Source: The Holy See in Italian
Albert Ojwang
Nairobi (Agenzia Fides) – “Siamo profondamente turbati dalla tragica e sospetta morte di Albert Ojwang, avvenuta durante la custodia cautelare. La sua morte non è solo una perdita personale per la sua famiglia, ma una dolorosa ferita alla nostra coscienza nazionale e un monito dell’urgente necessità di responsabilità nel nostro sistema giudiziario”. Così la Conferenza Episcopale del Kenya (Kenya Conference of Catholic Bishops -KCCB) è intervenuta per chiedere chiarezza sulla morte di Albert Ojwang, 31enne insegnate e social media influencer, deceduto mentre era detenuto in custodia cautelare, l’8 giugno.Questi era stato arrestato il 6 giugno nell’abitazione di famiglia a Kakot, nella contea di Homa Bay, per un post sui social media che avrebbe diffamato il vice ispettore generale Eliud Lagat. Trasportato per oltre 350 chilometri alla stazione di polizia centrale di Nairobi, è stato accusato di pubblicazione mendace ai sensi delle leggi sulla criminalità informatica. L’8 giugno Ojwang è stato trovato privo di sensi nella sua cella durante un controllo di routine, sembra con ferite alla testa. La polizia ha affermato che si è suicidato dopo aver ripetutamente sbattuto la testa contro il muro della cella, ed è stato dichiarato morto all’arrivo all’ospedale di Mbagathi. L’avvocato della famiglia ha riferito che sono stati riscontrati sul corpo di Ojwang pesanti traumi fisici, tra cui gonfiore alla testa, contusioni e sanguinamento da naso e bocca, incoerenti con il racconto della polizia.L’Ispettorato Generale di Polizia ha sospeso sei agenti in servizio alla stazione di polizia centrale di Nairobi in via precauzionale in attesa di chiarire le esatte dinamiche della morte di Ojwang.“Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai cari del defunto Albert Ojwang. Condividiamo il loro dolore e la legittima richiesta di verità e giustizia da parte del pubblico” continua il comunicato dei Vescovi.“Sosteniamo fermamente la direttiva dell’Ispettore Generale di interdire gli agenti coinvolti in questo caso e sollecitiamo che le indagini siano rapide, trasparenti e libere da interferenze. Nessuno è al di sopra della legge e coloro che vengono ritenuti colpevoli devono affrontare tutte le conseguenze legali”.La morte di Ojwang si inserisce in un contesto di forti tensioni, con le proteste della Generazione Z del 2024 (vedi Fides 1/7/2024), che sono state represse con durezza dalla autorità, con 60 morti. Inoltre oltre 100 decessi in custodia cautelare tra il 2020 e il 2024 secondo i dati dell’IPOA, hanno alimentato le richieste di riforma della polizia.Per questo i Vescovi invitato i giovani alla calma. “In questo momento difficile, invitiamo tutti i keniani, in particolare i giovani, a mantenere la calma, la pace e la preghiera. Non lasciamoci indurre alla violenza o alla divisione. La nostra forza sta nella nostra unità e nella nostra richiesta collettiva di giustizia attraverso mezzi legali”.“Ricordiamo alle nostre istituzioni: la misura di una società giusta è il modo in cui tratta i vulnerabili. Che questo non sia un altro caso che viene insabbiato. Che il nome di Albert Ojwang non venga aggiunto a una crescente lista di vittime dimenticate” concludono i Vescovi.Anche il Supremo Consiglio dei Musulmani del Kenya ha chiesto un’inchiesta trasparente sulla morte dell’insegnante, invitando altresì la popolazione alla calma. (L.M.) (Agenzia Fides 10/6/2025)
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