ASIA/FILIPPINE – Il Vescovo Bagaforo: “La protesta non ha colore politico, ma tocca la questione morale; la Chiesa è accanto al popolo defraudato”

Source: The Holy See in Italian

CBCP news
Tra i manifestanti, all’estrema destra il Vescovo Bagaforo

Manila (Agenzia Fides) – “Quella portata avanti da un movimento che stigmatizza la corruzione è una campagna che non ha colore politico. Tocca invece la questione morale, per questo esponenti e realtà cattoliche sono in prima linea:  per il valore morale e spirituale della protesta, che parte dalla indignazione, chiede una conversione del cuore, promuove un autentico bene comune”: è quanto dice all’Agenzia Fides mons. Colin Bagaforo, Vescovo di Kidapawan, presente alla massiccia  manifestazione che il 21 settembre ha portato per le strade di Manila oltre 100mila persone, mentre anche in altre città filippine si sono registrati raduni e proteste popolari contro la corruzione. Il Vescovo è tra i leader del forum “Church leaders Council for national transformation” che ha radunato oltre 200 sigle tra movimenti, associazioni, sindacati, formazioni politiche, organizzazioni della società civile, università, che hanno diffuso nella società filippina l’invito alla  partecipazione.La protesta è nata dalla malversazione di fondi destinati a progetti di infrastrutture per prevenire e mitigare disastri climatici ed eventi estremi come i tifoni che attualmente stanno sferzando la nazione, e hanno causato già oltre 100mila sfollati interni. Due i simboli della sollevazione popolare: il coccodrillo e un nastro bianco. “Il coccodrillo – spiega a Fides il Vescovo Bagaforo – è quello che divora ogni cosa, che mangia perfino i suoi figli; in questo caso coccodrilli  sono i politici e gli imprenditori che divorano il futuro dei giovani filippini, rubando denaro destinato allo sviluppo e alla loro tutela; il secondo simbolo è un nastro bianco, che i manifestanti hanno indossato con una coccarda sul petto, per richiamare l’urgenza della trasparenza, della purezza, anche della speranza per un domani migliore”.Aggiunge Mons. Bagaforo: “La presenza della Chiesa in questo frangente di protesta popolare  è anche dettata dall’esigenza di sinodalità: ci siamo sentiti chiamati a stare a fianco della gente vulnerabile, defraudata e privata dei diritti fondamentali. Vogliamo condividere gioie e dolori, e alzare la voce per chi non ha voce o ha paura, per chiedere di accertare le responsabilità, avere la trasparenza e giustizia”.Tra le richieste del movimento popolare, ricorda il Vescovo,  “c’è quella di conferire pieni poteri a una  commissione d’inchiesta, che possa perseguire i responsabili delle ruberie; quella di imporre  ai parlamentari l’obbligo di dichiarare e rendere pubblici i redditi e le loro fonti di finanziamento; quella di eliminare il ‘pork barell’, ovvero il contributo statale destinato ai membri di Congresso e Senato, che è a fonte primaria e tentazione per la corruzione”.All’indomani della protesta, il Vescovo sottolinea : “La società ha dato un segnale alla politica; i governanti  devono ricordare che sono  servitori del popolo e del bene comune. E’ un battaglia di etica della responsabilità e di coscienza che continueremo a portare avanti partendo dai valori cristiani, con l’obiettivo di tutelare il futuro dei nostri giovani”.Tra le voci ecclesiali che si sono espresse, il Cardinale Luis Antonio Tagle, pro-Prefetto del Dicastero vaticano per l’Evangelizzazione, presente in questi giorni a Manila, nell’omelia della messa celebrata il 21 settembre nella parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione, nel distretto di Malate, ha ricordato ai funzionari pubblici che “non sono proprietari della ricchezza della nazione, ma amministratori che devono agire con onestà e responsabilità nell’uso delle risorse pubbliche”. E ha esortato  i filippini a “pregare per i leader e affinché tutti i cittadini vivano come affidabili amministratori delle benedizioni di Dio”.Il Cardinale Josè Advincula, Arcivescovo di Manila,  ha definito la corruzione “una forma concreta di male”, accusando “individui insensati, sia nel governo che nel settore privato, di annegare i filippini nelle acque alluvionali”. Mons. Socrates Villegas, Arcivescovo di Lingayen-Dagupan, ha avvertito che “l’indignazione da sola non è sufficiente per sradicare la corruzione”: “Abbiamo bisogno di una rivolta non solo contro un sistema corrotto, ma una rivolta contro i cuori e le anime corrotte dentro di noi che consentono ai corrotti di prosperare” , auspicando  “un vero cambiamento nel cuore di ciascuno”.In una lettera pastorale, il Vescovo di San Carlos, Gerardo Aliminaza ha ammonito che la lotta alla corruzione non si conclude con la proteste di un giorno, ma richiede un “impegno profondo e duraturo per lottare per la giustizia e la responsabilità”. (PA) (Agenzia Fides 23/9/2025)
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