VATICANO – Papa Leone abbraccia i cristiani d’Oriente, colpiti da violenze “con una veemenza diabolica mai vista”

Source: The Holy See in Italian

giovedì, 26 giugno 2025

abouna.org

Città del Vaticano – (Agenzia Fides) – Oggi la violenza si abbatte sulle terre dell’Oriente Cristiano “con una veemenza diabolica mai vista prima”. E proprio in quelle terre ora avvolte “da una cappa di odio che rende l’aria irrespirabile e tossica” può risplendere con luce più intensa la fede, la speranza e la carità di tanti cristiani d’Oriente, “popolo di Dio che persevera volgendo lo sguardo al Cielo”, custodisce una “spiritualità che profuma del mistero divino” e può aiutare e illuminare anche il cammino delle comunità cristiane in Occidente, dove“la fede rischia di diventare asfittica”.Ha parlato così, oggi, Papa Leone XIV, rivolto ai partecipanti all’Assemblea plenaria della ROACO, la Riunione dell’organizzazioni di aiuto alle Chiese cattoliche orientali, ricevuti in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Ha parlato a loro, e il suo discorso è diventato un abbraccio e un atto di paterna gratitudine per la testimonianza di fede dei cristiani d’Oriente, che vedono fiorire “germogli di Vangelo nel deserto” anche quando sono colpiti da atroci violenze, come “il recente terribile attentato nella chiesa di sant’Elia a Damasco” (vedi Fides 23/6/2025)Il “grazie” del Papa alla ROACOLa ROACO riunisce periodicamente a Roma le Agenzie e le Opere attive in vari Paesi del mondo e coinvolte in diverse forme di sostegno finanziario a favore delle comunità cattoliche di rito orientale (costruzione di luoghi di culto, elargizione di borse di studio, stanziamento di fondi per istituzioni educative e socio-sanitarie). Papa Leone definisce gli operatori coinvolti nella rete ROACO come seminarori di speranza “nelle terre dell’Oriente cristiano, mai come ora sconvolte dalle guerre”, e come “la bombola di ossigeno delle Chiese Orientali, sfinite dai conflitti”. Li prega, “col cuore in mano, di fare sempre tutto il possibile per aiutare queste Chiese, così preziose e provate”.Le “fake news” e lo sterminio dei popoliLe tribolazioni – rammenta il Vescovo di Roma – non segnano solo il tempo presente dell’Oriente Cristiano. La storia delle Chiese cattoliche orientali “è stata spesso segnata dalla violenza subita”. E “purtroppo non sono mancate sopraffazioni e incomprensioni pure all’interno della stessa compagine cattolica, incapace di riconoscere e apprezzare il valore di tradizioni diverse da quella occidentale”. Oggi, anche loro, insieme ai fratelli delle altre Chiese d’Oriente, sono nel cuore del vortice di delirio e ferocia che sembra abbattersi le terre del loro insediamento storico “con una veemenza diabolica mai vista prima”.Papa Leone tratteggia con espressioni suggestive e eloquenti le dinamiche di un tempo che vede “l’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi”. Una fase storica in cui “la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza”. Un’epoca in cui “i desideri di pace dei popoli” vengono traditi “con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta”. E tutto questo accade mentre “la gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti”. Il Successore di Pietro richiama con realismo a “valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione”. La gente – aggiunge – “non può morire a causa di fake news”.Imitare Gesù, tra gli Erode e i Pilato di oggiDavanti a simili scenari – ha proseguito il Pontefice – i cristiani non sono chiamati solo a esprimere sdegno e alzare la voce. Possono operare “per essere costruttori di pace e favorire il dialogo”, e soprattutto sono chiamati a “pregare”, per “fare di ogni tragica notizia e immagine che ci colpisce un grido di intercessione a Dio”. E sono chiamati anche a rendere la propria testimonianza seguendo Gesù, a “imitare Cristo, che ha vinto il male amando dalla croce, mostrando un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato: uno, per paura di essere spodestato” ha ricordato il Pontefice, con accenni anch’essi riferibili in controluce al momento rpesente “aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe; l’altro si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell’irreparabile”.Ex Oriente LuxPapa Leone ha approfittato del discorso rivolto ai partecipanti all’Assemblea della ROACO per abbracciare ancora una volta con gratitudine alla testimonianza resa dai fratelli e dalle sorelle delle Chiese d’Oriente, “soprattutto quando restate nelle vostre terre come discepoli e testimoni di Cristo”. Li ha abbracciati come testimoni e custodi “di liturgie che lasciano abitare a Dio il tempo e lo spazio, di canti secolari intrisi di lode, gloria e mistero, che innalzano un’incessante richiesta di perdono per l’umanità”. Ricordando che tanti di loro, “nel nascondimento, vanno ad aggiungersi alle grandi schiere dei martiri e dei santi dell’Oriente cristiano. Nella notte dei conflitti siete testimoni della luce dell’Oriente” ha proseguito Papa Leone, aggiungendo un auspicio carico di possibili sviluppi pratici: “Vorrei che questa luce di sapienza e di salvezza” ha detto, introducendo la parte finale de suo intervento “sia più conosciuta nella Chiesa cattolica, nella quale sussiste ancora molta ignoranza al riguardo e dove, in alcuni luoghi, la fede rischia di diventare asfittica anche perché non si è realizzato il felice auspicio espresso più volte da san Giovanni Paolo II, che 40 anni fa disse: ‘La Chiesa deve imparare di nuovo a respirare con i suoi due polmoni, quello orientale e quello occidentale’”.Adesso è venuto il tempo – ha soggiunto il Vescovo di Roma – di “attuare i chiari inviti del Magistero” a conoscere i tesori dell’Oriente Cristiano, ad esempio “cominciando a organizzare corsi di base sulle Chiese Orientali nei Seminari, nelle Facoltà teologiche e nei centri universitari cattolici”. Anche perchè “i cattolici orientali oggi non sono più cugini lontani che celebrano riti ignoti, ma fratelli e sorelle che, a motivo delle migrazioni forzate, ci vivono accanto”. E “il loro senso del sacro, la loro fede cristallina, resa granitica dalle prove, e la loro spiritualità che profuma del mistero divino possono giovare alla sete di Dio latente ma presente in Occidente”. (GV) (Agenzia Fides 26/6/2025)
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