ASIA/TURCHIA – L’Arcivescovo di Smirne: “Attendiamo Papa Leone a Nicea, luogo che ispira la testimonianza della fede”

Source: The Holy See in Italian

Opera Roma Pellegrinaggi

Smirne (Agenzia Fides) – “Da Smirne, da Istanbul e dalle altre diocesi turche, si organizzano pellegrinaggi di fedeli a Nicea. E dall’estero, comunità da tutto il mondo, vengono in quella cittadina ora chiamata Iznik, un tempo Nicea. Aspettiamo con trepidazione anche la conferma ufficiale, da parte della Santa Sede, sul viaggio di Papa Leone XIV a Nicea: la sua presenza in Turchia sarà una fonte di immensa gioia a di grazia per tutti noi credenti e per intera nazione”, dice in un colloquio con l’Agenzia Fides Mons. Martin Kmetec, Arcivescovo di Smirne e Presidente delle Conferenza episcopale della Turchia, ricordando il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, convocato nel 325 d.C., un evento che ha attratto l’attenzione delle Chiese cristiane in tutto il mondo sulla cittadina a Sud di Istanbul, sul lago Bursa.Racconta mons. Kmetec: “L’anniversario ha generato grande interesse nella comunità cristiana in Turchia, e ci ha spinto ad approfondire la storia della Chiesa nel nostro territorio. Oggi riflettiamo sul tesoro della fede che abbiamo ricevuto da Nicea: siamo chiamati ad accoglierlo, per conservarlo e viverlo nella vita di ogni giorno”.L’Arcivescovo ricorda, inoltre, che l’anniversario è celebrato anche dalla Chiesa ortodossa “ed è dunque un’occasione di dialogo ecumenico e di unità”. Citando un un recente simposio ecumenico tenutosi ad Antalya, che aveva aveva il titolo “Partire da Nicea”, cui ha reso parte, il Pastore di Smirne nota: “Ho trovato molto significativi il titolo e la prospettiva perchè ci ha aiutato a focalizzarci sul contenuto della fede che proclamiamo e viviamo, a riflettere cioè sull’incarnazione di Cristo, che esprime il dono della la sua natura divina e umana. Il dono che ci è stato dato è, allora, la redenzione: oggi siamo chiamati a preservare questo dono e ad annunciarlo al mondo come cristiani , cattolici e ortodossi insieme”, rileva.Sottolinea, poi, un secondo aspetto: “Nicea non è solo luogo della riflessione teologica: quel Concilio fu anche frutto della profonda testimonianza di fede di tante persone che hanno dato la vita per la fede nei primi tre secoli di cristianesimo. La testimonianza ha, in qualche modo, preparato l’esito di quel Concilio. Oggi per noi fare memoria di quella testimonianza di fede è la cosa più importante, ci ispira e ci sostiene nelle sfide che viviamo nel presente”.Un momento di fede e di testimonianza per la piccola comunità cattolica in Turchia (in un paese a larga maggioranza islamica i cattolici sono circa 60.000, pari allo 0,07% della popolazione), sarà anche la visita di Papa Leone XIV, programmata per la festa di Sant’Andrea (il 30 novembre prossimo), di cui si attende l’ufficializzazione.Nota Mons. Kmetec: “Lo aspettiamo in Turchia, si sta mettendo a punto tutti i dettagli e gli accordi tra Santa Sede e governo della Turchia. Una delegazione vaticana era venuta qui in febbraio per il viaggio che deve essere di Papa Francesco, che ricordiamo nella preghiera con affetto e con gratitudine. Ora speriamo con tutto il cuore che possa venire Papa Leone: siamo fiduciosi, ci sono segnali positivi e tutto sta procedendo per il meglio” .Se il Papa sarà in Turchia per il suo primo viaggio apostolico all’estero, “sarebbe un privilegio per noi”, nota: “Sarà un grande evento per tutta la nazione, anche per il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli”, nota.”Di Papa Leone – conclude l’Arcivescovo – ci ha colpito il suo primo saluto: pace voi. Ci ha donato e ci porterà la pace che è dono di Cristo risorto. Crediamo sarà attento alle realtà di tutto il mondo porterà una parola di pace in un mondo dilaniato. Preghiamo per lui perché lo Spirito Santo lo conforti e illumini come padre, guida e sostegno per noi, piccola comunità in Turchia, e per la Chiesa universale”.(PA) (Agenzia Fides 27/6/2025)
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AFRICA/CONGO RD – Cauto ottimismo per la firma oggi a Washington delle intese di pace tra Ruanda e RDC

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 27 giugno 2025 pace  

Il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio presiede alla firma dell’accordo di pace tra Ruanda e RDC

Kinshasa (Agenzia Fides) – È prevista oggi, 27 giugno la firma dell’accordo di pace volto a porre fine al conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). L’intesa si ispira a una Dichiarazione di Principi approvata ad aprile tra i due Paesi e include disposizioni sul “rispetto dell’integrità territoriale e la cessazione delle ostilità” nella RDC orientale.L’accordo viene firmato in una riunione ministeriale a Washington, alla quale parteciperanno il Segretario di Stato americano Marco Rubio e i suoi omologhi della RDC e del Ruanda, Thérèse Kayikwamba Wagner e Olivier Nduhungirehe.I due ministri saranno ricevuti da Donald Trump alla Casa Bianca.Per giungere alla firma di oggi è stata messa in moto una complessa strategia negoziale che coinvolge oltre ai due Paesi interessati, gli Stati Uniti, il Qatar e l’Unione Africana. Parallelamente ai negoziati di Washington tra Kigali e Kinshasa, si sono tenute negli ultimi mesi a Doha (capitale del Qatar) trattative tra le autorità congolesi e i ribelli dell’dell’Alleanza Fiume Congo / Movimento del 23 marzo (AFC/M23). Questi ultimi sono appoggiati dal Ruanda e controllano gran parte delle province del Nord Kivu e del Sud Kivu nell’est della RDC.L’interesse americano è quello di giungere a una pace nella RDC e tra questa e il Ruanda per permettere alle proprie imprese di sfruttare le immense risorse minerarie congolesi. Parallelamente agli accordi di pace l’Amministrazione Trump infatti intende firmare un accordo minerario con il governo congolese. Il problema è che diverse delle più importanti miniere congolesi sono nel Nord e Sud Kivu, provincie non più sotto il controllo del governo di Kinshasa ma dell’AFC/M23. “Inoltre, quasi tutte le miniere congolesi sono controllate da società cinesi” ricorda l’ultimo report della Rete Pace per il Congo. “Il governo congolese ha quindi poco da offrire agli Stati Uniti, che saranno costretti a negoziare dietro le quinte con le autorità cinesi, bypassando Kinshasa” sottolinea la Rete, promossa da missionari che operano nell’area.Secondo l’organismo missionario occorre essere cauti sulla tenuta delle intese appena firmate. “Nella regione dei Grandi Laghi in generale e nella RDC in particolare, i numerosi conflitti hanno regolarmente condotto alla firma di cessate il fuoco e di accordi di pace che non hanno mai messo a tacere le armi. Negli ultimi quattro anni, si sono firmati una decina di questi testi che sono poi stati sistematicamente violati e mai rispettati” ricorda la Rete. “Le voci che circolano su ingenti acquisti di armi da parte del governo congolese e sull’arrivo di Joseph Kabila, ex presidente congolese, a Goma, “capitale” dell’AFC / M23, non lasciano presagire alcun segno di de-escalation all’interno della crisi congolese che, in molti punti, sfugge completamente dalle mani dei negoziatori, sia del Qatar che degli Stati Uniti” continua il report.Infine la Rete Pace per il Congo sottolinea che la vera pace presuppone una “giustizia riparativa” che tenga conto dei diritti delle persone colpite dalle violenze commesse da tutti gli attori del conflitto. A iniziare dalla centinaia di migliaia di persone (donne, ragazze, bambine ma pure uomini e ragazzi) vittime degli stupri di guerra. (LM.) (Agenzia Fides 27/6/2025)
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Dialogo sulla politica ambientale: visita del ministro di Stato della Baviera Thorsten Glauber in Engadina Bassa

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Dal 25 al 26 giugno 2025 nel quadro di un viaggio di più giorni in Svizzera, il ministro di Stato bavarese dell’ambiente e della protezione dei consumatori Thorsten Glauber ha visitato il Cantone dei Grigioni. Il primo giorno ha incontrato a Scuol il Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini per discutere delle attuali sfide di politica ambientale. Durante la visita di due giorni in Engadina Bassa erano previsti anche uno scambio con la sindaca di Scuol, Aita Zanetti, una visita al Parco nazionale svizzero nonché colloqui con il direttore del Parco nazionale Ruedi Haller e con il presidente della Commissione di ricerca Markus Stoffel.

Il soggiorno a Scuol è stato incentrato su un colloquio bilaterale relativo alle sfide ambientali attuali a livello regionale e internazionale con il Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini, direttore del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente. Tra i temi discussi figurano tra l’altro questioni relative alla protezione della biodiversità e delle acque, alla gestione dei neobiota, all’importanza e alle condizioni quadro politiche del Parco nazionale svizzero nonché misure per l’adattamento al clima e per la gestione dei pericoli naturali. Sono state discusse anche possibili ulteriori forme di collaborazione tra la Baviera e il Cantone dei Grigioni nel settore della protezione dell’ambiente e della natura. «Le sfide di politica ambientale e climatica non si fermano ai confini nazionali. Il dialogo diretto con le nostre regioni partner è perciò molto prezioso», ha sottolineato il Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini.

Il ministro dell’ambiente bavarese Thorsten Glauber ha dichiarato: «La Baviera apprezza la cooperazione di lunga data con la Svizzera, in particolare con il Cantone dei Grigioni, fondata sulla fiducia reciproca. Nei Grigioni, vista la loro posizione, gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano prima e in modo più marcato. La Baviera ha così l’opportunità di trarre vantaggio dalle esperienze maturate in Svizzera, ad esempio nella gestione dei pericoli naturali. Stiamo prendendo esempio dalla Svizzera e stiamo elaborando, tra le altre cose, degli strumenti per la comunicazione relativa ai pericoli naturali secondo le direttive elvetiche. Vi ringrazio per la calorosa accoglienza e il dialogo aperto.»

Visita di un alpe in zona Ftan e del Parco nazionale svizzero
La delegazione ha poi visitato insieme alla sindaca Aita Zanetti un alpe ad alta quota nelle vicinanze di Ftan. L’attenzione è stata posta su temi che riguardano la protezione del bestiame e la coesistenza con i grandi predatori. Specialisti hanno presentato le loro esperienze pratiche con i cani da protezione del bestiame e con l’economia alpestre. Ulteriori colloqui relativi ai pericoli naturali quali colate detritiche e piene hanno completato la prima giornata. Giovedì era prevista una visita al Parco nazionale svizzero Dopo il saluto di benvenuto da parte della direzione, i partecipanti hanno potuto farsi un’idea della nuova e interessante mostra «La natura selvaggia al centro» nonché degli attuali progetti di ricerca e formazione sui cambiamenti climatici, sulla gestione dei visitatori e sulla biodiversità. Particolare enfasi è stata posta sui nuovi progetti transfrontalieri INTERREG a favore della promozione della protezione della natura alpina.

«In quanto unico parco nazionale della Svizzera, da decenni consideriamo i nostri vicini della Baviera partner di grande rilievo. Con loro abbiamo realizzato ripetutamente progetti di ricerca e affrontato congiuntamente importanti questioni gestionali» ha spiegato Ruedi Haller, direttore del Parco nazionale.

Fotografie:

Da sinistra: Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini, direttore del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente, Aita Zanetti, sindaca di Scuol e Thorsten Glauber, ministro bavarese dell’ambiente e della protezione dei consumatori

Hans Lozza, responsabile comunicazione e pubbliche relazioni, Dr. Ruedi Haller, direttore del Parco nazionale svizzero, Thorsten Glauber, ministro bavarese dell’ambiente e della protezione dei consumatori e Prof. Dr. Markus Stoffel, presidente della Commissione di ricerca

Persona di riferimento:

Consigliere di Stato Dr. Jon Domenic Parolini, direttore del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente

Le richieste di informazioni vengono coordinate da Yvonne Brigger, responsabile della comunicazione del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente, tel. +41 81 257 44 66, e‑mail Yvonne.Brigger@ekud.gr.ch

Organo competente: Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente

Giornata mondiale contro le droghe, dichiarazione del Presidente Meloni

Source: Government of Italy

La droga distrugge la vita, e rende schiavi e succubi. La dipendenza non ha l’ultima parola, e chi è caduto può ritrovare la speranza. Non intendiamo rassegnarci all’indifferenza, e faremo tutto ciò che è necessario per restituire dignità e futuro a chi è caduto nell’abisso della droga.

Sono alcuni dei messaggi fondamentali che intendiamo ribadire oggi, in occasione della Giornata mondiale contro le droghe istituita dalle Nazioni Unite.

Questo Governo ha messo in campo un impegno straordinario per combattere la droga e prevenire le dipendenze, accompagnando questo sforzo da un investimento record in termini economici, pari a circa 165 milioni di euro, circa il doppio di quanto disponibile negli anni precedenti. 

Abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare per vincere questa sfida ma, come ha ricordato Papa Leone XIV in occasione dell’udienza di oggi al Sistema italiano contro le dipendenze, la parola chiave è “insieme”.

Insieme alle comunità, agli enti del Terzo settore, alle società scientifiche, ai medici, agli operatori sanitari, ai servizi pubblici per le dipendenze, alle Regioni, agli enti territoriali. Insieme a tutti coloro che perseguono il bene comune, e hanno a cuore la dignità di ogni persona. Questo è lo spirito con il quale il Governo opera fin dal suo insediamento, e che continuerà ad animare la sua azione.

Confessioni religiose, cerimonie di sigla delle intese modificative a Palazzo Chigi

Source: Government of Italy

26 Giugno 2025

Si sono svolte oggi a Palazzo Chigi le cerimonie di sigla delle intese modificative tra il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, e i rappresentanti di tre diverse confessioni religiose.

In particolare, gli incontri si sono svolti con l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del SEttimo Giorno, la Chiesa Apostolica in Italia e l’Unione Induista Italiana.

[Modifica all’Intesa con l’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno]

[Modifica all’intesa tra la Repubblica italiana e la Chiesa Apostolica in Italia]

[Modifica all’Intesa tra la Repubblica italiana e l’Unione Induista italiana]

VATICANO – Papa Leone abbraccia i cristiani d’Oriente, colpiti da violenze “con una veemenza diabolica mai vista”

Source: The Holy See in Italian

giovedì, 26 giugno 2025

abouna.org

Città del Vaticano – (Agenzia Fides) – Oggi la violenza si abbatte sulle terre dell’Oriente Cristiano “con una veemenza diabolica mai vista prima”. E proprio in quelle terre ora avvolte “da una cappa di odio che rende l’aria irrespirabile e tossica” può risplendere con luce più intensa la fede, la speranza e la carità di tanti cristiani d’Oriente, “popolo di Dio che persevera volgendo lo sguardo al Cielo”, custodisce una “spiritualità che profuma del mistero divino” e può aiutare e illuminare anche il cammino delle comunità cristiane in Occidente, dove“la fede rischia di diventare asfittica”.Ha parlato così, oggi, Papa Leone XIV, rivolto ai partecipanti all’Assemblea plenaria della ROACO, la Riunione dell’organizzazioni di aiuto alle Chiese cattoliche orientali, ricevuti in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Ha parlato a loro, e il suo discorso è diventato un abbraccio e un atto di paterna gratitudine per la testimonianza di fede dei cristiani d’Oriente, che vedono fiorire “germogli di Vangelo nel deserto” anche quando sono colpiti da atroci violenze, come “il recente terribile attentato nella chiesa di sant’Elia a Damasco” (vedi Fides 23/6/2025)Il “grazie” del Papa alla ROACOLa ROACO riunisce periodicamente a Roma le Agenzie e le Opere attive in vari Paesi del mondo e coinvolte in diverse forme di sostegno finanziario a favore delle comunità cattoliche di rito orientale (costruzione di luoghi di culto, elargizione di borse di studio, stanziamento di fondi per istituzioni educative e socio-sanitarie). Papa Leone definisce gli operatori coinvolti nella rete ROACO come seminarori di speranza “nelle terre dell’Oriente cristiano, mai come ora sconvolte dalle guerre”, e come “la bombola di ossigeno delle Chiese Orientali, sfinite dai conflitti”. Li prega, “col cuore in mano, di fare sempre tutto il possibile per aiutare queste Chiese, così preziose e provate”.Le “fake news” e lo sterminio dei popoliLe tribolazioni – rammenta il Vescovo di Roma – non segnano solo il tempo presente dell’Oriente Cristiano. La storia delle Chiese cattoliche orientali “è stata spesso segnata dalla violenza subita”. E “purtroppo non sono mancate sopraffazioni e incomprensioni pure all’interno della stessa compagine cattolica, incapace di riconoscere e apprezzare il valore di tradizioni diverse da quella occidentale”. Oggi, anche loro, insieme ai fratelli delle altre Chiese d’Oriente, sono nel cuore del vortice di delirio e ferocia che sembra abbattersi le terre del loro insediamento storico “con una veemenza diabolica mai vista prima”.Papa Leone tratteggia con espressioni suggestive e eloquenti le dinamiche di un tempo che vede “l’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi”. Una fase storica in cui “la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza”. Un’epoca in cui “i desideri di pace dei popoli” vengono traditi “con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta”. E tutto questo accade mentre “la gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con le quali si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti”. Il Successore di Pietro richiama con realismo a “valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione”. La gente – aggiunge – “non può morire a causa di fake news”.Imitare Gesù, tra gli Erode e i Pilato di oggiDavanti a simili scenari – ha proseguito il Pontefice – i cristiani non sono chiamati solo a esprimere sdegno e alzare la voce. Possono operare “per essere costruttori di pace e favorire il dialogo”, e soprattutto sono chiamati a “pregare”, per “fare di ogni tragica notizia e immagine che ci colpisce un grido di intercessione a Dio”. E sono chiamati anche a rendere la propria testimonianza seguendo Gesù, a “imitare Cristo, che ha vinto il male amando dalla croce, mostrando un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato: uno, per paura di essere spodestato” ha ricordato il Pontefice, con accenni anch’essi riferibili in controluce al momento rpesente “aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe; l’altro si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell’irreparabile”.Ex Oriente LuxPapa Leone ha approfittato del discorso rivolto ai partecipanti all’Assemblea della ROACO per abbracciare ancora una volta con gratitudine alla testimonianza resa dai fratelli e dalle sorelle delle Chiese d’Oriente, “soprattutto quando restate nelle vostre terre come discepoli e testimoni di Cristo”. Li ha abbracciati come testimoni e custodi “di liturgie che lasciano abitare a Dio il tempo e lo spazio, di canti secolari intrisi di lode, gloria e mistero, che innalzano un’incessante richiesta di perdono per l’umanità”. Ricordando che tanti di loro, “nel nascondimento, vanno ad aggiungersi alle grandi schiere dei martiri e dei santi dell’Oriente cristiano. Nella notte dei conflitti siete testimoni della luce dell’Oriente” ha proseguito Papa Leone, aggiungendo un auspicio carico di possibili sviluppi pratici: “Vorrei che questa luce di sapienza e di salvezza” ha detto, introducendo la parte finale de suo intervento “sia più conosciuta nella Chiesa cattolica, nella quale sussiste ancora molta ignoranza al riguardo e dove, in alcuni luoghi, la fede rischia di diventare asfittica anche perché non si è realizzato il felice auspicio espresso più volte da san Giovanni Paolo II, che 40 anni fa disse: ‘La Chiesa deve imparare di nuovo a respirare con i suoi due polmoni, quello orientale e quello occidentale’”.Adesso è venuto il tempo – ha soggiunto il Vescovo di Roma – di “attuare i chiari inviti del Magistero” a conoscere i tesori dell’Oriente Cristiano, ad esempio “cominciando a organizzare corsi di base sulle Chiese Orientali nei Seminari, nelle Facoltà teologiche e nei centri universitari cattolici”. Anche perchè “i cattolici orientali oggi non sono più cugini lontani che celebrano riti ignoti, ma fratelli e sorelle che, a motivo delle migrazioni forzate, ci vivono accanto”. E “il loro senso del sacro, la loro fede cristallina, resa granitica dalle prove, e la loro spiritualità che profuma del mistero divino possono giovare alla sete di Dio latente ma presente in Occidente”. (GV) (Agenzia Fides 26/6/2025)
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AFRICA/KENYA – Morti e feriti durante la manifestazione in ricordo delle vittime degli scontri dell’anno scorso

Source: The Holy See in Italian

Nairobi (Agenzia Fides) – Almeno 16 persone sono rimaste uccise in Kenya, negli scontri di ieri, 25 giugno, tra dimostranti e polizia. La cifra è stata diffusa questa mattina. 26 giugno da Amnesty Kenya secondo la quale la maggior parte delle vittime sono state uccise dalle forze di sicurezza. Secondo la polizia le vittime sarebbero 12Oltre ai morti si contano almeno 400 feriti nelle proteste per il primo anniversario delle manifestazioni contro la legge finanziaria del 2024 sfociate in disordini e violenze che fecero 60 vittime.Secondo le autorità keniane nelle dimostrazioni di ieri si sono infiltrati bande di teppisti che hanno seminato caos al fine di saccheggiare proprietà pubbliche e private.Il governo keniota ha ordinato la chiusura delle principali emittenti televisive per aver violato una direttiva dell’Autorità per le Comunicazioni del Kenya (CA) che imponeva l’interruzione della trasmissione in diretta delle proteste.Il provvedimento ha scatenato l’indignazione degli osservatori dei media e degli esperti legali. L’ex Presidente della Corte Suprema Willy Mutunga ha definito la direttiva incostituzionale e una violazione della libertà di stampa. La Kenya Editors’ Guild ha condannato la decisione, accusando la CA di aver applicato erroneamente la legge e di aver compromesso l’accesso del pubblico alle informazioni, in violazione degli articoli 33 e 34 della Costituzione. (L.M.) (Agenzia Fides 26/6/2025)
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Gestione del fenomeno migratorio, riunione informale a margine del Consiglio europeo

Source: Government of Italy

A margine del Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme ai Primi Ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha ospitato una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri.

Insieme a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all’incontro Austria, Belgio, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria.

La Presidente Ursula von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro della Commissione in ambito migratorio, concentrandosi in particolare sullo stato di avanzamento dei negoziati relativi alle più recenti proposte legislative in ambito migratorio a partire dal nuovo “Regolamento Rimpatri”, confermando allo stesso tempo la convocazione di un nuovo Vertice della Coalizione globale contro il traffico di migranti per il prossimo 10 dicembre a Bruxelles.

Oltre a esprimere soddisfazione per i risultati sinora raggiunti dal gruppo informale di Nazioni più interessate alle soluzioni innovative, il Presidente Meloni ha indicato alcuni nuovi filoni di lavoro, a partire dai seguiti della lettera aperta dello scorso 22 maggio in tema di convenzioni internazionali e loro capacità di rispondere alle sfide della migrazione irregolare.

Nel ringraziare la Presidente von der Leyen per il lavoro operativo e concreto portato avanti, i leader presenti hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo anche in vista dei prossimo appuntamenti europei di vertice.

AFRICA/KENYA – Morti e feriti per gli scontri durante la manifestazione in ricordo delle vittime degli scontri dell’anno scorso

Source: The Holy See in Italian

Nairobi (Agenzia Fides) – Almeno 16 persone sono rimaste uccise in Kenya, negli scontri di ieri, 25 giugno, tra dimostranti e polizia. La cifra è stata diffusa questa mattina. 26 giugno da Amnesty Kenya secondo la quale la maggior parte delle vittime sono state uccise dalle forze di sicurezza. Secondo la polizia le vittime sarebbero 12Oltre ai morti si contano almeno 400 feriti nelle proteste per il primo anniversario delle manifestazioni contro la legge finanziaria del 2024 sfociate in disordini e violenze che fecero 60 vittime.Secondo le autorità keniane nelle dimostrazioni di ieri si sono infiltrati bande di teppisti che hanno seminato caos al fine di saccheggiare proprietà pubbliche e private.Il governo keniota ha ordinato la chiusura delle principali emittenti televisive per aver violato una direttiva dell’Autorità per le Comunicazioni del Kenya (CA) che imponeva l’interruzione della trasmissione in diretta delle proteste.Il provvedimento ha scatenato l’indignazione degli osservatori dei media e degli esperti legali. L’ex Presidente della Corte Suprema Willy Mutunga ha definito la direttiva incostituzionale e una violazione della libertà di stampa. La Kenya Editors’ Guild ha condannato la decisione, accusando la CA di aver applicato erroneamente la legge e di aver compromesso l’accesso del pubblico alle informazioni, in violazione degli articoli 33 e 34 della Costituzione. (L.M.) (Agenzia Fides 26/6/2025)
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ASIA/VIETNAM – Abolita la  pena capitale per otto reati: per i cattolici è “un passo di speranza”

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Ho Chi Minh City (Agenzia Fides) – Il Vietnam ha abolito la  pena di morte per otto fattispecie di reato, come corruzione, appropriazione indebita, attività volte a rovesciare il governo. Come ha riferito l’agenzia d’informazione ufficiale “Vietnam News Agency”, con l’approvazione unanime di un emendamento al Codice penale, l’Assemblea nazionale ha deciso che per alcuni crimini non sarà  più prevista l’esecuzione capitale. Tra questi figurano anche la distruzione di beni statali, la produzione di farmaci contraffatti, l’istigazione alla guerra, lo spionaggio e il traffico di droga. A partire dal mese di luglio, per questi reati la pena massima sarà l’ergastolo. Quanti sono stati condannati a morte per tali reati prima del primo luglio vedranno la pena commutata in ergastolo.Alcuni cattolici in Vietnam, in sintonia con l’insegnamento del Chiesa, pregano e sperano che la pena capitale venga abolita definitivamente nel paese. Un sacerdote di Ho Chi Minh City rimarca a Fides la “disumanità della punizione”.  In un colloquio con l’Agenzia Fides, p. Dominic Ngo Quang Tuyen, prete di Ho Chi Minh City e segretario della Commissione per l’evangelizzazione nella Conferenza episcopale del Vietnam, osserva: “E’ un passo che infonde speranza: una società solidale offre ai prigionieri l’opportunità di tornare a vivere una vita dignitosa. La Chiesa ci insegna che che la vita umana va protetta e rispettata perché è un dono di Dio, dalla nascita fino alla fine”. E prosegue:  “Ogni persona è create a immagine di Dio. E anche le persone che hanno sbagliato o commesso un reato meritano un tempo per poter riabilitarsi  e redimersi”.Andrew, un laico cattolico vietnamita, rileva a Fides: “L’abolizione della pena di morte può contribuire a creare una società più giusta, in cui alle persone viene data l’opportunità di fare ammenda e reintegrarsi nella società. Soprattutto per quanto riguarda l’abolizione del crimine antistatale, si tratta di un ottimo passo avanti del governo statale socialista in Vietnam, che generalmente cerca di limitare le forme di protesta contro il Partito e le politiche del governo. Questo è un buon segno, a dimostrazione del crescente progresso della società civile vietnamita”.Nella Chiesa vietnamita  è attiva la pastorale carceraria che si concentra principalmente nell’offrire supporto spirituale ai detenuti, con l’impegno di sacerdoti che condividono  l’ascolto e la condivisione, a partire dalla Parola di Dio, accanto ad assistenza materiale e psicologica e conforto spirituale. Alcune organizzazioni si occupano anche delle esigenze delle famiglie dei detenuti.In Vietnam restano punibili con la pena capitale dieci tipologie di reato (come omicidio, tradimento, terrorismo e abusi sessuali su minori). Il numero dei detenuti nel braccio della morte in Vietnam non è noto, poichè i dati relativi alle esecuzioni sono considerati segreto di Stato. Dal 2011, la pena di morte viene eseguita nel Paese asiatico esclusivamente tramite iniezione letale, mentre in passato era prevista la fucilazione tramite plotone di esecuzione.(PA) (Agenzia Fides 26/6/2025)
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