Source: The Holy See in Italian
giovedì, 31 luglio 2025
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di Cosimo GrazianiAddis Abeba (Agenzia Fides) – Secondo fonti diplomatiche a conoscenza del dossier, le trattative diplomatiche tra Etiopia e Somalia per la risoluzione della questione dell’accesso al mare di Addis Abeba e del relativo permesso concesso da Mogadiscio sarebbero bloccate. L’ultimo round di negoziati tra i due Paesi si è tenuto a febbraio, ma la notizia riguardante lo stallo è filtrata sui media solo nelle prime settimane di luglio.L’annuncio ha effetti sulla geopolitica africana, in particolare sulla regione del Corno d’Africa, e su questioni importanti a livello mondiale come il trasporto di merci attraverso il Mar Rosso.Al centro della questione c’è sempre la richiesta di accesso al mare da parte dell’Etiopia. Il governo etiope nel gennaio dello scorso anno aveva firmato un accordo con la regione separatista del Somaliland, per ottenere l’accesso al mare attraverso un tratto di venti chilometri lungo la costa di quest’ultimo. Le reazioni della Somalia, di cui il Somaliland fa formalmente parte, non si sono fatte aspettare e per risolvere la diatriba era intervenuta la Turchia, la cui mediazione ha portato ad un accordo lo scorso dicembre tra i due contendenti. Da lì in poi Somalia ed Etiopia hanno iniziato dei negoziati tecnici per esplorare la possibilità di accesso al mare per Addis Abeba, ma dallo scorso aprile non è stato fissato nessun nuovo incontro tra le delegazioni dei due Paesi. Oltre all’accesso al mare, a tornare sul tavolo delle trattative è stata anche la possibilità del riconoscimento dell’indipendenza del Somaliland, rende noto la stessa fonte diplomatica citata dall’agenzia somala Shabelle. L’Etiopia ufficialmente non ha mai preso l’impegno di fare questa mossa diplomatica, che comunque rimane una carta a sua disposizione, pronta ad essere utilizzata in qualsiasi evenienza.Se l’accordo del dicembre 2024 fu accolto come un successo della diplomazia turca in Africa, le notizie sull’attuale stallo penalizzano la posizione di Ankara nel Continente. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan in questi anni ha investito pesantemente, sia economicamente che politicamente, nella presenza del suo Paese in tutto il Continente africano, e in particolare nel Corno d’Africa, il cui ruolo nelle vie logistiche internazionali è fondamentale. La Turchia è presente in Africa grazie ad una fitta rete di istituzioni religiose che ne hanno facilitato la penetrazione culturale e sociale; ha aperto ambasciate in tutto il Continente; ha stipulato accordi militari, in particolare uno lo scorso anno proprio con Somalia, Libia, Kenya, Ruanda, Nigeria e Ghana; la Turkish Airlines, la compagnia di bandiera turca, raggiunge al momento più di cinquanta destinazioni africane. L’Africa è diventata strategicamente importante per la Turchia anche per la sua proiezione marittima, e in quest’ottica la presenza nel Corno d’Africa lo è ancora di più. Se salta un accordo mediato da Ankara nella regione, anche la stessa posizione turca ne risente.Il problema al centro delle relazioni tra Etiopia e Somalia è la sovranità di quest’ultima. Se solo dovesse cedere sul riconoscimento del Somaliland, il rischio è quello di uno smembramento completo dell’entità statuale. Di recente si sono registrati nuovi scontri armati nella regione di Puntland, che dallo scorso anno si trova in uno stato di tensione con il governo centrale a causa degli emendamenti costituzionali approvati su proposta del Presidente somalo Hassan Mohamud. Gli scontri sono avvenuti tra le forze locali e quelle filogovernative. In maniera analoga al Somaliland, che ha dichiarato l’indipendenza da Mogadiscio trent’anni fa, il Puntland dal 1998 rivendica una maggiore autonomia dal governo centrale.In questa situazione potrebbe guadagnare peso politico nella regione l’Egitto, che da anni mantiene relazioni tese con l’Etiopia soprattutto per quel che concerne la realizzazione della Grande Diga del Rinascimento Etiope sul Nilo. La mediazione turca tra Etiopia e Somalia lo l’aveva tagliato fuori dalla disputa, ma il blocco dei negoziati ha fatto rientrare il Cairo nella partita degli degli equilibri regionali presenti e futuri. All’inizio della seconda settimana di luglio il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha incontrato il suo collega somalo promettendo un aumento nel monitoraggio della sicurezza ne Mar Rosso. Un segnale di presenza inviato ad Addis Abeba ma anche ad Ankara, nell’ambito del miglioramento delle relazioni tra Egitto e Turchia in altri contesti, come quello del Mediterraneo orientale e della Libia. (Agenzia Fides 31/7/2025)
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