Intervento del Sottosegretario Mantovano al Convegno "Le opportunità del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa"

Source: Government of Italy

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha tenuto oggi, presso il Senato della Repubblica, un intervento al Convegno

‘Le opportunità del Piano Mattei per lo sviluppo dell’Africa’
Imprese, cooperative e associazioni protagoniste del cambiamento

Esattamente due anni fa, il 23 luglio 2023, l’Italia ospitava la “Conferenza di Roma”: alla Farnesina si riunirono i rappresentanti di numerosi Stati africani, del Medio Oriente, e delle più importanti istituzioni internazionali. Vengono poste le basi per un radicale rinnovamento delle forme di cooperazione con le nazioni africane. Anche da quella conferenza ha iniziato a prendere forma il Piano Mattei. 

Un fattore importante che spinse a questo cambio di passo fu in quel momento, l’urgenza di arginare il fenomeno della migrazione irregolare. 

Ma non fu il fattore centrale. Il Fattore decisivo era la consapevolezza della centralità dell’Africa nel futuro del Pianeta. Una centralità colpevolmente sottovalutata negli ultimi anni dall’Occidente, che, fatte tutte le distinzioni al proprio interno, al massimo si è interessato dell’Africa per questioni legate all’accesso e alla gestione delle riserve di materie prime.
Sono altri i fattori che rendono l’Africa il continente del futuro.

Il primo è la demografia. Età media mondiale: 30,7 anni, 43,4 anni in Europa occidentale, addirittura a 48,1 anni in Italia. In Africa è diverso, l’età media è di appena 19 anni. Entro il 2030 oltre il 40% della popolazione giovanile mondiale sarà africana. Entro il 2035 l’Africa avrà la più grande forza lavoro del mondo, superando Cina e India.

Diversi Stati africani – non soltanto quelli che si affacciano sul Mediterraneo – registrano una significativa crescita economica: secondo i dati della Banca Africana di Sviluppo, nella lista delle 20 economie più in crescita nel 2024, oltre la metà di queste, ben 11, sono africane; l’ONU stima che il PIL africano crescerà del 3,7% nel 2025 e del 4% nel 2026.  

Certo, il Continente africano ha problemi storici non risolti. Con tutte le distinzioni da operare Nazione per Nazione, l’Africa sconta gravi debolezze interne: la crisi alimentare, l’estrema povertà, l’instabilità politica. 

Il 23 luglio del 2023, uno dei tanti dati al tempo stesso reali e simbolici, partecipò alla Conferenza di Roma l’allora Primo Ministro del Niger che venne a Roma, ma non tornò più in Niger perché mentre si svolgeva la Conferenza – ma non c’è un nesso causale fra i due eventi – ci fu un colpo di Stato e l’allora Primo Ministro ha scelto luoghi per lui più sereni. 

E infine la preoccupante insicurezza. Tutti abbiamo presente lo shock per l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ma da anni il terrorismo islamico ha preso piede e radice in Africa. Anche in Occidente ha fatto degli errori. Il primo grosso errore di valutazione è stato quello di ritenere che la partita con il terrorismo islamico si fosse chiusa con la sconfitta dell’ISIS in Iraq e in Siria. Invece dopo quelle sconfitte si era andato diffondendo nel Corno d’Africa e nel Sahel. Quest’ultima area è tra le più martoriate al mondo: nel 2024 si sono contati il 51% del totale dei morti per attentati terroristici nel mondo.

Allo stesso modo, non è da ieri che la Russia e la Cina, con modalità diverse, si sono profondamente infiltrate in Africa. La Russia con una penetrazione soprattutto militare attorno ai giacimenti di materie critiche. La Cina con massicci investimenti di carattere infrastrutturale. Queste presenze influenzano decisioni politiche, commerciali, con effetti ben al di là dei confini del continente. Pensiamo soltanto al settore nucleare, di cui la Russia già detiene una posizione di mercato dominante, copre circa il 50% del fabbisogno di uranio arricchito USA e il 40% del fabbisogno della Ue. Questa posizione è destinata a crescere ulteriormente, grazie all’influenza dei russi su Stati africani in cui l’uranio è presente, penso ancora una volta al Niger.

Ci sono voluti una serie di colpi di Stato, sei in tre anni solo nel Sahel, e le immagini delle bandiere di alcuni Stati europei bruciate per strada, per farci comprendere come la penetrazione dei gruppi jihadisti e di potenze straniere sia ormai avanzata. Cosa che dovrebbe allarmarci ulteriormente: tutto ciò ha trovato terreno fertile nel crescente sentimento anti-occidentale che soprattutto nei confronti di alcune Nazioni cresce, e cresce soprattutto per la profonda delusione degli africani di fronte all’atteggiamento paternalistico e predatorio che per decenni ha caratterizzato l’atteggiamento dell’Occidente nei loro riguardi.
È su quest’ultimo aspetto che interviene il Piano Mattei, con un approccio radicalmente. Non è di un piano calato dall’alto, né è sottoposto a rigide condizionalità, come fanno alcune organizzazioni internazionali quando vogliono imporre forme di ‘colonizzazione ideologica’ utilizzo un’espressione cara a Papa Francesco a danno della popolazione locale. È una piattaforma di cooperazione aperta e paritaria, in cui il contenuto dei progetti viene definito insieme, dopo approfonditi confronti con i nostri partner africani, sulla base delle esigenze da loro rappresentate. 

Un secondo pilastro portante del Piano Mattei, che ne sta assicurando la riuscita, è la sua governance. il Piano abbandona un approccio burocratico-centralistico, e poggia su una governance che potremmo definire multilivello, che raccoglie e integra i contributi di tutti i principali soggetti a vario titolo coinvolti nel processo:

  • al vertice opera la Cabina di Regia, guidata dalla PdC, di cui fanno parte i Ministeri competenti, la Conferenza delle Regioni, la Conferenza dei Rettori, rappresentanti della società civile, del Terzo settore, di enti pubblici o privati, le imprese partecipate dallo Stato, le imprese industriali;
  • il supporto tecnico e strategico alla Cabina di Regia è assicurato dalla “Struttura di Missione”, diretta dal Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio;
  • vi è poi Comitato tecnico, che valuta i progetti finanziati dal Piano.

Per le imprese si aprono importanti e concrete opportunità di investimento: nella cornice del Piano Mattei esse possono davvero tradursi sul territorio africano in sviluppo economico, in formazione e trasferimento di competenze, di miglioramento delle condizioni di vita della popolazione.

L’esempio più evidente proviene dal settore agro-alimentare. In Algeria, Bonifiche Ferraresi ha investito, a partire dal 2024, 420 milioni di euro per recuperare e mettere a coltura 36.000 ettari di terreno fino al giorno prima arido: secondo le stime del The European House – Ambrosetti, ciò porterà alla produzione di 40-45 mila tonnellate annue di cereali e legumi, con un impatto su circa 600mila persone beneficiarie, con 6.000 unità di personale locale impiegate, di cui 1.500 a tempo indeterminato. Negli scorsi mesi, l’iniziativa ha portato alla costruzione di numerosi sistemi irrigui e alla prima semina. Analoghe iniziative sono in corso in Libia, in Congo, in Costa d’Avorio e altre Nazioni africane.

È stata attivata una linea di finanziamento di 200 milioni di euro garantita da SACE in favore del Ministero delle Finanze della Costa d’Avorio per programmi di investimento nel settore agribusiness, in particolare quelli collegati alle filiere di cereali, riso e mais. L’iniziativa intende anche stimolare l’export dall’Italia, attraverso l’organizzazione di incontri tra aziende italiane, ministeri ivoriani competenti e alcune società controllate dal Governo.

Grazie all’integrazione tra Piano Mattei e il progetto europeo Global Gateway, presentata al vertice di Villa Pamphili del 20 giugno scorso – che porta le risorse disponibili complessive ad un totale di 1,2 miliardi di euro – è diventato operativo il programma TERRA – Transforming and Empowering Resilient and Responsible Agribusiness, che combina risorse finanziarie europee e capitali privati per promuovere lo sviluppo della catena del valore in campo agricolo nel Continente africano.

Ma il Piano Mattei non riguarda soltanto il pur importante settore alimentare: vi sono progetti che riguardano la sanità, l’energia, l’istruzione, le infrastrutture, le nuove tecnologie. Appena un mese fa è stato inaugurato l’Hub di I.A. per lo Sviluppo Sostenibile: è un progetto guidato dal Mimit col supporto delle Nazioni Unite, col coinvolgimento di oltre 300 start-up africane. Ha lanciato due programmi pilota su innovazioni industriali e digitalizzazione delle lingue locali.

Al di là dei singoli progetti, il dato più rilevante è che gli Stati africani percepiscono la sincerità dell’impegno che l’Italia ha messo in campo in questi due anni. Non parlo soltanto delle Nazioni che hanno aderito formalmente al Piano Mattei – in un anno e mezzo sono passate da 9 a 14 e ce ne sono altre che chiedono e noi dovremmo dotarci delle strutture per far fronte a queste richieste – ma anche di quelle nazioni che si sono allontanate dalla sfera occidentale, ma non dall’Italia. Penso al Niger, in cui, proprio in forza della nuova credibilità conquistata dall’Italia sul campo, è presente un unico contingente militare occidentale: quello italiano.

Ringrazio, pertanto, gli organizzatori del convegno, che rappresenta una preziosa occasione per far conoscere più da vicino alle imprese partecipanti questa cruciale progettualità strategica, ma anche per ricevere da loro suggerimenti e critiche: il suo spirito, i suoi aspetti più pratici-organizzativi e, soprattutto, le opportunità che il Piano Mattei ha la potenzialità di generare, a beneficio di tutti.

ASIA/SIRIA – La profezia di padre Paolo Dall’Oglio risuona nella Siria ancora ferita

Source: The Holy See in Italian

giovedì, 24 luglio 2025

di Gianni ValenteHoms (Agenzia Fides) – Nella Siria post-Assad, ancora insanguinata da ferocie e terrori settari, torna a riecheggiare la profezia di convivenza di padre Paolo Dall’Oglio, a 12 anni dalla sua misteriosa e irrisolta sparizione.In questi giorni, la figura, le intuizioni, i pensieri e le parole del gesuita romano, iniziatore della comunità monastica al Khalil di Deir Mar Musa, sono al centro di iniziative, celebrazioni liturgiche, incontri pubblici, conferenze e testimonianze che coinvolgono studiosi e autorità locali, cristiani e musulmani, ex prigionieri, confratelli della Compagnia di Gesù, suoi amici e compagni di destino, a partire dai monaci e dalle monache di Deir Mar Musa. Ed è la prima volta che ciò può accadere, dal giorno in cui padre Paolo è sparito, il 29 luglio 2013.“Il cambiamento radicale che la Siria sta vivendo dall’8 dicembre 2024” scrivono i monaci e le monache di Deir Mar Musa “ci permette, per laprima volta dopo molti anni, di organizzare nuovamente incontri e seminari e di parlare pubblicamente di padre Paolo Dall’Oglio nel suo Paese d’adozione”.Proprio presso il Monastero di Deir Mar Musa, dove padre Paolo ha vissuto e lavorato per favorire l’armonia islamo-cristiana per oltre trent’anni” è in corso un seminario inter-religioso di 4 giorni intitolato “cuori aperti: Una nuova speranza per la Siria”, dedicato a riguardare e assaporare alcuni tratti distintivi della avventura umana e cristiana di Paolo Dall’Oglio. Il primo giorno sarà dedicato all’ascolto di testimonianze di prigionieri nelle carceri del passato regime, il secondo e il terzo giorno saranno dedicati alle questioni della pace e della riconciliazione, mentre il quarto giorno si concentrerà l’attenzione sul suo itinerario e le sue intuizioni riguardate dai punti di vista dei suoi fratelli cristiani e dei suoi fratelli musulmani.I fichi di Idlib“Il 28 luglio” racconta all’Agenzia Fides padre Jihad Youssef, Priore della Comunità di Deir Mar Musa “sarà una giornata dedicata a quello che abbiamo voluto chiamare ‘Giardino dei Fichi’. Il fico è l’unico albero che ha resistito nella zona di Idlib, Quando le persone riuscivano a tornare a casa, trovavano che tutto era morto e si era inaridito, tranne i fichi. Un ex detenuto, specializzatosi in letteratura delle prigioni, con altri hanno avuto questa idea: il 28 noi collegheremo a un albero del nostro monastero e della valle, soprattutto olivi e fichi, il nome di una persona scomparsa come padre Paolo, o di persone uccise durante la guerra. Metteremo delle piccole foto, cenni biografici, e un QR tramite il quale si potrà accedere a un sito internet dove la vicenda di ognuno viene raccontata in prima persona da delle voci narranti. Compiremo nella valle un breve cammino, una sorta di piccolo pellegrinaggio a tappe, con riflessioni, parole preghiere condivise”.Quel breve cammino – scrivono i monaci e le monache di Deir Mar Musa “incarna il nostro desiderio di pace, è un percorso simbolico dove ciascuno potrà deporre le proprie ferite e attingere forza camminando insieme”.Il 29 luglio, alle 10 del mattino, nella valle sottostante il monastero, in una tenda con più di 500 posti a sedere, il Vescovo siro cattolico di Homs Jacques Mourad, monaco di Deir Mar Musa, presiederà la concelebrazione eucaristica a cui prenderanno parte altri Vescovi insieme a autorità civili, forze di sicurezza, rappresentanti delle comunità musulmane. E’ attesa anche la presenza del Cardinale Mario Zenari, Nunczio apostolico in Siria, e di rappresentanti dell’attuale governo di Damasco. Dopo la messa, nella tenda allestita nella valle verranno condivise testimonianza sulla persona di padre Paolo e su quello che la sua vicenda può rappresentare anche per il presente il futuro della Siria. “L’attenzione” insiste padre Jihad “sarà concentrata proprio su questo: quale speranza è possibile per il futuro della Siria”.Iniziative anche a HomsAltre iniziative riguardanti padre Dall’Oglio sono in programma a Homs. Nella città dove ora il Vescovo siro cattolico è Jacques Mourad, monaco di Deir Mar Musa, si svolgerà una tavola rotonda sul pensiero, sulla personalità di padre Paolo: si parlerà e ci interrogherà su Paolo Dall’Oglio come gesuita, come monaco, come appassionato amante cristiano dell’islam.Il 31 luglio, sempre a Homs, in occasione della festa di Sant’Ignazio di Loyola, i gesuiti celebreranno la liturgia eucaristica scandita da riflessioni e preghiere per padre Paolo.Nel decimo anniversario della sua sparizione i monaci di Mar Musa avevano pregato per padre Paolo nel loro Monastero, insieme a alcuni suoi confratelli gesuiti, ma senza fare eventi pubblici, che invece erano stati organizzati a Roma: il 29 luglio 2023 (vedi Fides 1/8/2023), una concelebrazione euraristica presieduta dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin era stata celebrata nella chiesa di Sant’Ignazio in Campo Marzio, con la partecipazione dell’Arcivescovo Mourad, dei monaci di Deir Mar Musa e dei parenti di padre Dall’Oglio, compresi i 3 fratelli e le 4 sorelle.Ferite riaperte dai falsi “scoop”Continua – e durerà a lungo – il lavoro di raccolta e pubblicazione anche in arabo del vasto materiale – scritti, articoli, conferenze, interventi – prodotto da Paolo Dall’Oglio prima della sua sparizione, in parte già confluiti nel volume “Il mio testamento”. In occasione delle giornate siriane dedicata a padre Paolo, viene diffuso anche un agile volume in arabo, intitolato “Una giornata di gioia”, Parole che Papa Francesco aveva ripreso nella sua prefazione al libro “Il mio testamento”. Il volumetto in arabo è una preziosa e semplice antologia di frasi brevi tratte dagli scritti e dai discorsi di padre Paolo.Le iniziative dei prossimi giorni manifestano quando sia vivo e pulsante, pur nel dolore, il vincolo di fede che unisce padre Paolo ai suoi fratelli e alle sue sorelle nella preghiera, nella celebrazione dell’eucaristia, nella rilettura dei suoi scritti, nell’ascolto delle sue parole. Un vincolo che all’inizio di giugno ha dovuto far fronte anche alle voci infondate intorno a un presunto ritrovamento del corpo di Paolo Dall’Oglio, incredibilmente rilanciate da molti media in tutto il mondo. “In quei giorni” racconta oggi a Fides padre Jihad “tantissimi mi hanno cercato per chiedermi cosa era successo Rispondevo loro che non avevo da dire niente, perché non c’era niente da dire. Adesso posso dire che quell’episodio ha fatto emergere anche una grave mancanza di professionalità. In tanti hanno agitato le acque, senza fare alcuna verifica. E hanno riaperto ferite, seguendo solo la smania di fare lo scoop”. (Agenzia Fides 24/7/2025).
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Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 136

Source: Government of Italy

24 Luglio 2025

Il Consiglio dei Ministri è convocato, giovedì 24 luglio 2025, alle ore 16.00 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

  • SCHEMA DI DISEGNO DI LEGGE: Misure di consolidamento e sviluppo del settore agricolo (AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE – AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE);
  • SCHEMA DI DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: Approvazione del 6° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2025-2027, ai sensi dell’articolo 1, comma 5, del DPR 14 maggio 2007, n. 103 (FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ);
  • LEGGI REGIONALI;
  • VARIE ED EVENTUALI.

ASIA/CAMBOGIA – Il Prefetto Apostolico Figaredo: “Si vive l’incubo di una guerra con la Thailandia; serve una mediazione Onu”

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Battambang (Agenzia Fides) – “Ci siamo svegliati  con l’incubo di una guerra. Al confine tra Cambogia e Thailandia  sono ricominciati scontri militari e la situazione è molto tesa e davvero preoccupante, con l’uso di potenti mezzi militari e aerei da combattimento”, dice all’Agenzia Fides il gesuita p.  Enrique Figaredo, Prefetto Apostolico di Battambang, provincia al confine con la Thailandia. Gli scontri tra le forze armate dei due paesi  sono iniziati nelle prime ore di oggi, 24 luglio, lungo il confine conteso. Secondo le forze armate thailandesi, truppe  cambogiane hanno aperto il fuoco in un’area vicino al tempio di Ta Moan Thom.  Il ministero della Difesa cambogiano ha invece  affermato che le forze armate hanno aperto il fuoco per legittima difesa, in risposta ad un’incursione dei militari thailandesi.  L’esercito thailandese ha inoltre  lanciato attacchi aerei su obiettivi terrestri in Cambogia. Nei giorni scorsi Bangkok aveva richiamato il proprio ambasciatore in Cambogia e annunciato l’espulsione dell’ambasciatore cambogiano in seguito a un nuovo incidente  lungo il confine  con mine antiuomo che ha ferito un militare thailandese. Le frontiere tra i due stati sono ora totalmente chiuse.Racconta p. Figaredo: “La nostra parrocchia di San Francesco di Assisi  si trova a meno di 100 km dal fronte. Il parroco e i fedeli, 12 famiglie cattoliche di quella chiesa, sentono distintamente spari ed esplosioni. C’è grande timore per una guerra che appare davvero insensata”, riferisce. “Basti pensare – nota il prefetto Apostolico – che la gente su due lati del confine parla la stessa lingua e, data la permeabilità di quella frontiera, le famiglie  sono tutte imparentate tra loro. Oggi la popolazione davvero non comprende il perche di questa recrudescenza che  credo sia  dovuta principalmente a motivi di nazionalismo e imperialismo”. Intanto una delegazione della Caritas Cambogia si è diretta verso la zona interessata dalla violenza per venire incontro alle esigenze delle famiglie di sfollati  interni, costretti a fuggire dai villaggi vicini al fronte. La questione è antica e risale al momento in cui le potenze coloniali nel Sudest asiatico tracciarono la frontiera tra i due paesi, nel dopoguerra. “E’ stato seguito e segnato il confine tracciato dalla Francia, quando lasciò quest’area. Ma la Thailandia segue un’altra mappa, quella americana, e rivendica diverse aree, alcune arricchite da templi buddisti di grande valore storico, culturale e religioso”, ricorda p. Figaredo.Oggi la contesa si riapre: “Credo che questa ripresa delle ostilità – prosegue il gesuita – sia dovuta anche a un gioco politico interno in Thailandia, dove si avvertono forti spinte nazionaliste. La Thailandia fa la voce grossa, dato che ha un potenziale militare nettamente  superiore rispetto alla Cambogia, che si appella alle Nazioni Unite e ha chiesto l’intervento  del Consiglio di Sicurezza Onu. Penso che una  mediazione Onu sia oggi l’unica via per una de-escalation”, conclude p. Figaredo.  (PA) (Agenzia Fides 24/7/2025)
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AFRICA/GHANA – I Vescovi esprimono preoccupazione per la rimozione della Presidente della Corte Suprema

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Accra (Agenzia Fides) – “La rimozione del Presidente della Corte Suprema in carica è una questione di grande importanza nazionale”. Così la Conferenza Episcopale del Ghana prende posizione sulla decisione di rimuovere dalla carica la Presidente della Corte Suprema del Ghana (“Chief of Justice”)Gertrude Araba Esaaba Sackey Torkornoo.La rimozione dalla sua carica del Chief of Justice- afferma il comunicato firmato da Mons. Matthew Kwasi Gyamfi, Vescovo di Sunyani, Presidente della Conferenza Episcopale del Ghana – “è un processo che deve essere scrupolosamente guidato dai principi costituzionali, da un’assoluta equità delle procedure, e da un chiaro rispetto del principio della separazione dei poteri”.L’alto magistrato è stata sospesa nel suo incarico il 22 aprile dal Presidente John Mahama, sulla base di tre petizioni il cui contenuto non era stato reso noto. Si è trattata della prima volta nei 68 anni di storia del Ghana dopo l’indipendenza che un giudice capo in carica viene sottoposto a una procedura di rimozione, causando un ampio dibattito politico e legale, in particolare sul delicato equilibrio tra potere esecutivo e giudiziario, come richiamato pure nel loro messaggio dai Vescovi.Torkornoo si è opposta al provvedimento del Capo dello Stato ma la sua richiesta di sospendere il procedimento presso la Commissione d’inchiesta è stata respinta dalla Corte Suprema nel maggio 2025, per motivi procedurali.Di fronte a quella che considera una negazione del giusto processo e un continuo danno reputazionale, Torkornoo si è ora rivolta alla Corte di Giustizia della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS, in inglese, CEDEAO in francese; con sede ad Abuja, in Nigeria, la Corte ha giurisdizione sulle violazioni dei diritti umani commesse dagli Stati membri, tra cui il Ghana.La giudice destituita chiede al tribunale dell’organismo regionale che le sia riconosciuto da parte del governo del Ghana un risarcimento di 10 milioni di dollari per il danno subito.Quello della giudice Torkornoo non è però un caso isolato ma è un campanello di allarme sullo stato della democrazia in Ghana come sottolineano i Vescovi nella loro dichiarazione del 22 luglio, nella quale ricordano le violenze che l’11 luglio hanno segnato la ripetizione delle elezioni parlamentari nella circoscrizione elettorale di Ablekuma North. “Condanniamo inequivocabilmente ogni forma di violenza elettorale, specialmente la brutalizzazione dei cittadini, inclusi i giornalisti” affermano i Vescovi che chiedono un’inchiesta approfondita sugli incidenti. (L.M.) (Agenzia Fides 24/7/2025)
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AMERICA/PARAGUAY – L’impegno della Chiesa locale verso la dignità e i diritti dei migranti

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giovedì, 24 luglio 2025

Episcopado de Paraguay

Asunción (Agenzia Fides) – Di fronte ai muri fisici e simbolici che i migranti si trovano ad affrontare, la Chiesa in Paraguay fa vivere i quattro verbi proposti da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Da una realtà che vede un panorama globale segnato da sfollamenti forzati e dalla ricerca di migliori opzioni di vita, la Chiesa cattolica locale ha cercato di rafforzare il suo sostegno a queste persone inaugurando il nuovo Centro Integrato per la Pastorale della Mobilità Umana ad Asunción.Progettato per fornire alloggio, supporto e orientamento a migranti, rifugiati e familiari di paraguaiani che hanno dovuto lasciare il Paese, il sito è stato inaugurato dal Cardinale Adalberto Martínez Flores, Arcivescovo di Asunción, in una cerimonia che ha riunito autorità ecclesiastiche e rappresentanti di organizzazioni sociali legate alla migrazione.Secondo la nota diffusa dal Consiglio Episcopale Latinoamericano, organismo che raggruppa i vescovi dell’America Latina e dei Caraibi, il nuovo centro si propone di diventare un punto di riferimento per chi è in transito, di ritorno o si trova ad affrontare difficoltà lontano dal proprio luogo di origine. In una situazione sempre più difficile per chi migra senza informazioni o supporto, i creatori di questo centro mirano a offrire supporto e orientamento adeguati, promuovendo al contempo la consapevolezza dei rischi associati alla migrazione non protetta.Oltre a offrire un’attenzione diretta ai bisogni urgenti, la struttura è concepita anche come centro di formazione nel quale saranno offerti workshop, corsi di spiritualità biblica e spazi di riflessione, incentrati sulle cause e le conseguenze della migrazione. Queste iniziative sono rivolte a volontari e operatori pastorali che operano in questo campo, tra cui professionisti come sociologi, avvocati, medici, psicologi, leader religiosi e laici scalabriniani.Attraverso questa iniziativa, la Chiesa riafferma il suo impegno per la dignità e i diritti dei migranti.L’evento è stato organizzato congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Paraguaiana, dall’Arcidiocesi e dalla Fondazione Scalabrini, branca della Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani), con una lunga storia di lavoro con i migranti.(AP) (Agenzia Fides 24/7/2025)
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AMERICA/BRASILE – La Pontificia Opera di San Pietro Apostolo al V COMINSE, il Congresso missionario nazionale dei Seminaristi

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Teresina (Agenzia Fides) – “A nome di questo Dicastero, veniamo a dire a voi, seminaristi, che la Chiesa universale vi vuole bene, che apprezza il vostro coraggioso slancio, il vostro risoluto “Sì” alla chiamata del Signore, nonostante le numerose e allettanti sollecitazioni offerte dal mondo”. Così don Alessandro Brandi, officiale della Pontificia Opera San Pietro Apostolo (POSPA), ha salutato e ringraziato la mattina di mercoledì 23 luglio gli oltre 240 partecipanti alla quinta edizione del Congresso Missionario Nazionale dei Seminaristi (COMINSE).Il convegno, che si è aperto lunedì scorso e andrà avanti fino a sabato 26 luglio, è promosso dalle Pontificie Opere Missionarie brasiliane, attraverso la Pontificia Unione Missionaria e il Consiglio Missionario dei Seminaristi (COMISE), in collaborazione con la Conferenza Episcopale del Brasile e l’Arcidiocesi di Teresina, che non solo ospita l’evento ma è anche il luogo dove ha avuto inizio l’esperienza del Consiglio Missionario dei Seminaristi.Il programma del Congresso include conferenze, workshop, momenti di spiritualità e condivisione di esperienze missionarie, si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza e celebra quest’anno anche il quarantesimo anniversario della fondazione del COMISE. Le giornate del Congresso hanno come filo conduttore il tema “Discepoli missionari della speranza” e come motto la frase “Lieti nella speranza, perseveranti nella tribolazione, assidui nella preghiera” (Rm 12,12).Nelle prime due giornate il convegno ha messo al centro dei lavori la nascita e lo sviluppo del Consiglio Missionario dei Seminaristi e l’importante ruolo di sostegno svolto a favore della formazione missionaria di chi si prepara a diventare sacerdote.“Perché è possibile essere un sacerdote-missionario della speranza oggi?” Questa la domanda al centro dell’intervento svolto da don Brandi, presente al Congresso a nome della Pontificia Opera San Pietro Apostolo, che si occupa della formazione del clero per conto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Il mandato missionario, affidato alla Chiesa da Cristo – ha sottolineato don Alessandro – non è temporaneo né limitato a una determinata epoca, ma esso vale fino alla fine dei tempi. “Riceviamo Cristo per portarlo agli altri “ – ha spiegato Don Brandi “e ogni sacerdote è un discepolo universale. Anche se il loro ministero di sacerdoti sarà limitato a una porzione di Chiesa, in una diocesi, tutti i seminaristi sono chiamati a avere un forte senso della Chiesa universale, apostolica e missionaria”.Intuizioni e contenuti condivisi dai seminaristi durante il Congresso hanno potuto prendere spunto anche da un “documento base” compilato per guidare la riflessione dei partecipanti e focalizzato sulle tre dimensioni – vedere, giudicare, agire – spesso richiamate nei tentativi di offrire linee guida all’opera pastorale.Don Brandi ha inoltre sottolineato in particolare alcuni elementi indispensabili per prepararsi ad essere un discepolo-missionario di speranza: la disponibilità a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, la Comunione con Cristo, lo spirito di distacco, l’amore senza esclusione e il desiderio di una vita santa. Infine ha illustrato ai partecipanti la storia ed il compito della Pontificia Opera San Pietro Apostolo e ha risposto alle domande dei partecipanti.Oggi e domani i lavori proseguono sul tema della speranza, con un approfondimento sulla centralità della preghiera. Sabato 26 luglio la celebrazione eucaristica in Cattedrale conclude la V edizione del Congresso Nazionale dei Seminaristi.(EG) (Agenzia Fides 24/07/2025)

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AMERICA/REP. DOMINICANA – Nominato il direttore delle Pontificie Opere Missionarie

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giovedì, 24 luglio 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – ll Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari), ha nominato, in data 26 giugno 2025, don José Alberto Lora Guzmán, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Repubblica Dominicana per il quinquennio 2025-2030.Nato il 22 aprile 1971, ha una licenza in filosofia, conseguita presso la Università Cattolica “Madre y Maestra” (1993-1998); una licenza in scienze religiose, ottenuta presso il Seminario Pontificio San Tommaso d’Aquino (1993-2001), un master in sviluppo umano, conseguito presso la Libera Università Internazionale delle Americhe (ULIA, 2012-2013). Ha inoltre conseguito un diploma in matrimonio, famiglia, società e bene comune, ottenuto presso l’Istituto messicano di dottrina sociale cristiana (2013-2014).Dal 2003 al 2011 è stato professore presso l’Università Cattolica tecnologica del Cibao, mentre nella Diocesi di Baní ha ricoperto molti incarichi tra cui vicario in tre parrocchie tra il 2006 ed il 2009, direttore diocesano delle POM dal 2009 al 2011, incarico che ha poi ripreso dal 2018 fino ad oggi. Tra il 2009 ed il 2011 è stato anche direttore diocesano della pastorale ed amministratore in due comunità parrocchiali. Nel gennaio 2011 parte come missionario per Cuba per tre anni, presso la diocesi del Santissimo Salvatore di Bayamo-Manzanillo dove svolge molteplici incarichi per poi fare ritorno a Bani nel 2013 dove viene nominato parroco della parrocchia San Francisco Javier per un anno, dal 2014 al 2018 è parroco di San José (Ocoa), nel 2018 parroco della parrocchia Nuestra Señora del Carmen, nel 2021 parroco della parrocchia Nuestra Señora del Carmen (Doña Ana) e dal 2018 ad ora Parroco della Parrocchia Santa Cruz (Yaguate).(EG) (Agenzia Fides 24/07/2025)
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Delitto di femminicidio, la soddisfazione del Presidente Meloni per approvazione in Senato del ddl

Source: Government of Italy

23 Luglio 2025

Accolgo con particolare soddisfazione l’approvazione all’unanimità, in Senato, del disegno di legge di iniziativa governativa che punta ad introdurre il delitto di femminicidio come reato autonomo nel nostro ordinamento. L’Italia è tra le prime Nazioni a percorrere questa strada, che siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile. Ringrazio tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, per aver sostenuto compattamente questa proposta e per aver contribuito a migliorarla.
Ora il testo passa alla Camera e mi auguro che l’iter possa concludersi rapidamente.

Riunione del CIPESS del 23 luglio 2025

Source: Government of Italy

Nella seduta odierna, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), alla presenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze e Vicepresidente del CIPESS Giancarlo GIORGETTI e del Segretario del CIPESS, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alessandro MORELLI, ha approvato alcuni importanti provvedimenti, fra l’altro, in materia di politiche di coesione.

Politiche di coesione

Il Comitato ha deliberato sui seguenti punti:

  • a) Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). Definizione delle modalità operative del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne;

b) Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). Assegnazione di risorse in favore di interventi finalizzati alla prevenzione e al contrasto degli incendi boschivi ex articolo 4 del decreto-legge n.120 del 2021 – annualità 2023;
c) Regione Calabria – Modifica del Programma operativo complementare (POC) 2014-2020;
d) Regione Siciliana – Modifica del Programma operativo complementare (POC) 2014-2020 e riduzione delle risorse del Piano sviluppo e coesione (PSC) 2014-2020;
e) Regione Marche – Accordo per la coesione. Modifica degli allegati alla delibera CIPESS 23 aprile 2024, n. 24, riferiti agli interventi finanziati a valere su risorse del Fondo di Rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987.

Sisma Abruzzo 2009

Il Comitato ha approvato i seguenti punti:
a)     Assegnazione di risorse ai fini dell’attuazione del decreto-legge n. 76 del 2024, a copertura dell’incremento straordinario del contributo per la riparazione e il miglioramento sismico;
b)     Assegnazione di risorse a favore dell’intervento “Demolizione dell’edificio EX INAM e riqualificazione dell’area anche a parcheggio”;
c)    Assegnazione di risorse per la copertura delle spese obbligatorie connesse alle funzioni essenziali svolte nei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 – Pagamento contributo per l’assistenza alla popolazione presso strutture alloggiative pubbliche e private;
d) Assegnazione di risorse per la ricostruzione o riparazione degli immobili privati danneggiati dal sisma per l’ambito territoriale “Altri comuni del cratere”.

Fondo NUVV

Il Comitato ha approvato il riparto del Fondo destinato al cofinanziamento delle spese di funzionamento dei Nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici delle Amministrazioni centrali e regionali (Legge n. 144 del 1999) per l’annualità 2025, nonché la proposta di aggiornamento dei criteri di riparto del predetto fondo che saranno utilizzati a partire dal 2026.