Source: The Holy See in Italian
Abuja (Agenzia Fides) – “In Sokoto non abbiamo un problema di persecuzione, ma registriamo alcune limitazioni nella nostra libertà” dice Mons. Matthew Hassan Kukah, Vescovo di Sokoto, nel nord della Nigeria, nell’intervista rilasciata all’Agenzia Fides.Sokoto, capoluogo dell’omonimo Stato, è un’area a prevalenza musulmana dove la convivenza con la minoranza cristiana è messa a rischio dalle violenze dei gruppi jihadisti. Nonostante questo Mons. Kukah offre elementi di riflessioni che permettono di andare oltre alla narrazione di “scontro tra religioni”.“Eccellenza quale è la situazione nella sua diocesi?”“In Sokoto non abbiamo un problema di persecuzione. Vivendo in un ambiente prevalentemente musulmano abbiamo più che altro problematiche di limitazioni di libertà. Queste però non concernano la libertà di culto. Ad esempio non abbiamo problemi a fare nelle strade di Sokoto la processione con il Santissimo Sacramento. Le uniche aree dove vi sono delle limitazioni riguardano l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e la autorizzazioni per la costruzioni di nuovi luoghi di culto. Sono impedimenti che si riscontrano soprattutto a livello burocratico. La mia posizione è che possiamo risolvere queste questioni con il dialogo e la negoziazione.Quindi in generale possiamo dire che non abbiamo problemi gravi. Abbiamo rapporti di amicizia con i musulmani. Io stesso ho buoni amici di religione islamica. Lavoriamo bene insieme al governatore dello Stato che è un musulmano.Quali sono a sua avviso le radici profonde della violenza jihadista nel Nord della Nigeria?A mio avviso sono due. Prima della nascita della Nigeria moderna nel XIX secolo in quella che è diventata ora la Nigeria settentrionale esisteva un califfato musulmano che si estendeva in ampie parti degli attuali Mali, Ciad, Niger e Burkina Faso. Il colonialismo britannico ha poi distrutto questo impero islamico lasciando un risentimento che persiste tuttora nelle popolazioni islamiche locali. Insieme agli inglesi venne la fede cristiana. Ora l’ignoranza della storia del nostro Paese fa sì che diversi musulmani associno il cristianesimo al colonialismo. I missionari vennero non per conquistare ma per aiutare le popolazioni locali mentre i colonialisti vennero con l’intento di estrarre risorse dal nostro territorio.Il secondo fattore che è collegato al primo è la determinazione dei musulmani della Nigeria settentrionale di avere un’educazione di stampo occidentale; un atteggiamento incoraggiato dal governo federale che fin dagli anni ’60 del secolo scorso ha insistito nell’adottare politiche per far in modo che ogni bambino nigeriano ricevesse un’educazione. Ma nonostante questo attualmente vi sono circa 20/25 milioni di bambini e ragazzi in Nigeria che non hanno accesso alla scuola. Di questi il 90 percento si trova nella Nigeria settentrionale dove diverse famiglie povere temono che se i loro figli vanno a scuola finiscono per diventare cristiani. Questo mentre i figli delle élite settentrionali che sono musulmane ricevono un’eccellente istruzione; ma queste stesse élite non prendono in considerazione la problematica generale di offrire una formazione adeguata a tutta la popolazione dell’area.Quindi il problema è nato qui da noi dove alla gente sono state inculcate tante menzogne sulla fede cristiana. Questo fa sì che frange della popolazione musulmana quando accadono eventi che le agitano sfoghino la loro rabbia e frustrazione contro la minoranza cristiana, ad esempio bruciando una chiesa.Questa situazione è stata sfruttata da Boko Haram (che significa “l’educazione occidentale è proibita”) per reclutare combattenti tra la popolazione del Nord. Ma voglio sottolineare che le violenze dei jihadisti hanno provocato più morti tra i musulmani che tra i cristiani. Ce lo dicono le statistiche.Negli Stati Uniti c’è chi vuole introdurre una legislazione federale per adottare sanzioni contro il governo nigeriano accusato di non proteggere i cristiani. Cosa ne pensa?Quello che posso dire che stanno prendendo una narrazione secondo la quale i cristiani sono perseguitati. Questo non possiamo negarlo ma occorre sottolineare che la situazione peggiore è accaduto tra il 2014 e il 2023 durante la Presidenza di Muhammadu Buhari che non ha rispettato il tradizionale equilibrio tra musulmani e cristiani nelle alte cariche dello Stato e soprattutto a messo a capo dei diversi apparati di sicurezza, alti ufficiali musulmani. Questo ha fatto sì che i jihadisti abbiano avuto il sentimento che quella islamica fosse la religione predominante del Paese. Si sono così sentiti spronati a intensificare la loro lotta violenta. Dal 2023 c’è stato un sensibile cambiamento con il nuovo Presidente, Bola Tinubu, un musulmano sposato a donna pastore in una chiesa pentecostale, che appare molto più determinato nel difendere la democrazia e i diritti umani di tutti i nigeriani. Sono fiducioso che in Nigeria possiamo ritrovare la convivenza tra tutte le popolazioni del Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 23/10/2025)
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