ASIA/FILIPPINE – La Corte Suprema dichiara lecite le attività minerarie su larga scala: la società civile promuove la “giustizia ambientale”

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Mamburao (Agenzia Fides) – Ha generato perplessità e disappunto nella società civile e nelle comunità cattoliche filippine la recente decisione della Corte Suprema che ha dichiarato nulle  ordinanze e  risoluzioni dei governi provinciali che impongono una moratoria di 25 anni sulle attività minerarie nella provincia di Mindoro occidentale, sull’omonima isola nel centro dell’arcipelago filippino. La sentenza, pubblicata il 14 maggio e resa esecutiva da alcuni giorni, ha confermato il pronunciamento del 2018 del Tribunale regionale di Mindoro, che annullava il divieto di estrazione mineraria, stabilito dal governo locale. L’Alta Corte ha affermato che, secondo la Costituzione, i governi locali possono vietare specifici progetti minerari, ma non hanno l’autorità di vietare tutte le attività minerarie su larga scala all’interno del territorio.Il ricorso alla Corte era stato presentato dalla società “Agusan Petroleum and Mineral Corporation” (APMC), che nel 2008 aveva stipulato con il governo centrale di Manila contratti per attività minerarie su larga scala. Nello stesso anno, accogliendo le istanze della società civile, il governo provinciale di  Mindoro occidentale ha emanato ordinanze che imponevano una moratoria all’estrazione mineraria. L’APMC si era opposta, contestando in tribunale la costituzionalità di tali ordinanze in un procedimento avviato nel 2014.La sentenza della Corte Suprema ha riconosciuto che le attività minerarie “incidono sull’ambiente” e ha comunque sottolineato che le ditte appaltatrici sono tenuti a rispettare le misure di salvaguardia ambientale stabilite dal Dipartimento dell’ambiente e delle risorse naturali.Secondo “Alyansa Tigil Mina”, una coalizione di gruppi in difesa del territorio, contrari all’attività estrattiva, la sentenza “avrà chiare ripercussioni” sul territorio. La coalizione ha  ribadito l’impegno a “calibrare l’approccio, intervenendo sulla protezione della biodiversità, sulla resilienza climatica e sullo sviluppo sostenibile”.Mons. Moises Cuevas, Vescovo del Vicariato Apostolico di Calapan, a Mindoro orientale (altra provincia sulla medesima isola) ha affermato che la sentenza potrebbe creare un precedente legale per la simile ordinanza attualmente vigente a Mindoro orientale e “potrebbe avere un impatto distruttivo sulla nostra missione, espressa nell’enciclica Laudato si’,  per la cura della nostra casa comune”.La Chiesa locale il 10 luglio scorso ha ospitato un “Forum di dialogo sulla moratoria mineraria di Mindoro” cui hanno preso parte associazioni e comunità locali per discutere il da farsi, dopo la sentenza della Corte e, lo stesso giorno,  ha indetto una Giornata di preghiera per la giustizia ambientale.Al Forum,  rappresentanti delle comunità cattoliche, di associazioni ambientaliste e per la tutela dei diritti umani, accanto a esponenti del governo provinciale delle due province di Mindoro, hanno ribadito la loro opposizione all’attività mineraria su larga scala. Padre Edwin Gariguez, direttore esecutivo del “Diocesan social action center” a Mindoro orientale,  ha definito la lotta contro l’attività mineraria “un obbligo  morale e pastorale”, ricordando il forte impatto sulle popolazioni native.  “Il grido della terra è il grido dei poveri”, ha detto padre Gariguez, citando la Laudato Si’ . “Questa lotta non è solo ecologica o politica: è pastorale e morale. Siamo chiamati a difendere la vita in tutte le sue forme”.(PA) (Agenzia fides 15/7/2025)
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