AFRICA/SUDAN – “La caduta e i massacri dei civili a El-Fasher è una vergogna per l’umanità” afferma il governatore del Darfur

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 29 ottobre 2025

Khartoum (Agenzia Fides) – “Il vostro silenzio ha inciso la vergogna nel petto della storia e rimarrà testimone di un tempo in cui il mondo ha abbandonato la sua umanità”. Così Minni Arko Minawi, governatore del Darfur e capo del Movimento per la liberazione del Sudan (Sudan Liberation Movement/Army SLM/A), ha accusato la comunità internazionale per aver assistito impotente alla conquista e ai seguenti massacri perpetrati contro la popolazione a El-Fasher, la capitale provinciale del Nord Darfur, da parte dei miliziani delle Forze di Supporto Rapido (Rapid Support Forces RSF vedi Fides 27 e 28 ottobre 2025).Minna guida la fazione dell’SLM che ha partecipato al processo di pace sudanese del 2019 ed è stato nominato a capo governo regionale del Darfur nell’agosto 2021. I combattenti a lui fedeli hanno lottato insieme all’esercito regolare (Sudan Armed Forces) per tenere il controllo di El-Fasher, assediata da 18 mesi dagli uomini delle RSF.Secondo Minna la caduta della città è stata agevolata dall’intervento di almeno di una potenza straniera che ha utilizzato mezzi sofisticati per aiutare i miliziani RSF. “El-Fasher non sarebbe caduta se i Paesi aggressori non avessero impiegato le loro capacità materiali, logistiche e di intelligence, fino al punto, grazie all’aiuto di agenzie di intelligence straniere, di bloccare le apparecchiature di comunicazione satellitare, interrompendo così i contatti tra le forze combattenti a El-Fasher e i centri di comando nelle altre città” ha dichiarato in un discorso trasmesso ieri sera, 28 ottobre. Minawi ha aggiunto che le RSF si sono avvalse dell’apporto di “mercenari originari di Paesi vicini e da oltreoceano e di droni, provenienti dall’estero”.Con la conquista di El-Fasher le RSF ora controllano tutti e cinque i capoluoghi del Darfur, la regione occidentale sudanese, dove ad agosto si è insediato il governo parallelo costituito dal capo delle RSF Mohamed Hamdan Dagalo nella città di Nyala, capitale del Darfur meridionale. Da un lato si teme la partizione del Sudan (vedi Fides 18/6/2025) ma dall’altra non si esclude una ripresa dell’offensiva delle RSF verso il resto del Paese fino alla capitale Khartoum dalla quale erano state cacciate a fine marzo (vedi Fides 4/4/2025). (L.M.) (Agenzia Fides 29/10/2025)
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ASIA/MYANMAR – I Vescovi: “Tra compassione e speranza, nella ‘policrisi’ del Myanmar”

Source: The Holy See in Italian

mercoledì, 29 ottobre 2025

Yangon (Agenzia Fides) – “Questo non è il momento di arrendersi. È il momento di trovare, nelle ceneri del dolore, la brace della speranza. La pace è possibile; la pace è l’unica via. Non lasciamo che l’odio ci definisca. Non lasciamo che la disperazione vinca. Che la nostra risposta sia semplice: compassione in azione, verità detta con dolcezza e pace perseguita senza sosta”: è l’accorato appello diffuso oggi, 29 ottobre, dai Vescovi del Myanmar, redatto nel corso di un’assemblea online che ha esaminato la situazione della comunità ecclesiale dopo quattro anni di guerra civile.Il testo inviato all’Agenzia Fides, dal titolo “Un messaggio  di compassione e di speranza per la ‘policrisi’ del Myanmar” e firmato da tutti i Vescovi birmani, parte da un’amara constatazione della realtà sul terreno: “In tutta la nostra amata terra, da Nord a Sud, da Est a Ovest, il nostro popolo sta affrontando una crisi senza precedenti nella storia recente. Questa non è una singola tragedia. È ciò che gli esperti chiamano una ‘policrisi’, in cui molteplici emergenze si uniscono, ognuna delle quali aggrava le altre. Stiamo vivendo conflitti armati, disastri naturali, sfollamenti, collasso economico e una profonda frattura sociale”.Il primo aspetto rimarcato è quello dell’impatto umano: “Ci spezza il cuore più di ogni altra cosa – dicono i Presuli birmani –  la sofferenza delle persone. Secondo le Nazioni Unite, oltre 3 milioni di persone in Myanmar sono sfollate dalle loro case a causa dell’escalation del conflitto. Non si tratta solo di numeri. Si tratta di madri, padri, nonne e bambini. Alcuni si riparano sotto gli alberi, nelle risaie, nei monasteri e in tende di fortuna, senza cibo, acqua, istruzione o sicurezza”.  Mentre nelle zone di conflitto, “le città si sono trasformate in città fantasma”, nelle zone colpite dal terremoto, interi villaggi sono stati rasi al suolo, è questo ha generato nella popolazione  “traumi profondi e paura”.Osservano i Vescovi: “Donne e bambini sopportano i fardelli più pesanti. Molti bambini sono fuori dalla scuola da anni. Le loro aule sono diventate macerie. Il loro futuro è sospeso nell’incertezza. Alcuni hanno perso i genitori. Alcuni hanno assistito alla violenza. Molti hanno fame, sono malati e incapaci di esprimere ciò che provano dentro. Anche le donne soffrono in silenzio. Portano con sé il dolore della perdita della famiglia, la responsabilità di prendersi cura dei più piccoli e la paura dello sfruttamento. In alcuni casi, devono partorire o crescere neonati senza un riparo o un’assistenza sanitaria. Eppure, sono loro a tenere unite le comunità, a cucinare per molti, a pregare nell’oscurità e a confortare chi è in lutto”.Il messaggio non manca di citare le “note dolenti”: “Una delle ferite più profonde che vediamo oggi è la mancanza di comprensione e fiducia tra tutti i diversi attori e parti interessate. Ci sono molteplici fronti, molteplici visioni, molteplici bisogni. Spesso c’è poco dialogo, pochi spazi autentici in cui i cuori possano ascoltarsi a vicenda. Per questo motivo, gli aiuti vengono bloccati, lo sviluppo ritardato e l’accesso umanitario limitato”. “La vita quotidiana per i civili – prosegue – è diventata una prova quotidiana di sopravvivenza. In molte parti del paese, i prezzi dei generi alimentari sono saliti alle stelle. Il lavoro è scomparso. Carburante e medicine scarseggiano. L’elettricità va e viene. L’ansia è diventata una compagna silenziosa in ogni famiglia”.E i giovani, “che sognano solo di studiare, lavorare e costruirsi un futuro, sono  pieni di paura, rabbia e disillusione. I loro talenti vengono sprecati. Le loro speranze sepolte”.In questo scenario, “come cristiani e come persone che camminano al fianco di tutte le fedi, ci chiediamo: dove stiamo andando ? Come porre fine alla guerra?”. Il cristianesimo, notano, non offre una facile via di fuga dalla sofferenza, “ma offre una via – una via silenziosa e umile – verso la riconciliazione, la guarigione e una pace duratura”. “Riconciliazione non significa dimenticare o fingere che tutto vada bene, ma vuol dire ascoltare le storie degli altri, piangere con chi piange, cercare un terreno comune dove nessuno debba perdere perché gli altri vincano”.”Gesù stesso – ricorda il messaggio –  disse: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo 5:9). La pace non è passiva. Non è silenzio. È un impegno attivo e coraggioso nello scegliere la vita anziché la morte, la dignità anziché la vendetta, la comunità anziché l’isolamento”.Con questi presupposti e con questo spirito, i Vescovi auspicano in conclusione: “Possa la nostra nazione, ferita e malconcia, risorgere, non solo con edifici, ma con cuori nuovi. E che un giorno i nostri figli possano dire: “Non hanno rinunciato alla pace. E così abbiamo trovato la strada di casa. Che Dio benedica il Myanmar”.(PA) (Agenzia Fides 29/10/2025)
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OTTOBRE MISSIONARIO – Suor Suzanne Djebba: Gioia e speranza nella missione tra le Genti

Source: The Holy See in Italian

Photo Paolo Galosi

di Suor Suzanne Djebba* MDIPubblichiamo l’intervento pronunciato da Suor Suzane Djebba,Vicaria generale delle Missionarie dell’Immacolata (PIME), in occasione del Convegno Internazionale Missionario “La Missio ad Gentes oggi: verso nuovi orizzonti”.Promosso dal Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari) e dalle Pontificie Opere Missionarie, il Convegno si è svolto nel pomeriggio di sabato 4 ottobre presso l’Aula Magna Pontificia Università Urbaniana, nella cornice del Giubileo del Mondo missionario e dei MigrantiRoma (Agenzia Fides) – Buongiorno a tutti.Sono Suor Suzanne Djebba, della Congregazione delle Suore Missionarie dell’Immacolata, originaria del Camerun. Dopo gli studi qui a Roma, sono stata destinata in Guinea Bissau dove ho lavorato come missionaria per circa otto anni e adesso sono di nuovo nella Città eterna per il servizio di vicaria nel nostro Consiglio Generale. E sono qui oggi per rispondere all’invito che mi avete fatto di condividere con voi le gioie e le speranze della missione tra le genti.1. Breve presentazione della missione MDI in Guinea BissauCome Missionarie dell’Immacolata (PIME), dopo l’invito del Monsignore Settimio Ferrazzetta, primo Vescovo di Bissau, siamo arrivate in Guinea nel 1980. La Guinea oggi ha due diocesi: Bissau e Bafatà. Come missionarie siamo impegnate nella pastorale catechetica, nella la formazione dei leader delle comunità cristiane, nella promozione sociale attraverso l’educazione, nell’assistenza alle mamme di gemelli e agli orfani, nella promozione femminile e nell’accompagnamento dei giovani e degli studenti.Per darvi un’idea del luogo di cui parleremo, faccio solo notare che la Guinea è uno stato dell’Africa occidentale che confina al nord con il Senegal, al sud con la Guinea Conakry e ad ovest con l’Oceano Atlantico. Come religioni, vi sono i musulmani, che sono maggioritari, poi i praticanti delle religioni tradizionali e, infine, i cristiani di diverse confessioni religiose.2. Il mio primo invito missionario in Guinea BissauPer parlare di gioia e speranza nella missione tra le genti, partirò da un’esperienza che ho fatto in Guinea dopo il mio arrivo.Un giorno, come comunità religiosa, dovevamo partecipare all’incontro per la programmazione dell’anno pastorale nel nostro settore e per arrivarci bisognava prendere la barca. Quando siamo arrivate sulla riva, scendendo dalla barca, ho sentito l’invito di un ragazzo: “Vieni a mangiare”. All’inizio non sapevo neanche da dove venisse questa voce e quindi mi ero solo girata per curiosità, ma anche per capire chi davvero mi stava invitando. Io comunque ritenevo non fosse rivolto a me perché ero nuova, appena arrivata, e, oltre alle mie consorelle, nessuno mi conosceva. Eppure il ragazzo ha continuato a chiamare indicandomi col dito e dicendo che stava proprio chiamando me. Direi che, pure essendo africana e sapendo che la condivisione è una cosa naturale, sono rimasta comunque sorpresa e anche colpita dal suo gesto. Non conoscevo affatto questo ragazzo e tanto meno lui conosceva me. Dopo aver capito che si rivolgeva proprio a me, l’ho ringraziato col sorriso e ho declinato gentilmente l’invito.Cosa mi è rimasto di questa prima esperienza? Mi rimane un invito caloroso, una chiamata vibrante ad entrare nella comunione di un popolo che pure senza conoscermi già mi attendeva. Un popolo a cui non importava di sapere se ero appena arrivata, se ero straniera, donna, se appartenevo ad una religione o ad un’altra, ma che mi rivolgeva solo un semplice invito: “vieni..” è come se mi chiamassero a stare sempre con loro per vivere la missione in pienezza, non da spettatrice, ma immersa in mezzo a loro come inviata da Dio e nello stesso tempo invitata da loro stessi a far parte della loro vita e ad entrare nel loro mondo per farlo diventare anche mio.Allora, come è stata concretamente la mia vita missionaria in Guinea?3. La Collaborazione con la chiesa locale:Il primo passo nella missione per me, come per tutti i missionari, è appunto quello di conoscere ed aprirsi al nuovo, cioè alla realtà, alle persone, alle diverse culture e tradizioni del popolo a cui siamo stati inviati.Quindi l’invito che ho ricevuto mi ha subito fatto capire che la comunione significava per me lavorare per la Chiesa e con essa. Su questo punto direi che per noi nuovi missionari, a differenza di tutti quelli che ci hanno preceduto, oggi, quando arriviamo in missione, la realtà è ben diversa perché troviamo già una chiesa locale abbastanza strutturata e funzionante. Quindi non arriviamo per iniziare da zero la plantatio della Chiesa in quel posto determinato, bensì per rinforzare la sua presenza e darle un volto più missionario. Questo però comporta la capacita di sapersi mettere al fianco degli altri, cioè non davanti da protagonisti eroici, né dietro da spettatori passivi e critici, ma fianco a fianco, mano nella mano per lavorare insieme come un corpo ecclesiale e come figli e figlie della stessa Madre Chiesa. Per me questo è stato l’atteggiamento di fondo che ho cercato di attuare nella vita in missione.L’icona che mi ha sempre accompagnato nella mia vita missionaria è quella di Gesù che cammina con i discepoli di Emmaus (Lc24, 13-35), che entra in dialogo con loro tenendo presente le loro preoccupazioni, li aiuta pian piano a capire i disegni di Dio e scompare una volta che i loro occhi si sono aperti alla frazione del pane. E quindi per me, lavorare con la Chiesa locale, è vivere nel concreto questo camminare insieme che si traduce nella condivisione della fede, della formazione e dei doni ricevuti da Signore, ma anche nella condivisione della vita della nostra Chiesa di origine in uno scambio arricchente.Un’altra immagine che mi accompagna ed illumina la mia vita missionaria è quella di Gesù seme e seminatore, molto cara al mio Istituto, che è la fonte del nostro carisma. Questo seminatore generoso e instancabile, come diceva una della nostre fondatrici, M. Igilda, che esce e che getta la semente ovunque, senza distinzione di posti e luoghi, è proprio la spinta del mio quotidiano agire missionario.In modo concreto, come è stata la mia collaborazione con la Chiesa locale?Nei miei primi anni di missione in Guinea, la sfida maggiore che mi avevamo presentato era la formazione dei formatori per la vita religiosa. La Conferenza dei Superiori Maggiori aveva individuato questa realtà come una massima priorità alla quale bisognava dedicare forze ed energie.Rispondendo a questo appello, ho dato la mia disponibilità affiancando nel primo anno una Suora della Consolata che già lavorava in quell’ambito. Questa esperienza di lavoro a due è stata davvero una ricchezza per me perché e mi ha permesso di sperimentare la bellezza di contribuire alla formazione dei formatori per il bene della Chiesa locale dando loro alcune indicazioni a livello psico-spirituale e pedagogico affinché potessero svolgere bene il loro compito, ma soprattutto condividendo con loro le gioie e le fatiche della formazione nelle zone dove le risorse umane e academiche sono molto limitate.Tuttavia, al secondo anno, mi sono ritrovata da sola ed era un compito troppo grande per me. Siccome bisognava comunque dare continuità a questa attività, abbiamo fatto la proposta ai Superiori di creare un gruppo di formatori che avevamo già sul posto, come quelli del Seminario maggiore e individuando anche altri Religiosi formati in questo ambito che potessero collaborare a questa missione. E da allora, ancora oggi, c’è questo gruppo che sta portando avanti il lavoro formativo. Per me questo è un motivo di gioia che mi dà speranza perché traduce concretamente l’impegno della Chiesa per la cura e la formazione delle vocazioni locali.4. La promozione sociale:Attraverso l’educazione, ossia le Scuole, cerchiamo di dare un’educazione di buon livello a tutti i bambini e gli adolescenti che frequentano le nostre strutture. Posso dire senza esagerare che le Scuole che funzionano meglio e hanno dei risultati eccellenti sono proprio quelle cristiane, e in modo particolare quelle cattoliche. Anche lì, in Guinea abbiamo scelto lo stile di Scuole di autogestione che coinvolge e comporta come protagonisti: lo Stato, il villaggio e noi. Per cui, le Scuole che gestiamo sono praticamente del Governo e seguono i programmi statali. Cosi facendo, il giorno che verremo chiamate ad andare ad evangelizzare altrove, la Scuola potrà continuare senza grossi problemi.Oltre a questo diamo anche priorità alla formazione umana e l’appoggio finanziario per i giovani che fanno degli studi universitari e professionali. Questa scelta che abbiamo fatto come missionarie dell’Immacolata, con l’appoggio sostanziale dei benefattori a cui siamo sempre grate, ha come obiettivo di dare la possibilità ai giovani di avere un futuro diverso, ma soprattutto incentivare in loro la voglia di vivere e lavorare nel loro Paese. Quindi, sostenere i giovani ad avere una formazione accademica e professione è una cosa molto impegnativa, eppure ci ha dato tanta gioia.Difatti, dopo anni di impegno e sacrifici, finalmente vediamo che sono diventati finanziariamente automi lavorando come professori, impiegati negli uffici, banche, ospedali etc…Essi stessi ci aiutano poi nelle pratiche burocratiche, ribadendo che senza di noi non avrebbero mai avuto questo lavoro. Certo che non lavoriamo per essere ringraziate o riconosciute, ma la loro gioia e la loro gratitudine ci fa capire che ne è valsa la pena compiere dei sacrifici.Poi, l’altra cosa che mi sembra ancora più bella è quella di vedere che alcuni dei giovani che abbiamo aiutato stanno, a loro volta, pagando la scuola/formazione professionale ad altri giovani che non sono per forza appartenenti alle loro famiglie. Per me questo è un forte segnale di speranza: vedere che il bene che si moltiplica facendoci crescere e credere nella fiducia in una gioventù migliore. Come sottolineava Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale di questo anno: “Davanti all’urgenza della missione della speranza oggi, i discepoli di Cristo sono chiamati per primi a formarsi per diventare ‘artigiani’ di speranza e restauratori di un’umanità spesso distratta e infelice”.5. La missione dell’ascolto:In missione spesso, c’è tanto da fare e ancor più nei luoghi dove il/la missionario/a deve fare quasi tutto. Quindi c’è sempre l’urgenza o anzi la tentazione di lavorare molto e, a volte, anche in modo frenetico perché di solito le necessità sono sempre superiori alle nostre forze. Perciò spesso siamo molto occupati e preoccupati dalle cose da fare. Però, in mezzo a tutto questo, la chiamata che ho ricevuto dai giovani e dalle donne era quella di dare tempo a loro per l’ascolto.Come altri missionari, anch’io, nei primi tempi, vedevo che c’era troppo lavoro pratico e che l’ascolto era un cammino molto lento per poter raggiungere i miei obiettivi. Era più facile fare qualcosa per gli altri piuttosto che dedicare tempo a stare con loro e capire davvero cosa era meglio per loro.Cosa mi ha fatto cambiare prospettiva? Semplicemente una donna che, un giorno, mi ha fatto una domanda critica: “Voi missionari perché non ci lasciate esprimere la nostra gioia?”. Io le ho chiesto: “ma perché dici questo?” E lei mi ha risposto dicendo che i missionari fanno tutto per loro, ma non si aprono a ricevere a loro volta ciò che il popolo dà loro come espressione della loro gratitudine. Questo piccolo dialogo mi ha fatto capire che solo nell’ascolto potevo avere questo spazio del dare e ricevere.Per cui, quando ho deciso di dare priorità all’ascolto, questo mi ha anche cambiato prospettiva. Da quel momento ho capito che la missione non è appunto solo un dare, un fare, ma anche un ricevere. Posso dire senza esagerare che, nell’ascolto delle persone, ho ricevuto più di quanto abbia dato. Attraverso l’ascolto ho capito di cosa davvero aveva bisogno il popolo, il suo proprio bene e non il bene che io pensavo di fare per loro e, a volte, al posto loro. E qui l’immagine di Maria, la donna dell’ascolto, mi ha aiutato molto nella missione. Ascoltare le persone come Maria li avrebbe ascoltati, ascoltare come Maria ascoltava suo figlio Gesù in tutte le fasi della sua vita. Ascoltare per condividere la profondità del cuore dell’altro, il suo tesoro intimo, sperimentando la fiducia di Dio. Non aver paura di scendere in quella profondità, in queste acque tumultuose dove Dio stesso sta con noi come dice l’angelo a Maria: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30). Questa è l’assicurazione che ho quando qualcuno viene a trovarmi per farsi ascoltare.Un giorno, è arrivata nella nostra comunità una signora anziana che chiedeva un aiuto finanziario. Mi sono seduta accanto a lei e subito ha cominciato a condividere la sua vita con tutte le sue difficoltà. Ma ciò che mi ha stupito è che, quando ha finito di parlare, non ha chiesto più niente. Mi ha solo detto: “Grazie per avermi ascoltata”.Quindi per me, i tempi dedicati all’ascolto che realisticamente rappresentano tempi lunghi, tanto che, a volte, ci sembra addirittura di perdere tempo, sono momenti dove attraverso il dialogo e la relazione interpersonale, nasce la speranza, la gioia di essere preso sul serio, valorizzato e ascoltato. Papa Francesco, sempre nel suo Messaggio per la Giornata Missionaria di questo anno ci ricordava che: “tramite i suoi discepoli, inviati a tutti i popoli e accompagnati misticamente da Lui, il Signore Gesù continua il suo ministero di speranza per l’umanità. Egli si china ancora oggi su ogni persona povera, afflitta, disperata e oppressa dal male, per versare ‘sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza’”.Come missionari, nell’ascolto, sentiamo anche i nostri limiti a risolvere certi problemi. Allo stesso tempo, però, è anche lì che sorge il desiderio di affidare loro a Dio, con la piena convinzione che, senza la preghiera, non possiamo portare avanti la missione di Cristo e che è lui a far crescere il Suo Regno dentro e fuori dei cuori delle persone. Per cui, per me portare le persone ascoltate a Gesù nell’Eucaristia è un momento molto forte dove sento che è Dio stesso che lavora e noi siamo solo i suoi semplici collaboratori. Come diceva una delle nostre fondatrici: “La vita missionaria per essere feconda di bene, deve modellarsi sulla vita eucaristica di Gesù nel tabernacolo”. (Madre Dones, Circolare 14/6/1946).6. La missione dell’annuncio e della testimonianzaL’annuncio, come l’ho vissuto in Guinea, è stato fatto tramite la catechesi nella quale non si può fuggire dal dialogo tra fede e cultura, tra fede e tradizioni locali. E proprio in questo dialogo, emergono i valori umani e spirituali che aiutano i cristiani a essere radicati nella loro fede senza negare la loro identità culturale, vivendo fede e cultura nell’armonia del cuore e della mente. Però c’è da tenere costantemente presente il lavoro di purificazione e di conversione, sia da parte del missionario che da parte di chi riceve il Vangelo per la prima volta. Sempre come dice l’Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Africa al numero 57: “L’Africano crede in Dio creatore a partire dalla sua vita e dalla sua religione tradizionale. È dunque aperto anche alla piena e definitiva rivelazione di Dio in Gesù Cristo, Dio con noi, Verbo fatto carne. Gesù, la Buona Novella, è Dio che salva l’Africano […] dall’oppressione e dalla schiavitù”.Sempre per l’annuncio diamo anche valore alla formazione dei catechisti. È una cosa fondamentale perché, tante volte, loro arrivano dove noi non arriviamo, sanno usare il linguaggio locale per far capire le cose in modo semplice e quindi come diceva un giorno una mia consorella: formare bene un catechista significa mettere in piedi una comunità cristiana e la comunità a sua volta diventa luogo di formazione e così cresce la fede.7. Seminatori di pace e giustiziaUn altro punto che vorrei condividere con voi e che per me è fonte di gioia e di speranza è l’impego dei Pastori della Chiesa della Guinea per la pace. In un Paese segnato da guerre e da diversi colpi di Stato, tutta la Chiesa è cosciente di questo dono prezioso e lavora per mantenerla. “All’Africa, pressata d’ogni parte da germi d’odio e di violenza, da conflitti e da guerre, gli evangelizzatori devono proclamare la speranza della vita radicata nel mistero pasquale” (cf. Esortazione Apostolica post-sinodale di S. Giovanni Paolo II “Ecclesia in Africa”, nº 57).Quindi per rispondere alla necessità di seminare la pace e la speranza, i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi e tutti i cristiani si impegnano ogni giorno a promuovere la comunione, il dialogo tra le persone e le comunità, l’amicizia tra tutti. Come si dice spesso in Guinea: siamo tutti fratelli. E di fatto, nella realtà, in Guinea i musulmani, i praticanti della religione tradizionale e i cristiani vivono tutti insieme e, capita che siano anche della stessa famiglia.Certo che sono gesti semplici, ma che però aiutano a seminare la pace e la concordia tra le persone anche a livello socio-politico, stimolando ognuno a prendere le proprie responsabilità per il bene di tutti. Quindi oggi l’evangelizzazione in Africa passa attraverso la riconciliazione dei cuori per arrivare a creare una società dove si può sperare di vivere nella giustizia e nella pace. Come menzionato nell’Esortazione apostolica post- sinodale del santo Padre Benedetto XVI, Africae Munus, al nº 174: “Il volto dell’evangelizzazione assume oggi il nome di riconciliazione, condizione indispensabile per instaurare in Africa rapporti di giustizia tra gli uomini e per costruire una pace equa e duratura nel rispetto di ogni individuo e di tutti i popoli”.Conclusione:Al termine di questa condivisione vorrei ringraziare gli organizzatori, quelli che mi hanno dato la possibilità di rivivere con voi il mio percorso missionario in Guinea. Finisco solo dicendo che per me la missione è presenza, una presenza, a volte discreta e silenziosa, ma che incide profondamente sulla vita delle persone. Una presenza che, a volte, ha bisogno anche di parole per esprimere e condividere ciò che in cui crediamo, una presenza che si fa compagnia e una presenza che condivide le gioie e le speranze del popolo a cui siamo stati mandati.Auguro ad ognuno di noi di essere questa presenza nel nostro quotidiano. Papa Francesco, nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale di questo anno, citando la Gaudium et Spes 1 ha formulato questo auspicio: “Seguendo Cristo Signore, i cristiani sono chiamati a trasmettere la Buona Notizia condividendo le concrete condizioni di vita di coloro che incontrano e diventando così portatori e costruttori di speranza. Infatti, «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore».Grazie a tutti e tutte per l’attenzione e l’ascolto!(Agenzia Fides 29/10/2025)*Vicaria generale delle Missionarie dell’Immacolata, PIME

imipime.org

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Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 147

Source: Government of Italy

Il Consiglio dei ministri si è riunito martedì 28 ottobre 2025, alle ore 15.38 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano.

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SICUREZZA SUL LAVORO

Misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile (decreto-legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile.

L’intervento mira a un rafforzamento della cultura della sicurezza, all’incremento della prevenzione e alla riduzione degli infortuni in ogni ambito lavorativo.

Incentivi per le imprese virtuose e potenziamento della vigilanza

Le norme incentivano le misure di riduzione degli infortuni sul lavoro e premiano i datori di lavoro virtuosi, potenziando al contempo le attività di vigilanza e l’apparato sanzionatorio.
Tra l’altro, si prevede:

  • revisione delle aliquote INAIL e contributi agricoli. A partire dal 1° gennaio 2026, si autorizza l’INAIL alla revisione delle aliquote per l’oscillazione in bonus per andamento infortunistico e dei contributi in agricoltura, con l’obiettivo di premiare le imprese che dimostrano un andamento positivo in materia di sicurezza. Sono inoltre introdotte specifiche cause di esclusione dal bonus;
  • per aderire alla Rete del lavoro agricolo di qualità, le imprese dovranno dimostrare l’assenza di condanne penali o sanzioni amministrative in materia di salute e sicurezza sul lavoro negli ultimi tre anni. A queste imprese virtuose verrà riservata una quota delle risorse programmate dell’INAIL;
  • subappalto e strumenti digitali. Il decreto orienta l’attività di vigilanza dell’INAIL in modo mirato nei confronti dei datori di lavoro che ricorrono allo strumento del subappalto (pubblico e privato). Contestualmente, vengono introdotte disposizioni specifiche per il badge di cantiere e la patente a crediti, prevedendo la precompilazione della tessera digitale con i dati identificativi dei lavoratori assunti tramite la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa). Inoltre, si individueranno gli ulteriori ambiti di attività a rischio più elevato (oltre al settore edile);
  • potenziamento dell’apparato ispettivo e promozionale. Il testo prevede il potenziamento dell’organico dell’INAIL e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro.

Formazione, indennizzi e tutela specifica

Il decreto interviene in modo incisivo anche sulla formazione e sulla tutela specifica, prevedendo, tra l’altro:

  • rafforzamento della formazione per RLS. L’obbligo di aggiornamento periodico dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) viene esteso anche alle imprese con meno di 15 dipendenti, garantendo una formazione costante in tutti gli ambiti lavorativi. Inoltre, si innalza il livello qualitativo degli enti accreditati che erogano la formazione in materia, demandando a un accordo Stato-Regioni l’individuazione di criteri e requisiti di accreditamento;
  • sicurezza studenti (scuola-lavoro). Si rafforza la tutela assicurativa INAIL per gli studenti impegnati nei percorsi di formazione scuola-lavoro, estendendo la copertura anche agli infortuni occorsi nel tragitto casa-lavoro e viceversa. Si introduce a carico dell’INAIL una borsa di studio per alunni e studenti superstiti di persone decedute per infortuni sul lavoro o malattie professionali;
  • near miss e prevenzione. Viene promossa l’adozione di linee guida per l’identificazione, il tracciamento e l’analisi dei mancati infortuni (c.d. near miss) da parte delle imprese con più di quindici dipendenti. Strumenti di incentivazione economica e premiale saranno individuati per le imprese che adottano modelli organizzativi avanzati di gestione della sicurezza e di tracciamento dei mancati infortuni;
  • visite mediche aggiuntive. In relazione alle attività ad alto rischio di infortuni, si introduce una nuova tipologia di visita medica nei confronti del lavoratore qualora vi sia il ragionevole motivo di ritenere che si trovi sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o alcoliche;
  • destinazione sanzioni. Le risorse introitate dalle ASL a seguito dei provvedimenti sanzionatori saranno utilizzate in via esclusiva per attività di sorveglianza epidemiologica dei rischi, al rafforzamento dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPRESAL) e ad attività di formazione e aggiornamento professionale.

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PROTEZIONE CIVILE

Norme in materia di protezione civile (disegno di legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce norme in materia di protezione civile.

L’intervento si concentra sul riconoscimento e sulla tutela degli operatori in ambito nazionale e territoriale, sostiene la specializzazione del personale e rafforza la capacità di risposta del Sistema nazionale di protezione civile.

Si istituisce, nell’ambito della contrattazione collettiva relativa al comparto delle funzioni locali, una sezione contrattuale specifica destinata al personale (dirigenziale e non dirigenziale) delle strutture di protezione civile delle regioni e degli altri enti. Questa misura riconosce la specificità dei compiti e delle responsabilità assunte.

Inoltre, si chiarisce e definisce il regime di responsabilità penale applicabile agli operatori, alle autorità e ai volontari di protezione civile. Si introduce un nuovo articolo nel Codice penale che stabilisce che, nelle attività di gestione e superamento delle emergenze, il personale è punibile solo per colpa grave. Nell’accertamento della colpa si dovrà tener conto del contesto d’urgenza e dei limiti correlati alla disponibilità di dati e risorse. Inoltre, la punibilità è esclusa per le condotte commesse nell’osservanza delle linee guida e raccomandazioni in materia di protezione civile adottate dall’Autorità competente.

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ISOLE MINORI

Disposizioni per la valorizzazione delle isole minori marine, lagunari e lacustri (disegno di legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli e del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge che introduce disposizioni per la valorizzazione delle isole minori marine, lagunari e lacustri.

Il provvedimento riconosce la specificità insulare come fattore di svantaggio e attua l’articolo 119, sesto comma, della Costituzione, che impegna la Repubblica a riconoscere le peculiarità delle isole e a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità, promuovendo sviluppo, tutela ambientale e coesione sociale e riconoscendo pienamente il ruolo delle isole minori come presidi di identità, sostenibilità e innovazione territoriale

Il disegno di legge, attraverso un quadro organico di interventi, intende superare l’attuale frammentarietà normativa e favorire una programmazione coordinata tra Stato, regioni e comuni, volta a garantire ai cittadini insulari pari opportunità di accesso ai servizi essenziali e migliori condizioni di vita e di lavoro.

Si prevedono, tra l’altro:

l’istituzione del fondo per lo sviluppo delle isole minori, con una dotazione crescente fino al 2028;

  • l’introduzione del documento unico di programmazione isole minori (DUPIM), della durata di sette anni, quale strumento strategico basato sui progetti integrati di sviluppo territoriale (PIST) elaborati dai comuni interessati, con il coinvolgimento di regioni, comunità isolane e cittadini;
  • la possibilità di stipulare contratti istituzionali di sviluppo (CIS) per la realizzazione di progetti di rilievo strategico;
  • misure per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, la promozione del turismo sostenibile, la destagionalizzazione dei flussi e il sostegno alle piccole produzioni agricole e artigianali;
  • interventi per garantire l’accessibilità e l’inclusione delle persone con disabilità, per il miglioramento dei servizi pubblici essenziali, della sanità, dell’istruzione e della giustizia;
  • azioni a sostegno della sanità, della scuola e della mobilità locale, inclusa la possibilità per le regioni di monitorare i servizi di trasporto marittimo da e per le isole minori e di adottare misure correttive in caso di interruzioni ingiustificate;
  • iniziative per la pratica sportiva e l’inclusione giovanile, finalizzate a contrastare lo spopolamento e a migliorare la qualità della vita delle comunità insulari;
  • interventi per la protezione civile, la gestione dei rifiuti, la sostenibilità energetica e la difesa del territorio;
  • agevolazioni fiscali e tariffarie, con delega al Governo per il riordino della normativa vigente.

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RATIFICHE

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero concernente il trasporto di cabotaggio nell’ambito dei servizi internazionali regolari transfrontalieri con autobus, fatto a Roma il 17 ottobre 2024 (disegno di legge)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha approvato un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero concernente il trasporto di cabotaggio nell’ambito dei servizi internazionali regolari transfrontalieri con autobus, fatto a Roma il 17 ottobre 2024.

L’intesa rafforza la cooperazione tra le aree di confine italiane e svizzere (Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Cantoni limitrofi) e mira a favorire la mobilità dei lavoratori frontalieri, migliorando la sostenibilità ambientale e la fluidità del traffico di confine.

L’accordo consente ai vettori italiani e svizzeri di effettuare trasporti di cabotaggio nell’ambito di servizi regolari transfrontalieri soggetti a obblighi di servizio pubblico, in deroga all’Accordo UE–Svizzera del 1999, come autorizzato dalla Decisione (UE) 2020/854.

Il testo disciplina le procedure di autorizzazione e concessione dei servizi, individua le autorità competenti e istituisce una Commissione mista italo-svizzera per garantirne l’applicazione e la risoluzione delle controversie.

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NORME EUROPEE PER LE PROFESSIONI DI INFERMIERE, DENTISTA E FARMACISTA

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato due decreti legislativi di attuazione di norme europee sulla formazione degli esercenti alcune professioni sanitarie.

1. Attuazione della direttiva (UE) 2024/782 della Commissione del 4 marzo 2024, che modifica la direttiva 2005/36/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i requisiti minimi di formazione per le professioni di infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista e farmacista (decreto legislativo – esame preliminare)

Il decreto legislativo, approvato in esame preliminare, attua la direttiva (UE) 2024/782 della Commissione del 4 marzo 2024, che modifica la direttiva 2005/36/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i requisiti minimi di formazione per le professioni di infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista e farmacista.

Il decreto introduce elementi innovativi nei percorsi di studio con l’obiettivo di assicurare che i professionisti sanitari italiani mantengano standard formativi all’avanguardia in Europa, in linea con l’evoluzione scientifica e tecnologica.

L’aggiornamento della formazione per gli infermieri dell’assistenza generale riflette le esigenze emergenti, includendo elementi essenziali sull’uso e l’applicazione sicura delle nuove tecnologie nella pratica clinica.

Per dentisti e odontoiatri, vengono integrate nuove aree di studio e competenze professionali, quali l’implantologia orale, la gerodontologia, la tecnologia digitale in odontoiatria e l’assistenza collaborativa interprofessionale.

Per i farmacisti, le novità includono un’adeguata conoscenza della farmacia clinica e dell’assistenza farmaceutica, della sanità pubblica e delle sue ripercussioni sulla promozione della salute, nonché competenze in materia di collaborazione interdisciplinare e tecnologia digitale.

2. Recepimento della direttiva (UE) 2024/505 del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 febbraio 2024, che modifica la direttiva 2005/36/CE, per quanto riguarda il riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri responsabili dell’assistenza generale che hanno completato la formazione in Romania (decreto legislativo – esame definitivo)

Il testo, approvato in esame definitivo, tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e dalle competenti Commissioni parlamentari.

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COMMISSARIO AD ACTA PER IL SETTORE SANITARIO IN CALABRIA

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha deliberato la nomina del dottor Roberto Occhiuto, Presidente pro tempore della Regione Calabria, quale Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della stessa Regione, ai sensi dell’articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 159 del 2007, e la conferma dei subcommissari dott. Ernesto Esposito e ing. Iole Fantozzi.

La nomina del Presidente Occhiuto, che rivestiva il medesimo ruolo già nella precedente consiliatura regionale, è funzionale alla rapida definizione e conclusione degli ultimi adempimenti ancora in carico al Commissario.

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INFORMATIVE

Il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti ha svolto una informativa in merito agli Accordi per la coesione con le amministrazioni centrali.

Inoltre, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha svolto due informative in merito, rispettivamente, alle modalità di svolgimento della Conferenza nazionale sulle dipendenze del 7 e 8 novembre 2025, che prevede l’intervento attivo dei Ministri, e al miglioramento della fase ascendente del processo di normazione europea.

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STATI DI RICOSTRUZIONE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato lo “stato di ricostruzione”, ai sensi della legge n. 40 del 18 marzo 2025, nel territorio dei comuni di Brisighella in provincia di Ravenna, di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Modigliana, Predappio, Rocca San Casciano, Tredozio e della frazione di Bocconi del Comune di Portico e San Benedetto in provincia di Forlì-Cesena, in conseguenza degli eventi sismici che si sono verificati il giorno 18 settembre 2023.

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NOMINE

Il Consiglio dei ministri ha deliberato:

  • su proposta del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, la nomina a Dirigente generale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco dei dirigenti superiori, ingegneri Carlo Metelli e Luigi Giudice e architetto Valter Cirillo;
  • su proposta del Ministro della difesa Guido Crosetto, la nomina dell’ammiraglio di squadra del ruolo normale del Corpo di stato maggiore della Marina Militare Giuseppe Berutti Bergotto a Capo di stato maggiore della Marina militare;
  • su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il conferimento dell’incarico di Capo del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, all’ingegner Stefano Fabrizio Riazzola, dirigente di prima fascia del medesimo Ministero.

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Il Consiglio dei ministri è terminato alle ore 17.24.
 

Convocazione del Consiglio dei Ministri n. 147

Source: Government of Italy

28 Ottobre 2025

Il Consiglio dei ministri è convocato oggi, martedì 28 ottobre 2025, alle ore 15.30 a Palazzo Chigi, per l’esame del seguente ordine del giorno:

  • SCHEMA DI DECRETO-LEGGE: Misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile (PRESIDENZA – LAVORO E POLITICHE SOCIALI – PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE);
  • SCHEMA DI DISEGNO DI LEGGE: Disposizioni per la valorizzazione delle isole minori marine, lagunari e lacustri (AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE – PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE);
  • SCHEMA DI DISEGNO DI LEGGE in materia di protezione civile (PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE);
  • SCHEMA DI DISEGNO DI LEGGE: Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero concernente il trasporto di cabotaggio nell’ambito dei servizi internazionali regolari transfrontalieri con autobus, fatto a Roma il 17 ottobre 2024 (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Recepimento della direttiva (UE) 2024/505 del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 febbraio 2024, che modifica la direttiva 2005/36/CE, per quanto riguarda il riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri responsabili dell’assistenza generale che hanno completato la formazione in Romania – ESAME DEFINITIVO (AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE – SALUTE);
  • SCHEMA DI DECRETO LEGISLATIVO: Attuazione della direttiva (UE) 2024/782 della Commissione del 4 marzo 2024, che modifica la direttiva 2005/36/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i requisiti minimi di formazione per le professioni di infermiere responsabile dell’assistenza generale, dentista e farmacista – ESAME PRELIMINARE (AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE – SALUTE);
  • COMUNICAZIONI SULLA NORMAZIONE EUROPEA;
  • INFORMATIVA: Conferenza nazionale sulle dipendenze del 7 e 8 novembre 2025 (PRESIDENZA);
  • VARIE ED EVENTUALI.

AMERICA/HAITI – “Aspettando Melissa”: il villaggio di Pourcine Pic-Makaya in allerta per l’uragano in arrivo

Source: The Holy See in Italian

martedì, 28 ottobre 2025

MM

Pourcine Pic-Makaya (Agenzia Fides) – “Si sta avvicinando, piove molto, ma vento e acqua con forza sono previsti soprattutto da questo pomeriggio/sera e domani. Speriamo non esageri!”Padre Massimo Miraglio, Missionario Camilliano, parla dell’avvicinarsi dell’uragano Melissa mentre lui stesso è rimasto bloccato a Jeremie a causa del brutto tempo. Raggiunto dall’Agenzia Fides al termine della messa celebrata questa mattina, ora italiana, padre Miraglio racconta di non essere riuscito a tornare nella Parrocchia Nostra Signora del Soccorso, a Pourcine Pic Makaya di cui è parroco.“Melissa avanza molto lentamente, sta devastando il territorio della Jamaica e a partire da oggi pomeriggio si avvicinerà lungo le coste di Haiti e salirà verso Cuba. Sarà molto vicino alla zona in cui io abito, appunto nella Grand’Anse. Ci aspettiamo delle conseguenze devastanti soprattutto per il passaggio di fortissimi venti e della forte pioggia che in pochissimo tempo dovrebbe cadere. Aspettiamo gravi inondazioni, ed intere comunità saranno isolate a lungo; le già fragili infrastrutture, strade, ponti, scuole, centri medicali saranno molto colpiti e il bilancio in vite umane potrebbe essere pesante.”“Purtroppo sono bloccato a Jeremie, non sono riuscito a salire in parrocchia in quanto da una settimana piove e tutti i sentieri che portano verso le montagne sono bloccati. Qui ci stiamo preparando per passare la notte al sicuro e mettere al riparo ciò che potrebbe servire per il futuro, soprattutto medicine, teloni, generi alimentari, vestiti, soprattutto per la parrocchia per un intervento che al momento non riusciamo né a prevedere né a quantificare. La gente anche qui a Jeremie ha di per sé poche possibilità, vive in case molto precarie, non ha possibilità di stoccaggi, mettere da parte delle cose. Vivranno momenti molto drammatici. In provincia la situazione sarà ancora più tragica perché le comunità, come la mia, rimarranno isolate per molto tempo. Da qui anche l’impegno a vedere come poter raggiungere Pourcine subito dopo il passaggio di Melissa per portare almeno qualche piccolo aiuto.”“Haiti colpita un’altra volta da un violento uragano” prosegue padre Massimo con voce stanca e sofferente. ” L’ultimo che aveva devastato la zona risale al 2016. Mattew aveva messo la regione completamente in ginocchio e dopo 9 anni ci prepariamo a vivere uno scenario molto simile. Tutta la costa sarà colpita. Nella capitale Port au Prince anche se non sarà colpita direttamente, vista la situazione drammatica nella quale vivono centinaia di migliaia di persone, anche una pioggia battente, con vento per due, tre giorni creerà immensi problemi alla popolazione che soprattutto vive in campi per sfollati, in abitazioni assolutamente non adeguate.”“Cerchiamo di vivere questa ennesima sofferenza con fede, con speranza. Tante veglie di preghiera dove la gente in questi ultimi giorni si è riunita per chiedere grazia, forza e coraggio in questi momenti veramente difficili. A partire da ieri sera molti abitanti dei quartieri popolari di Jeremie hanno lasciato le loro case e passano soprattutto le ore notturne nelle scuole o in stabili che sono a disposizione come rifugi.Rimane sempre comunque forte la speranza che questo passaggio di Melissa non ci distrugga completamente. E’ certo che la situazione è veramente molto difficile, molto fragile, soprattutto come dicevo in montagna, nelle zone più nelle zone più isolate, dove vivono le comunità nelle montagne che circondano tutta Jeremie. Lì la situazione sarà veramente difficile perché, anche a causa del disboscamento, dei sentieri, dei fiumi, è sempre più difficile. Si creeranno situazioni ambientali veramente complicate. La gente purtroppo non vive in vere e proprie case, ma in rifugi, strutture molto fragili che alle prime piogge e ai primi venti cadranno.Andiamo avanti. Cominciamo a pensare anche come fare poi per andare in aiuto alla gente. Saranno momenti molto difficili per gran parte della popolazione” conclude il missionario che invoca preghiere alla Madre Celeste.(AP) (Agenzia Fides 28/10/2025)

MM

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OCEANIA/ISOLE SALOMONE – Nomina del Vescovo di Auki.

Source: The Holy See in Italian

martedì, 28 ottobre 2025

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Auki il Rev.do P. Jacob Aba, S.M., finora Parroco della Holy Name of Mary a Tanaghai (Honiara). S.E. Mons. Jacob Aba, S.M., è nato il 6 gennaio 1976 a Matanganakafo, sull’Isola di Laita (Isole Salomone). Ha studiato Filosofia e Teologia presso il Catholic Theological Institute di Bomana (Port Moresby). Dopo essere entrato nella Società di Maria ed aver emesso la Professione religiosa nel 2004, è stato ordinato sacerdote il 10 dicembre 2009. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Vicario Parrocchiale a Tanaghai (2010-2011); Parroco di Wainoni, Makira (2012-2014); Diploma in Human Development, Leadership, Formation and Community Building presso la Saint Anselm’s Catholic School, nel Kent (Gran Bretagna) (2017); Formatore del Collegio Marista di Suva (2017-2018); Assistente per la formazione nel Noviziato Marista nelle Filippine (2018-2021); Direttore della Marist Farm, Chapline of RTC (dal 2022); dal 2023 finora, Parroco della Holy Name of Mary di Tanagai e Membro del Consiglio Provinciale della Società di Maria.(EG) (Agenzia Fides 28/10/2025)
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ASIA/CINA Come si celebra la “Festa del Doppio Nove” dedicata agli anziani nelle comunità cattoliche cinesi

Source: The Holy See in Italian

Pechino (Agenzia Fides) – In vista della “Festa del Doppio Nove (Chongyangjie, così chiamata perché si celebra il 9 settembre del calendario lunare, che quest’anno coincide con il 29 ottobre), tante comunità cattoliche cinesi, come ogni anno, stanno vivendo momenti conviviali e organizzando visite per rendere omaggio agli anziani. Iniziative che come di consueto si connotano anche per la loro portata pastorale: in molti casi, gli incontri con gli anziani diventano occasione per pregare insieme, o per amministrare loro i sacramenti della Confessione, dell’Eucaristia e dell’Unzione degli infermi.A Pechino, i giovani del Seminario diocesano e della parrocchia di Nantang hanno fatto la visita alla Casa diocesana degli Anziani il 25 e 26 ottobre. Dopo avere pulito da cima a fondo la struttura, hanno festeggiato insieme con gli anziani con la messa, canti e un momento di convivialità. Una grande parte degli ospiti della Casa sono stati nei decenni passati come “la spina dorsale” della vita parrocchiale diocesana, offrendo il loro contributo come volontari nel coro, come catechisti e come animatori dei vari gruppi pastorali. Ora ricevono affetto e amicizia da coloro che possono considerare come i propri “eredi” spirituali.Su invito del Vescovo di Shanghai Giuseppe Shen Bin, don He Yonghui, Direttore del Centro dell’Opera Caritativa Sociale Guangqi (che porta il nome di Paolo Xu Guangqi, Mandarino imperiale al tempo della dinastia Ming, divenuto cristiano anche grazie all’amicizia con il missionario gesuita Matteo Ricci) insieme tre suore e venti parrocchiani hanno fatto visita agli anziani della Casa di Riposo Guangqi e della Casa di Riposo Nan Zhang. Inoltre hanno espresso gratitudine agli anziani a nome del Vescovo e della diocesi per loro esemplare vita di fede all’interno delle famiglie e comunità, per la loro costante preghiera a sostegno dell’opera apostolica della Chiesa. Don He e le suore hanno offerto doni e benedizioni agli anziani, e si sono uniti a loro nella preghiera implorando il Signore di custodire e confortare col suo amore paterno tutti gli anziani e le anziane che con le loro preghiere e la loro testimonianza di fede offrono un accompagnamento spirituale prezioso alle generazioni di giovani cattolici nella vita quotidiana.Anche la comunità della provincia di Jiangxi ha compiuto visite agli anziani. Una messa speciale è stata celebrata per loro domenica 26 ottobre. Lo stesso è avvenuto nella comunità di Tangshan, nella provincia di Hebei, e nella diocesi di Hangzhou, nella provincia di Zhejiang.Invece nella diocesi di Zhouzhi della provincia di Shaanxi, sono state compiute visite ai genitori anziani e malati dei sacerdoti.La “Festa del doppio nove” risale all’antichità (453 a.C.-221 a.C.), e viene celebrata il nono giorno del nono mese in tutto l’Estremo Oriente come ringraziamento per i ricchi raccolti autunnali. Inoltre, il nove è simbolo dell’imperatore, e pronunciato due volte è omofono della parola “eternità”. Nel tempo è stata assunta da diverse tradizioni popolari, incarnando un ricco significato culturale, con ulteriori connotazioni come l’omaggio verso gli anziani.Nella credenza tradizionale, il numero nove simboleggia la longevità, e quindi è adatto per esprimere sinceri auguri di buona salute e lunga vita agli anziani. Durante la festa, ammirare il paesaggio autunnale ed esprimere gratitudine verso gli anziani si manifestano in rituali che prendono come simbolo anche il fiore di crisantemo, il quale ha ispirato tantissimi scrittori e poeti.Nel 2012, il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo cinese ha adottato La “Legge sulla tutela dei diritti e degli interessi degli anziani”, ufficializzando il nono giorno del nono mese lunare come Festa Nazionale degli Anziani.Per la Chiesa cattolica, che sempre desidera proporre l’annuncio di salvezza nel contesto della cultura e delle tradizioni popolari cinesi, la Festa del Doppio Nove rappresenta una occasione preziosa per testimoniare la sollecitudine delle comunità verso tutti, comunicare la fede in Gesù attraverso gesti concreti e prendersi cura degli anziani, facendo crescere la comunione e la unità che fioriscono dall’amore cristiano.(NZ) (Agenzia Fides 28/10/2025)
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AFRICA/SUDAN – Grave situazione umanitaria a El-Fasher catturata dai miliziani delle RSF

Source: The Holy See in Italian

Khartoum (Agenzia Fides) – Forte preoccupazione per i circa 260.000 civili intrappolati da 18 mesi a El-Fasher caduta il 26 ottobre nelle mani dei miliziani delle Forze di Supporto Rapido (Rapid Support Forces RSF vedi Fides 27/10/2025).Mentre il generale Abdel Fattah al-Burhan capo dell’esercito (Sudan Armed Forces SAF) ha ammesso il ritiro dei suoi uomini dalla città (“Abbiamo concordato di ritirare l’esercito da El-Fasher in un luogo più sicuro”, ha affermato in un discorso alla televisione), continuano a giungere rapporti e testimonianza di uccisione di massa di civili.I rapporti più asettici derivano dalle immagini scattate dai satelliti che orbitano sopra l’area. Secondo un’analisi preliminare effettuata dall’Humanitarian Research Lab della Yale School of Public Health, redatta sulla base di immagini satellitari, vi sono evidenze di massacri commessi dai miliziani delle RSF. In particolare la relazione afferma che dalle immagini satellitari appaiono automezzi armati delle RSF “schierati in formazioni tattiche coerenti con operazioni di sgombero casa per casa nel quartiere di Daraja Oula; dove la scorsa settimana era stata confermata la presenza di civili in cerca di rifugio in quell’area”. I mezzi dotati di mitragliatrice appaiono aver bloccato le strade laterali per evitare qualsiasi possibilità di fuga.“L’analisi delle immagini mostra oggetti di dimensioni compatibili con corpi umani sul terreno vicino ai veicoli delle RSF” afferma il rapporto secondo il quale “sono inclusi almeno cinque casi di scolorimento rossastro della terra”, indicando il possibile seppellimento dei corpi sul posto,Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato che nel corso dei combattimenti è stato colpito l’unico ospedale ancora parzialmente funzionante della città, il Saudi Maternity Hospital, con l’uccisione di un’infermiera e il ferimento di tre altri appartenenti al personale sanitario.Sul piano strategico la conquista di El-Fasher, l’ultima roccaforte nel Darfur in mano alle SAF, posta lungo importanti vie di trasporto e rifornimento, apre la porta d’accesso per le RSF all’intero Sudan occidentale. Permette inoltre ai miliziani delle RSF di avanzare nel confinante Kordofan. È notizia di queste ore di pesanti combattimenti tra SAF e RSF a Jebel Hashaba a sud-ovest di El Obeid, il capoluogo del Nord Kordofan. (L.M.) (Agenzia Fides 28/10/2025)
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ASIA/TIMOR EST – Il portavoce dei Vescovi: “Con l’ingresso di Timor Est nell’ASEAN, vi sarà un ricevere e donare, anche la fede”

Source: The Holy See in Italian

Dili (Agenzia Fides) – “La popolazione timorese ha festeggiato e sta ancora celebrando l’ingresso di Timor Est nell’ASEAN. C’è grande attesa, vi sono grandi speranze, soprattutto per i giovani che vedono l’ingresso nell’ASEAN come l’aprirsi di nuove e feconde opportunità di occupazione e di futuro”, dice all’Agenzia Fides p. Bento Pereira, portavoce e responsabile delle comunicazioni e dei media nella Conferenza episcopale di Timor Est e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie nel paese asiatico, dopo l’ufficialità della adesione di Timor Est alla Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN).”Tutta la nazione ha atteso questo momento da oltre venti anni. Ora si è realizzato. Si  può fare rete e agganciarsi al treno dell’ASEAN che offre prospettive di sviluppo di scambi economici, che potranno beneficiare la crescita di Timor Est e sviluppare il suo potenziale. Questo è  considerato un passo molto positivo per la giovane repubblica timorese “, rimarca . “Ma i cittadini  timoresi – aggiunge p. Pereira – sono convinti anche di portare qualcosa: non sarà solo un ricevere, ma anche un donare. Sarà uno scambio: Timor Est entra e si pone nell’associazione con la sua identità, cultura, risorse e poi, anche con la fede, parte integrante della nostra vita”.Una delle  questioni sollevate nel dibattito su mass media  è quella relativa  all’emigrazione: “Già a Timor c’è un grado alto di emigrazione tra i giovani; oggi da un lato si teme che questo fenomeno  possa aumentare, anche per la cronica sfida delle disoccupazione qui da noi; dall’altro i giovani potranno spostarsi  paesi asiatici per percorsi di formazione o di lavoro, portando poi qui le loro competenze. Si vedono, comunque buone opportunità di istruzione superiore e di formazione professionale qualificata”, dice p. Pereira.Un aspetto da prendere in considerazione è anche quello della fede, osserva il Direttore nazionale: “Dal punto di vita della fede, i giovani e i cittadini timorosi, quando vanno all’estero, portano e conservano la loro fede e la loro cultura. Non hanno paura di essere testimoni del Vangelo: anche in occasione delle festività, quali che siano, hanno sempre un momento spirituale come una messa per ringraziare Dio di tutti i doni ricevuti. La fede è parte integrante della nostra cultura e diventa testimonianza anche in luoghi o paesi dove i caotici sono pochi. Vi sono , poi, comunità di emigrati  timoresi  sviluppate in Europa, Australia, Corea del Sud, e dei sacerdoti vengono inviati dalla Conferenza episcopale per la loro assistenza pastorale. In un mondo in cui  i migranti sono anche missionari, questa dinamica coinvolge anche il popolo timorese”, conclude.Tra i commenti autorevoli della autorità religiose, l’Arcivescovo di Dili, il Card. Virgilio do Carmo da Silva, accogliendo con favore la decisione dell’ASEAN, ha invitato la popolazione a “continuare a vigilare e investire nelle capacità future del Paese” perchè “non è detto che questo passo porti automaticamente prosperità alla nazione”. “Diventare membri dell’ASEAN è un momento di orgoglio per tutti i timoresi. Ma significa anche che dovremo impegnarci a fondo in tutti i settori, soprattutto nell’istruzione”, ha ricordato l’Arcivescovo, spiegando che “l’istruzione è un settore cruciale da sviluppare ed è è la chiave del progresso”.Timor Est, un giovane stato asiatico con una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti, in maggioranza cattolici, è diventato l’undicesimo membro dell’ASEAN, come ufficialmente sancito  al vertice tenutosi a Kuala Lumpur il 26 ottobre. L’accesso del piccolo paese alla alleanza  garantisce a una delle nazioni più giovani e povere del mondo (con un PIL di soli 2 miliardi di dollari) l’accesso a una comunità economica di circa 680 milioni di persone. Come rimarcano gli analisti, la piena integrazione richiederà l’adozione di accordi di libero scambio, che espongono Timor Est a una forte concorrenza nella regione.Timor Est è stata una colonia portoghese per oltre quattro secoli, prima che l’indipendenza fosse dichiarata nel 1975. L’Indonesia ha invaso il paese nove anni dopo, dando inizio a una occupazione durata 24 anni. Nel 1999, un referendum promosso dalle Nazioni Unite ha aperto la strada all’indipendenza, dichiarata ufficialmente nel 2002.(PA) (Agenzia Fides 28/10/2025)
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