EUROPA/ITALIA – Tor Vergata, Leone XIV ai giovani: la nostra speranza è Gesù. Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia

Source: The Holy See in Italian

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Roma (Agenzia Fides) – L’essere umano non è fatto “per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nell’amore”. Ed è per questo che “aspiriamo continuamente a un ‘di più’ che nessuna realtà creata ci può dare”. Questa la “lezione” che Papa Leone XIV ha lasciato in consegna alla sterminata moltitudine di giovani che, da ieri, hanno riempito la spianata di Tor Vergata per gli eventi più importanti della settimana dedicata al loro Giubileo.”Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno”, ha incalzato il Pontefice, giunto in elicottero con un quarto d’ora d’anticipo rispetto al programma iniziale. Diversi ragazzi erano ancora addormentati quando l’elicottero è atterrato. La notte, del resto, non è passata tranquillamente: la pioggia, prima, e un forte vento, dopo, hanno sferzato l’intera area. Il vento ha continuato a soffiare per tutto il tempo della celebrazione.“Buongiorno a tutti!”, il saluto, pronunciato al termine del giro in papamobile. Lo ha ripetuto anche in lingua inglese e spagnola prima. “Stiamo per cominciare la nostra celebrazione. Dio vi benedica tutti. Che questa sia una memorabile occasione per tutti. Camminiamo insieme, viviamo in Cristo”; ha aggiunto il Papa prima di recarsi nella sacrestia, allestita sotto la grande croce di ferro posta 25 anni fa durante il grande Giubileo del 2000.È quindi iniziata la celebrazione eucaristica, “Sacramento del dono totale di Sé che il Signore ha fatto per noi”, ha esordito il Vescovo di Roma nell’omelia, richiamando il brano evangelico dei discepoli di Emmaus. La liturgia odierna però, ha fatto notare il Papa, “non ci parla direttamente di questo episodio, ma ci aiuta a riflettere su ciò che in esso si narra: l’incontro con il Risorto che cambia la nostra esistenza, che illumina i nostri affetti, desideri, pensieri”.La prima lettura, tratta dal Libro del Qoelet, così come il Salmo che le fa eco, ha spiegato il Successore di Pietro, “propone due richiami alla fragilità umana”, una fragilità “che “è parte della meraviglia che siamo”. Leone XIV ha chiesto di pensare all’erba: “Non è bellissimo un prato in fiore? Certo, è delicato, fatto di steli esili, vulnerabili, soggetti a seccarsi, piegarsi, spezzarsi, e però al tempo stesso subito rimpiazzati da altri che spuntano dopo di loro, e di cui generosamente i primi si fanno nutrimento e concime, con il loro consumarsi sul terreno”.Anche l’essere umano, ha sottolineato il Papa, è fatto “per questo. Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un’esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell’amore”. Ed è per questo che “aspiriamo continuamente a un ‘di più’ che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere”.Questa sete, ha proseguito parafrasando il discorso che Papa Wojtyla pronunciò in questa stessa spianata 25 anni fa, non si può ingannare “con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a Lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima”.Ed è bello, ha rimarcato il Vescovo di Roma, “anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con Lui verso gli spazi eterni dell’infinito”. Poi, dopo aver ripetuto -in lingua spagnola – le parole che il suo predecessore Papa Francesco pronunciò a Lisbona durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2023, passando alla lingua inglese, ha evidenziato le azioni che i giovani presenti hanno compiuto in questi giorni di pellegrinaggio a Roma: “Avete scambiato conoscenze, condiviso aspettative e vi siete messi in dialogo con la città attraverso l’arte, la musica, la tecnologia e lo sport. Al Circo Massimo, vi siete anche avvicinati al Sacramento della Penitenza e avete ricevuto il perdono di Dio, chiedendo il suo aiuto per vivere una vita buona”.”In tutto questo”, ha sottolineato il Pontefice, “potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere”.”Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità. E in questo orizzonte comprenderemo sempre meglio cosa significhi” quello che ha scritto San Paolo nella lettera ai Romani, ovvero che ‘la speranza […] non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato'”.”Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo”, ha concluso il Papa.Al termine della celebrazione, come ogni domenica, ha poi recitato la preghiera mariana dell’Angelus. Il Pontefice, nell’allocuzione, ha definito il Giubileo dei Giovani che si sta concludendo “una cascata di grazia per la Chiesa e il mondo intero, e lo è stato attraverso la partecipazione di ognuno di voi”. “Vi ringrazio uno ad uno, con tutto il cuore”, ha aggiunto prima di affidare nuovamente al Signore Risorto Maria e Pascale, “le due pellegrine, una spagnola e l’altra egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni”. Parlando in lingua inglese, il Vescovo di Roma ha quindi ricordato tutti i giovani che soffrono “in ogni terra ferita dalla guerra”, citando Gaza e l’Ucraina. “Voi siete il segno che un mondo differente è possibile”, ha poi detto in spagnolo prima di terminare con l’italiano: “Sì, con Cristo è possibile, con il suo amore, il suo perdono, la forza del suo Spirito”.Prima di far rientro in Vaticano con l’elicottero, Leone XIV ha nuovamente preso la parola: ha prima rinnovato l’invito a prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Seoul,nell’agosto 2027, sul tema: “Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo”. “Di questo voi sarete testimoni fino ai confini della terra. Appuntamento a Seoul! Continuiamo a sognare insieme, a sperare insieme”. “Chiedo che voi portiate un saluto anche a tanti giovani che non hanno potuto stare qui con noi, in tanti Paesi dove era impossibile uscire. Ci sono dei posti dove i giovani non hanno potuto, per le ragioni che conosciamo. Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo! Voi siete sale della terra, luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di speranza. Grazie di nuovo a tutti voi e buon viaggio!”, il saluto finale. (FB) 8Agenzia Fides 3/8/2025)
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