Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità

Source: Government of Italy

16 Luglio 2025

Il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei ministri eroga un contributo a sostegno di enti, organismi e associazioni la cui finalità è la promozione dei diritti delle persone con disabilità e la loro piena ed effettiva partecipazione e inclusione sociale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 1, comma 236 della legge 30 dicembre 2024 n. 207, come modificata dall’art. 12, comma 15-ter del decreto-legge 14 marzo 2025 n. 25, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 maggio 2025 n. 69. 

ASIA/MYANMAR – Il Vescovo in visita al campo profughi: “Sono qui per dirvi che Dio vi ama”

Source: The Holy See in Italian

diocese of Myitkyina

Myitkyina (Agenzia Fides) – “Oggi il Signore Gesù dice: pace a voi. La grazia e la benedizione di Dio scendono su di voi. Grazie di cuore per avermi accolto come Pastore. Il Signore mi ha amato, ha avuto pietà di me e mi ha scelto. Oggi sono qui oggi per dirvi quanto Dio vi ama. Non scoraggiamoci, ma preghiamo di più in questi tempi difficili”: sono le accorate parole che mons. John Mung Ngawn La Sam, MF,  Vescovo della diocesi di Myitkyina nel Nord del Myanmar, ha rivolto agli oltre 600 sfollati che vivono da anni nel campo profughi  di Nam Hkam, che il Vescovo ha visitato nei giorni scorsi. Il campo accoglie membri della comunità cattolica, ma anche famiglie cristiane ortodosse e della Chiesa anglicana, tutte accomunate dall’esperienza della precarietà  dello sfollamento. Il campo è stato aperto già nel 2017 in quanto già allora i combattimenti tra l’esercito birmano e le milizie etniche , soprattutto degli eserciti Kachin e Shan, costringevano la popolazione a lasciare  i villaggi. Negli ultimi quattro anni, dall’inizio della guerra civile, il flusso di sfollati è continuato,  si è ingrossato e attualmente sono 622 gli sfollati interni che vivono di stenti in un campo che la Chiesa cattolica locale gestisce portando regolare aiuti umanitari.Il Vescovo ha visitato il  campo con il Vicario generale p. Peter e altri sacerdoti e laici. Si è fermato a dialogare, incoraggiare, consigliare e pregare con gli sfollati con le famiglie sofferenti. Ha ascoltato i loro racconti, dispensato il Sacramento della Riconciliazione, ha  celebrato la messa, impartito la benedizione.Il Vescovo ha chiesto tutti di pregare per i quattro diaconi (don Clement , don Lucas, don Patrick, don Thomas) che il 6 agosto nella  Cattedrale di Myitkyina diventeranno sacerdoti, invitando i fedeli a partecipare – per quanto possibile – alla cerimonia di ordinazione sacerdotale, che sarà “un dono immenso per la diocesi di Myitkyina provata dalla guerra”.La diocesi cattolica di Myitkyina, nello Stato Kachin è impegnata a organizzare  aiuti umanitari e fornire assistenza ai rifugiati. La Chiesa locale ha accolto migliaia di sfollati, indipendentemente dalla loro fede, in campi organizzati dalle parrocchie: grazie all’opera instancabile di preti,  religiosi e laici, i profughi  ricevono assistenza materiale e conforto spirituale.  Nel territorio Kachin, nel nord del Myanmar, la Chiesa cattolica è organizzata in due diocesi, la diocesi di Myitkyina (con circa 100mila fedeli) e la diocesi di Banmaw (con 40mila cattolici). Secondo dati dell’UNHCR, a causa del conflitto civile, attualmente sono 3,5 milioni gli sfollati interni in Myanmar. (PA) (Agenzia Fides 16/7/2025)
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AMERICA/CILE – Elezioni Presidenziali: il paese nel caos tra violenza, corruzione, criminalità organizzata

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 16 luglio 2025

Santiago del Cile (Agenzia Fides): “Chiedo ai candidati alla presidenza di mostrare totale rispetto per la dignità dei loro avversari; di non usare mai la violenza, in nessuna forma, come metodo politico; di essere un esempio di cultura civica, magnanimità e rispetto reciproco per i giovani; e di promuovere idee, non odio. E’ l’appello che ha condiviso il cardinale Fernando Garib Chomalì, arcivescovo di Santiago del Cile, in merito alle prossime elezioni presidenziali che si terranno a novembre nel Paese.La politica cilena è in una fase di transizione, Le elezioni del 2025 rischiano di essere tra le più polarizzate della storia cilena, con uno scontro netto tra una sinistra radicale e una destra ultra-conservatrice. Mentre domenica 13 luglio il Partito repubblicano (Rep), il Partito social cristiano (Psc) e il Partito nazionale libertario (Pnl) hanno sancito la nascita di “Destra unita”, per la prima volta nella storia del Cile si avrà una candidata che ha vinto le primarie della sinistra. Si tratta di Jeannette Jara, che ha posizioni meno radicali del suo partito.La massiccia immigrazione degli ultimi dieci anni, che supera il milione di persone, insieme a un’ondata di violenza senza precedenti nella società cilena, ha trasformato lo scenario politico. Ed è di pochi giorni fa l’allarme lanciato dall’attuale presidente Gabriel Boric che ha denunciato l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle forze armate e di membri che partecipano a reti di narcotraffico, utilizzando risorse e logistica militari.Il primo turno è previsto il 16 novembre. Se nessun candidato supererà il 50 per cento dei voti, il 14 dicembre si terrà un secondo turno con i due candidati più votati. Verranno eletti i membri del Congresso nazionale e il presidente per i prossimi 4 anni. Boric non potrà ricandidarsi.(AP) (Agenzia Fides 16/7/2025)
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Avanti adagio. Il summit brasiliano dei BRICS+ rialza la bandiera del multilateralismo

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mercoledì, 16 luglio 2025

Alexandre Brum – BRICS Brasil

di Cosimo GrazianiRio de Janeiro – Agenzia Fides) – Il 6 e 7 luglio scorso si è svolto a Rio de Janeiro l’annuale summit dei Brics, il forum di Stati nato nel 2009 e che in questi anni si è ampliato fino ad accogliere undici paesi: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia ed Iran.L’incontro di quest’anno è stato preceduto da alcuni eventi riguardanti suoi membri che avevano creato delle aspettative attorno al suo svolgimento, primo fra tutti il breve conflitto tra Israele e Iran, con gli Stati Uniti intervenuti a fianco dello Stato Ebraico. Le aspettative su una presa di posizione forte su questo e altri temi però sono state deluse. Mentre l’attore geopolitico che ha meglio approfittato della visibilità internazionale connessa al vertice è stato il Paese organizzatore, il Brasile, che nell’ultimo anno ha organizzato eventi come il G20, ha preso la presidenza del Mercosur e organizzerà la prossima COP delle Nazioni Unite. Questa serie di eventi, compresa l’organizzazione del summit Brics, hanno permesso a Brasilia di ribadire la sua posizione internazionale a favore del multilateralismo.Proprio il multilateralismo è stato il primo tema toccato dal Presidente brasiliano Lula nel suo discorso introduttivo. In particolare, la denuncia di Luiz Inàcio Lula da Silva riguarda il fatto che in questi ultimi anni i progressi fatti da organizzazioni come le Nazioni Unite siano stati minacciati. Il Presidente brasiliano ha menzionato chiaramente i passi indietro fatti su temi quali il clima o il commercio, in quest’ultimo caso un riferimento neanche troppo velato alle politiche dei dazi di Donald Trump.I riferimenti al multilateralismo e ai dazi sono stati inseriti anche nella dichiarazione conclusiva del summit assieme a quelli su sanità, intelligenza artificiale, cambiamento climatico e promozione della pace e della sicurezza. Sono state anche criticate le recenti azioni israeliane in Medio Oriente e la disastrosa situazione umanitaria a Gaza. I rimproveri si sono poi allargati anche all’aumento delle spese militari al 5% disposto dai Paesi Nato: Lula ha criticato in particolare l’assenza di investimenti per la pace. Allo stesso tempo, poco è stato detto sulla guerra in Ucraina.A far rumore durante il summit sono state le assenze del Presidente russo Vladimir Putin e di quello cinese Xi Jinping: il primo probabilmente per evitare di mettere in imbarazzo il Brasile rispetto al mandato di cattura internazionale che pende sulla testa del Presidente russo, emanato dalla Corte Penale Internazionale; il secondo ufficialmente alle prese con altri impegni concomitanti.Gli occhi degli analisti erano puntati sul summit per l’importanza che questo appuntamento sta acquisendo per il cosiddetto “Global South, il Sud globale. Oramai l’organizzazione rappresenta una buona fetta della popolazione mondiale e un’altrettanta buona parte del Pil mondiale, il 37% ad essere precisi. Osservare le mosse di questo gruppo significa osservare se e come il Sud Globale sarà in grado di esercitare una rilevanza nella Governance del mondo analoga a quella dei Paesi del G7 o addirittura sostituire per importanza il summit del G20, l’unico consesso che al momento rappresenta l’opportunità ai Paesi appartenenti a questa categoria di acwuisire visibilità e rilevanza sugli scenari globali.Rispetto al G20, il consesso dei Brics è composto esclusivamente da Paesi che vogliono relativizzare il peso dei Paesi occidentali e sviluppati. Se ciò riuscirà dipenderà dal fatto o meno che i Paesi membri riescano a negoziare le loro posizioni sui temi più importanti, e riescano a raggiungere una qualche forma di integrazione politica o economica. Riguardo quest’ultimo aspetto, tutti i membri del Brics sono concordi nel prospettare e auspicare la de-dollarizzazione e la sostituzione della valuta statunitense con le valute dei singoli Stati nelle transazioni commerciali. Il problema è che non tutti sono pronti a questo passaggio che significherebbe un allontanamento da Washington: Paesi come Russia e Cina sono molto propensi, mentre altri come l’Arabia Saudita non faranno mai propria 5tale prospettiva, per via delle relazioni che ancora intrattiene con Washington.Resta poi da vedere se le minacce del Presidente USA Trump di imporre dazi a Paesi del gruppo in via di sganciamento dal dollaro diventeranno realtà. In tal caso, le risposte che daranno i singoli Stati a simile minaccia dovranno essere lette come una vera e propria prova di fedeltà al gruppo.Nel complesso si può dire che i risultati del summit siano stati contrastanti e che l’unico Paese uscitone leggermente rafforzato sia stato proprio il Brasile in quanto organizzatore, perché ha potuto promuovere i punti principali della sua politica estera, a partire dal richiamo l multilateralismo. Arrivare a sostenere che il gruppo manchi di amalgama per poter diventare alternativo all’Occidente è affrettato: ma molti analisti ritengono che i troppi interessi divergenti dei suoi membri saranno un impedimento per lo sviluppo dell’organizzazione. Nonostante tali rilievi, c’è da prendere atto che i membri del Brics sono arrivati al loro diciassettesimo summit, e si è creato uno “zoccolo duro” all’interno dell’organismo, con Russia e Cina come attori chiave nella prospettive di un approccio ai problemi del mondo alternativo a quello esercitato dai gruppi dirigenti di molti Paesi occidentali. Tutti questi elementi lasciano pensare che il percorso verso un’organizzazione del Sud Globale possa guadagnare peso nelle relazioni internazionali, superando in rilevanza il ruolo finora giocato dal G20. (Agenzia Fides 16/7/2025)
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ASIA/COREA DEL SUD – La pacificazione nel mondo passa anche per la Penisola coreana. Decimo “Pellegrinaggio per la pace” nella Zona Demilitarizzata

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mercoledì, 16 luglio 2025

Seoul (Agenzia Fides) – “Non può esserci pace nel mondo senza la pace nella Penisola coreana”. È lo slogan che giovani coreani hanno lanciato dalla Zona Demilitarizzata (striscia di terra creata nel 1953 in seguito all’armistizio della Guerra di Corea che funge da zona cuscinetto e di confine fra le due nazioni, ndr) meta del decimo “Pellegrinaggio per la pace”.Organizzato dal Comitato per la Riconciliazione della Corea dell’Arcidiocesi di Seoul, il pellegrinaggio di quest’anno, supportato anche dal Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo, ha visto la partecipazione di una quarantina di giovani, nati sia nel sud che nel nord della Penisola e da diverse altre nazioni del pianeta.Diversi, e simbolici, i luoghi toccati in quattro giorni dalla carovana, divenuti per alcuni istanti luoghi di preghiera. Come la Torre dell’Unificazione di Odusan, dalla quale è possibile ammirare il panorama spettacolare dei fiumi Han e Imjingang che si uniscono e sfociano nel Mar Giallo e, più in lontananza, la provincia di Hwanghae, in Corea del Nord.I giovani partecipanti al pellegrinaggio hanno poi raggiunto il parco di Imjingak diretti all’Osservatorio di Jangsan, presso l’isola di Chopyeongdo: nota per essere habitat di uccelli migratori, è disseminata di recinzioni di filo spinato che delimitano il campo d’addestramento militare. Qui è stata recitata la “Preghiera semplice” di San Francesco d’Assisi mentre in sottofondo si sentivano gli spari esplosi dai soldati in addestramento.Il gruppo si è quindi spostato a Cheorwon, nella provincia di Gangwon, dove sorge l’Osservatorio della Pace, situato oltre la linea di controllo civile e a circa due chilometri dal confine nordcoreano. Da qui è stato raggiunto l’altopiano di Sapseulbong, noto come “Altopiano del Gelato” così chiamato per la sua forma che ricorda un gelato che si scioglie. Un altopiano che ha fatto da teatro, durante la Guerra di Corea, a feroci scontri armati. In questo luogo, dove le cicatrici della guerra sono ancora visibili, i giovani, oltre a pregare, si sono fermati a riflettere e a discutere ci come costruire un futuro di pace per la Penisola.In bicicletta è stato poi raggiunto il caffè “Open the Moon”. Situato nel punto più a nord della Corea del Sud, vicino a un checkpoint della zona di controllo civile, è gestito da giovani nordcoreani cresciuti in una casa famiglia. Dopo la sosta, il pellegrinaggio è ripreso verso il crematorio per le truppe ONU a Yeoncheon e il cimitero militare per i soldati nordcoreani.“Avevo sentito parlare di questo cimitero, ma non immaginavo che esistesse davvero. E certo anche loro avevano genitori, famiglie, una casa”, le parole di Joanna Hwang, madre di tre figli proveniente dal Nord, profondamente colpita dal fatto che, “nonostante fossero considerati nemici, qualcuno abbia trovato il tempo di seppellirli e onorarli”.Il terzo giorno, i partecipanti hanno camminato lungo un sentiero costiero di 10 chilometri da Nanjeong a Ganghwa, pregando insieme il Rosario. L’ultimo giorno, a conclusione del pellegrinaggio si è celebrata una Santa Messa durante la quale si è pregato per la pace nella Penisola coreana e nel mondo. I partecipanti hanno anche condiviso le loro esperienze vissute nei quattro giorni. (F.B.) (Agenzia Fides 15/7/2025)

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Cerimonia di Giuramento dei neoassunti del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica

Source: Government of Italy

15 Luglio 2025

Intervento di saluto del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Direttore generale del DIS, Vittorio Rizzi, alla Cerimonia di Giuramento dei neoassunti del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica presso Palazzo Dante. Sono presenti alla Cerimonia il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio – Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, e i direttori dell’AISI, Bruno Valensise, e dell’AISE, Giovanni Caravelli.

[La Cerimonia di Giuramento]

Incontro del Presidente Meloni con il Re del Bahrein

Source: Government of Italy

15 Luglio 2025

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa, in Italia in visita privata. 

Nel corso dell’incontro, i due leader si sono confrontati sulla situazione in Medio Oriente e in particolare degli sforzi comuni per giungere a un cessate il fuoco a Gaza. Il confronto ha anche fornito l’occasione al Presidente Meloni di congratularsi per l’elezione del Bahrein quale membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il mandato 2026-27. 

Il colloquio ha infine permesso di affrontare il tema delle relazioni bilaterali, a partire dalla collaborazione economica, anche in vista della visita a Roma che il Principe Ereditario e Primo Ministro del Bahrein effettuerà il prossimo mese di settembre e delle intese che verranno concluse in quell’occasione.

Decreto 12 maggio 2025

Source: Government of Italy

15 Luglio 2025

Il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità ha pubblicato il decreto 12 maggio 2025 del Ministro per le disabilità di concerto con il Ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali concernente il riconoscimento delle associazioni ed enti legittimati a costituirsi in giudizio per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni (legge 1° marzo 2006, n. 67, art. 4).

ASIA/FILIPPINE – La Corte Suprema dichiara lecite le attività minerarie su larga scala: la società civile promuove la “giustizia ambientale”

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Mamburao (Agenzia Fides) – Ha generato perplessità e disappunto nella società civile e nelle comunità cattoliche filippine la recente decisione della Corte Suprema che ha dichiarato nulle  ordinanze e  risoluzioni dei governi provinciali che impongono una moratoria di 25 anni sulle attività minerarie nella provincia di Mindoro occidentale, sull’omonima isola nel centro dell’arcipelago filippino. La sentenza, pubblicata il 14 maggio e resa esecutiva da alcuni giorni, ha confermato il pronunciamento del 2018 del Tribunale regionale di Mindoro, che annullava il divieto di estrazione mineraria, stabilito dal governo locale. L’Alta Corte ha affermato che, secondo la Costituzione, i governi locali possono vietare specifici progetti minerari, ma non hanno l’autorità di vietare tutte le attività minerarie su larga scala all’interno del territorio.Il ricorso alla Corte era stato presentato dalla società “Agusan Petroleum and Mineral Corporation” (APMC), che nel 2008 aveva stipulato con il governo centrale di Manila contratti per attività minerarie su larga scala. Nello stesso anno, accogliendo le istanze della società civile, il governo provinciale di  Mindoro occidentale ha emanato ordinanze che imponevano una moratoria all’estrazione mineraria. L’APMC si era opposta, contestando in tribunale la costituzionalità di tali ordinanze in un procedimento avviato nel 2014.La sentenza della Corte Suprema ha riconosciuto che le attività minerarie “incidono sull’ambiente” e ha comunque sottolineato che le ditte appaltatrici sono tenuti a rispettare le misure di salvaguardia ambientale stabilite dal Dipartimento dell’ambiente e delle risorse naturali.Secondo “Alyansa Tigil Mina”, una coalizione di gruppi in difesa del territorio, contrari all’attività estrattiva, la sentenza “avrà chiare ripercussioni” sul territorio. La coalizione ha  ribadito l’impegno a “calibrare l’approccio, intervenendo sulla protezione della biodiversità, sulla resilienza climatica e sullo sviluppo sostenibile”.Mons. Moises Cuevas, Vescovo del Vicariato Apostolico di Calapan, a Mindoro orientale (altra provincia sulla medesima isola) ha affermato che la sentenza potrebbe creare un precedente legale per la simile ordinanza attualmente vigente a Mindoro orientale e “potrebbe avere un impatto distruttivo sulla nostra missione, espressa nell’enciclica Laudato si’,  per la cura della nostra casa comune”.La Chiesa locale il 10 luglio scorso ha ospitato un “Forum di dialogo sulla moratoria mineraria di Mindoro” cui hanno preso parte associazioni e comunità locali per discutere il da farsi, dopo la sentenza della Corte e, lo stesso giorno,  ha indetto una Giornata di preghiera per la giustizia ambientale.Al Forum,  rappresentanti delle comunità cattoliche, di associazioni ambientaliste e per la tutela dei diritti umani, accanto a esponenti del governo provinciale delle due province di Mindoro, hanno ribadito la loro opposizione all’attività mineraria su larga scala. Padre Edwin Gariguez, direttore esecutivo del “Diocesan social action center” a Mindoro orientale,  ha definito la lotta contro l’attività mineraria “un obbligo  morale e pastorale”, ricordando il forte impatto sulle popolazioni native.  “Il grido della terra è il grido dei poveri”, ha detto padre Gariguez, citando la Laudato Si’ . “Questa lotta non è solo ecologica o politica: è pastorale e morale. Siamo chiamati a difendere la vita in tutte le sue forme”.(PA) (Agenzia fides 15/7/2025)
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AFRICA/CENTRAFRICA – Sulle orme del Vescovo missionario de Brésillac

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martedì, 15 luglio 2025

SMA

Monasao (Agenzia Fides) – “Quando mi preparavo per venire in Africa, capitava che qualcuno mi mettesse in guardia contro le difficoltà che avrei incontrato… Non solo per i problemi di adattamento: clima, cibo o altre facezie, ma dello shock culturale che può provocare gravi incomprensioni, delusioni e sofferenze”. Lo racconta padre Davide Camorani, ordinato sacerdote della Società delle Missioni Africane nel mese di luglio 2021 e arrivato in Centrafrica il 21 settembre dello stesso anno nella missione di Monasao, diocesi di Berberati (vedi Agenzia Fides 17/10/2021).Da quel giorno padre Davide, che insieme al confratello don Michele Farina è pioniere della prima missione SMA nel paese (vedi Agenzia Fides 3/8/2021), vive nel cuore dell’Africa, tra i Pigmei Bayaka, tra gioie e difficoltà. E ogni giorno scopre che la missione è opera di Dio.“Mons. de Brésillac, il nostro fondatore, – prosegue il missionario – diceva in una delle sue frasi rimaste celebri, che, se si cercano gli onori o le gratificazioni… è meglio rimanere a casa; chi cerca queste cose non è fatto per andare in missione. A volte, però, può capitare che la vita ti ponga di fronte a situazioni inattese, che si è tentati di definire troppo grandi, al di là delle proprie capacità. In questi momenti difficili si può essere tentati di perdere la speranza, di arrendersi, di dire: “non ne vale la pena!” Anch’io ho provato questi pensieri… E allora, la speranza dov’è? La speranza che cos’è? Sperare in che cosa? La speranza è Dio e le sue promesse, a partire da Adamo, fino ad oggi. Dio è sempre lì e non ci abbandona mai: dobbiamo solo cercarlo!”“Nutrirsi della parola di Dio è fondamentale, per me lo è stato e lo è tuttora – rimarca padre Davide. Leggere la Bibbia, studiarla, meditarla a fondo, è la via per scoprire che le promesse di Dio sono eternamente valide. Ecco la speranza: sapere che Dio farà, anche quando è difficile vedere la luce in fondo al tunnel. Sapere che questa missione è sua, non mia, ed è lui al volante!! Allora non prego, affinché mi venga tolta la croce, ma prego che il Signore Gesù mi dia spalle ampie per portarla.(AP) (Agenzia Fides 15/7/2025)
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