AFRICA/CONGO RD – “Quattro anni di Stato d’assedio hanno peggiorato la situazione” affermano i sacerdoti di Bunia

Source: The Holy See in Italian

Kinshasa (Agenzia Fides) – “Le continua violenze mettono in pericolo la nostra provincia” affermano 76 sacerdoti del clero regolare della diocesi di Bunia, in una dichiarazione pubblicato il 20 agosto. Bunia è il capoluogo dell’Ituri, provincia dell’est della Repubblica Democratica del Congo, piagata dalle violenze commesse da diversi gruppi armati e dal maggio 2021 posto in Stato d’assedio (insieme alla vicina provincia del Nord Kivu, vedi Fides 7/5/2021).Nonostante gli ampi poteri che questo provvedimento assegna ai militari, le violenze e le uccisioni continuano ad essere commesse contro i civili, non risparmiando le comunità cattoliche. Ultima in ordine di tempo è la profanazione nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2025 a Bunia, della Propédeutique Saint Kizito da parte di uomini armati che hanno aperto il tabernacolo gettando a terra le ostie consacrate, distrutto i vetri delle finestre ed minacciato i sacerdoti presenti. La profanazione è avvenuta “nonostante la forte presenza delle forze dell’ordine nel quartiere” afferma la dichiarazione. La ripresa delle celebrazioni eucaristiche nella chiesa come prescritto dal diritto canonico della Chiesa Cattolica, sarà subordinata alla celebrazione di una Messa di riparazione presieduta dal Vescovo di Bunia.I più gravi episodi sono stati l’attacco dei miliziani del CODECO del 21 luglio alla parrocchia di Saint Jean de Capistran a Lopa (vedi 23/7/2025) e il sanguinoso attacco degli islamisti dell’ADF nella notte tra il 26 e il 27 luglio presso la parrocchia della Beata Anuarite a Komanda, dove sono state uccise quasi 50 persone e almeno 40 giovani sono stati rapiti (vedi 28/7/2025).“La crisi si è estesa a Nizi, Iga Barrière, Tchomia, Nyamamba e Boga, causando massicci spostamenti di popolazione in cerca di luoghi sicuri e protetti” sottolinea la dichiarazione.I sacerdoti diocesani criticano l’inefficacia delle forze di sicurezza “spesso giustificata dalla minimizzazione e dalla banalizzazione della situazione utilizzando concetti come provocazione, rappresaglia, nascondendo la loro incapacità e complicità, indicando nei giovani del luogo la causa dell’insicurezza”, un fatto definito “inammissibile”.Peggio ancora secondo il clero diocesano di Bunia, “gli agenti delle forze dell’ordine, come e insieme ai miliziani, commettono omicidi, erigono posti di blocco illegali, procedono ad arresti arbitrari, persino di minori, saccheggiano i beni di cittadini innocenti”.Nella dichiarazione, i sacerdoti della diocesi di Bunia denunciano anche quelle che definiscono “diffamazione e minacce verbali” rivolte alla Chiesa dalle autorità militari che governano l’Ituri. Secondo la dichiarazione, le autorità accusano la Chiesa di “ospitare” membri della milizia della Convenzione per la Rivoluzione Popolare (CRP). Nel respingere le accuse i sacerdoti affermano che “È chiaro che la Chiesa cattolica, a causa della sua missione profetica, è diventata un bersaglio, tra molti altri, di attacchi orchestrati dei militari che dirigono lo stato d’assedio che operano in complicità criminale con il CODECO.” Questo gruppo è responsabile dell’assalto alla parrocchia di Saint Jean de Capistran a Lopa commesso con la complicità di soldati delle forze armate regolari.Secondo i sacerdoti lo stato d’assedio “ha visibilmente e gravemente fallito nell’imporre la pace, che era la sua missione primaria ed essenziale. Al contrario i gruppi armati non solo si sono moltiplicati, ma si sono rafforzati in uomini e armi”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2025)
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