ASIA/INDIA – Suore molestate e “ricompense” promesse a chi picchia sacerdoti: appello dei Vescovi indiani al Governo

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 30 luglio 2025

CBCI

Nuova Delhi (Agenzia Fides) – Siano tutelati e garantiti i diritti costituzionali della nazione. Lo chiedono i Vescovi indiani in un appello rivolto al governo davanti al “crescente clima di ostilità e violenza contro le minoranze in tutto il Paese”.L’intervento della Conferenza Episcopale Indiana (CBCI) arriva a pochi giorni dall’arresto di due religiose avvenuto alla stazione ferroviaria di Durg, nel Chhattisgarh, dove la polizia ferroviaria governativa ha fermato suor Preeti Mary e suor Vandana Francis, delle Green Garden Sisters.Le suore accompagnavano tre giovani donne e un uomo adulto appartenente a una tribù, che secondo quanto riferito stavano viaggiando da Narayanpur, nella diocesi di Jagdalpur, ad Agra, nell’Uttar Pradesh, dove alle donne era stato offerto un impiego presso un ospedale gestito da cattolici. “Nonostante le ragazze avessero più di 18 anni e avessero fornito il consenso scritto dei genitori – hanno precisato i Vescovi -, le suore sarebbero state arrestate a seguito di pressioni da parte di elementi della comunità. Si presume che siano state sottoposte ad aggressioni fisiche. Quando i genitori delle ragazze sono arrivati alla stazione di polizia, gli agenti avrebbero impedito loro di incontrare le figlie”.”Le suore cristiane sono sempre più spesso prese di mira da disturbatori sociali, che le circondano nelle stazioni ferroviarie, incitano la folla e usano un linguaggio offensivo. Queste azioni – ha affermato la CBCI – rappresentano una grave minaccia non solo alla dignità e al pudore di queste donne, ma anche alla loro vita”. Definendo questi ripetuti incidenti come una “grave violazione della Costituzione”, i Vescovi indiani hanno esortato i governi degli Stati indiani “a garantire la sicurezza di tutte le donne e ad adottare misure tempestive per prevenire tali incidenti”, rivolgendosi al contempo al governo centrale di Delhi per un intervento urgente.Le preoccupazioni della CBCI sono nate sulla scia di una serie di incidenti che, per i Vescovi, “riflettono il deterioramento dell’imparzialità istituzionale. Uno di questi incidenti si è verificato il 17 giugno 2025, quando il deputato del BJP Shri Gopichand Padalkar avrebbe provocato l’opinione pubblica contro i cristiani annunciando ricompense in denaro per aver aggredito i sacerdoti cristiani”. I Vescovi cattolici indiani, nella loro dichiarazione, riportano le parole che il deputato avrebbe pronunciato: “Chiunque picchi il primo sacerdote riceverà una ricompensa di cinque lakh di rupie, chi picchia il secondo ne riceverà quattro lakh e il terzo tre lakh”.Questo incitamento, hanno spiegato i Vescovi indiani, “giustifica un’azione legale immediata. Il discorso, ampiamente diffuso attraverso filmati e media, era esplicito, diretto e rappresenta una reale minaccia per l’ordine pubblico. Tali atti costituiscono un grave reato ai sensi dell’articolo 152 del Bharatiya Nyaya Sanhita (il codice penale dell’India entrato in vigore nel 2024, ndr.), che penalizza la promozione dell’inimicizia tra diversi gruppi e minaccia l’unità nazionale. Nonostante la gravità della dichiarazione e le proteste pacifiche dei cittadini preoccupati, le autorità competenti sono rimaste immobili”Secondo la CBCI, “i recenti sviluppi indicano la decostruzione dello Stato di diritto”, e ciò “porta all’anarchia, che nessuna nazione può permettersi. Considerata la gravità della situazione, i Vescovi indiani hanno esortato “il governo indiano e tutti i partiti politici a superare ogni faziosità e ad adottare misure costituzionali appropriate per salvaguardare il Paese e tutti i suoi cittadini. Bisogna agire immediatamente per proteggere i principi sanciti dalla Costituzione e per sostenere la dignità e i diritti di tutti i cittadini, indipendentemente dalla religione”. (F.B.) (Agenzia Fides, 30/7/2025)
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AMERICA/COLOMBIA – Sacerdote agostiniano torna in libertà dopo 40 giorni dalla sua sparizione

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 30 luglio 2025

Agostiniani, Provincia di Nuestra Señora de Gracia

Bogotá (Agenzia Fides) – Dopo 40 giorni dalla sua sparizione, Carlos Saúl Jaimes Guerrero, sacerdote agostiniano appartenente alla Provincia di Nuestra Señora de Gracia, è tornato in libertà. Ad annunciarlo è la stessa comunità religiosa di appartenenza del sacerdote, tramite una nota: “Con profonda gratitudine nel cuore, vogliamo condividere con tutti voi – amici, fedeli, comunità religiose e persone di buona volontà che ci avete ascoltato – una notizia che ci riempie di gioia: il nostro fratello, padre Carlos Saúl Jaimes, è stato liberato”.Il religioso, fanno sapere dal governo del Dipartimento di Cundinamarca, “rapito il 17 giugno in una zona rurale del comune di Viotá, è stato rilasciato la mattina di domenica 27 luglio, in una zona rurale del comune di El Colegio. È stato trovato in buone condizioni di salute”.Di padre Carlos si erano perse le tracce dopo che era partito alla volta di una fattoria conosciuta come Casacoima, alla periferia di Viotá. Alcune ore dopo, il suo veicolo era stato trovato abbandonato in un sentiero vicino a un burrone, con il motore acceso. Da allora, sono state avviate operazioni congiunte che hanno coinvolto l’Ufficio del Sindaco di Viotá, la Polizia e la Guardia Nazionale.Avviate le indagini, le forze dell’ordine avevano seguito, tra le altre, la pista del rapimento. Tuttavia, nessuno ha rivendicato il gesto né un riscatto è stato chiesto. La famiglia aveva anche offerto una ricompensa a chi avrebbe fornito elementi utili al ritrovamento del sacerdote. Ma nulla è emerso fino al 27 luglio quando è avvenuto il ritrovamento da parte delle forze dell’ordine.Sul sito del Governo del Dipartimento di Cundinamarca si precisa che “su espressa richiesta della famiglia, non verranno rivelati ulteriori dettagli sulle circostanze del suo rilascio”. Non sono state finora fornite notizie precise sul periodo della sua sparizione.L’ordine agostiniano ha espresso la sua gratitudine per il sostegno della comunità e ha chiesto discrezione: “Chiediamo comprensione e rispetto affinché padre Carlos Saúl possa avere un percorso di recupero soddisfacente insieme alla sua famiglia e alla comunità religiosa”. (F.B.) (Agenzia Fides 30/7/2025)
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AFRICA/SUD SUDAN – Giornata Nazionale dei Martiri: Un grido da una terra ferita, appello del vescovo Hiiboro Kussala per la pace nel Paese

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 30 luglio 2025

Tombura-Yambio (Agenzia Fides) – “Come Vescovo, mi impegno a parlare finché non si ascolti la verità. Camminare con le vittime e le famiglie ferite. Offrire la Chiesa come piattaforma per la riconciliazione e il dialogo. Pregare incessantemente per la pace e lavorare fianco a fianco con tutti coloro che la perseguono. Non rimarrò in silenzio. Non mi arrenderò. Con voi finché non prevarrà la pace.”E’ il monito che Barani Eduardo Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio, ha rivolto a tutti, rappresentanti del governo del Sud Sudan e a tutte le persone di buona volontà.“Dopo quattro anni di spargimento di sangue, case in fiamme, famiglie distrutte e sogni sepolti, la nostra gente vive sotto teli di plastica, beve acqua non potabile, cammina nella paura e seppellisce i propri cari in silenzio. Questo non è una questione politica, è una tragedia umanitaria e un fallimento morale.”Il vescovo, che è anche Presidente del Consiglio Interreligioso per l’Iniziativa di Pace, Stato di Equatoria Occidentale, Sud Sudan, lancia l’appello in occasione della Giornata dei Martiri oggi 30 luglio 2025, “non svergogniamo il loro sacrificio con altro sangue. Onoriamoli portando la pace dove c’è dolore e la vita dove la morte ha regnato”.Questa giornata istituita per ricordare le vittime e promuovere la pace, commemora i morti nel conflitto tra le Forze Armate Sudanesi e le Forze di Supporto Rapido, iniziato nell’aprile 2023.“Le grida dei nostri fratelli di Tombura echeggiano da troppo tempo, – prosegue Hiiboro – non vogliamo condannare, ma risvegliare la coscienza di una nazione. Vi esortiamo come pastori, concittadini e come figli di un solo Dio. Che Tombura sia il nostro punto di svolta, un luogo sacro dove la nazione sceglie la guarigione anziché l’odio, la verità anziché la propaganda e la speranza anziché la disperazione.Rivolgendosi al governo del Sud Sudan il vescovo dice: “ora è il momento di agire. Invitiamo tutti, dalla più alta carica al più piccolo capo locale, ad agire con audacia, compassione e determinazione. Dispiegate forze di protezione per fermare ogni violenza e ripristinare la legge. Disarmate e smantellate qualsiasi persona che detenga illegalmente armi da fuoco. Aprite uno spazio per un dialogo inclusivo che coinvolga capi, giovani, donne, chiese e società civile. Punite senza indugio l’incitamento all’odio, la disinformazione e l’incitamento tribale. Garantite l’accesso umanitario e ricostruite servizi sociali, sanitari, scolastici.“Questo è il nostro dolore commune” aggiunge poi rivolgendosi al popolo del Sud Sudan: Tombura non è sola. Quando un arto soffre, tutto il corpo soffre. Non è una tragedia di Tombura, è una ferita del Sud Sudan. Agli anziani, alzatevi con saggezza e consiglio. Alle madri e alle donne: siate voci di guarigione e resistenza morale. Ai giovani, rifiutate di essere armi di distruzione. Scegliete la pace, costruite il Sud Sudan. Alle comunità religiose, unite nella verità e nella riconciliazione. Alla comunità internazionale: non distogliete lo sguardo. La pace ha bisogno di partner. Le vite hanno bisogno di essere salvate.”“Se non facciamo nulla il futuro a rischio. Se la violenza a Tombura continua, il costo sarà insostenibile. Intere comunità scompariranno. L’odio tribale si metastatizzerà in tutte le regioni.La fiducia nel governo e nell’unità nazionale si eroderà ulteriormente. Generazioni di giovani saranno perse nella vendetta o nella violenza. Se scegliamo la pace sarà una nuova alba per il Sud Sudan, se agiamo insieme, sinceramente, e ora la pace fiorirà. I bambini torneranno a scuola, le famiglie alle loro case e i contadini ai loro campi. La fiducia crescerà tra le tribù, tra i cittadini e il loro governo. L’anima del Sud Sudan rinascerà non nel sangue, ma nella giustizia.”“Che Tombura diventi un segno che il Sud Sudan sceglie la vita” conclude il vescovo Hiiboro Kussala.(AP) (Agenzia Fides 30/7/2025)
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Rapporto trimestrale grandi predatori

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Il rapporto trimestrale grandi predatori per i mesi da aprile a giugno 2025 è online. Il rapporto può essere scaricato dal sito internet dell’Ufficio per la caccia e la pesca.

Sito web rapporto trimestrale grandi predatori 2

Persona di riferimento:

Arno Puorger, collaboratore accademico grandi predatori, tel. +41 81 257 87 86 (raggiungibile dalle ore 10.00 alle ore 11.00), e‑mail Arno.Puorger@ajf.gr.ch

Organo competente: Ufficio per la caccia e la pesca

Audizione del Sottosegretario Mantovano presso il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen

Source: Government of Italy

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha svolto oggi un’audizione presso il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

L’ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro: prospettive di riforma 

Ringrazio il presidente Delrio e l’Ufficio di Presidenza del Comitato per l’opportunità di condividere alcune riflessioni sulle modalità di ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro, anche nella prospettiva di una loro riforma. Ho accolto con piacere l’invito a questa audizione, pur se la competenza è in prima battuta dei ministeri maggiormente coinvolti, da Maeci a Interno, dal Lavoro ad Agricoltura e Turismo; la Pdc ha svolto un raccordo e una sintesi, ma certamente non si sovrappone all’attività dei dicasteri interessati. 
1. Il 30 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il c.d. “decreto flussi” per il triennio 2026-2028. Il provvedimento è attualmente all’esame della Conferenza Unificata, che renderà il proprio parere in questi giorni; subito dopo, il dPCM sarà sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari.
L’auspicio è che il Consiglio dei Ministri deliberi in via definitiva il decreto entro la metà di settembre: così, dopo la registrazione da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, esso potrebbe entrare in vigore in tempo utile per l’avvio della precompilazione delle domande di nulla osta al lavoro, da ottobre 2025.
Il nuovo decreto flussi, come i precedenti, ha ricevuto una certa quantità di critiche. Accenno alle più significative.
Vi è chi accusa il Governo di scarso coraggio: i lavoratori stranieri dei quali necessita il sistema produttivo italiano sarebbero ben più numerosi. Ricordo che nel triennio 2026-2028 potranno entrare in Italia fino a 165.000 lavoratori all’anno, mentre gli ingressi annui erano stati fissati in 48.000 unità dal Governo Letta, in 31.000 unità dai Governi Renzi, Gentiloni, Conte I e II e in 69.000 unità dal Governo Draghi.
Qualcuno ha detto che in fondo non ha importanza a quanto ammontino le quote, poiché il Governo sparerebbe numeri a caso.
A mio avviso non è così. Il decreto flussi è accompagnato da una corposa relazione illustrativa: è una novità, ma pochi se ne sono accorti e ancor di meno l’hanno letta. In essa il complesso procedimento attraverso il quale si giunge alla definizione delle quote di ingresso per il prossimo triennio è illustrato in modo dettagliato, con esplicitazione dei dati e dei metodi di quantificazione.
2. I differenti fabbisogni di lavoratori non comunitari sono stati rilevati durante una serie di incontri al Ministero del Lavoro: a esprimerli sono state le associazioni delle imprese e le organizzazioni sindacali dei lavoratori, che non sono solite “sparare dati”.
Sempre la relazione illustrativa al decreto flussi dà conto del nuovo metodo utilizzato dal Ministero del Lavoro per rilevare i fabbisogni su base regionale e settoriale, e chiarisce che le stime relative ai lavoratori non stagionali sono state elaborate avvalendosi anche del sistema informativo Excelsior di Unioncamere, che è stato potenziato ad hoc. 
Il governo, inoltre, non solo ha un chiaro disegno per regolare le migrazioni, ma lo sta attuando da quasi tre anni, con l’obiettivo di contrastare la migrazione irregolare e garantire massima apertura alla migrazione regolare.  
Vi è una critica – fra quelle formulate – che a mio avviso coglie nel segno: quella che chiede di fare un passo in avanti rispetto al meccanismo di ingresso basato sul sistema delle quote e sui click day, i cui limiti sono evidenti. Ora, è chiaro quel che dovremmo evitare in futuro: non altrettanto chiaro, comunque non unanime, è come individuare il nuovo sistema, che dovrebbe prendere il posto del vecchio. Nel frattempo, un sistema compiuto e normativamente definito di ingressi per motivi di lavoro deve esistere e questo è il motivo per cui quote e click day sono previsti anche per il triennio 2026-2028.
Di più: in prospettiva mi pare difficile rinunciare del tutto alle quote, che sono leve utili nei rapporti bilaterali con le Nazioni di origine, e sono anche un “rubinetto” per il controllo delle migrazioni economiche che il Governo deve avere la possibilità di aprire e di chiudere in base all’andamento dell’economia e del mercato del lavoro. Anche la riforma dell’immigrazione approvata di recente in Francia introduce tetti massimi di ingressi e quella della Germania, pur raddoppiandole, prevede quote per i lavoratori non qualificati, tra l’altro solo da un ristretto numero di Paesi.
3. Occorre, tuttavia, ridurre in modo significativo gli ingressi nell’ambito delle quote, consentendo così che la richiesta del nulla osta al lavoro per un numero sempre maggiore di lavoratori non comunitari possa essere presentata in qualunque momento dell’anno senza limiti numerici. Non a caso questo principio è al primo posto tra i criteri indicati all’articolo 4 del decreto flussi 2026-2028. 
Alcune cose sono già state fatte in questo senso. Con il DL 20/2023 (il cosiddetto “decreto Cutro”) sono state poste fuori quota numerose tipologie di ingressi per lavoro:
a)     l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato dello straniero residente all’estero che abbia completato programmi di formazione professionale e civico-linguistica negli Stati di origine (argomento sul quale tornerò fra breve);
b)    l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato, anche a carattere stagionale, di stranieri cittadini di Stati con i quali l’Italia ha sottoscritto accordi di rimpatrio;
c)    la conversione in permesso di soggiorno per motivi di lavoro del permesso rilasciato per motivi di studio e formazione. 
Col DL 145/2024 sono state poste al di fuori delle quote tutte le altre tipologie di conversione in permessi di lavoro dei permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo, come per esempio i permessi per lavoro stagionale, venendo incontro alle richieste delle parti sociali. 
Il DL 145, inoltre, ha introdotto in via sperimentale un canale di ingresso al di fuori delle quote (riservato alle agenzie per il lavoro e alle associazioni datoriali di settore), per i lavoratori da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità e di “grandi anziani”. Questa misura verrà presto resa permanente e senza previsione di contingenti numerici, consentendo di venire incontro alle esigenze di tante famiglie in difficoltà. La misura naturalmente si aggiunge alla quota riservata dal nuovo decreto flussi agli ingressi “ordinari” per l’assistenza familiare, che è stata incrementata rispetto al triennio precedente.
4. Ho accennato poc’anzi al tema dei lavoratori formati all’estero. È un canale di ingresso al di fuori delle quote che, per il momento, riguarda pochi lavoratori: dal 2023 sono stati approvati dalla Commissione interministeriale coordinata dal Ministero del Lavoro oltre 50 progetti formativi in più di 20 Nazioni, che hanno coinvolto più di 6.000 lavoratori, 1.055 dei quali hanno completato il percorso formativo. Il canale, tuttavia, è in crescita ed è apprezzato dalle imprese: esso è dedicato a settori caratterizzati da forti carenze di personale (impiantistica, edilizia, cantieristica navale, meccanica, elettronica); l’interesse è dimostrato dal fatto che, a parte poche eccezioni di ricorso a fondi europei, il finanziamento dei programmi di formazione è a carico dei proponenti.
Il canale della formazione all’estero ha grandi potenzialità, perché consente l’ingresso in Italia di lavoratori prontamente inseribili nel circuito produttivo, forniti di competenze professionali specifiche e di una preparazione civico-linguistica di base. Per questo motivo sono allo studio misure, anche di tipo procedurale, per renderlo più efficiente.
Vorrei poi citare le quote riservate alle istanze di nulla osta al lavoro stagionale presentate dalle organizzazioni datoriali dei settori agricolo e turistico. Lo faccio per due motivi. Il primo è che le quote riservate, in genere, sono una forma di mitigazione degli effetti del click day, perché restringono la competizione a un numero circoscritto di candidati; nel caso degli stagionali in agricoltura e turismo per il 2025 la mitigazione ha funzionato fin troppo, perché le domande di nulla osta al lavoro sono state addirittura inferiori rispetto alle quote a esse riservate. Quindi, le domande in questione, se regolari, sono state o saranno tutte accolte. Il secondo motivo è che il Governo considera fondamentale la collaborazione e la responsabilizzazione delle associazioni datoriali, che possono fornire garanzie sul fatto che l’incontro tra domanda di lavoro in Italia e offerta dall’estero sia genuino e utile.
Il ruolo delle associazioni datoriali, per esempio, sarebbe cruciale per l’ipotesi di un nuovo canale di ingresso extra quota per i profili più ricercati (detti “ad alta tensione lavorativa”), che consentirebbe a molti datori e lavoratori di sottrarsi alla competizione sul filo dei secondi per aggiudicarsi una quota. Questa ipotesi è nel solco della riforma avviata dal Governo con il DL Cutro e con il DL 145 del 2024, e segue il principio secondo cui quando ci sono garanzie sufficienti per un proficuo inserimento lavorativo, si rinuncia alla strettoia del tetto massimo di ingressi.  
5. Il canale per i profili “ad alta tensione lavorativa” potrebbe diventare complementare a quello della formazione all’estero, alla nuova “blue card” e agli altri ingressi fuori quota: solo una grande varietà di tipologie di ingresso legale per lavoro è in grado di rispondere alle peculiarità del mercato del lavoro italiano, e massimizzare l’offerta di opportunità per i lavoratori e per le imprese. 
In conclusione, una volta messi fuori quota buona parte degli ingressi per lavoro, potremmo immaginare per quelli residui (compresi gli ingressi per lavoro stagionale) criteri diversi rispetto all’ordine di presentazione delle domande, e quindi alternativi al click day.  
Da questo punto di vista, il governo è interessato agli spunti che verranno dal lavoro di questo Comitato. Abbiamo studiato esempi di successo di altre Nazioni, come Canada e Australia. Ne abbiamo ricavato idee suggestive, insieme con la convinzione che il trapianto di istituti pensati per realtà profondamente diverse dalla nostra – diverse per collocazione geografia, economia, assetto sociale – è operazione complessa e talvolta infruttuosa. 
Forse è più urgente – alcuni osservatori lo hanno sottolineato – evitare che, anche quando le quote sono molto generose e rispondono a reali opportunità di lavoro, poi vengono in buona parte bruciate da domande che alla fine non si trasformano in rapporti di lavoro. Questo dipende da varie ragioni: alcune riconducibili a strumentalizzazioni di questo canale di ingresso, altre da ricercare all’interno delle pubbliche amministrazioni competenti in materia. 
In modo più esplicito: ogni criterio per individuare domande più meritevoli di altre e ogni sistema di controllo preventivo, in itinere ed ex post, va bilanciato con la necessità di semplificare e velocizzare le procedure. Soprattutto, deve fare i conti con le forze e con le capacità di risposta amministrativa di tutti gli uffici coinvolti. Stiamo lavorando per incrementare forze e capacità, che al momento non sono ancora sufficienti, nonostante le misure di potenziamento degli organici che il Governo ha inserito nel DL 145/2024 e nell’ultima legge di bilancio. I tempi di messa a terra non sono brevi, a fronte della complessità delle strutture amministrative, centrali e territoriali, della rete consolare, e della necessità di adeguare i sistemi informativi e la loro interoperabilità: a Palazzo Chigi vi è un tavolo permanente che svolge una periodica verifica in questa direzione. Proprio questo è uno degli scogli sui quali rischiano di infrangersi i propositi di migliore gestione dei flussi per lavoro in Italia. Proprio per questo come Presidenza lo teniamo sotto costante osservazione.
6. Fin qui ho riferito quel che il Governo ha fatto e intende fare. Un cenno su ciò che non intendiamo fare. Non intendiamo allentare i controlli sulle procedure di ingresso in Italia per motivi di lavoro. Abbiamo reiterata evidenza, anche giudiziaria, che la criminalità organizzata, italiana e internazionale, si è infiltrata per anni nelle procedure di gestione dei flussi, le ha distorte a proprio vantaggio, e ha provocato danni ai lavoratori stranieri, alle imprese e alla credibilità dello Stato. 
Con il dl 145/2024 abbiamo introdotto dei correttivi che si stanno rivelando efficaci, come la precompilazione e i controlli anticipati, il limite di tre domande per i singoli datori di lavoro o la richiesta di conferma dell’intenzione di assumere prima del rilascio del visto di ingresso al lavoratore. La drastica riduzione di domande, da 688.200 nel 2024 a 160.900 nel 2025, dimostra che siamo sulla strada giusta. E su questo, ringraziando per l’attenzione, sento di dire che indietro non si torna. 

VATICANO – Il Cardinale Tagle agli ‘influencer cattolici’: lasciamoci “influenzare” e cambiare dall’amore di Cristo

Source: The Holy See in Italian

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Roma (Agenzia Fides) – Per donare la sua salvezza agli uomini e alle donne di ogni tempo, Dio “non ci ha mandato un messaggio di testo, una email o un documento”. Dio “ha mandato suo Figlio, il Verbo di Dio che si è fatto uomo”, che si “è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi”.Ai “missionari digitali” e agli “influencer cattolici” giunti a Roma da tutto il mondo per prendere parte al loro Giubileo, il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle ricorda che ogni missione ecclesiale anche quella che passa per le nuove vie delle reti digitali e dei social media, ha la sua sorgente nel mistero dell’incarnazione. Mistero di gratuità e concretezza, di umiltà e stupore.Nell’omelia della Celebrazione eucaristica da lui presieduta questa mattina, nella Basilica di San Pietro, il Cardinale Pro-Prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione ha abbracciato la dedizione e l’entusiasmo di migliaia di blogger e comunicatori, chiamati loro stessi a lasciarsi “influenzare” e cambiare da Gesù, così che “attraverso di voi, la persona di Gesù possa influenzare molte persone, spazi umani e digitali”.Influenze e intenzioniL’influenza” ha spiegato il Cardinale filippino all’inizio della sua omelia – si riferisce solitamente “alla capacità o al potere di influenzare o cambiare qualcuno o qualcosa”. E la vita quotidiana di ognuno è immersa in “un arazzo di influenze che si incrociano” e riguardano famiglia, vicinato, scuola, governo. Ma si estendono anche “agli agricoltori, agli ospedali, alla polizia, all’arte, alla cultura e al lavoro che influenzano costantemente noi e la società, così come noi influenziamo loro”.Condizionamenti e influenze chiamano in causa intenzioni, progetti, anche manipolazioni che si vogliono esercitare sulle altre persone e sui contesti in cui vivono. Ci sono quelli che per influenzare i consumatori e aumentare i profitti “ricorrono alla pubblicità ingannevole”. O i manipolatori che per spingere gli altri a abbracciare le loro credenze e ideologie “ricorrono alla coercizione e al lavaggio del cervello”. O le “persone e nazioni potenti” che per sottomettere i propri nemici “ricorrono alla guerra, ai bombardamenti e alla fame forzata”.L’influenza che promana da Gesù e coinvolge anche i “missionari digitali” è di altra natura, ha altra sorgente e segue altre vie. “Gesù” ha insistito il Cardinale Tagle “non è un volto o una voce generati da un programma digitale. Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di tutta la creazione. L’amore non può essere generato da un algoritmo. Solo una persona divina con un cuore umano può amare in modo divino e umano, operando un cambiamento profondo e duraturo”. Occorre solo “lasciare che l’amore di Dio in Gesù ci influenzi, affinché possiamo essere trasformati in persone amorevoli”.Marta, Maria e LazzaroLa missione cristiana, anche quella degli influencer cattolici – ha suggerito con la sua omelia il Cardinale Tagle – non è l’agitarsi di un attivismo auto-prodotto: è sempre l’effetto dell’operare della grazia, un movimento suscitato dalla presenza reale e operante di Cristo stesso. Come accadeva a Marta Maria e Lazzaro, la famiglia di amici di Gesù al centro anche del passo del Vangelo di Giovanni letto nella liturgia di oggi.Quando Gesù si ferma nella loro casa – ha ricordato il Cardinale Tagle – “Marta, piena di entusiasmo, prepara per Lui il miglior cibo e il ristoro”. Così “Quando accogli Gesù nella tua vita, diventi un influencer zelante”. La sorella Maria siede ai piedi di Gesù per ascoltare le sue parole. E come accadde a lei, “quando accogli Gesù nella tua vita, diventi un influencer che ascolta la parola di Gesù e agisce secondo essa”. Infine Lazzaro, che Gesù richiama alla vita dopo che era morto, “diventa il segno della gloria della Resurrezione. Si dice – ha fatto notare il Cardinale – che l’ultimo dei cinque sensi a svanire quando qualcuno muore è l’udito. Lazzaro è morto già da quattro giorni quando Gesù lo chiama: «Lazzaro, vieni fuori!». E lui esce. Egli sente, è vivo. L’amato amico per cui Gesù piange sente la sua voce”. Così, “quando accogli Gesù – ha proseguito il Pro- Prefetto del Dicastero missionario – diventi un influencer che porta la voce di Gesù affinché le persone possano uscire dalle loro tombe”. E Marta, Maria e Lazzaro “possono essere per noi modelli di influencer missionari. Influenzati, trasformati e salvati dall’amore di Gesù, proclamano Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio che viene, che «si riversa» nel mondo”.“Cari missionari digitali e influencer cattolici” ha aggiunto il Cardinale Tagle, nella parte conclusiva della sua omelia “Gesù vi ama. Non dubitatene. Attraverso di voi, possa la persona di Gesù influenzare molte persone, spazi umani e digitali, affinché la verità, la giustizia, l’amore e la pace di Dio possano fluire fino agli estremi confini della terra”. (GV) (Agenzia Fides 29/7/2025)
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VATICANO/GIUBILEO – Il Papa agli influencer cattolici: Negli spazi digitali cercate sempre la “carne sofferente di Cristo” in ogni fratello e sorella

Source: The Holy See in Italian

martedì, 29 luglio 2025

Vatican Media

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Negli spazi digitali, cercate sempre la ‘carne sofferente di Cristo’ in ogni fratello e sorella”. Questa la consegna che Papa Leone XIV ha affidato ai missionari digitali e influencer cattolici giunti a Roma per celebrare il loro Giubileo particolare. Il Pontefice li ha incontrati nella tarda mattinata odierna nella basilica di San Pietro, al termine della Messa presieduta dal Cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari.“Quanto abbiamo bisogno di pace in questo nostro tempo dilaniato dall’inimicizia e dalle guerre. E quanto ci chiama alla testimonianza, oggi, il saluto del Risorto: «Pace a voi!» (Gv 20,19). La pace sia con noi. Nei nostri cuori e nel nostro agire. Questa è la missione della Chiesa: annunciare al mondo la pace! La pace che viene dal Signore, che ha vinto la morte e ci indica la via dell’Amore”, il saluto del Vescovo di Roma, che ha proseguito il suo discorso alternando italiano, inglese e spagnolo: “È la missione che la Chiesa oggi affida anche a voi venuti a rinnovare l’impegno a nutrire di speranza cristiana le reti sociali e gli ambienti digitali”.La pace, ha detto in italiano il Papa, “ha bisogno di essere cercata, annunciata, condivisa in ogni luogo; sia nei drammatici luoghi di guerra, sia nei cuori svuotati di chi ha perso il senso dell’esistenza e il gusto dell’interiorità, della vita spirituale. E oggi, forse più che mai, abbiamo bisogno di discepoli missionari che arrivino dovunque ci sia un cuore che aspetta, che cerca, che ha bisogno, fino ai confini esistenziali dove non c’è speranza”.Parlando poi in lingua inglese, Leone XIV ha fatto notare come il mondo di oggi viva “in una cultura nuova, profondamente segnata e costruita con e dalla tecnologia. Sta a noi – a voi – far sì che questa cultura rimanga umana. La scienza e la tecnica influenzano il nostro modo di essere e di stare nel mondo, fino a coinvolgere persino la comprensione di noi stessi e il nostro rapporto con gli altri e con Dio”. Ma, ha avvertito il Papa, “niente che viene dall’uomo e dal suo ingegno deve essere piegato sino a mortificare la dignità dell’altro. La nostra, la vostra missione, è nutrire una cultura di umanesimo cristiano, e di farlo insieme. Questa è per noi la bellezza della ‘rete’”.Di fronte ai cambiamenti culturali, nel corso della storia, la Chiesa, ha aggiunto ancora parlando in inglese, “non è mai rimasta passiva. Abbiamo il dovere di elaborare insieme un pensiero e un linguaggio che, nell’essere figli del nostro tempo, diano voce all’Amore. Non si tratta semplicemente di generare contenuti, ma di incontrare cuori, di cercare chi soffre e ha bisogno di conoscere il Signore per guarire le proprie ferite, per rialzarsi e trovare un senso, partendo prima di tutto da noi stessi e dalle nostre povertà, lasciando cadere ogni maschera e riconoscendoci per primi bisognosi di Vangelo. E si tratta di farlo insieme”.Infine, in lingua spagnola, il Successore di Pietro ha chiesto agli influencer di costruire, sull’esempio di Gesù, “reti di relazioni, d’amore, di condivisione gratuita, dove l’amicizia sia profonda. Reti dove si possa ricucire ciò che si è spezzato, dove si possa guarire dalla solitudine, non contando il numero dei follower, ma sperimentando in ogni incontro la grandezza infinita dell’Amore. Siate allora agenti di comunione, capaci di rompere le logiche della divisione e della polarizzazione; dell’individualismo e dell’egocentrismo. Siate centrati su Cristo, per vincere le logiche del mondo, delle fake news, della frivolezza, con la bellezza e la luce della Verità”. (F.B.) (Agenzia Fides 29/7/2025)

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ASIA/THAILANDIA – Violato il cessate-il-fuoco, sfollati accolti nei rifugi d’emergenza della Diocesi di Ubon Ratchathani

Source: The Holy See in Italian

martedì, 29 luglio 2025

Caritas Diocesi di Ubon Ratchathani

Bangkok (Agenzia Fides) – Non si fermano gli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia nonostante l’entrata in vigore della tregua siglata meno di 24 ore fa. L’esercito thailandese, infatti, accusa la Cambogia di aver violato il cessate-il-fuoco sostenendo che gli scontri sono proseguiti nonostante l’entrata in vigore dell’accordo. “Dopo la dichiarazione del cessate il fuoco – spiega il vice-portavoce militare Ritcha Suksuwanon in una nota -, sono stati registrati disordini nella zona di Phu Makua, causati dalla parte cambogiana, che hanno portato a uno scambio di colpi tra le due parti protrattosi fino a stamattina. Inoltre si sono verificati scontri nella zona di Sam Taet”.La tensione fra le due nazioni è alta ed è per questo motivo che la Diocesi di Ubon Ratchathani, situata nel nord-est della Thailandia, al confine con la Cambogia, ha aperto i suoi rifugi d’emergenza per accogliere gli sfollati in fuga dalle aree in cui le armi hanno ripreso a ruggire: si tratta di circa 200mila persone che ora sono accolte in rifugi dislocati anche nelle province di Si Sa Ket, Surin e Buri Ram. Grazie all’impegno della Caritas e delle altre realtà ecclesiastiche del posto, come la Congregazione degli Amanti della Croce, e alla cooperazione di diversi uffici diocesani, agli sfollati dei centri di accoglienza viene assicurato cibo, acqua potabile, vestiario, prodotti per l’igiene e beni di prima necessità.Il vescovo, Stephen Boonlert Phromsena, in pochi giorni, ha fatto aprire anche diversi “centri di donazione” dislocati in tutto il territorio diocesano dover far pervenire aiuti e contributi dalle altre regioni, garantendo così la sopravvivenza dei tanti sfollati. Lo stesso Vescovo, in queste ore, ha fatto visita ai centri, portando conforto e pregando, assieme ai familiari, per le vittime. In una nota, diffusa nelle scorse ore, la Diocesi chiede “a tutti i fedeli di pregare per la pace e per la protezione di coloro che si trovano nelle aree colpite” e invita “le parrocchie a organizzare momenti di preghiera per la riconciliazione e la cessazione delle ostilità”. (F.B.) (Agenzia Fides 29/7/2025)

Caritas Diocesi di Ubon Ratchathani

Caritas Diocesi di Ubon Ratchathani

Caritas Diocesi di Ubon Ratchathani

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AMERICA/HONDURAS – L’arcivescovo Nácher promuove insieme ai leader evangelici una marcia per la democrazia e la pace

Source: The Holy See in Italian

martedì, 29 luglio 2025

Internet

Tegucigalpa (Agenzia Fides) – In un contesto di crescente tensione nella campagna elettorale, cattolici ed evangelici in Honduras hanno indetto una marcia per la pace che si terrà il 16 agosto.“Ascoltando il grido dei nostri fratelli e sorelle, invitiamo tutti gli honduregni di buona volontà a marciare con noi il 16 agosto”, ha dichiarato l’arcivescovo di Tegucigalpa, José Vicente Nácher, insieme ai leader Evangelici.Il Paese, dal 27 gennaio 2022, è sotto la guida di Xiomara Castro, moglie di Manuel Zelaya che nel 2009 subì un golpe in seguito al quale venne esiliato dall’Honduras. Questo contesto fa temere che il clima in cui si voterà possa essere caratterizzato da sfiducia nelle istituzioni, anche perché alcuni membri del governo di Castro sono stati recentemente coinvolti in accuse di collusione con il narcotraffico. Ad alimentare malcontento il fatto che i tre consiglieri del tribunale elettorale, nominati dai partiti di maggioranza, non hanno raggiunto un accordo sul sistema di trasmissione dei risultati preliminari delle elezioni generali.In vista delle elezioni del prossimo 30 novembre, “tutti, di qualsiasi pensiero o stile”, tranne i candidati, sono chiamati a partecipare alla marcia, ha aggiunto l’arcivescovo Nácher in una conferenza stampa. La marcia vedrà la partecipazione di leader religiosi di entrambe le comunità che hanno sottolineato l’importanza di lavorare insieme per il bene comune.Per i rappresentanti cattolici questa collaborazione non solo rafforza i legami tra le due fedi, ma invia un chiaro messaggio sulla necessità di unità e dialogo in difficili. Da parte loro, i leader evangelici hanno sottolineato che questa manifestazione è un’opportunità per dimostrare l’impegno delle Chiese nei confronti dei valori fondamentali che sostengono la società honduregna. Hanno inoltre osservato che, al di là delle differenze dottrinali, esiste un terreno comune su cui possono collaborare per promuovere il benessere sociale e spirituale del Paese.L’appello ha generato aspettative positive tra i fedeli di entrambi i credo, che vedono questa marcia come un’opportunità per riaffermare la propria fede e il proprio impegno per il Paese. Si prevede un’ampia partecipazione dei cittadini, a testimonianza del desiderio comune di costruire un futuro più giusto e pacifico per tutti gli honduregni. L’affluenza alle urne di oltre due milioni di elettori lo scorso 9 marzo ha reso le primarie del 2025 tra le più affollate degli ultimi anni.Le elezioni generali si terranno il 30 novembre per eleggere il presidente, 128 parlamentari, 20 membri del parlamento centroamericano e diversi sindaci e vice sindaci.(AP) (Agenzia Fides 29/7/2025)
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