Conversazione telefonica Meloni – Merz

Source: Government of Italy

9 Maggio 2025

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania, Friedrich Merz.

Il colloquio, oltre a costituire l’occasione per rinnovare gli auguri di buon lavoro da parte del Presidente Meloni al Cancelliere Merz, ha consentito uno scambio sui principali temi internazionali e europei, a partire dal rilancio della competitività europea – e in particolare del settore automobilistico – e dalla gestione del fenomeno migratorio.

I due Leader hanno inoltre sottolineato l’eccellente stato dei rapporti bilaterali, come testimoniato anche dai dati sul commercio bilaterale, e confermato la volontà di continuare ad alimentare il partenariato strategico tra Germania e Italia anche attraverso l’attuazione del Piano d’azione congiunto firmato a Berlino nel 2023.


Missionario e figlio di sant’Agostino. Dove batte il cuore del nuovo Vescovo di Roma

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 9 maggio 2025

Vatican Media

Roma (Agenzia Fides) – “Sono un figlio di Sant’Agostino”, ha detto di sé Papa Leone XVI nelle prime parole da lui pronunciate dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, davanti alla moltitudine che in piazza aveva accolto festosa la sua elezione come 267 Vescovo di Roma. In altri passaggi del suo intervento, Leone XIV ha ricordato che “dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria”. Cercando sempre “di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo, per essere missionari”. Riconoscendo che “Cristo ci precede” e che “Il mondo ha bisogno della Sua luce”.Nei pochi accenni riferibili alla sua persona, già nel suo primo breve discorso pubblico il nuovo Successore di Pietro ha lasciato intravvedere due tratti essenziali, due connotati carichi di suggestione che hanno segnato il percorso della sua avventura cristiana: la sua appartenenza alla famiglia spirituale del grande Santo Vescovo d’Ippona, e la sua immanenza alla “Chiesa in stato di missione”, espressa anche nel saluto che nello stesso discorso ha voluto rivolgere in spagnolo alla sua “querida diocesis” di Chiclayo, in Perù. “dove un popolo fedele ha accompagnato il suo Vescovo”. Due tratti che nell’ordito esistenziale di Papa Leone si sono sempre intrecciati, e che tutta la Chiesa di Roma potrà a poco a poco riconoscere e gustare lungo il cammino iniziato col suo nuovo Vescovo.Figlio missionario di Sant’AgostinoRobert Francis Prevost, nato il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois, Stati Uniti), è entrato all’età di 22 anni nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Ha studiato presso la Catholic Theological Union di Chicago, diplomandosi in Teologia. Poi all’età di 27 anni è stato inviato dall’Ordine a Roma per studiare Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino, dei Padri Domenicani. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 giugno 1982 a Roma dall’Arcivescovo belga Jean Jadot, (1909-2009), a quel tempo pro-Presidente del Segretariato per i Non Cristiani. Ha conseguito la Licenza nel 1984, quindi è stato inviato a lavorare per ue anni nella missione di Chulucanas, a Piura, in Perù.Nel 1987 ha conseguito il Dottorato con una tesi: sul ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino. Nello stesso anno è stato eletto direttore delle vocazioni e direttore delle missioni della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Olympia Fields, in Illinois. Nel 1988 è stato inviato nella missione di Trujillo come direttore del progetto di formazione comune degli aspiranti agostiniani dei Vicariati di Chulucanas, Iquitos e Apurìmac. Lì, nella sua opera di missionario, ha ricoperto vari incarichi a servizio del suo Ordine e della Chiesa locale: priore di comunità (1988-1992), direttore della formazione (1988-1998) e insegnante dei professi (1992-1998). Nell’Arcidiocesi di Trujillo è stato vicario giudiziario (1989-1998), professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel Seminario Maggiore “San Carlos e San Marcelo”.Nel 1999 è stato eletto priore provinciale della Provincia “Madre del Buon Consiglio” (Chicago). Dopo due anni e mezzo, il Capitolo generale ordinario lo ha eletto priore generale, ministero che l’Ordine gli ha nuovamente affidato nel Capitolo generale ordinario del 2007. Nell’ottobre 2013 è tornato nella sua Provincia a Chicago per essere insegnante dei professi e vicario provinciale. Poi, il 3 novembre 2014, Papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico della Diocesi di Chiclayo, in Perù, conferendogli la dignità episcopale come vescovo titolare della Diocesi di Sufar. E’ stato ordinato vescovo il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, nella Cattedrale della sua Diocesi.Papa Francesco lo aveva nominato 30 gennaio 2023 Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, assegnandogli il Titolo della Chiesa Suburbicaria di Albano.Sempre Papa Francesco lo aveva creato Cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023, con il titolo della Diaconia di Santa Monica, madre di Sant’Agostino. (GV) Agenzia Fides 9/5/2025)
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VATICANO – La prima omelia di Papa Leone XIV: “Sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato”

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 9 maggio 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Di seguito riportiamo il testo integrale della prima omelia pronunciata da Papa Leone XIV durante la sua prima Messa come Pontefice. La celebrazione si è svolta nella Cappella Sistina, all’indomani della sua elezione. A concelebrare col neoeletto Vescovo di Roma i Cardinali elettori entrati in Conclave e il Decano del Collegio Cardinalizio, il Cardinale Giovanni Battista Re.[Parole a braccio in lingua inglese] Inizio con una parola in inglese, poi proseguirò con l’italiano. Il salmo responsoriale dice: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie”. Sicuramente non solo con me ma con tutti noi. Fratelli Cardinali mentre noi celebriamo questa messa vi invito a riconoscere le meraviglie che il Signore ha fatto, le benedizioni che il Signore continua a versare su ognuno di noi. Mi avete chiamato a portare la croce del Ministero Petrino, sono stato benedetto con questa missione ma so che posso contare su ognuno di voi per camminare insieme. Camminate con me mentre continuiamo ad essere Chiesa, una comunità di amici di Gesù. Come credenti continuiamo ad annunciare il Vangelo per dire: [inizio dell’omelia in italiano]«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). Con queste parole Pietro, interrogato dal Maestro, assieme agli altri discepoli, circa la sua fede in Lui, esprime in sintesi il patrimonio che da duemila anni la Chiesa, attraverso la successione apostolica, custodisce, approfondisce e trasmette. Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre.In Lui Dio, per rendersi vicino e accessibile agli uomini, si è rivelato a noi negli occhi fiduciosi di un bambino, nella mente vivace di un giovane, nei lineamenti maturi di un uomo (cfr CONC. VAT. II, Cost. Past. Gaudium et spes, 22), fino ad apparire ai suoi, dopo la risurrezione, con il suo corpo glorioso. Ci ha mostrato così un modello di umanità santa che tutti possiamo imitare, insieme alla promessa di un destino eterno che invece supera ogni nostro limite e capacità.Pietro, nella sua risposta, coglie tutte e due queste cose: il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano. Affidate a noi, da Lui scelti prima che ci formassimo nel grembo materno (cfr Ger 1,5), rigenerati nell’acqua del Battesimo e, al di là dei nostri limiti e senza nostro merito, condotti qui e di qui inviati, perché il Vangelo sia annunciato ad ogni creatura (cfr Mc 16,15).In particolare poi Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore (cfr 1Cor 4,2) a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte (cfr Ap 21,10), arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo. E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri, di quel «popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1Pt 2,9).Tuttavia, a monte della conversazione in cui Pietro fa la sua professione di fede, c’è anche un’altra domanda: «La gente – chiede Gesù –, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16,13). Non è una questione banale, anzi riguarda un aspetto importante del nostro ministero: la realtà in cui viviamo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, le sue domande e le sue convinzioni.«La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16,13). Pensando alla scena su cui stiamo riflettendo, potremmo trovare a questa domanda due possibili risposte, che delineano altrettanti atteggiamenti. C’è prima di tutto la risposta del mondo. Matteo sottolinea che la conversazione fra Gesù e i suoi circa la sua identità avviene nella bellissima cittadina di Cesarea di Filippo, ricca di palazzi lussuosi, incastonata in uno scenario naturale incantevole, alle falde dell’Hermon, ma anche sede di circoli di potere crudeli e teatro di tradimenti e di infedeltà.Questa immagine ci parla di un mondo che considera Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo “mondo” non esiterà a respingerlo e a eliminarlo.C’è poi l’altra possibile risposta alla domanda di Gesù: quella della gente comune. Per loro il Nazareno non è un “ciarlatano”: è un uomo retto, uno che ha coraggio, che parla bene e che dice cose giuste, come altri grandi profeti della storia di Israele. Per questo lo seguono, almeno finché possono farlo senza troppi rischi e inconvenienti. Però lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi.Colpisce, di questi due atteggiamenti, la loro attualità. Essi incarnano infatti idee che potremmo ritrovare facilmente – magari espresse con un linguaggio diverso, ma identiche nella sostanza – sulla bocca di molti uomini e donne del nostro tempo.Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco.Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto.Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia (cfr CONC. VAT. II, Cost. Dogm. Lumen gentium, 1).Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia (cfr Lettera ai Romani, Saluto). Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo» (Lettera ai Romani, IV, 1).Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne –, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato (cfr Gv 3,30), spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa. (Agenzia Fides 9/5/2025)
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AFRICA – Papa Leone XIV conosce bene l’Africa dove è stato più volte

Source: The Holy See in Italian

Roma (Agenzia Fides) – Papa Leone XIV conosce bene l’Africa, avendo visitato negli anni scorsi diversi Paesi africani in qualità sia di Cardinale Prefetto del Dicastero dei Vescovi sia soprattutto di Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino (OSA).L’ultima visita che ha fatto in Kenya risale al 2024. In quell’occasione presiedette la dedicazione della Cappella della Madonna del Buon Consiglio presso il Convento di Sant’Agostino di Karen, nella contea di Nairobi, il 10 dicembre 2024.Nel suo discorso, l’allora Cardinale Robert Francis Prevost ha sottolineato l’importanza della parola di Dio e la necessità per i fedeli di dimorare alla Sua presenza: “Cristo è la porta attraverso la quale tutti noi passiamo per trovare la salvezza, la porta della Chiesa è aperta affinché tutti possano trovare un posto, tutti siano benvenuti e facciano parte di questa grande comunità. Dobbiamo imparare ad aprire le porte dei nostri cuori nella carità”. “Spero che tutti voi siate profondamente consapevoli di quanta speranza riponete nella Chiesa e nell’Ordine e che lo Spirito del Signore continui a riempirvi di fedeltà per proseguire in questo grande viaggio che tutti noi abbiamo intrapreso”. Il futuro Papa Leone XIV aveva sottolineato di essere stato in Kenya più volte e che la sua ultima visita nel Paese risaliva al 2011.Nella Repubblica Democratica del Congo i fedeli ricordano la visita effettuata nel 2009 dall’allora Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino nella provincia del Bas-Uele e nella capitale Kinshasa dove aveva inaugurato l’Università Agostiniana.L’appello alla pace lanciato dall’appena eletto Pontefice nel corso del suo discorso ai fedeli dalla Loggia delle Benedizioni, è stato ben accolto nella RDC. “È una gioia ascoltare le prime parole del Papa, che riflettono la necessità della pace nel mondo. E per noi congolesi questo messaggio dovrebbe confortarci” ha detto Mons. Donatien Nshole, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) nel suo messaggio di felicitazione per l’elezione di Papa Leone XIV.”Ci aspettiamo da lui che continui a seguire il linguaggio di Papa Francesco e che presti particolare attenzione all’avvio di una pace duratura nella Repubblica Democratica del Congo”.Anche Mons. Marie Fabien Raharilamboniaina, Vescovo di Morondava e Presidente della Conferenza Episcopale del Madagascar (CEM) sottolinea come le prime parole di Papa Leone XIV siano state “la pace sia con voi”. Secondo il Presidente della CEM queste parole hanno dato il tono al suo pontificato, sottolineando che, “a differenza del Presidente americano che vuole costruire muri, il nuovo Papa, che proviene dagli Stati Uniti, vuole costruire ponti tra Paesi e popoli”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/5/2025)
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ASIA/INDIA – “Prima di ogni incontro e di ogni attività pastorale, trascorreva lungo tempo in Adorazione eucaristica”: gli Agostiniani ricordano il Priore Prevost in India

Source: The Holy See in Italian

Verapoly diocese
Il Priore Robert Prevost nel suo viaggio in India

New Delhi (Agenzia Fides) – “Papa Leone XIV viene ricordato in India con calore e benevolenza: avendo visitato due volte la nostra nazione come Priore generale dei Padri Agostiniani, è ricordato  come uomo semplice, che ha saputo adattarsi alle condizioni locali, come uomo dell’ascolto e del dialogo, uomo di profonda spiritualità e di profonda relazione umana. Soprattutto colpì tutti il fatto che trascorreva lunghe ore in silenziosa Adorazione Eucaristica”, dice all’Agenzia Fides padre Stephen Alathara, vice Segretario Generale della Conferenza dei Vescovi latini dell’India, Direttore  fondatore di “Communio”, iniziativa della Conferenza dei Vescovi  di rito latino dell’India (CCBI) per assistere le  diocesi e le congregazioni religiose nelle aree rurali.P. Alathara ricorda le due visite di padre Prevost svolte durante il suo mandato come Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino: “Nei viaggi del 2004 e nel 2006 si recò in diverse comunità agostiniane in Kerala e Tamil Nadu, lasciando un’impressione di profonda spiritualità in coloro che ha incontrato”.Durante la sua prima visita nel 2004, soggiornò per oltre una settimana presso le case agostiniane di Mariyapuram ad Aluva, nell’Arcidiocesi di Verapoly e ad Edakochi, nella diocesi di Cochin), entrambe situate  nello stato indiano Kerala, nel Sud dell’India. “Celebrò la Santa Messa presso la parrocchia di Maria Regina Aiuto dei Cristiani a Mariyapuram e presso il santuario di Sant’Antonio a Edakochi. Furono due celebrazioni molto intense, intrise di fede e di speranza”, ricordano i fedeli. In particolare, il 22 aprile 2004, ha concelebrato la messa di ordinazione sacerdotale di sei diaconi agostiniani insieme con l’allora Arcivescovo di Verapoly, il defunto monsignor Daniel Acharuparambil, presso la chiesa di San Francesco Saverio a Kathrikadavu, Kaloor. “I suoi gesti di accoglienza, e di carità fraterna verso i nuovi frati sono scolpiti nei cuori di tutti”, riferisce p. Alathara.La sua seconda visita avvenne nell’ottobre 2006, quando tornò alla casa agostiniana di Mariyapuram per partecipare all’incontro dell’area Asia-Pacifico, organizzato dall’Ordine di Sant’Agostino.  “Durante questo viaggio, pur dovendo affrontare questioni importanti per l’Ordine nella sua missione in Asia, trovò il tempo per visitare  la scuola Shenbagam di Pollachi, gestita dai Padri Agostiniani nella diocesi di Coimbatore, in Tamil Nadu, incontrando bambini e ragazzi . Allora visitò  la parrocchia di San Tommaso a Thalapuzha, di proprietà dell’arcidiocesi di Calicut, in Kerala, celebrando la Santa Messa”. Nota p. Alathara: “Sono tutti gesti che rivelano il suo spessore umano e pastorale, il desiderio , tutto missionario, di essere sempre a contatto con la realtà, con le persone delle comunità: così lo ricordiamo e  speriamo di accoglierlo nuovamente in India come Leone XIV”.I confratelli agostiniani indiani così lo ricordano: “Quando era qui, era una persona incredibilmente semplice, con i piedi per terra e sempre disposto ad adattarsi alle difficoltà”, dice padre Jacob Mullassery, OSA, che accompagnò il Priore Prevost durante entrambe le visite. “Non chiese mai un trattamento speciale. Viaggiava con noi e non esitava a soggiornare in stanze modeste, con servizi essenziali. La sua umiltà ci ha profondamente toccati”.Padre Metro Xavier, OSA, che ebbe diversi incontri personali con l’allora Priore Prevost, lo descrive come “un uomo profondamente spirituale”. Ha aggiunto: “Prima di ogni incontro e di ogni attività pastorale, trascorreva lungo tempo in silenziosa Adorazione Eucaristica. Mostrava sempre profondo amore per la Chiesa e una grande riverenza per il suo Magistero. La sua vita spirituale ci era di esempio: era radicata nella preghiera e nella semplicità”.Padre Wilson Injerappu, OSA, Vicario Regionale dell’Ordine Agostiniano in India,  esprime oggi gioia e speranza: “Siamo pervasi da immensa gioia e giubilo. Avere un confratello Agostiniano come Papa è una grande benedizione per noi. Ci ricorda anche la nostra responsabilità di pregare costantemente per lui e di sostenere la sua missione con le nostre preghiere”.(PA) (Agenzia Fides 9/5/2025)
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Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 127

Source: Government of Italy

9 Maggio 2025

Il Consiglio dei ministri è convocato oggi, venerdì 9 maggio 2025, alle ore 15:00 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

  • SCHEMA DI DECRETO-LEGGE: Differimento del termine di cui all’articolo 21, comma 2, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, in materia di responsabilità erariale (PRESIDENZA);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale – ESAME PRELIMINARE (ECONOMIA E FINANZE – AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, in attuazione della delega di cui all’articolo 3 della legge 17 maggio 2024, n. 70 – ESAME PRELIMINARE (ISTRUZIONE E MERITO);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Disciplina delle nuove modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria in attuazione dell’articolo 2, comma 2, lettere a), b), c), d), e), i) e l) della legge 14 marzo 2025, n. 26 – ESAME DEFINITIVO (UNIVERSITÀ E RICERCA);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Disposizioni correttive al decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 27, recante “Attuazione della direttiva (UE) 2020/1057 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2020, che stabilisce norme specifiche per quanto riguarda la direttiva 96/71/CE e la direttiva 2014/67/UE sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada e che modifica la direttiva 2006/22/CE per quanto riguarda gli obblighi di applicazione e il regolamento (UE) n. 1024/2012 – ESAME DEFINITIVO (AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE – LAVORO E POLITICHE SOCIALI – INFRASTRUTTURE E TRASPORTI);
  • LEGGI REGIONALI;
  • VARIE ED EVENTUALI.


Leone XIV, Successore di Pietro

Source: The Holy See in Italian

Roma (Agenzia Fides) – Il Conclave iniziato mercoledì 7 maggio ha eletto giovedì 8 maggio il Cardinale Robert Francis Prevost 266esimo Successore di Pietro. Il nuovo Papa ha preso il nome di Leone XIV e alle 19,03 si è affacciato dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana per salutare la moltitudine che gremiva Piazza San Pietro e Via della Conciliazione e impartire la Benedizione Urbi et Orbi.Riportiamo di seguito le parole pronunciate da Papa Leone XIV prima di impartire la Benedizione:«La pace sia con tutti voi!Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante.Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma!Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della Sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere Successore di Pietro e camminare insieme a voi, come Chiesa unita cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo, per essere missionari.Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato.Alla Chiesa di Roma un saluto speciale! Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore.Y si me permiten también, una palabra, un saludo a todos aquellos y en modo particular a mi querida diócesis de Chiclayo, en el Perú, donde un pueblo fiel ha acompañado a su obispo, ha compartido su fe y ha dado tanto, tanto para seguir siendo Iglesia fiel de Jesucristo.(traduzione: E se mi permettete una parola, un saluto a tutti e in modo particolare alla mia cara diocesi di Chiclayo, in Perù, dove un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha condiviso la sua fede e ha dato tanto, tanto per continuare ad essere Chiesa fedele di Gesù Cristo).A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono.Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore.Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra Madre.Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen».(Agenzia Fides 9/5/2025).
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La lettera del Presidente Meloni a Sua Santità Papa Leone XIV

Source: Government of Italy

Di seguito il testo della lettera che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato a Sua Santità Papa Leone XIV.

***

Santo Padre,

Le porgo le felicitazioni mie personali e del Governo italiano per la Sua elezione al Soglio di Pietro.

I Signori Cardinali, guidati dallo Spirito Santo, hanno individuato nella Sua persona la guida della Chiesa universale. Lo hanno fatto consapevoli del fatto che il mondo sta affrontando un “tornante della storia tanto difficile quanto complesso”, come ha ricordato il Cardinale Decano nell’omelia pronunciata durante la Messa pro eligendo Romano Pontifice, caratterizzato da sfide epocali che mettono in discussione le nostre certezze e richiamano chiunque ha responsabilità a scelte coraggiose per il bene dei popoli. 

L’Italia ha un legame indissolubile col Vicario di Cristo. Non si potrebbero comprendere l’identità, la storia e la cultura della nostra Nazione al di fuori di quella che San Giovanni Paolo II, nel suo storico discorso al Parlamento italiano, definì la “linfa vitale” costituita dalla fede in Cristo. 

La nostra casa si fonda sulla sintesi straordinaria tra fede e ragione. Sintesi che ha permesso alla civiltà italiana ed europea di concepire un mondo nel quale la persona è centrale, la vita è sacra, gli uomini sono liberi e di eguale dignità, lo Stato e la Chiesa sono distinti ma si rispettano reciprocamente, e crescono insieme. Civiltà che rispetta le identità altrui senza però rinnegare la propria, e che costruisce pace laddove altri seminano morte e distruzione.

Pace di cui il mondo ha disperato bisogno e che Lei, dalla Loggia della Benedizioni, ha invocato più volte, richiamando l’incessante e instacabile azione portata avanti dal compianto Papa Francesco. 

Gli italiani guarderanno a Lei come guida e punto di riferimento, riconoscendo nel Papa e nella Chiesa quell’autorità spirituale e morale che deriva dal suo inesauribile messaggio di amore, carità e speranza, che sgorga dalla Parola di Dio.

Con affetto filiale, 
Giorgia Meloni

ASIA/GIORDANIA – Il Principe Hassan convoca Patriarchi e Capi delle Chiese in una conferenza sui cristiani arabi in Medio Oriente

Source: The Holy See in Italian

RIIFS

Amman (Agenzia Fides) – L’accordo Sykes-Picot, il patto segreto con cui Francia e Regno Unito si spartirono le sfere di influenza in Medio Oriente dopo la sconfitta dell’Impero ottomano nella Prima Guerra Mondiale, è stato il preludio di ulteriori frammentazioni religiose su base settaria nell’area mediorientale. Lo ha ricordato il Principe giordano Hassan Bin Talal, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Reale di Studi inter-religiosi (Royal Institute for Inter-Faith Studies, RIIFS), inaugurando mercoledì 7 maggio la Conferenza dedicata al tema “I cristiani nel Levante arabo e le aspirazioni all’unit¢ e alla comprensione”, organizzata dallo stesso Istituto.Il riferimento storico, carico di suggestioni per il presente, ha rappresentato uno dei contenuti di rilievo disseminati negli interventi della Conferenza, che ha visto la partecipazione di diversi Patriarchi delle Chiese autoctone radicate in Medio Oriente.Nel suo discorso, ampiamente citato anche dal Jordan Times, il Principe Hassan ha richiamato l’urgenza di sostenere il diritto alla differenza e alla piena uguaglianza” tra i cittadini, per favorire una convivenza tra diversi che sia sottratta alle insidie del conflitto e dell’odio di matrice settaria.Alla sessione di apertura della Conferenza hanno preso parte anche Theophilos III, Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Ignatius Aphrem II, Patriarca siro-ortodosso di Antiochia, il Catholicos di Cilicia degli Armeni apostolici Aram I, Ignace Youssif III Younan, Patriarca della Chiesa siro-cattolica, e il Patriarca Raphael Bedros XXI Minassian della Chiesa armena-cattolica.Il Patriarca Theophilos III, nel suo intervento, ha elogiato il ruolo del Re Abdullah II a favore del dialogo interreligioso e nella protezione dei Luoghi Santi di Gerusalemme, richiamando la devastazione in atto nella Striscia di Gaza.Il Patriarca Ignatios Aphrem II ha invece richiamato il contributo fornito anche dai cristiani allo sviluppo della civilt¢ araba dal VII secolo dopo Cristo in poi.Il Catholicos Aram I ha sottolineato che nell’attuale contesto storico dilaniato da guerre sanguinarie la tolleranza religiosa e culturale rappresenta una necessità piuttosto che una scelta, stigmatizzando le diverse forme di strumentalizzazione politica della religione.Il Patriarca siro cattolico Younan ha richiamato il contributo essenziale offerto dalle Chiese autoctone del Medio Oriente alla crescita di nazioni connotate dalla convivenza tra diverse identità e fedi.Il Patriarca armeno cattolico Minassian ha invece ricordato la generosità del popolo giordano nell’accogliere i cristiani, inclusi gli armeni all’inizio del secolo scorso e i cristiani iracheni e siriani in fuga dalla violenza di matrice jihadista. (Agenzia Fides 8/5/2025)
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