolare a Bucarest, i bambini missionari si sono riuniti nella Chiesa romano-cattolica di Cioplea, per una giornata di festa iniziata con la catechesi di padre Eugen Blaj, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Romania, seguita dalla Santa Messa, diverse attività e preghiera del Rosario per la pace. Tra i momenti più caratteristici vi è stata l’esibizione del gruppo “Antoniano”, coordinato da Roxana Samoilă, che ha trasmesso gioia e “colore” attraverso danze e costumi tradizionali romeni. I prossimi appuntamenti in calendario per l’Infanzia e Adolescenza missionaria in Romania e Repubblica Moldova sono la IV edizione del Campo Missionario di Cetatea de Baltă (23–26 giugno) ed il Campo Nazionale dell’Infanzia Missionaria Pontificia a Odorheiu Secuiesc (18–23 agosto).(EG) (Agenzia Fides 24/05/2025)
Condividi:

DPCM 6 marzo 2025, interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica 2025

Source: Government of Italy

23 Maggio 2025

DPCM 6 marzo 2025, recante l’approvazione delle modifiche ed integrazioni del programma dettagliato degli interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica 2025, inclusi nell’Allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2024, ai sensi dell’articolo 1, comma 422, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 e dell’articolo 1, comma 488, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, ammesso al visto di registrazione della Corte dei conti, in data 20 maggio 2025, al n. 1436.

Il Cardinale Tagle all’Assemblea delle POM: impariamo dagli Apostoli, resi missionari dall’incontro con Cristo Risorto

Source: The Holy See in Italian

VaticanMedia

Roma (Agenzia Fides) – L’opera missionaria della Chiesa ha la sua sorgente nello stupore di quelli che hanno incontrato Gesù Risorto, «e sono stati inviati da Lui». E anche oggi le persone e le realtà coinvolte nell’opera missionaria possono perseverare e veder rinnovato il loro slancio solo per un incontro personale con Cristo risorto, «che cambia la vita». Lo ha ricordato il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle ai Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, riuniti in questi giorni a Roma per prendere parte alla loro annuale Assemblea generale. A tutti loro, il Cardinale Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha ricordato che l’esperienza testimoniata dai primi discepoli di Gesù, al tempo della Chiesa nascente, rimane per sempre il termine di paragone di ogni autentica opera e iniziativa missionaria.Chi “anima” gli “animatori”L’incontro del Cardinale Tagle e i Direttori nazionali POM si è svolto nel tardo pomeriggio di mercoledì 21 mio, presso il Centro Internazionale San Lorenzo da Brindisi.Nel suo intervento, il Cardinale ha preso le mosse proprio dal tentativo di definire il compito e le responsabilità affidati ai suoi interlocutori, che lo ascoltavano in platea.Il Direttore Nazionale delle POM – ha ricordato il Porporato – può essere visto come «il segno, il simbolo e strumento dell’identità missionaria della Chiesa, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II». Per questo è chiamato a essere «il volto, la voce, le mani, i piedi e il cuore di una Chiesa che fa missione e di una missione che fa la Chiesa».Fin dalla loro origine – ha ricordato il Cardinale – le Pontificie Opere Missionarie «sono state espressione della fedeltà di cattolici a Cristo, trasformata in corresponsabilità missionaria, in discepolato missionario».Ma l’impeto apostolico non è mai uno slancio auto-generato, né il risultato dell’applicazione meccanica di qualche “metodo” missionario.«Per animare altri alla missione – ha ripetuto più volte il Cardinale – prima dobbiamo noi stessi essere “animati” alla missione, come è accaduto ai primi discepoli. E noi, – ha aggiunto – dimentichiamo spesso che solo l’incontro con il Risorto li ha fatti missionari. Il dono dello Spirito Santo ha suggellato il loro zelo missionario, il loro coraggio e la loro creatività nell’annunciare le cose buone che Dio aveva fatto in Gesù Cristo».Per questo – ha insistito il Pro Prefetto del Dicastero missionario – «L’animazione missionaria non è prima di tutto un compito, un lavoro, ma un incontro spirituale con il Signore Risorto che trasforma la vita, spingendo a cercare persone con cui condividere la Buona Novella». Per questo, anche nel cercare una definizione della figura dei Direttori nazionali delle POM, spunti preziosi e illuminanti possono venire da quello che raccontano i brani letti proposti dalla Liturgia della Chiesa proprio nel tempo di Pasqua, il “tempo del Risorto”.Le matrici apostoliche delle cooperazione missionariaNei racconti dell’inizio dell’opera missionaria, si rivela la natura propria e i connotati genetici dell’opera missionaria: la destinazione universale dell’annuncio di liberazione del Vangelo, la cura per i poveri, la sollecitudine alla cooperazione e alla condivisione di beni, doni, carismi e ministeri. Un tesoro che il Cardinale Tagle ha richiamato all’attenzione attraverso esempi suggestivi.Ad esempio – ha ricordato il Cardinale ai Direttori nazionali delle POM riuniti in Assemblea – di fronte ai contrasti sorti davanti alla pretesa di alcuni di imporre la circoncisione anche ai non ebrei che diventavano cristiani, Paolo e Barnaba si recano a Gerusalemme, e con gli altri apostoli «fanno anche loro un’assemblea. È il primo Concilio, il Concilio di Gerusalemme. Lì svolsero una “conversazione nello Spirito Santo”» che coinvolse gli apostoli e gli anziani, con l’ascolto della Parola di Dio e la lettura dei movimenti dello Spirito. «Stava così prendendo forma una “organizzazione”, di portata universale ma profondamente spirituale».Da quei primi passi della Chiesa nascente – ha notato il Cardinale Tagle – emerge che la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, il discernimento, il rispetto reciproco sono tratti distintivi che connotono ogni forma di cooperazione missionaria universale organizzata. Questa – ha aggiunto il Cardinale – «è “l’anima” della “organizzazione”».L’Apostolo – ha proseguito il Cardinale Pro-Prefetto, scegliendo altre vicende delle prime comunità cristiane immediatamente collegabili alla missione delle POM – avvia una raccolta di fondi dalle nuove Chiese gentili della Macedonia e dell’Acaia per sostenere la Chiesa povera di Gerusalemme. L’Apostolo della Genti loda le Chiese della Macedonia per aver condiviso ciò che potevano, nonostante la loro povertà, testimoniando la «circolazione dell’amore» tra Chiese giovani e meno giovani che muove anche le attività delle POM. «Chi semina scarsamente – si legge nella Seconda Lettera di San Paolo ai Corinzi – raccoglierà anche scarsamente; chi semina abbondantemente, raccoglierà anche abbondantemente… perché Dio ama chi dona con gioia».La preghiera comune, la condivisione dell’Eucaristia e anche dei beni materiali accompagnava la vita delle prime comunità cristiane. La comunità vendeva i propri beni e metteva il ricavato ai piedi degli apostoli, che lo distribuiva secondo il bisogno di ciascuno. Il Cardinale Tagle ha ricordato al riguardo la vicenda di Anania e Saffira, narrata negli Atti degli Apostoli. I due avevano venduto un terreno, ma avevano trattenuto per sé una parte del ricavato. Pietro li rimproverò dicendo: «Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». Dopo questo – narrano gli Atti degli Apostoli – sia Anania che Saffira morirono. Nella Chiesa di Cristo – ha annotato en passant il Cardinale Tagle – succedevano anche cose del genere «già poco dopo la Resurrezione e la Pentecoste». Ma i tratti essenziali che accompagnavano e connotavano la prima opera apostolica erano quelli della preghiera del mutuo rispetto, dell’ascolto, della condivisione. Sono tutti che anche oggi connotano e rendono riconoscibile ogni autentica cooperazione missionaria.Anche le Pontificie Opere Missionarie – ha ripetuto il Cardinale Tagle – attingono «a questa prima esperienza di Pasqua». E anche l’opera dei Direttori nazionale delle POM può essere vista e vissuta come una estensione di quella dei primi Apostoli. Anche noi – ha ribadito il Cardinale Tagle nella parte conclusiva del suo intervento – «possiamo animare la missione e animare la nostra organizzazione imparando da quelli che hanno incontrato il Signore Risorto, e sono stati inviati da Lui con ca forza dello Spirito Santo». (GV) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi:

ASIA/FILIPPINE – “C’è bisogno di incarnare la fede nell’agire politico”, dice il Direttore nazionale delle POM

Source: The Holy See in Italian

PPCRV

Roma (Agenzia Fides) – “Dopo le elezioni di medio termine del 2025, possiamo dire c’è ancora tanto da fare per creare un’autentica coscienza politica nella nazione. Usiamo la parola ‘politica’ nel senso più nobile e alto del termine, come gestione e cura del bene comune”, dice all’Agenzia Fides padre Esteban Lo, prete dei Manila e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) nelle Filippine, tra i partecipanti all’Assemblea generale delle POM, in corso a Roma.”Quando si tratta di elezioni politiche, i fenomeni di compravendita dei voti, corruzione, appartenenza alle dinastie politiche e faziosità coinvolgono tutto il popolo, che naturalmente è di maggioranza cattolica. Si può dedurre che, in questi frangenti la coscienza cattolica illuminata dalla fede fatichi a emergere”, rileva il Direttore.”Oggi il popolo filippino mostra grande pietas, fede e devozione popolare, ma poi emerge una dicotomia quando si vanno a toccare argomenti e prassi come quelle relative alla politica. Per questo abbiamo bisogno di approfondire e appropriarci della visione che presenta la dottrina sociale della Chiesa, che sappiamo è un punto focale per il ministero apostolico di Papa Leone XIV. Abbiamo bisogno di incarnare la fede nell’agire politico”, rileva.Le elezioni del 12 maggio, con un numero record di quasi 69 milioni di votanti, hanno messo in gioco oltre 18.000 cariche pubbliche a tutti i livelli di governo: dei 354 seggi della Camera bassa del Parlamento, la maggioranza ha confermato l’Alleanza formata dal partito del Lakas e da altre formazioni che sostengono il presidente in carica Ferdinand Marcos. I 12 seggi in palio in Senato (la metà dei 24 che compongono l’assise) hanno attratto l’attenzione politica e mediatica e almeno cinque sono andati a candidati sostenitori della famiglia Duterte. Il sistema politico filippino è, infatti, dominato da logiche dinastiche e oligarchiche, in cui i rapporti di potere tra famiglie sono prevalenti Le due principali famiglie che si sono confrontate facevano capo a presidente Ferdinand Marcos Jr. (figlio dell’ex dittatore omonimo) e alla vicepresidente Sara Duterte (figlia del precedente presidente Rodrigo Duterte).I due clan, che avevano formato una opportunistica alleanza per la corsa alla presidenza nel 2022, sono in aperto conflitto e, in questo contesto, le elezioni di medio termine si sono trasformate in una sorta di “referendum” per il predominio di uno schieramento o dell’altro.Intanto Rodrigo Duterte è stato arrestato ed è sotto processo alla Corte penale Internazionale dell’Aja per “crimini contro l’umanità” commessi durante la “guerra alla droga” lanciata nel corso della sua presidenza. E sua figlia Sara, attuale vice presidente, è stata messa in stato d’accusa il 7 febbraio dalla Camera dei Rappresentati, un voto di impeachment che dovrà essere confermato o annullato dal Senato: per questo il voto al Senato si presentava come decisivo. Cinque candidati vicini alla Alleanza dei Marcos hanno ottenuto seggi in Senato, altri cinque eletti sono vicini a Duterte, mentre due sono “indipendenti” ma, nell’ultimo tratto di campagna elettorale, hanno ottenuto l’endorsement del clan Duterte, dunque sono considerati di area dell’opposizione.All’indomani del voto, il presidente Marcos jr – anche sua base di sondaggi che hanno visto calare di molto la sua popolarità e il gradimento dei cittadini – ha riconosciuto che la gente non è soddisfatta dell’operato del governo.Rimarca il Direttore Nazionale POM a Fides: “Gli scenari sono aperti e vedremo come si evolverà la situazione politica. Certo, ci troviamo in un momento in cui anche la Chiesa cattolica, come storica istituzione, non ha l’influenza e sulla coscienza dei cittadini come era in passato: pensiamo alla rivoluzione non violenta del 1986. Il contesto e la cultura sono cambiate rapidamente”. “La nostra speranza – cocnclude padre Lo – resta salda perchè è ancorata in Cristo. Il nostro impegno e la nostra missione nella società continueranno. Alla fine possiamo dire che tutto passa attraverso la testimonianza cristiana della nostra vita”.(PA) (Agenzia Fides 23/05/2025)
Condividi:

EUROPA/ITALIA – “Il Papa missionario ci dice la necessità di non rinchiudersi nel nostro fortino”: padre Mandonico della Società delle Missioni Africane

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 23 maggio 2025

SMA

Roma (Agenzia Fides) – “Del missionario Robert Francis Prevost, OSA, diventato Papa Leone XIV colpisce in particolare un tratto. Chiunque lo abbia conosciuto da vicino non ha gesti eclatanti da raccontare, ma ripete una qualità: è un uomo che sa ascoltare”. Queste parole sono di padre Andrea Mandonico, Archivista Generale della Società per le Missioni Africane, in una sua testimonianza che vede nel Papa missionario “una sfida particolare”.“Un missionario che diventa Papa è un’esperienza inedita per la Chiesa cattolica. Papa Leone non è il missionario che ha vissuto le avventure più eroiche, non è quello che ha alzato di più la voce, non è quello che ha costruito più scuole o dispensari – racconta p. Mandonico. Bensì ha lasciato il segno aprendo il cuore e la mente a chi incontrava. Perché così davvero, come ha detto nella prima Messa con i cardinali nella Cappella Sistina, anche chi ha autorità «sparisce affinché rimanga Cristo».”Il Collegio cardinalizio oltre che un uomo a cui affidare il ministero del successore di Pietro ha scelto Leone XIV ben consapevole di scegliere un missionario.«Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere, come questa piazza con le braccia aperte», – rimarca p. Andrea ricordando le parole che papa Leone XIV ha detto fin dal suo primo discorso dalla loggia della basilica di San Pietro. Chiedendo a ciascuno di farsi a sua volta ‘ponte’ dell’amore di Dio verso tutti.“Il Papa missionario è una sfida particolare per noi missionari – insiste. E nella nostra Italia, forse, oggi lo è ancora di più che in altre regioni del mondo. Ci ricorda l’urgenza della missione, proprio mentre rischiavamo di abituarci all’idea che partire per terre lontane sia una vocazione ormai del passato. Ci dice la necessità di non rinchiudersi nel nostro fortino, ma di continuare a guardare lontano, “ad gentes”, per aprire davvero le nostre comunità al respiro del mondo. Oggi lui è Pietro. E anche noi missionari, in Italia e in ogni angolo del mondo, vogliamo ricominciare da qui” conclude l’Archivista.(AP) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi: