ASIA/GIAPPONE – Nagasaki, la campana della Cattedrale distrutta dall’atomica tornerà a rintoccare: “Suonerà per invocare la pace”

Source: The Holy See in Italian

sabato, 2 agosto 2025

Diocesi di Nagasaki

di Fabio BerettaNagasaki (Agenzia Fides) – Palazzi rasi al suolo, esseri viventi disintegrati, persone uccise in pochi secondi da un’energia talmente devastante che oggi di loro restano le ombre sui muri o sull’asfalto. Nella orrenda scia di distruzione causata dallo sgancio della bomba atomica su Nagasaki, avvenuta esattamente 80 anni fa, a essere spazzata via fu anche una delle due campane che erano all’interno dell’antica Cattedrale di Urakami.Quando la chiesa venne riedificata, quella cella rimase vuota. Fino ad oggi. Nei mesi scorsi, diversi cattolici statunitensi hanno raccolto fondi per ricostruire quella campana e l’hanno donata alla Cattedrale. A raccontarlo in un’intervista all’Agenzia Fides è Peter Michiaki Nakamura, Arcivescovo di Nagasaki: “Questa nuova campana è stata installata in questi giorni nel campanile rimasto vuoto, e suonerà per la prima volta proprio nell’orario in cui, il 9 agosto 1945, la bomba atomica esplose nei cieli sopra Nagasaki”.La nuova campana batterà i suoi primi rintocchi alle 11.04: per l’Arcivescovo, il suo suono costituirà “un richiamo alla memoria delle vittime e un’invocazione alla pace. Il fatto che la campana distrutta da una bomba atomica fabbricata e lanciata dagli Stati Uniti sia stata ricostruita e donata proprio da cittadini statunitensi, e accolta dalla chiesa di Urakami, rappresenta un segno concreto di perdono, riconciliazione e speranza”. In altre parole, questo, per il pastore della comunità di Nagasaki, “testimonia la possibilità di camminare insieme verso la realizzazione della pace nel mondo”.Un anno di speranza“Mi auguro che, ogni volta che il suono di quella campana si diffonderà, le persone ricordino questi eventi e possano impegnarsi, con speranza, per costruire la pace”. Il 2025, infatti, per l’Arcivescovo Nakamura è “l’anno della ‘speranza’”.E non solo per via del Giubileo: “Il 2025 segna l’80mo anniversario della fine della guerra e dell’attacco atomico, ed è un’occasione per riflettere ancora una volta sull’importanza di evitare che scoppi una guerra, di pregare per la fine dei conflitti attualmente in corso in tutto il pianeta e di promuovere non solo l’abolizione dell’uso delle armi nucleari ma anche la loro produzione e detenzione”.“Molte persone pensano che la guerra sia sbagliata – ha aggiunto l’Arcivescovo –, ma al tempo stesso, se il Giappone venisse attaccato da una potenza straniera, molti riterrebbero inevitabile rispondere con la guerra. Per questo motivo è fondamentale iniziare fin da ora a costruire legami di cooperazione e comprensione reciproca, affinché la guerra non abbia nemmeno la possibilità di iniziare”.In quest’ottica, la Diocesi di Nagasaki, insieme a quella di Hiroshima, ha avviato un percorso di partenariato con le Diocesi di Seattle e Santa Fe, negli Stati Uniti, con l’obiettivo comune di un mondo libero dal nucleare. “Credo sia molto importante promuovere questo tipo di relazioni e connessioni con gli altri”, il commento di Nakamura.Riarmi e paureDi recente la Conferenza episcopale giapponese ha pubblicato un documento sulla pace per commemorare gli otto decenni dell’atomica. Nel testo è stata sollevata una domanda: “L’orrore e il male della guerra sono chiari a molti, ma dobbiamo imparare dall’esperienza di 80 anni fa e ricordare che idee e valori trasmessi nella vita quotidiana cambiarono l’opinione pubblica e portarono al conflitto. Il Giappone oggi è davvero sulla via della pace?”.Per l’Arcivescovo di Nagasaki, “considerando l’espansione degli armamenti e l’attuale sistema educativo in Giappone, è difficile dire che il Paese stia davvero percorrendo la via della pace. Anche la società giapponese è fortemente competitiva, spesso dominata dalla ricerca del profitto e da un marcato materialismo. In una società di questo tipo, si rischia di sfociare in guerre basate sulla lotta e sulla conquista”.La domanda che i Vescovi giapponesi avevano posto nel documento nasce dal fatto che negli ultimi tempi a Okinawa e nelle isole Nansei vengono installate unità missilistiche “a scopo difensivo”. “Anche nella regione del Kyushu, sono in corso rafforzamenti delle basi militari per scopi difensivi”, ha precisato l’Arcivescovo che, interpellato su come stanno reagendo i giovani a questo potenziamento militare, ha sottolineato: “Credo che molti giovani, non solo cattolici, non abbiano una reale consapevolezza di quanto la guerra sia tragica e disumana. Anche se nelle scuole si fa educazione alla pace, si tratta principalmente di un’istruzione teorica o puramente nozionistica. Recentemente è emerso che il Ministero della Difesa ha inviato alle scuole opuscoli che spiegano in modo accessibile la ‘necessità e legittimità della difesa’”.Per l’Arcivescovo, la Chiesa “deve vigliare affinché l’educazione scolastica non diventi, senza che ce ne rendiamo conto, unilaterale e orientata a preparare alla guerra, promuovendo l’idea fuorviante che la pace possa essere raggiunta con la forza militare”. In questo contesto, ha rimarcato Nakamura, “la Chiesa ha il dovere di testimoniare l’amore, il perdono e il dono di sé agli altri, non solo a parole, ma attraverso uno stile di vita concreto”.“Battersi” per la paceDurante la Seconda Guerra Mondiale, ha ricordato l’Arcivescovo, “anche il Giappone ha commesso atti crudeli e spregevoli nei confronti di altri Paesi. All’epoca, però, davanti a quegli orrori, la Chiesa cattolica giapponese non fu in grado di esprimere una forte opposizione o protesta. Probabilmente una delle ragioni potrebbe essere il fatto che, durante la guerra, i cristiani venivano chiamati ‘yaso’ (termine dispregiativo per indicare i cristiani, ndr.) e discriminati perché considerati dei ‘non patrioti’. Chiunque si opponeva al conflitto, anche i non cristiani, veniva etichettato così. Nonostante ciò, penso che, anche a rischio di persecuzione, mancasse il coraggio o la forza per gridare a favore della pace”.“Oggi, invece, la Conferenza episcopale può e deve diffondere messaggi di pace. E, ovviamente, pregare per la pace. Dopo la visita in Giappone di due Papi, il popolo giapponese ha percepito più profondamente il ruolo importante della Chiesa nella promozione della pace. Sostenuta dal messaggio e dall’impegno del Successore di Pietro, la Chiesa in Giappone, come nazione colpita dalle bombe atomiche, ritiene di poter svolgere sempre più il proprio dovere come messaggera di pace”. (Agenzia Fides 2/8/2025)

Diocesi di Nagasaki

Diocesi di Nagasaki

Diocesi di Nagasaki

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Ex Ilva di Taranto, incontro Governo-sindacati a Palazzo Chigi

Source: Government of Italy

Si è tenuta oggi a Palazzo Chigi una riunione fra Governo e sindacati sull’ex Ilva di Taranto, presieduta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Durante l’incontro l’Esecutivo ha illustrato alle forze sindacali il piano per la piena decarbonizzazione degli impianti, già presentato dal Mimit nei giorni scorsi alla Regione Puglia e agli enti locali nel quadro dell’accordo interistituzionale. Il piano, che prevede la realizzazione di tre forni elettrici nella città di Taranto, di un quarto eventualmente a Genova e la costruzione a Taranto del polo del Dri per il preridotto che alimenterà i forni elettrici, è stato condiviso dai sindacati. Il Governo ha, inoltre, presentato alle forze sindacali gli elementi che saranno contenuti nell’aggiornamento del bando di gara per la vendita degli impianti. In tal senso, i sindacati hanno richiesto che nell’aggiornamento del bando, tra le condizioni di gara, sia prevista espressamente la massima tutela dei livelli occupazionali. 

Per l’Esecutivo erano presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone. Presente il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Per i sindacati, hanno partecipato i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager. Presenti, inoltre, i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari del Gruppo Ilva.

Incontro trilaterale con il Presidente della Repubblica di Turchia Erdoğan e con il Primo Ministro della Libia Dbeibeh

Source: Government of Italy

1 Agosto 2025

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi alle ore 13.30, a Istanbul, presso il Palazzo di Dolmabahçe, parteciperà ad un incontro trilaterale con il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, e con il Primo Ministro della Libia, Abdul Hamidf Mohammed Dbeibeh.

ASIA/CINA – Chiesta l’apertura della Causa di Canonizzazione del salesiano Gaetano Nicosia, apostolo tra i lebbrosi di Macao

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 1 agosto 2025

Oclarim

Macao (Agenzia Fides) – Chiesta l’apertura della Causa di Canonizzazione del missionario salesiano Gaetano Nicosia, originario della Sicilia e morto a Hong Kong all’età di 102 anni. Ad annunciarlo, tramite editto, è stato il Vescovo di Macao, Sephen Lee Bun Sang, a seguito della richiesta avanzata dal Postulatore Generale, don Pierluigi Cameroni, a seguito del trasferimento di competenza dalla Diocesi di Hong Kong a quella di Macao e del parere favorevole dei vescovi viciniori e il Nulla Osta della Santa Sede giunto il 21 maggio 2025.Come di prassi, l’editto è stato emanato per far conoscere alla comunità locale la richiesta per avviare l’iter per la canonizzazione, così che tutti i fedeli possano far giungere alle autorità ecclesiali tutte le informazioni in loro possesso, a favore o contrarie, relative alla fama di santità del Servo di Dio.Nato a San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, il 3 aprile 1915, Gaetano Nicosia partì come missionario in Cina nel 1935 dopo aver frequentato il Collegio salesiano di Caltagirone. A 16 anni, come riporta il Bollettino Salesiano del 2018, aveva già deciso di farsi lui stesso salesiano e in Cina continuò la sua formazione: prima a Hong Kong e poi a Macao, dove venne ordinato sacerdote nel 1946, presso la cappella del Seminario de São José. In seminario aveva studiato con 13 compagni giunti da diversi Paesi del mondo. Alcuni di loro, durante la persecuzione comunista in Cina, moriranno in carcere.Dopo 17 anni di lavoro nelle opere salesiane a servizio della gioventù e dei fedeli a Macao, Hong Kong e nella Cina continentale, nell’agosto 1963, arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Entusiasta, Gaetano Nicosia partì per prendersi cura di quelle persone che vivevano in una zona remota dell’isola di Coloane.Davanti si ritrovò un lebbrosario fatiscente e talmente abbandonato a se stesso tanto che molti si uccidevano, lanciandosi da un dirupo. Con l’arrivo del missionario, il posto si trasformò: le abitazioni vennero ristrutturate, vene creato un bacino idrico per l’acqua potabile, fu installata una dinamo per produrre energia (usata anche da un vicino villaggio). Si diede anche vita a una piccola fattoria, con maiali, galline e un orto. Le persone idonee al lavoro si rendevano utili nelle coltivazioni o nell’allevamento, fabbricando mattoni e facendo la manutenzione a case, strade e giardini. Molti lebbrosi, grazie alle cure assidue, guarirono completamente. In pochi anni, il missionario salesiano, senza lasciarsi condizionare dalla paura del contagio, ha ridato dignità a quelle persone.Lo stesso missionario ricorderà negli ultimi anni della sua vita che c’erano delle riviste missionarie nel Collegio di Caltagirone che aveva frequentato. Una di quelle riportava la foto di un lebbroso. Non riusciva a guardarla, ma poi pensò: “Questa è una persona come me! Gesù perdonami!”. Qui visse per ben 48 anni di fila, dal 1963 fino al 2011, aiutando molti di loro a vincere lo stigma che li colpiva e a reinserirsi nella società. Tra le numerose opere benefiche compiute si ricordano anche la costruzione di una scuola e di un ospedale per disabili, sempre a Macao.Qualche fa incontrò Papa Francesco. Ad accompagnarlo sulla carrozzella il cardinale Joseph Zen. Gravemente infortunato nel 2010, fu ricoverato a Hong Kong, assistito in modo particolare dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella “St. Mary’s Home”, dove morì il 6 novembre 2017.L’editto con l’annuncio della richiesta della Causa di Canonizzazione è stato trasmesso dal Vescovo di Macao anche alla Diocesi di Hong Kong, a quella di Catania e al patriarcato di Lisbona. (F.B.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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AFRICA/RUANDA – Aperta la XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM)

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Kigali (Agenzia Fides) – Si è aperta ieri, 31 luglio, nella capitale ruandese la XX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM). La cerimonia di apertura si è svolta dopo la messa celebrata presso la chiesa parrocchiale Regina Pacis di Kigali.L’apertura ufficiale si è svolta alla presenza di Sua Eminenza il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa (RDC) e Presidente del SECAM, e del Primo Ministro del Ruanda, Justin Nsengiyumva, in rappresentanza del Presidente della Repubblica del Ruanda, Paul Kagame.Alla plenaria partecipano oltre 200 delegati tra cui 13 cardinali, 85 vescovi, 72 sacerdoti e decine di religiosi e fedeli laici, uomini e donne.I delegati sono chiamati a valutare i progressi compiuti dalla 19a Assemblea, tenutasi nel 2022 ad Accra, in Ghana. I punti chiave all’ordine del giorno includono: Presentazione del documento di visione a lungo termine del SECAM per il periodo 2025-2050, costruito attorno a 12 pilastri fondamentali come l’evangelizzazione, la leadership familiare, il coinvolgimento dei giovani, la cura del creato, la missione digitale e la responsabilità politica; Una riflessione pastorale sull’accompagnamento dei cattolici in realtà culturali complesse, tra cui le unioni poligame, discussioni su giustizia, pace, dialogo interreligioso, cambiamenti climatici.L’Assemblea presenterà inoltre il Piano Strategico Triennale (2025-2028) e avvierà il rinnovamento delle cariche del SECAM.È la prima volta dal 2013 quando si tenne nella Repubblica Democratica del Congo, che l’Assemblea Plenaria del SECAM si svolge in uno Stato dei Grandi Laghi, regione attraversata da decenni da guerre e instabilità. (L.M.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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AFRICA/ANGOLA – Tornata la calma ma le richieste dei sindacati rimangono inevase

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Luanda (Agenzia Fides) – “La situazione è tornata calma, ma c’è costernazione per le vite perse in questi ultimi giorni” dice all’Agenzia Fides una fonte della Chiesa da Luanda, capitale dell’Angola, dopo le violente manifestazioni di protesta del 28 e 29 luglio contro l’aumento dei prezzi del carburante accompagnate da saccheggi diffusi di negozi di generi alimentari, di banche e di altri esercizi commerciali. Secondo le autorità, negli scontri con le forze di sicurezza almeno 22 persone hanno trovato la morte, tra cui un agente di polizia. I feriti sono circa 200 mentre oltre 1.200 persone sono state arrestate con l’accusa di aver preso parte ai disordini. L’alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, Thameen al Kheetan ha domandato un’inchiesta indipendente sull’operato della polizia.“Purtroppo le legittime richieste dei sindacati dei tassisti e degli autotrasportatori sono state messe in secondo piano dalle violenze” afferma la nostra fonte. “I tre giorni di sciopero erano stati annunciati da tempo dagli organizzatori. Nelle dimostrazioni si sono inseriti elementi violenti che hanno creato disordini per poi approfittare della confusione per saccheggiare i negozi”.“L’aumento del prezzo dei carburanti ha un forte impatto negativo sugli angolani, specie i più poveri” continua la fonte “L’aumento dei prezzi dei trasporti e dell’elettricità, che viene prodotta da generatori alimentati a nafta, comporta una crescita generalizzata del costo delle altre merci”.Il 1° luglio il governo ha annunciato l’aumento dei prezzi dei carburanti fortemente sovvenzionati da 300 a 400 kwanzas – da 0,28 a 0,38 euro – al litro. Un paradosso per il maggior esportatore, insieme alla Nigeria, di greggio nell’Africa sub-sahariana. Le insufficienti capacità di raffinazione nazionali costringono l’Angola a importare prodotti petroliferi raffinati a prezzi di mercato. A ciò si aggiunge il servizio sul debito internazionale e le conseguenti pressioni (“raccomandazioni”) del Fondo Monetario Internazionale per ridurre i sussidi statali per l’acquisto dei carburanti,La decisione del governo ha suscitato rabbia in Paese nel quale più di un terzo della popolazione vive con meno di 2,15 dollari al giorno. Il tasso d’inflazione del 27.5%, quello di disoccupazione è del 14,5%, ma tra gli occupati 8 su 10 lavorano nel settore informale a basso reddito.A metà luglio la Conferenza Episcopale di Angola e São Tomé (CEAST), ha pubblicato un Messaggio pastorale per il 50° anniversario dell’indipendenza dell’Angola (che si celebra l’11 novembre) nel quale si traccia un bilancio del mezzo secolo di vita del Paese. Parlando dell’esistenza di “luci e ombre” la CEAST pone tra queste ultime la “logica scandalosa di opportunismo, egocentrismo e discriminazione che sono causa di molti problemi sociali, tra cui l’alto e doloroso costo della vita per la stragrande maggioranza dei cittadini, con conseguente discredito di leader e istituzioni e seme di uno spirito di rivolta sempre più evidente”. Parole profetiche alla luce degli scontri che si sono avuti poche settimane dopo. I Vescovi lamentano inoltre “le molteplici forme di restrizione della libertà di espressione” e si fanno portatori delle aspirazione degli angolani, affermando che essi “desiderano un benessere commisurato alle risorse e al potenziale del loro Paese. Solo costruendo un’Angola migliore potremo onorare adeguatamente il sacrificio di così tante persone da cui abbiamo ricevuto l’eredità della nostra indipendenza”. (L.M.) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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ASIA/KUWAIT – La chiesa di Nostra Signora d’Arabia in Ahmadi elevata a Basilica Minore: la prima del suo genere nella Penisola Arabica

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venerdì, 1 agosto 2025

Avona

Ahmadi (Agenzia Fides) – “Questo riconoscimento da parte della Santa Sede non è solo un grande onore per il nostro Vicariato, ma una affermazione della fede viva del nostro popolo nella Penisola Arabica.” Il Vescovo Aldo Berardi, O.SS.T., Vicario Apostolico di Arabia del Nord, accoglie con gioia la notizia dell’elevazione a Basilica Minore della chiesa parrocchiale di Nostra Signora d’Arabia (Our Lady of Arabia, OLA), ad Ahmadi. Con questa nuova designazione, sarà d’ora in poi ufficialmente conosciuta come: Basilica Minor Dominae Nostrae de Arabia.“Il titolo, riconosciuto da Papa Leone XIV, con decreto promulgato dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, sottolinea la profonda devozione mariana che anima le nostre parrocchie e comunità, nonostante le numerose sfide che affrontiamo nella regione”. Questa designazione storica, la prima del suo genere nella Penisola Arabica, sottolinea il profondo significato spirituale e pastorale della chiesa di Ahmadi, per i fedeli cattolici della regione. “Possa questo nuovo titolo ispirarci a camminare sempre più fedelmente con la Beata Vergine Maria, sotto la sua materna protezione e in comunione con il Santo Padre e la Chiesa Universale”.Il Decreto fa seguito a una petizione formale presentata dal Vescovo Berardi che ha riconosciuto fin da subito il ruolo unico e preminente della chiesa nella vita spirituale dei fedeli cattolici in Kuwait e in tutta la Penisola Arabica. Questa designazione segna un’importante pietra miliare nel suo ministero episcopale e riflette la vitalità e la continua crescita della Chiesa cattolica nel Golfo. E’ anche il frutto del lavoro pastorale del clero e del Consiglio Parrocchiale di OLA Ahmadi. La documentazione preparata da p. Roswin Redento Agnelo Pires, OFM Cap., e dal suo team è stata essenziale per la decisione.Il titolo di Basilica Minore è conferito dal Santo Padre a chiese di particolare importanza nella vita liturgica e pastorale, che si distinguono per il loro valore storico, spirituale e architettonico. Gode di un legame speciale con la Sede di Roma e il Papa.OLA, nota anche come ‘chiesa madre’, è la prima chiesa cattolica del Kuwait e nel 2023 ha celebrato il suo 75° anniversario (1948-2023). Trae le sue origini dalla dedicazione di una modesta cappella in onore della Beata Vergine Maria l’8 dicembre 1948. L’attuale chiesa fu successivamente costruita nel 1957 dalla Kuwait Oil Company per soddisfare le esigenze spirituali della sua crescente forza lavoro cattolica espatriata (vedi 12/4/2024 Agenzia Fides). La chiesa ospita la statua originale di Nostra Signora d’Arabia, benedetta a Roma da Papa Pio XII nel 1949. La stessa statua è stata solennemente incoronata il 16 gennaio 2011 dal Cardinale Antonio Cañizares Llovera, per conto di Papa Benedetto XVI, una rara onorificenza che ha consacrato la chiesa come santuario mariano di particolare importanza. Nostra Signora d’Arabia è stata successivamente proclamata Patrona del Golfo, comprendendo entrambi i vicariati apostolici della Penisola Arabica.Nel corso dei decenni, OLA è diventata dimora spirituale e simbolo di unità per i cattolici in Kuwait e in tutto il Golfo. Ha costantemente attirato pellegrini e devoti da tutta la regione, ergendosi come un faro di fede e centro di devozione mariana in mezzo a una vivace e diversificata popolazione cattolica. L’elevazione della chiesa conferma la profonda e duratura devozione del Vicariato alla Beata Vergine Maria e sottolinea la vicinanza spirituale della regione al Papa. Si tratta di un riconoscimento da parte della Santa Sede della vibrante spiritualità mariana che fiorisce nel Golfo, nonostante le difficoltà di essere una minoranza religiosa.La data per la celebrazione solenne della proclamazione della Basilica Minore di Nostra Signora d’Arabia sarà annunciata a tempo debito.(AP) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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Decisione della Corte di Giustizia UE in merito ai Paesi sicuri, la nota di Palazzo Chigi

Source: Government of Italy

Sorprende la decisione della Corte di Giustizia UE in merito ai Paesi sicuri di provenienza dei migranti illegali. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche. La Corte di Giustizia Ue decide di consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, bensì sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari.

Così, ad esempio, per l’individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano.

È un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti – incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza – perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei Governi e dei Parlamenti nell’indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio. La decisione della Corte indebolisce le politiche di contrasto all’immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali. 

È singolare che ciò avvenga pochi mesi prima della entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo, contenente regole più stringenti, anche quanto ai criteri di individuazione di quei Paesi: un Patto frutto del lavoro congiunto della Commissione, del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea.

Il Governo italiano per i dieci mesi mancanti al funzionamento del Patto europeo non smetterà di ricercare ogni soluzione possibile, tecnica o normativa, per tutelare la sicurezza dei cittadini.

ASIA/KUWAIT – La Chiesa Nostra Signora d’Arabia in Ahmadi elevata a Basilica Minore: la prima del suo genere nella Penisola Arabica

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 1 agosto 2025

Avona

Ahmadi (Agenzia Fides) – “Questo riconoscimento da parte della Santa Sede non è solo un grande onore per il nostro Vicariato, ma una affermazione della fede viva del nostro popolo nella Penisola Arabica.” Il Vescovo Aldo Berardi, O.SS.T., Vicario Apostolico di Arabia del Nord, accoglie con gioia la notizia dell’elevazione a Basilica Minore della Chiesa Parrocchiale Nostra Signora d’Arabia (OLA), ad Ahmadi. Con questa nuova designazione, sarà d’ora in poi ufficialmente conosciuta come: Basilica Minor Dominae Nostrae de Arabia.“Il titolo, riconosciuto da Papa Leone XIV, con decreto promulgato dal Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, sottolinea la profonda devozione mariana che anima le nostre parrocchie e comunità, nonostante le numerose sfide che affrontiamo nella regione”. Questa designazione storica, la prima del suo genere nella Penisola Arabica, sottolinea il profondo significato spirituale e pastorale della Chiesa di Ahmadi, per i fedeli cattolici della regione. “Possa questo nuovo titolo ispirarci a camminare sempre più fedelmente con la Beata Vergine Maria, sotto la sua materna protezione e in comunione con il Santo Padre e la Chiesa Universale”.Il Decreto fa seguito a una petizione formale presentata dal Vescovo Berardi che ha riconosciuto fin da subito il ruolo unico e preminente della chiesa nella vita spirituale dei fedeli cattolici in Kuwait e in tutta la Penisola Arabica. Questa designazione segna un’importante pietra miliare nel suo ministero episcopale e riflette la vitalità e la continua crescita della Chiesa cattolica nel Golfo. E’anche il frutto del lavoro pastorale del clero e del Consiglio Parrocchiale di OLA Ahmadi. La documentazione preparata da p. Roswin Redento Agnelo Pires, OFM Cap., e dal suo team è stata essenziale per la decisione.Il titolo di Basilica Minore è conferito dal Santo Padre a chiese di particolare importanza nella vita liturgica e pastorale, che si distinguono per il loro valore storico, spirituale e architettonico. Gode di un legame speciale con la Sede di Roma e il Papa.OLA, nota anche come ‘Chiesa madre’, è la prima chiesa cattolica del Kuwait e nel 2023 ha celebrato il suo 75° anniversario (1948-2023). Trae le sue origini dalla dedicazione di una modesta cappella in onore della Beata Vergine Maria l’8 dicembre 1948. L’attuale chiesa fu successivamente costruita nel 1957 dalla Kuwait Oil Company per soddisfare le esigenze spirituali della sua crescente forza lavoro cattolica espatriata (vedi 12/4/2024 Agenzia Fides). La chiesa ospita la statua originale di Nostra Signora d’Arabia, benedetta a Roma da Papa Pio XII nel 1949. La stessa statua è stata solennemente incoronata il 16 gennaio 2011 dal Cardinale Antonio Cañizares Llovera, per conto di Papa Benedetto XVI, una rara onorificenza che ha consacrato la chiesa come santuario mariano di particolare importanza. Nostra Signora d’Arabia è stata successivamente proclamata Patrona del Golfo, comprendendo entrambi i vicariati apostolici della Penisola Arabica.Nel corso dei decenni, OLA è diventata dimora spirituale e simbolo di unità per i cattolici in Kuwait e in tutto il Golfo. Ha costantemente attirato pellegrini e devoti da tutta la regione, ergendosi come un faro di fede e centro di devozione mariana in mezzo a una vivace e diversificata popolazione cattolica. L’elevazione della chiesa conferma la profonda e duratura devozione del Vicariato alla Beata Vergine Maria e sottolinea la vicinanza spirituale della regione al Santo Padre. Si tratta di un riconoscimento da parte della Santa Sede della vibrante spiritualità mariana che fiorisce nel Golfo, nonostante le difficoltà di essere una minoranza religiosa.La data per la celebrazione solenne della proclamazione della Basilica Minore di Nostra Signora d’Arabia sarà annunciata a tempo debito.ù(AP) (Agenzia Fides 1/8/2025)
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EUROPA/INGHILTERRA – San John Henry Newman, da seminarista di Propaganda Fide a Dottore della Chiesa

Source: The Holy See in Italian

giovedì, 31 luglio 2025

Roma (Agenzia Fides) – San John Henry Newman sarà proclamato Dottore della Chiesa. A stabilirlo è stato Papa Leone XIV che ha confermato il parere affermativo della Sessione Plenaria dei Cardinali e Vescovi, Membri del Dicastero delle Cause dei Santi. Il Cardinale inglese, Fondatore dell’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra, sarà il 38mo Santo ad avere il titolo di “Dottore”.Già nel 2010 Benedetto XVI, durante il suo Viaggio Apostolico in Inghilterra, aveva definito – parlando con i giornalisti che erano sul volo papale – Newman “una figura di Dottore della Chiesa per noi e per tutti”, nonché “un ponte tra anglicani e cattolici” (vedi Fides 17/9/2010).Nato a Londra il 21 febbraio 1801 da una famiglia anglicana, Newman aveva studiato alla Great Ealing School dove aveva aderito in maniera radicale alle dottrine calviniste. A giugno 1824 venne ordinato diacono nella Chiesa Anglicana e, l’anno successivo, presbitero. Nel 1832 accompagnò il suo amico presbitero Froude in un viaggio nell’Europa meridionale.Nel Collegio Inglese di Roma incontrò per la prima volta don Nicholas Wiseman, futuro Arcivescovo cattolico di Westminster. Tra il 1833 ed il 1841 Newman e altri esponenti del cosiddetto “Movimento di Oxford” scrissero i “Tracts for the Times”, una raccolta di 90 saggi scritti per sostenere e attestare l’identità cattolica della Chiesa anglicana. I testi non vennero visti di buon occhio: le proteste suscitate spinsero il Vescovo di Oxford a sospendere la pubblicazione dei Tracts. Condannato dall’Hebdomedal Board dell’Università di Oxford e sconfessato da 42 vescovi, nell’aprile 1842 si ritirò con alcuni amici a Littlemore per stendere con loro il celebre Essay development of christian Doctrine, Dopo questi passaggi, maturò pienamente in lui la decisione di aderire alla Chiesa cattolica.Nel 1846 tornò a Roma con alcuni compagni anglicani passati al cattolicesimo. Dopo approfondito discernimento scelse di entrare nella Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri; frequenterà infatti a Roma la Chiesa Nuova ed i sacerdoti di quella comunità. Nel 1845 iniziò il percorso di studi per diventare sacerdote nel Collegio di Propaganda Fide, allora ospitato nel Palazzo Ferratini, affacciato su piazza di Spagna, nel Rione Colonna.Il Cardinale Ivan Dias (1936-2017), Prefetto dell’allora Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, inaugurando nel 2010 il Museo Missionario di Propaganda Fide raccontò così la permanenza del futuro Dottore della Chiesa nel palazzo progettato dalle menti di Bernini e Borromini: “Newman descrive nelle sue lettere la grande cura mostrata dal cardinale Fransoni, Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide, da monsignor Brunelli, Segretario generale della medesima, e da padre Bresciani, rettore del Collegio Urbano, per farli sentire a casa, adattando ogni cosa ‘alle abitudini inglesi’. Rimasero piuttosto commossi dal fatto che le loro finestre a Propaganda dessero sulla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove Nostra Signora della Medaglia Miracolosa era apparsa tre anni prima ad Alfonso Ratisbonne, il 20 gennaio 1842: ‘È così meraviglioso trovarmi qui a Propaganda – è come un sogno – eppure così tranquillo, così sicuro, così felice, come se vi appartenessi da sempre, come se non ci fosse stata nessuna violenta rottura o vicissitudine nella mia vita, anzi, più tranquillo e felice di prima’”.L’eminente teologo, spiegò ancora il Cardinal Dias, “si ritrovò tra giovani preti e seminaristi, la maggior parte dei quali provenienti dai Paesi di missione. Tra i 120/150 studenti residenti si parlavano 32 lingue diverse. Newman ricorda ‘indiani, africani, babilonesi, scozzesi e americani’ , e ancora ‘cinesi (…) egiziani, albanesi, tedeschi, irlandesi’, mentre lui e Ambrose St. John erano gli unici studenti inglesi. John Henry Newman è stato ordinato sacerdote cattolico nella Cappella dei Rei Magi (nel Palazzo di Propaganda Fide, ndr) il 30 maggio 1847 e ha detto la prima messa nella Cappella superiore oggi a lui intitolata”.La cappella citata dal Cardinale Dias, che oggi custodisce anche una reliquia del Santo futuro Dottore della Chiesa, è opera di Borromini. Pensato come un oratorio per il primo piano del palazzo, Borromini lo realizzò con una volta a fasce e le lunette decorate con teste di angeli, qui raffigurati come serafini a sei ali. Oggi sulla parete destra si può ammirare un quadro raffigurante Newman dietro un reliquiario contenente alcuni capelli del Santo inglese fra due candelabri. (F.B.) (Agenzia Fides 31/7/2025)

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