ASIA/PAKISTAN – Una Commissione d’inchiesta per fermare il “business della blasfemia”

Source: The Holy See in Italian

Archdiocese of Lahore

Islamabad (Agenzia Fides) – Per fermare il terribile fenomeno del “business della blasfemia” l’Alta Corte di Islamabad (IHC) ha ordinato al governo di avviare un’indagine e di istituire una apposita Commissione di inchiesta sul crescente numero di casi che coinvolgono in special modo giovani. La decisione della corte giunge dopo numerosi ricorsi da parte di famiglie i cui membri sono stati attratti , ingannati e coinvolti in casi di “blasfemia on line”, spesso con messaggi sui social media o in gruppi WhatsApp, impigliati in quella che si è si configurata come una autentica rete criminale, che tratta il tema della blasfemia a scopo di ricatto ed estorsione di denaro (vedi Fides 30/01/2025) .I casi sono aumentati vertiginosamente dal 2022, con diversi giovani arrestati per presunti reati di blasfemia, dopo la partecipazione a forum online. Avvocati, enti che tutelano i diritti umani e funzionari delle forze dell’ordine hanno suggerito che l’organizzazione dietro tale fenomeno sia vasta e complessa e includa perfino associazioni di avvocati, coinvolti per monitorare le piattaforme online alla ricerca di contenuti blasfemi e speculare su persone che si trovano implicati loro malgrado.”L’Alta Corte ha ordinato di istituire una commissione entro i prossimi 30 giorni per indagare sulla questione. La commissione dovrà presentare le proprie conclusioni entro quattro mesi. Questa direttiva offre speranze alle famiglie colpite da queste accuse”, rileva in un colloquio con Fides l’avvocato cattolico Khalil Tahir Sandhu, impegnato nella difesa di vittime innocenti di accuse di blasfemia. “Credo che questa volta il governo reagirà positivamente, sono convinto che la commissione verrà istituita e si andrà a fondo della questione, che ha assunto contorni molto gravi. La legge ,di blasfemia in Pakistan (tre articoli del Codice penale che puniscono, in particolare, il vilipendio al’islam, ndr) così come è configurata oggi, si presta a essere strumentalizzata e manipolata anche da racket criminali che speculano e affossano persone innocenti”, rileva.Un rapporto della “Commissione Nazionale per i Diritti Umani” del Pakistan ha reso noto che attualmente, 767 persone, prevalentemente giovani uomini, sono in carcere in attesa di processo per accuse di blasfemia. “Queste accuse – osserva Sandhu – hanno un grave impatto sulle famiglie delle vittime. Spesso, anche dopo una assoluzione, lo stigma derivante da quelle accuse permane per tutta la vita”. Intanto, conclude, “le famiglie delle vittime auspicano che sia fatta giustizia e che la politica trovi la via per far emergere la verità. Noi speriamo che la Commissione di inchiesta possa fare chiarezza e offrire sollievo alle persone coinvolte in casi che possono portare alla distruzione, materiale e psicologica, delle loro famiglie”.(PA) (Agenzia Fides 18/7/2025)
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