Popolazione grigionese vitale

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

La popolazione dei Grigioni si presenta vitale, sebbene subisca infortuni con una frequenza leggermente superiore rispetto alla media nazionale. Questo emerge, tra l’altro, dall’indagine sulla salute in Svizzera 2022 condotta dall’Osservatorio della Salute Obsan. L’analisi evidenzia inoltre che: il benessere sociale della popolazione grigionese è significativamente più elevato rispetto a quello della popolazione nel resto della Svizzera.

Secondo Obsan, circa tre quarti (73,8%) degli abitanti del Cantone riportano un livello medio-alto di energia e vitalità, rispetto al 66,5 per cento della media svizzera. Quasi un quarto (23,0%) della popolazione grigionese ha subito un infortunio con lesioni nel 2022, una quota lievemente superiore al 20,8 per cento rilevato a livello nazionale. Gli uomini e le fasce d’età più giovani risultano maggiormente coinvolti in infortuni.

Buona qualità del sonno e minore sensazione di solitudine
Il 94,9 per cento (CH: 91,8%) della popolazione dei Grigioni valuta la propria qualità di vita come buona o molto buona. I grigionesi e le grigionesi dichiarano di dormire sensibilmente meglio rispetto alla media nazionale: nel 2022 solo il 26,4 per cento ha segnalato disturbi del sonno (CH: 32,9%). Inoltre nei Grigioni si registra una minore prevalenza di disturbi psichici rispetto alla Svizzera nel suo complesso: tra le donne la quota è del 13,6 per cento (CH: 21,1%), tra gli uomini dell’8,7 per cento (CH: 14,4%). Le sensazioni di solitudine risultano meno diffuse nei Grigioni (37,4%) rispetto alla media svizzera (42,3%). I giovani del Cantone si sentono più frequentemente soli rispetto agli anziani.

La diagnosi medica di depressione riguarda il 3,6 per cento della popolazione grigionese, valore anch’esso nettamente inferiore al 5,6 per cento svizzero. Analogamente, la percentuale di persone con pensieri suicidi è del 4,9 per cento, contro l’8,4 per cento della media nazionale. Il tasso cantonale di suicidi ammonta a 22,8 casi ogni 100 000 abitanti; si tratta di uno dei tassi più bassi nel confronto trasversale tra i Cantoni.

Controllo sulla propria vita
Un numero superiore alla media di grigionesi percepisce di avere un’influenza significativa sulla propria vita, con il 43,7 per cento, il valore più alto rilevato a livello nazionale. Tuttavia, anche nei Grigioni un quarto (25,9%) dei e delle giovani tra i 15 e i 24 anni dichiara un uso eccessivo e problematico di Internet, sebbene questa percentuale sia inferiore alla media svizzera (41,2%). Il consumo quotidiano di alcol nei Grigioni si è quasi dimezzato negli ultimi 30 anni: tra le donne, il 5,9 per cento dichiara un consumo giornaliero (1992: 11%), mentre tra gli uomini la quota è del 15 per cento (1992: 28%).

Abitudini alimentari: frutta per le grigionesi, salumi per i grigionesi
La consapevolezza alimentare è lievemente aumentata nei Grigioni negli ultimi 30 anni. Secondo l’indagine, le donne grigionesi consumano significativamente più frutta e verdura rispetto agli uomini, che invece prediligono salumi e carne. I giovani uomini con difficoltà economiche risultano sovrarappresentati nel consumo eccessivo di bevande zuccherate.

L’indagine evidenzia anche che quattro grigionesi su cinque praticano un’attività fisica sufficiente. Dal 2012, però, si è registrato un aumento dei contatti sessuali a rischio sanitario (rapporti occasionali senza preservativo), più frequenti tra le fasce d’età più anziane rispetto a quelle più giovani.

Minore ricorso ai servizi ospedalieri e premi inferiori
La popolazione dei Grigioni fa capo in modo più contenuto a studi di medici specialisti e ad ambulatori di ospedali rispetto alla popolazione svizzera in generale. Anche il ricorso all’assistenza ospedaliera stazionaria della popolazione grigionese è stato leggermente più contenuto. I premi dell’assicurazione malattie obbligatoria sono mediamente quasi 600 franchi inferiori rispetto alla media svizzera. Circa un terzo della popolazione beneficia di una riduzione dei premi (CH: 26%).

L’indagine sulla salute Obsan offre un quadro esaustivo sullo stato di salute e sui comportamenti relativi alla salute della popolazione, oltre a documentare l’utilizzo del sistema sanitario e i costi. L’indagine viene condotta ogni cinque anni su persone di età pari o superiore ai 15 anni.

Allegato:

Rapporto sulla salute nei Grigioni Obsan

Persona di riferimento:

Denise Rudin, specializzato per la promozione della salute, Ufficio dell’igiene pubblica, tel. +41 81 257 64 02 (raggiungibile tra le ore 10:00 e le ore 12.00 e tra le ore 14:00 e le ore 16:00), e‑mail Denise.Rudin@san.gr.ch

Organo competente: Ufficio dell’igiene pubblica

ASIA/SIRIA – Strage di cristiani a Damasco. Patriarcato greco- ortodosso: sono i nostri nuovi martiri

Source: The Holy See in Italian

lunedì, 23 giugno 2025

di Pascale RizkDamasco (Agenzia Fides) – “Nel giorno in cui la nostra Chiesa di Antiochia commemora tutti i Santi antiocheni, questa sera si è alzata la mano traditrice dell’iniquità e ha mietuto le nostre anime con le anime dei nostri cari che sono caduti oggi come martiri durante la messa serale nella chiesa di Sant’Elia, a Dwela’a, Damasco”. Con queste parole il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, guidato dal Patriarca Yohanna X, si è rivolto ai fedeli di tutto il mondo dopo la strage di matrice jihadista perpetrata durante la messa serale di domenica 22 giugno, che ha ferito tutti i cristiani di Siria.La chiesa di Sant’Elia si trova nel quartiere di Tabbalah, vicino all’ingresso del quartiere di Douweila. Fu costruita nel 1990. È un monastero che comprende una chiesa, una scuola e diverse sale per gli ospiti, con stanze per pellegrini e studenti.Secondo le informazioni di fonti locali raccolti dall’Agenzia Fides, l’assalto è iniziato con numerosi colpi sparati dall’esterno della chiesa. Poi almeno due kamikaze che indossavano cinture esplosive sono entrati dentro la chiesa dall’ingresso posteriore rispetto all’altare, e hanno fatto strage usando gli esplosivi.La testimonianza di Laure al NasrNelle reti sociali viene diffuso il video con il racconto della testimone oculare Laure al Nasr: suo marito Geryes el Bechara, membro della Direzione Generale dell’Autorità Pubblica per i Trasporti Stradali, insieme ad uno dei fratelli presenti alla messa, Botros el Bechara, ha tentato di fermare l’assalitore. “Gli spari” racconta Laura nella sua testimonianza, traumatizzata dal dolore “hanno dapprima colpito le finestre della chiesa, così la gente si è messa paura e ha si è raccolta intorno all’altare. Quando l’attentatore ha fatto irruzione nella chiesa – prosegue la testimone – “Geryes e Botros hanno provato a fermarlo: uno colpendolo al braccio per fargli cadere di mano una granata, che non è esplosa, l’altro provando a trascinarlo fuori dalla chiesa”. In quel momento, il terrorista kamikaze ha azionato la cintura esplosiva, e si è fatto saltare in aria. “Ho visto dilaniarsi i corpi di mio marito e di mio cognato, uno accanto all’altro. Hanno provato a salvare tutti noi, sono martiri per la nostra Chiesa”. Nella strage sono morti altri membri della stessa famiglia: la sorella Myriam, i cugini Giulia, Sleman e Nabil. Sono gravemente feriti una nipote e un terzo fratello di Geryes e Botros, il notaio Elias el Bechara.Secondo voci non confermate, i kamikaze potevano essere di origine pakistana, e un attentatore sarebbe fuggito dopo la strage.Ad ora si parla di un bilancio provvisorio che ammonta a 22 morti e 53 feriti. “Continuiamo a raccogliere i resti e i corpi dei nostri martiri”, si legge nel comunicato diffuso dal Patriarcato.Le reazioni del governoLa professoressa Hind Aboud Kabawat (vedi Fides 12/2/2025), ministro del Lavoro e degli Affari sociali, unico ministro cristiano nella compagine governativa guidata da Ahmad al Sharaa, si è recata sul luogo dell’attentato per esprimere la vicinanza del governo siriano alla comunità colpita dalla strage. Le autorità governative hanno condannato l’attentato, attribuendolo a soggetti legati a Daesh, il cosiddetto “Stato Islamico”. “Questo atto criminale che prende di mira membri della comunità cristiana è un disperato tentativo di minare l’unità nazionale e destabilizzare il Paese, nonché una risposta dei residui del terrorismo ai continui successi dello Stato e della leadership siriana”, di legge nelle dichiarazioni diffuse dalle autorità governative.Lo stesso Presidente Ahmad al Sharaa, col nome di Abu Muhammad Jolani, ha guidato per anni Hayat Tahrir al Sham, la formazione di ascendenza jihadista che ha esercitato un ruolo di primo piano in seno alla galassia di gruppi armati schierati nella lotta contro il regime degli Assad, crollato di schianto lo scorso dicembre.Il portavoce del Ministero dell’Interno, Noureddine Al-Baba ha annunciato che “tutte le persone coinvolte in questo atto criminale saranno ritenuti responsabili e lavoreremo per restaurare la chiesa e riportarla al suo antico splendore.”La vicinanza dell’intera popolazione alla comunità ecclesiale colpita dalla strage si è espressa anche attraverso la raccolta di donazioni di sangue negli ospedali dove sono ricoverati i feriti. Mentre sugli account social di marca jihadista si inneggia alla strage e compaiono messaggi intimidatori rivolti ai cristiani di altre città siriane. Espressioni formali di solidarietà con le comunità cristiane siriane sono giunte da capi di altre comunità religiose, mentre diversi ministri si sono recati negli ospedali per visitare i feriti e i loro familiari.Nella parte finale del messaggio, diffuso dal Patriarcato greco ortodosso di Antiochia, le autorità che detengono il potere in Siria vengono richiamate a assumersi la piena responsabilità per garantire la protezione dei Luoghi sacri e di tutti i cittadini”. In un momento in cui, ora più che mai l’intero Medio Oriente appare preda di “forze disumane che sembrano voler accelerare la fine del mondo” (Papa Francesco). (Agenzia Fides 23/6/2025)
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ASIA/COREA DEL SUD – Preghiera per la pace e la riconciliazione in Corea di fronte a una “guerra civile emotiva”

Source: The Holy See in Italian

Archdiocese of Seoul

Seoul (Agenzia Fides) – “Camminiamo insieme nel pellegrinaggio verso la pace con speranza imperitura”, ha detto il  Vescovo Simon Kim Joo-young, vescovo di Chuncheon   e  presidente del Comitato per la riconciliazione, in seno alla Conferenza episcopale della Corea del Sud,  celebrando una messa in vista della “Giornata di preghiera per la riconciliazione e l’unità”, fissata per il 25 giugno. La speciale Giornata è stata istituita dai Vescovi coreani nel 1965 per commemorare l’inizio della guerra di Corea (1950-1953) e pregare per la pace.  Nel 2025 si ricorda anche l’80° anniversario della liberazione della Corea dal dominio coloniale giapponese (1945).In tutte le diocesi coreane, a partire dal 17 giugno, si stanno celebrando novene, messe e veglie di preghiera in preparazione alla giornata, che vede i cattolici coreani riuniti  nella invocazione comune di pace e riconciliazione con i fratelli in Corea del Nord.  Il Vescovo Kim Joo-young ha rimarcato che in Corea del Sud si vive “un tempo tra crisi e opportunità”. Da un lato, c’è la crisi nei rapporti bilaterali Nord-Sud. Mentre, nei mesi scorsi, episodi spiacevoli come quelli di lancio di droni, volantini e palloncini pieni di spazzatura, scambiati tra Nord e Sud, hanno  fatto aumentare ostilità e risentimento reciproco, nella società coreana “la gente si ritrova in un palude di sfiducia e conflitto”, ha detto. “Questa situazione – ha spiegato –  è il risultato di conflitti ideologici che si sono accumulati in un lungo periodo di divisione”, che sarebbe appropriato definire una “guerra civile emotiva”.Pensando alle opportunità, il Vescovo ha poi chiesto a tutti di fermarsi e ricordare “quanti in passato hanno cercato di percorrere la via della pace e della riconciliazione” e si sono uniti spiritualmente nella “Giornata di preghiera per la riconciliazione e l’unità”, suggerendo l’uso della parola “speranza” come termine-chiave per “allontanare l’ombra lasciata dalla divisione della penisola coreana”. Il Vescovo ha menzionato il tempo del Giubileo, ricordando  che il tema dell’Anno santo è “Pellegrini della speranza”, e ha sottolineato che il primo passo per superare tutti i conflitti è “non perdere la speranza”. “Dopo 80 anni di divisione nella penisola coreana, bisogna superare i conflitti con la fede nella risurrezione di Cristo”, ha esortato. Nella Novena in corso nelle comunità cattoliche coreane, ogni giorno è stato dedicato a un’intenzione speciale di preghiera mentre il 25 giugno ogni  diocesi celebrerà l’Eucarestia  con la partecipazione di preti, consacrati e fedeli.In vista della Giornata, inoltre, il  Comitato per la riconciliazione in seno alla Conferenza Episcopale di Corea ha tenuto un simposio sul tema dell’educazione alla pace: questa, si è detto,  inizia  con una riflessione sulla violenza profondamente radicata in se stessi.  “Dobbiamo tutti sperare di poter eliminare la divisione e il conflitto, il pregiudizio e l’ostinazione tra il Sud e il Nord, e che si apra una nuova via verso la pace e l’armonia”, ha detto mons. Mathias Lee Yong-hoon, Vescovo di Suwon e presidente della Conferenza episcopale di Corea, intervento al simposio. Il Vescovo Kim Joo-young, presidente del Comitato per la riconciliazione  ha ribadito che “superare il conflitto attraverso il dialogo, l’ascolto e la cooperazione è sempre un compito  del nostro popolo”.Nelle scorse settimane, l’auspicio di riattivare i canali di dialogo tra Nord e Sud Corea lo ha  espresso  la Conferenza coreana delle religioni per la pace (Korean Conference of Religion for Peace), che include sette principali comunità religiose presenti in Corea, tra cui la Chiesa cattolica. La  Conferenza ha organizzato di recente  il “Pellegrinaggio per la vita e la pace nella zona demilitarizzata”, la fascia di terra che divide Corea del Nord e Corea del Sud.Concludendo un cammino di 385 chilometri, i  pellegrini, hanno lanciato  un appello per la pace: “Sono passati 80 anni dalla liberazione, e 80 anni da quando il popolo di questa terra, liberato dalle catene del dominio coloniale, ha lavorato duramente per creare un paese dove poter vivere in pace e sicurezza”, hanno scritto.  “Abbiamo camminato disarmati attraverso la zona demilitarizzata – recita l’appello –  dove il fragore delle alle armi non si ferma mai, e abbiamo pregato. Ci siamo riuniti in un unico luogo per parlare di pace, cantare per la pace e creare la pace”. E continua: “Solo attraverso il dialogo e la cooperazione, e solo attraverso gli sforzi per rispettarsi e vivere insieme, possiamo proteggere la vita e la sicurezza di tutti i cittadini della penisola coreana. Se concentriamo sul dialogo e sulla negoziazione le risorse dedicate all’acquisto di armi , tutti i cittadini della penisola coreana potranno vivere vite più sicure e pacifiche”.(PA) (Agenzia Fides 23/6/2025)
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AFRICA/KENYA – “Prevalga il dialogo”: appello degli Arcivescovi di Nyeri e di Nairobi per la marcia in ricordo delle vittime dell’anno scorso

Source: The Holy See in Italian

Nairobi (Agenzia Fides) – Prevalga il dialogo tra il governo e i giovani. È l’appello lanciato da in previsione della marcia in ricordo delle persone uccise lo scorso anno nel corso delle dimostrazioni di protesta contro la legge finanziaria (vedi Fides 21, 25 e 26 giugno 2024)). La marcia è prevista il 25 giugno.Ieri domenica 22 giugno, rivolgendosi insieme ai mezzi di comunicazione Mons. Anthony Muheria Arcivescovo di Nyeri e Vice Presidente della Kenya Conference of Catholic Bishops (KCCB), e il suo omologo di Nairobi, l’Arcivescovo Philip Arnold Subira Anyolo hanno invitato il Presidente William Ruto ad ascoltare i giovani del Paese.”A poco più di 60 ore dall’inizio della marcia, il nostro appello più forte è quello di salvaguardare la vita umana”, ha detto l’arcivescovo Muheria. “Non importa quali siano i vostri obiettivi: l’obiettivo più urgente è proteggere la vita, migliorare la vita dei poveri e ascoltarci a vicenda”.Mons. Anyolo ha aggiunto; “Non abbiamo alcun diritto, in nessun momento, di togliere la vita a un altro. Come cattolici, crediamo che la vita inizi al concepimento, e questa convinzione ci spinge a prenderci cura anche delle madri che piangono i figli uccisi nei disordini”.I due Arcivescovi hanno rivolto pure un messaggio ai giovani, esortandoli ad attenuare le posizioni intransigenti e a impegnarsi in modo costruttivo nella costruzione della nazione, mettendo al contempo in guardia i leader politici dalla retorica incendiaria che alimenta divisione e violenza.Rivolgendosi ai giovani Mons. Muheria ha chiesto loro “uno spirito di unità”, al fine di “camminare insieme e trovare soluzioni mentre piangiamo coloro che sono morti”.”I leader politici devono evitare discorsi che infiammino gli animi”, ha aggiunto Mons. Anyolo. “Come ci ricorda il nostro inno nazionale, dobbiamo parlare tra di noi per vivere insieme come un’unica nazione”.I due prelati hanno esortato il governo a dare priorità alla giustizia per coloro che hanno perso la vita durante le proteste dello scorso anno e per coloro che si stanno ancora riprendendo dalle ferite riportate negli scontri con le forze dell’ordine, che hanno provocato almeno 60 morti.Nei giorni scorsi vi sono stati scontri durante le dimostrazioni per chiedere la verità sulla morte in una cella di sicurezza del blogger Albert Ojwang (vedi Fides 12 e 17 giugno 2025). (L.M.) (Agenzia Fides 23/6/2025)
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ASIA/CINA – Una preziosa indagine su cura della salute e assistenza sanitaria di di Vescovi, suore e sacerdoti cinesi

Source: The Holy See in Italian

xinde.org
Controlli sanitari per i sacerdoti e suore

di Marta Zhao Roma (Agenzia Fides) – Il 10 giugno 2025 don Pietro Li Yu, della diocesi di Qiqihar, della provincia cinese di Heilongjiang, è morto all’età di 56 anni. Il 3 maggio 2025 don Giuseppe Xu Cheng, della diocesi di Pingliang, nella provincia di Gansu, è morto per una malattia improvvisa all’età di 56 anni; il 21 aprile, giorno della morte di Papa Francesco, nella diocesi di Baoding (provincia di Hebei) il sacerdote 55enne Giovanni Yang Guanglin era deceduto per insufficienza respiratoria. Due giorni dopo, don Andrea Yu Zhaoming, dell’arcidiocesi di Xi’an, era morto per emorragia cerebrale all’età di 61 anni. Mentre il 4 giugno suor Maria Deng Xiuying, della Congregazione della Madre del Signore della diocesi di Yongnian (Handan) della provincia di Hebei era morta per malattia all’età di 60 anni.Sono solo alcuni dei nomi di sacerdoti e suore morti prematuramente nella prima metà del 2025.L’accurata documentazione raccolta e pubblicata da xinde.org – la principale piattaforma cattolica d’informazione ecclesiale, animata dal sacerdote John Baptist Zhang – consente di acquisire una visione generale sullo stato di salute e le condizioni fisiche di Vescovi, sacerdoti e religiose cinesi negli ultimi 35 anni, dal 1990 al 2025. I dati esposti nell’inchiesta fanno emergere un quadro problematico, e richiamano l’urgenza di interventi diretti per garantire adeguata assistenza sanitaria a sacerdoti e religiose della Cina continentale.  Nell’arco del tempo preso in considerazione, ben 115 sacerdoti con età inferiore ai 65 anni sono morti per malattia o incidenti stradali, molti dei quali verificatisi mentre le persone prematuramente scomparse stavano compiendo spostamenti per adempiere ai propri impegni pastorali.Dietro i freddi numeri ci sono storie di giovani stroncati da malattia o disgrazia improvvisa mentre erano nel fiore di una vita offerta all’opera apostolica della Chiesa. Vicende come quella di don Song Fusheng, della diocesi di Yulin, nella provincia di Shaanxi, morto nel sonno a 33 anni dopo soltanto un anno e 9 mesi di sacerdozio; o quella di don Zhua Jiahuai, della diocesi di Lanzhou (provincia di Gansu), morto a 31 anni con un anno e 8 mesi di sacerdozio; mentre don Li Xiufeng, della diocesi di Baoding, è deceduto a 37 anni solo 49 giorni dopo l’ordinazione sacerdotale. Gli ultimi due sacerdoti sono morti nello stesso incidente stradale, mentre erano in viaggio su strade rischiose per raggiungere comunità lontane nell’esercizio del loro ministero sacerdotale. E non si può dimenticare Pietro Wu Junwei, amato Vescovo della Prefettura Apostolica di Xinjiang/Yuncheng, nella provincia cinese di Shanxi, deceduto il 10 maggio 2022 all’età di 59 anni a causa di un infarto.Le cause principali delle morti premature di sacerdoti e suore cinesi sono infarti, emorragie cerebrali, ictus, patologie oncologiche. Nelle aree rurali, aumentano i rischi connessi alla necessità di percorrere lunghi tratti di strada in auto  a motivo della propria missione ecclesiale. Come ha raccontato don Ambrogio Ding Yaohua (51 anni), di etnia tibetana, “spesso mi spostavo da una parrocchia all’altra per celebrare la messa. A volte ci vuole una giornata di viaggio senza arrivare, dovendosi fermare a metà strada, e in molti casi capita di dormire all’aperto. Anche quando magari si riesce a vedere il villaggio di destinazione dall’altra parte del fiume, la deviazione per attraversare il corso d’acqua può richiedere quasi una giornata intera. In diverse occasioni, quando avevo fretta, perché ero stato chiamato a amministrare l’estrema unzione a persone in fin di vita, sono caduto in torrenti o in fosse a strapiombo, e solo per la protezione del Signore sono sopravvissuto”.Simili rischi sono connessi spesso a un lavoro pastorale portato avanti nel silenzio e con discrezione, in letizia e senza lamentarsi.Mentre si vanno estinguendo le generazioni di anziani sacerdoti e suore nati prima del 1949, la porzione attualmente più consistente del clero e delle religiose della Chiesa cattolica in Cina inizierà a entrare nell’età di invecchiamento nel prossimo futuro. Anche se nella fede può essere abbracciata e consolata pure la sofferenza per la dipartita di persone care, il decesso di sacerdoti e suore viene comunque vissuto come una grande perdita nelle rispettive comunità ecclesiali di appartenenza, soprattutto quando ciò avviene a causa di una malattia o di un incidente.Nella Chiesa Cattolica in Cina si presta crescente attenzione alle problematiche connesse alla salute dei sacerdoti e delle suore.La cosiddetta Conferenza dei Vescovi cinesi e l’Associazione patriottica dei cattolici cinesi hanno emesso un “Avviso riguardante la cura della salute e i check-up medici per i sacerdoti, le suore e i laici che lavorano nelle istituzioni”, inviato a tutte le diocesi del Paese il 4 dicembre 2020. L’avviso dispone che le diocesi avviino o migliorino il sistema di controlli sanitari per i sacerdoti e suore, programmando controlli sanitari regolari ogni anno, e garantiscano risorse umane, finanziarie e materiali in modo da trasformare il trattamento medico passivo in assistenza sanitaria attiva. Tutto questo mira a garantire una diagnosi precoce delle patologie, il trattamento tempestivo delle malattie e la diffusione di una “educazione alla salute” volta alla prevenzione di malanni.In realtà, nelle diocesi dotate di maggiori risorse economiche i sistemi di monitoraggio sanitario rivolti a suore e sacerdoti sono diventati prassi consolidata. Nella diocesi di Haimen da 14 anni suore sacerdoti e collaboratori laici si sottopongono a controlli medici biennali. L’assistenza sanitaria per operatori ecclesiali è buona nelle grandi città come Guangzhou, Pechino, Shanghai. Spesso i controlli medici sono abbinati ai ritiri spirituali annuali. Secondo il vescovo di Suzhou, Giuseppe Xu Honggen, “dal 2006, per garantire l’assistenza medica al clero e alle suore della diocesi di Suzhou e la loro previdenza sociale, sanitaria e pensionistica, vengono messe in bilancio spese sostenute in parte dalla diocesi e in parte dalle finanze municipali e della contea locale”.Secondo Giuseppe Gan Junqiu, Vescovo della diocesi di Guangzhou, capoluogo della provincia di Guangdong, “La salute e l’assistenza sanitaria del personale della Chiesa sono un prerequisito fondamentale per lo sviluppo della Chiesa. Effettuare visite mediche aiuta a verificare adeguatamente le condizioni di salute di sacerdoti e suore, a migliorare ulteriormente il loro senso di appartenenza e di coesione e a garantire che possano dedicarsi all’annuncio del Vangelo in buone condizioni fisiche, con energia e uno stato d’animo sereno, per dare il loro contributo alla missione della Chiesa come sale della terra e luce del mondo”.La questione della salute di sacerdoti e suore implica anche le prassi connesse all’opera pastorale. Secondo l’inchiesta curata da xinde.org, tra le cause dei problemi di salute di suore e sacerdoti figurano anche il super-lavoro pastorale, ritmi di vita e diete irregolari, stress psicologico e mancanza di esercizio fisico. Comportamenti che si possono correggere se nell’affidarsi al Signore, si coglie l’importanza di curare la propria salute per servire meglio la missione della Chiesa, diminuendo anche prrassi accentratrici e lasciando spazio al coinvolgimento di laici e laiche nell’opera pasturale, con autentico spirito sinodale. (Agenzia Fides 23/6/2025)
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Risposte del Governo agli interventi parlamentari della sessione di aprile 2025 del Gran Consiglio

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Le risposte del Governo agli interventi parlamentari presentati nella sessione di aprile 2025 sono disponibili da subito in tre lingue in internet.

Allegato:

Panoramica interventi parlamentari sessione di aprile 2025

Persona di riferimento:

Patrick Barandun, capo della Segreteria del Gran Consiglio, Cancelleria dello Stato, tel. +41 81 257 22 32, e‑mail Patrick.Barandun@staka.gr.ch

Organo competente: Cancelleria dello Stato / Segreteria del Gran Consiglio

Programma di sostegno per nuovi direttori scolastici e nuove direttrici scolastiche

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Oggi quasi tutte le scuole popolari del Cantone dei Grigioni vengono gestite da direzioni scolastiche. Per rafforzare questa importante funzione, a partire dall’anno scolastico 2025/26 l’Ufficio per la scuola popolare e lo sport lancerà per la prima volta un programma di sostegno. Con questa offerta mirata, i nuovi direttori e le nuove direttrici vengono accompagnati e sostenuti durante il primo periodo nella loro nuova funzione.

Il nuovo programma di sostegno «Introduzione per direzioni scolastiche» dell’Ufficio per la scuola popolare e lo sport (USPS) si rivolge ai direttori scolastici e alle direttrici scolastiche delle scuole popolari che iniziano il loro primo anno di servizio presso un ente scolastico del Cantone dei Grigioni nonché ai direttori scolastici e alle direttrici scolastiche che riprendono l’attività professionale dopo almeno cinque anni di interruzione.

Sostenere l’ingresso nella nuova funzione
I nuovi direttori scolastici e le nuove direttrici scolastiche ricevono un sostegno mirato per riuscire ad ambientarsi rapidamente nella loro funzione carica di responsabilità. In sostanza si tratta di far fronte in modo professionale ai diversi compiti correlati alla loro funzione. L’offerta di sostegno è concepita in modo tale da preparare nel modo più efficiente e pratico possibile i nuovi direttori scolastici e le nuove direttrici scolastiche alle esigenze specifiche della scuola popolare grigionese. «I direttori scolastici e le direttrici scolastiche provvedono affinché la scuola nel suo insieme funzioni bene: dirigono gli insegnanti, sviluppano ulteriormente la scuola in modo lungimirante e creano un ambiente che consenta agli allievi di apprendere con successo», ha spiegato la capoufficio Chantal Marti-Müller.

Basi e creazione di una rete
Poco dopo l’inizio del nuovo anno scolastico i partecipanti riceveranno una breve panoramica della scuola popolare grigionese e delle basi legali, discuteranno questioni centrali relative alla direzione di una scuola e conosceranno personalmente le persone di riferimento dell’USPS competenti. L’introduzione comprende due eventi obbligatori per una durata complessiva di un giorno e mezzo. Sono inoltre previste ulteriori offerte. «Introduzione per direzioni scolastiche» integra le consulenze specialistiche individuali esistenti dell’USPS e dal punto di vista concettuale si rifà al programma di sostegno per l’introduzione all’attività per i nuovi insegnanti, affermato con successo nei Grigioni già da oltre dieci anni.

Persona di riferimento:

Dr. Chantal Marti-Müller, capa dell’Ufficio per la scuola popolare e lo sport, tel. +41 81 257 27 50 (raggiungibile tra le ore 14:00 e le ore 15:00), e‑mail Chantal.Marti@avs.gr.ch

Organo competente: Ufficio per la scuola popolare e lo sport

Comunicato del Governo del 23 giugno 2025

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Il Governo ha approvato il progetto «SSV/LV Schmelzboden (RhB), Davos» e ha concesso contributi ai costi secondo la legge cantonale sulle foreste e l’accordo di programma NPC con la Confederazione nel settore «opere di protezione e documentazione sui pericoli». Ai costi complessivi di 1,022 milioni di franchi ha concesso un sussidio cantonale di al massimo 408 800 franchi e ha deciso un contributo federale di al massimo 357 700 franchi.

Il progetto fa seguito al forte maltempo verificatosi nel luglio 2023 che ha causato ingenti danni nella Zügenschlucht di Davos. A seguito dell’effettivo di boschi di protezione distrutto, la Ferrovia retica SA (FR) si è trovata improvvisamente esposta al grave rischio di slittamenti di neve e piccole valanghe sulla linea Davos–Filisur. A partire dall’autunno 2023, nel quadro di una misura immediata sono state posate undici file di reti da neve, le quali proteggono ora a lungo termine la linea ferroviaria da slittamenti di neve e da valanghe. Inoltre la tempesta ha fortemente danneggiato una rete di protezione contro la caduta di massi esistente. Al fine di proteggere di nuovo la linea ferroviaria in modo efficace dalla caduta di sassi e di massi anche a lungo termine, si intende sostituire la rete nonché altre due palizzate già fortemente limitate nella loro funzione protettiva. Oltre alle reti da neve già realizzate, il presente progetto prevede la realizzazione di una rete di protezione contro la caduta di massi conforme allo stato della tecnica con una capacità di assorbimento dell’energia di 2000 chilojoule.

Il Governo ha approvato il progetto «SSV/LV Schmelzboden (RhB), Davos» e ha concesso contributi ai costi secondo la legge cantonale sulle foreste e l’accordo di programma NPC con la Confederazione nel settore «opere di protezione e documentazione sui pericoli».