Source: The Holy See in Italian
Conferenza Episcopale Papua Nuova Guinea e Isole Salomone
L’Arcivescovo di Madang, Anton Bal
Megiar (Agenzia Fides) – In un contesto sociale in cui pratiche di stregoneria e violenza scatenata da superstizione finiscono per diventare due facce della stessa medaglia, la comunità cattolica della Papua Nuova Guinea si adopera per aiutare tutti gli operatori pastorali a arginare il fenomeno della violenza legata alle accuse di stregoneria (in inglese Sorcery Accusation Related Violence, SARV). Un fenomeno diffuso in varie regioni del Paese.Quasi una lectio magistralis, quella che l’Arcivescovo di Madang, Anton Bal, ha offerto a 74 catechisti provenienti da 22 parrocchie della sua Arcidiocesi durante un ritiro estivo. L’analisi dell’Arcivescovo – richiamata anche da Roseanne Kulupi sui media della Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea – è partita dalla reazione di molti indigeni davanti alla morte e alla malattia. Per costoro, esse sarebbero causate da incantesimi.L’accusa di stregoneria viene spesso rivolta a persone che vivono periodi di lutto. In altri casi, le accuse vengono mosse contro persone vulnerabili per ragioni di vendetta, gelosia o interesse economico, approfittando della fragilità emotiva delle famiglie.”È nei momenti del dolore che il male approfitta per insinuarsi. Ma è proprio lì che la Chiesa è chiamata a essere presente”, ha dichiarato l’Arcivescovo Bal, che ha poi elencato alcune “azioni” utili a prevenire le violenze che nascono da queste accuse.In primis, ha suggerito l’Arcivescovo – occorre una “presenza spirituale continua: sacerdoti e catechisti dovrebbero accompagnare le famiglie per tutta la durata del lutto, offrendo preghiere e conforto”. La seconda azione consiste nel “supporto materiale: la Chiesa dovrebbe sostenere le famiglie anche concretamente, per ridurre la pressione sociale e scoraggiare corruzione o accuse manipolate”. Inoltre, alle famiglie del defunto va chiesto un impegno serio “a evitare discussioni sulla stregoneria durante il lutto”.Allo stesso tempo, c’è l’urgenza di verificare e attestare in maniera ufficiale la causa di morte: occorre “richiedere quindi documentazione medica o della polizia per chiarire le circostanze e prevenire sospetti infondati”.Una ulteriore azione è da attuare in caso di violenza già in corso e consiste nel garantire “Protezione tempestiva alle vittime, che vanno subito messe al sicuro”, mentre i responsabili delle violenze e prepotenze vanno denunciati. Infine – e questo è fattore dirimente – alla base di tutto deve esserci “un fondamento biblico: la lotta alla SARV deve poggiare su una forte base spirituale, ricordando che solo Dio ha potere sulla vita e sulla morte”.L’impegno di Anton Bal contro le violenze legate alle accuse di stregoneria risale agli anni Ottanta, quando da seminarista nelle Highlands organizzava incontri pubblici per promuovere la riconciliazione fra le tribù. Da allora ha continuato a promuovere l’educazione sociale come antidoto alla violenza tribale, collaborando con le comunità locali e le autorità civili. (F.B.) (Agenzia Fides 12/8/2025)
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