Source: The Holy See in Italian
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Castel Gandolfo (Agenzia Fides) – Anche oggi, come in ogni tempo, l’umanità fa i conti «con l’oscurità del male, con la sofferenza, con la povertà, con l’assurdità della morte». E si può riconoscere e abbracciare il dolore del mondo non per rispetto di astratti “doveri di solidarietà”, ma se facciamo l’esperienza di essere «Guariti e amati da Cristo». Solo così possiamo diventare anche noi «segni del suo amore e della sua compassione nel mondo». Lo ha ricordato oggi Papa Leone XIV, nell’omelia della Liturgia eucaristica da lui celebrata nella chiesa pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, la località dei Castelli Romani dove sta trascorrendo un breve periodo di vacanza.Papa Leone ha intessuto l’omelia intorno alla Parabola del Buon Samaritano, raccontata da Gesù nel passo del Vangelo secondo Luca letto durante la Liturgia domenicale: la storia dell’uomo ferito che si trova sul ciglio della strada dopo essere incappato nei briganti, ignorato dal sacerdote e dal levita – che lo vedono e passano oltre – e salvato dal Samaritano, uno straniero considerato eretico, che invece «lo vide e ne ebbe compassione».Ripercorrendo la Parabola di Gesù, il Pontefice ha suggerito la sorgente da cui si sprigiona il mistero della compassione cristiana.Il Buon Samaritano – ha notato Papa Leone – a differenza dei passanti che lo hanno preceduto guarda l’uomo ferito. E «lo sguardo fa la differenza, perché esprime ciò che abbiamo nel cuore: si può vedere e passare oltre oppure vedere e sentire compassione».Il primo sguardo di cui la parabola del Samaritano vuole parlarci – ha proseguito il Pontefice – «è quello che Dio ha avuto verso di noi, perché anche noi impariamo ad avere i suoi stessi occhi, colmi di amore e compassione, gli uni verso gli altri. Il buon samaritano, infatti, è anzitutto immagine di Gesù, il Figlio eterno che il Padre ha inviato nella storia proprio perché ha guardato all’umanità senza passare oltre, con occhi, con cuore, con viscere di commozione e compassione». Per questo, è giunto al punto di voler «fare Lui stesso la nostra strada, è disceso in mezzo a noi e, in Gesù, buon samaritano, è venuto a guarire le nostre ferite, versando su di noi l’olio del suo amore e della sua misericordia».E «Se nell’intimo della nostra vita scopriamo che Cristo, come buon samaritano, ci ama e si prende cura di noi, anche noi siamo sospinti ad amare allo stesso modo e diventeremo compassionevoli come Lui. Guariti e amati da Cristo, diventiamo anche noi segni del suo amore e della sua compassione nel mondo».La strada da Gerusalemme verso Gerico, che si trova sotto il livello del mare, percorsa dall’uomo aggredito dai briganti – ha suggerito il Pontefice – «è la strada percorsa da tutti coloro che sprofondano nel male, nella sofferenza e nella povertà; è la strada di tante persone appesantite dalle difficoltà o ferite dalle circostanze della vita; è la strada di tutti coloro che “scendono in basso” fino a perdersi e toccare il fondo; ed è la strada di tanti popoli spogliati, derubati e saccheggiati, vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni e le loro vite».A volte – ha proseguito Papa Prevost – «ci accontentiamo soltanto di fare il nostro dovere o consideriamo nostro prossimo solo chi è della nostra cerchia, chi la pensa come noi, chi ha la stessa nazionalità o religione; ma Gesù capovolge la prospettiva presentandoci un samaritano, uno straniero ed eretico che si fa prossimo di quell’uomo ferito. E ci chiede di fare lo stesso». Ci chiede di «Vedere senza passare oltre, fermare le nostre corse indaffarate, lasciare che la vita dell’altro, chiunque egli sia, con i suoi bisogni e le sofferenze, mi spezzino il cuore. Questo ci rende prossimi gli uni degli altri, genera una vera fraternità, fa cadere muri e steccati. E finalmente l’amore si fa spazio, diventando più forte del male e della morte».Dopo la messa, Papa Leone XIV ha raggiunto a piedi Piazza della Libertà, per la preghiera mariana dell’Angelus, recitata davanti a una moltitudine di circa duemila persone, assiepate lì dal mattino. (GV) (Agenzia Fides 13/7/2025)
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