Disoccupazione – aprile 2025

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Nel Cantone dei Grigioni, nell’aprile si registravano 1537 persone senza lavoro, ciò che corrisponde a un tasso di disoccupazione del 1,4 per cento. Rispetto al mese precedente, con 1269 senza lavoro, il numero di disoccupati è salito di 268 unità. Inoltre sono state registrate 926 persone non disoccupate alla ricerca di un impiego.

Rientrano tra le persone non disoccupate alla ricerca di un impiego coloro che partecipano a misure di perfezionamento professionale o di occupazione, oppure che prestano lavori con un guadagno intermedio, nonché coloro che si avvalgono unicamente dei servizi di collocamento degli uffici regionali di collocamento (URC).

Sommando il numero dei disoccupati e delle persone non disoccupate alla ricerca di un impiego si ottiene il numero delle persone in cerca di impiego. Nell’aprile sono state registrate 2463 persone alla ricerca di impiego. Rispetto al mese precedente, questo numero è cresciuto di 45 unità.

La statistica dettagliata del mercato del lavoro è disponibile sul sito web dell’Ufficio per l’industria, arti e mestieri e lavoro.

Organo competente: Ufficio per l’industria, arti e mestieri e lavoro

AFRICA/NIGERIA – Sette frati cappuccini morti in un tragico incidente stradale in Nigeria

Source: The Holy See in Italian

Abuja (Agenzia Fides) – Sette frati cappuccini, membri della Custodia di San Francesco e Santa Chiara dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini in Nigeria, sono rimasti uccisi in un incidente stradale il 3 maggio 2025, mentre viaggiavano dallo Stato di Enugu allo Stato di Cross River.Il decesso è stato confermato dal Custode, Fra John-Kennedy Anyanwu, OFM Cap., in un comunicato ufficiale rilasciato dal Convento dei Cappuccini di Enugu il 4 maggio.I tredici frati avevano lasciato la comunità di Ridgeway nello Stato di Enugu diretti a Obudu nello Stato di Cross River quando il mezzo sul quale viaggiavano ha avuto un incidente che ha provocato la morte di sette frati, mentre altri sei hanno riportato ferite di vario grado. I frati feriti sono stati successivamente trasferiti a Enugu per ricevere le cure mediche.I sette cappuccini morti sono fratel Somadina Ibe-Ojuludu, OFM Cap., fratel Chinedu Nwachukwu, OFM Cap., fratel Marcel Ezenwafor, OFM Cap., fratel Gerald Nwogueze, OFM Cap., fratel Kingsley Nwosu, OFM Cap., fratel Wilfred Aleke, OFM Cap., e fratel Chukwudi Obueze, OFM. (L.M.) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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ASIA/PAKISTAN – Violenza in Kashmir: i cristiani lanciano un appello per il dialogo e la pacificazione

Source: The Holy See in Italian

Lahore (Agenzia Fides) – “In Pakistan la gente è preoccupata per l’aumento della tensione con l’India. I più anziani ricordano la guerra. Serpeggia una certa paura tra la gente, vedendo l’escalation al confine, gli scontri a fuoco e le vittime. Qui non siamo qui poi così lontani dal confine indiano e dal Kashmir, il che aumenta i timori. L’opinione pubblica vedendo il costante aumento della violenza, e anche la violenza verbale, vede crescere il rischio di una nuova guerra”, dice all’Agenzia Fides  padre Qaisar Feroz OFM Cap, francescano Cappuccino di Lahore, presidente di “Signis” Pakistan e Segretario esecutivo della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale del Pakistan.  “Quello che emerge è che i leader su entrambi i lati della frontiera stanno istigando alla violenza e al conflitto. Per questo oggi diciamo con forza: servono parole di pace, occorre intavolare colloqui, usando la ragione e pensando al bene dei rispettivi popoli”, dice il frate cappuccino. “Vediamo che la conflittualità ha avuto anche l’effetto di generare una ‘guerra dell’acqua’, date le sorgenti che si trovano in territorio Indiano e che l’India ha bloccato verso il Pakistan. Questo avrà un impatto sulla povera gente, sulla popolazione civile, il che ci lascia  tanta amarezza e nel contempo racconta la gravità della situazione”, nota.In Pakistan – riferisce il frate – per scongiurare una nuova guerra “sono sorte iniziative e incontri interreligiosi per invitare i leader politici e pregare per il dialogo e per la pace. I Francescani e i Domenicani partecipano  a questi forum, che stanno lanciando appelli alla politica, dicendo: per favore, incoraggiamo il dialogo e la pacificazione”. “I cristiani In Pakistan  – conclude – promuovono questo appello e pregano per una de-escalation, affinchè si riannodino i fili del negoziato. La violenza è una sconfitta in ogni circostanza e in ogni tempo”, dice p. Feroz esprimendo  i sentimenti e gli auspici della comunità cattolica.   La regione del Kashmir  pakistano, a livello ecclesiale, è una porzione di territorio dell’arcidiocesi di  Islamabad- Rawalpindi. Nel territorio vi è una missione retta dai padri Oblati di Maria Immacolata.(PA) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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AFRICA/NIGERIA – La grave situazione d’insicurezza nello Stato di Imo colpisce anche sacerdoti e religiosi

Source: The Holy See in Italian

Abuja (Agenzia Fides) – La situazione è terribile. Rapimenti a scopo di estorsione, sequestri per l’espianto di organi e occupazioni violente di terre e fattorie sono ormai all’ordine del giorno nello Stato di Imo e nelle terre degli Igbo”. È il quadro dipinto nella Cattedrale dell’Assunta a Owerri, da padre Anthony Njoku nel corso di una conferenza stampa convocata per denunciare la situazione di insicurezza nello Stato di Imo, nel sud-est della Nigeria.“Questi orrori non sono più notizie di cronaca; sono vissuti personalmente. I nostri sacerdoti e i nostri fedeli hanno sofferto terribilmente e il dolore continua a diffondersi” ha affermato il sacerdote nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Mons. Lucius Iwejuru Ugorji, Arcivescovo di Owerri, e l’Arcivescovo emerito Anthony John Valentine Obinna.Il clima di insicurezza ha colpito pesantemente il clero locale, soprattutto come vittime di sequestri a scopo di estorsione, come ricorda padre Njoku: “Sebbene negli ultimi 10 anni vi siano state innumerevoli vittime, tra il 2015 e il 2025 più di 50 tra sacerdoti e religiosi sono stati sequestrati nelle diocesi di Ahiara, Okigwe, Orlu e Owerri, con Okigwe che ha registrato il numero più alto di rapimenti, 47 sacerdoti, e due morti rispettivamente a Owerri e Orlu”. Si tratta secondo quanto risulta all’Agenzia Fides di padre Cyriacus Onunkwo, rapito e ucciso il 1° settembre 2017 a Orlu, la seconda città dello Stato di Imo (vedi Fides 4/9/2017); e di padre Tobias Chukwujekwu Okonkwo, il sacerdote farmacista ucciso a colpi di arma da fuoco il 26 dicembre 2024, mentre percorreva la Onitsha-Owerri Expressway, a Ihiala (vedi Fides 31/12/2024).”I colpevoli, spesso identificati come pastori Fulani, colpiscono con crescente audacia e crudeltà. Questo è un incubo che nessuno dovrebbe sopportare, tanto meno la nostra gente” rimarca il sacerdote che ha richiamato le responsabilità delle autorità locali perché migliorino le condizioni di sicurezza dell’area. “Purtroppo, le nostre forze di sicurezza sembrano impotenti. Che sia per mancanza di equipaggiamento, capacità insufficienti o assenza di volontà politica, non sono riuscite ad arginare l’ondata di questo male. La loro apparente paralisi di fronte alla violenza diffusa è profondamente preoccupante” ha concluso. (L.M.) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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AFRICA/NIGERIA – La grave situazione d’insicurezza nello Stato di Imo colpisce pure sacerdoti e religiosi

Source: The Holy See in Italian

Abuja (Agenzia Fides) – La situazione è terribile. Rapimenti a scopo di estorsione, sequestri per l’espianto di organi e occupazioni violente di terre e fattorie sono ormai all’ordine del giorno nello Stato di Imo e nelle terre degli Igbo”. È il quadro dipinto nella Cattedrale dell’Assunta a Owerri, da padre Anthony Njoku nel corso di una conferenza stampa convocata per denunciare la situazione di insicurezza nello Stato di Imo, nel sud-est della Nigeria.“Questi orrori non sono più notizie di cronaca; sono vissuti personalmente. I nostri sacerdoti e i nostri fedeli hanno sofferto terribilmente e il dolore continua a diffondersi” ha affermato il sacerdote nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, Mons. Lucius Iwejuru Ugorji, Arcivescovo di Owerri, e l’Arcivescovo emerito Anthony John Valentine Obinna.Il clima di insicurezza ha colpito pesantemente il clero locale, soprattutto come vittime di sequestri a scopo di estorsione, come ricorda padre Njoku: “Sebbene negli ultimi 10 anni vi siano state innumerevoli vittime, tra il 2015 e il 2025 più di 50 tra sacerdoti e religiosi sono stati sequestrati nelle diocesi di Ahiara, Okigwe, Orlu e Owerri, con Okigwe che ha registrato il numero più alto di rapimenti, 47 sacerdoti, e due morti rispettivamente a Owerri e Orlu”. Si tratta secondo quanto risulta all’Agenzia Fides di padre Cyriacus Onunkwo, rapito e ucciso il 1° settembre 2017 a Orlu, la seconda città dello Stato di Imo (vedi Fides 4/9/2017); e di padre Tobias Chukwujekwu Okonkwo, il sacerdote farmacista ucciso a colpi di arma da fuoco il 26 dicembre 2024, mentre percorreva la Onitsha-Owerri Expressway, a Ihiala (vedi Fides 31/12/2024).”I colpevoli, spesso identificati come pastori Fulani, colpiscono con crescente audacia e crudeltà. Questo è un incubo che nessuno dovrebbe sopportare, tanto meno la nostra gente” rimarca il sacerdote che ha richiamato le responsabilità delle autorità locali perché migliorino le condizioni di sicurezza dell’area. “Purtroppo, le nostre forze di sicurezza sembrano impotenti. Che sia per mancanza di equipaggiamento, capacità insufficienti o assenza di volontà politica, non sono riuscite ad arginare l’ondata di questo male. La loro apparente paralisi di fronte alla violenza diffusa è profondamente preoccupante” ha concluso. (L.M.) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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AFRICA/SUD SUDAN – Nessuna notizia a un anno dalla loro scomparsa di p. Luke e del suo accompagnatore

Source: The Holy See in Italian

Juba (Agenzia Fides) – “È passato un anno e il loro silenzio ci perseguita. La scomparsa di padre Luke e Michael non è solo una perdita personale, è una ferita al cuore della nostra società”. Così Eduardo Hiiboro Kussala, Vescovo di Tambura-Yambio, ha ricordato in una dichiarazione la scomparsa di padre Luke Yugue e del suo autista Michael Gbeko, scomparsi il 27 aprile 2024 mentre erano in viaggio dalla contea di Nagero alla Contea di Tambura, nello Stato di Western Equatoria (Sud Sudan). Da allora dei due uomini non si ha più notizia. Nonostante fosse stata celebrata a un mese dalla scomparsa di una preghiera funebre per il sacerdote e il suo accompagnatore (vedi Fides 23/5/2024), la domanda sulla loro sorte non è venuta meno.Nella sua dichiarazione pubblicata la scorsa settimana Mons. Hiiboro rinnova la richiesta perché siano effettuati ulteriori sforzi per ritrovare gli scomparsi.Il Vescovo di Tambura-Yambio ha esortato il governo del Sud Sudan, le forze di sicurezza e i partner internazionali a intensificare le indagini e ad accertare le responsabilità. Quest’anno non si è tenuta alcuna commemorazione pubblica a causa del periodo di lutto seguito alla morte di Papa Francesco, ma Mons. Hiiboro ha esortato i fedeli a pregare per le due persone scomparse.Padre Luke e il suo accompagnatore sono probabilmente rimaste vittime delle violenze intercomunitarie che continuano a funestare lo Stato di Western Equatoria (vedi Fides 24/5/2024). Violenze che purtroppo continuano con massacri e rapimenti che colpiscono la popolazione dell’area. (L.M.) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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OCEANIA/POLINESIA FRANCESE – 1995 – 2025: trentesimo anniversario della Chiesa parrocchiale di Bora Bora

Source: The Holy See in Italian

lunedì, 5 maggio 2025

SL

Bora Bora (Agenzia Fides) – “All’interno della chiesa parrocchiale dove da trent’anni ci si riunisce per costruire ‘chiesa’ trovano senso gesti e segni che invitano all’unità per diventare annuncio di speranza. Per evangelizzare.” Lo scrive all’Agenzia Fides padre Sandro Lafranconi, della Società delle Missioni Africane (SMA), parroco della Chiesa di San Pietro Celestino a Bora Bora, in occasione del 30° anniversario della benedizione della chiesa celebrato ieri, domenica 3 maggio.“Dalla barriera corallina i genitori delle famiglie locali hanno raccolto ciottoli bianchi lisciati dalle onde incessanti dell’oceano. Poi le hanno affidate ai loro piccoli per scriverci due date: 1995 – 2025: Trent’anni da quando la chiesa parrocchiale di Bora Bora fu benedetta dall’allora arcivescovo di Papeete Michel Coppenrath.Durante la Messa solenne – prosegue p. Sandro – al momento dell’offertorio quei ciottoli con quella scritta sono stati deposti ai piedi dell’altare e alla fine della celebrazione, durante il canto di ringraziamento, sono stati distribuiti dai ragazzini a tutti quanti si sono uniti a noi per celebrare insieme questo giorno.”“Quei ciottoli di corallo e quelle date – rimarca il missionario – parlano delle Pietre Vive che sono i nostri giovani, i nostri bambini, ma anche noi testimoni per loro di un tempo delle fondazioni che essi non possono aver conosciuto. Tuttavia, quanta strada ancora da fare! Se si mette mano all’aratro non é per guardarsi indietro ma per tenere fisso lo sguardo sull’orizzonte del Risorto che come il sole continua a risorgere ogni mattino, per un giorno nuovo.”(AP) (Agenzia Fides 5/5/2025)
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Risposte del Governo agli interventi parlamentari della sessione di febbraio 2025 del Gran Consiglio

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Le risposte del Governo agli interventi parlamentari presentati nella sessione di febbraio 2025 sono disponibili da subito in tre lingue in internet.

Persona di riferimento:

Patrick Barandun, capo della Segreteria del Gran Consiglio, Cancelleria dello Stato, tel. +41 81 257 22 32, e‑mail Patrick.Barandun@staka.gr.ch

Organo competente: Cancelleria dello Stato / Segreteria del Gran Consiglio

Missione, la “via maestra” di Papa Francesco

Source: The Holy See in Italian

di Stefania Falasca*Pubblichiamo ampi stralci dal capitolo dedicato alla missione del libro di Stefania Falasca “Papa Francesco. La Viva maestra”(Edizioni San Paolo, 2025). Il volume ripercorre la rotta essenziale seguita dal Magistero di Papa Francesco durante gli anni del suo Pontificato (2013-2025)Roma (Agenzia Fides) – La rinnovata missionarietà auspicata dal Concilio Vaticano II avviene in modo elementare: prima con l’incontro, poi con le parole, perché l’annuncio del Vangelo è testimonianza vissuta del l’amore misericordioso di Dio.Non poteva dunque che essere questa la prima delle strade maestre del Concilio che Papa Francesco ha voluto riprendere nel suo magistero. È la strada maestra che porta al centro dei suoi insegnamenti ma anche al cuore stesso della trasmissione della fede oggi. Una via che – dalla prima esortazione Evangelii gaudium, attraverso le catechesi papali delle udienze generali dedicate alla riscoperta della «passione per l’evangelizzazione» alle fonti dello «zelo apostolico» – è sempre lì per ricominciare, a indicare ciò che è di vitale importanza, muove e costituisce l’identità stessa della Chiesa. È la vie: la missione, «l’ossigeno della vita cristiana».L’annuncio del Vangelo «non è un optional o un aspetto marginale», ma «una dimensione vitale, in quanto la Chiesa è nata apostolica e missionaria». La missione, pertanto, così ripete Papa Francesco, «è ossigeno per la vita cristiana, che senza di essa si ammala e inaridisce e diventa brutta, brutta». E le cose essenziali per la Chiesa che nasce missionaria ed è chiamata a essere testimone dell’annuncio della salvezza di Cristo, Francesco le ha sempre riprese:«Il nostro annuncio comincia oggi, lì dove viviamo. E non comincia cercando di convincere gli altri, convincere no: testimoniando ogni giorno la bellezza del l’Amore che ci ha guardati e ci ha rialzati. E sarà questa bellezza, comunicare questa bellezza a convincere la gente, non noi, lo stesso Signore. Noi siamo quelli che annunciano il Signore, non annunciamo noi stessi, né annunciamo un partito politico, una ideologia».In questa affermazione c’è tutto. Dice cos’è la missione, da quale sorgente scaturisce e qual è la sua dinamica, come va avanti anche oggi.Negli anni del suo magistero pontificio Papa Francesco ha pertanto dedicato a questa dimensione vitale della natura ecclesiale dell’opera apostolica l’attenzione maggiore, attingendo in primis alle fonti della Scrittura, e suggerendo in ogni occasione che la missione non riguarda addetti ai lavori specializzati, soggetti ecclesiali selezionati, dato che le sue movenze attingono al cuore stesso del Mistero della salvezza e i suoi cammini riguardano la fede della Chiesa nella vicenda storica del mondo.E tre sono i punti-chiave continuamente ripresi nel suo magistero in ordine alla missione.Primo: «Senza di Lui non possiamo far nulla», come Francesco afferma nel testo di riferimento sulla missione, su ciò che significa la missione di annunciare il Vangelo oggi nel mondo. Più volte ripreso anche l’11 maggio 2023, ricevendo i membri della Conferenza degli Istituti missionari italiani:«La missione anzitutto è un mistero di Grazia. La missione non è opera nostra, ma di Dio; non la facciamo da soli, ma mossi dallo Spirito e docili alla sua azione».Così Francesco ha suggerito ancora una volta a tutta la Chiesa qual è la sorgente viva di ogni opera apostolica. E la sua dinamica. Per il Successore degli apostoli l’esperienza degli apostoli è infatti un paradigma che vale per sempre:«Basta pensare a come le cose negli Atti avvengono gratuitamente, senza forzature… non servono stratagemmi per diventare annunciatori del Vangelo. Basta il battesimo. La missione, la Chiesa in uscita non sono un programma da realizzare per sforzo di volontà. È Cristo che fa uscire la Chiesa da se stessa. La missione è opera Sua».(…).Come è descritto in un suo discorso-chiave sulla missione indirizzato alle Pontificie opere missionarie:«La salvezza è l’incontro con Gesù, che ci vuole bene e ci perdona, inviandoci lo Spirito che ci consola e ci difende. La salvezza non è la conseguenza delle nostre iniziative missionarie, e nemmeno dei nostri discorsi sul l’incarnazione del Verbo. La salvezza per ognuno può accadere solo attraverso lo sguardo del l’incontro con Lui, che ci chiama. Per questo il mistero della predilezione inizia e non può iniziare che in uno slancio di gioia, di gratitudine».Secondo: «Non si può evangelizzare senza testimonianza». L’annuncio del Vangelo «è più che una semplice trasmissione dottrinale e morale». Annunciare il Vangelo «è prima di tutto testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo». Per questo la testimonianza di Cristo è «il primo mezzo dell’evangelizzazione» e «condizione essenziale per la sua efficacia». Nella catechesi ha ripreso ancora ampie e numerose citazioni dell’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, il testo magisteriale di Paolo VI definito da Papa Francesco come la «Magna Carta del l’Evangelizzazione nel mondo contemporaneo […] sempre attuale, come se fosse stata scritta ieri».Spunti e sottolineature della catechesi papale hanno messo in risalto come nel tempo presente appaiano sempre più profetiche le parole con cui Paolo VI, proprio nella Evangelii nuntiandi, riconosceva che «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri», o «se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». La testimonianza – ha proseguito il Vescovo di Roma – comprende anche la «fede professata», e si manifesta soprattutto nel cambiamento che Cristo stesso opera nei suoi testimoni, in coloro che proprio in tale cambiamento rendono testimonianza a Lui. È la fede «che ci trasforma, che trasforma le nostre relazioni, i criteri e i valori che determinano le nostre scelte». Per questo – ha fatto notare il Vescovo di Roma – la testimonianza non si manifesta come “prestazione” esibita dai testimoni, ma rappresenta piuttosto il riflesso di un «cammino di santità» che attinge alla sorgente sacramentale del Battesimo, accade anch’esso come «un dono di Dio» e «richiede di essere accolto e fatto fruttificare per noi e per gli altri».Terzo: è il punto chiave sul quale ha insistito spesso in questa cornice: «La missione della Chiesa non è proselitismo». La missione «non è un affare o un progetto aziendale, né un’organizzazione umanitaria. La comunità dei discepoli di Gesù – ha detto papa Francesco – nasce missionaria, non proselitista», perché «essere missionario, essere apostolico, evangelizzare non è lo stesso di fare proselitismo. È lo Spirito Santo l’autore e non uno sforzo umano di conquista».Anche all’inizio del ciclo di catechesi sul l’evangelizzazione ha perciò citato ancora una volta l’espressione utilizzata da papa Benedetto XVI il 13 maggio 2007 ad Aparecida, nel l’omelia della Messa inaugurale della V Conferenza generale del l’episcopato latinoamericano:«La Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per attrazione. Non si segue Cristo e tantomeno si diventa suoi annunciatori e del suo Vangelo per una decisione presa a tavolino, per un attivissimo autoindotto, ma per attrazione amorosa. L’attrazione si ritrova nella dinamica di ogni autentica opera apostolica, in ogni autentico atto missionario».Non dunque come effetto di sforzi e di operazioni cosmetiche per rendere più “accattivante” l’immagine della Chiesa, o acquisire consensi attraverso strategie di marketing. L’attrattiva richiamata da papa Francesco è una prerogativa dei vivi. È quella che Cristo stesso, il Risorto, può esercitare oggi sui cuori dei suoi apostoli, dei suoi missionari, e anche di chi non lo cerca. E per questo in tutto l’arco della sua predicazione ha messo bene in chiaro l’inganno del proselitismo che distingue i missionari autentici dai reclutatori di adepti che vogliono fare a meno di Cristo.Per il Vescovo di Roma Francesco «c’è proselitismo dovunque c’è l’idea di far crescere la Chiesa facendo a meno dell’attrazione di Cristo e del l’opera dello Spirito, puntando tutto su un qualsiasi tipo di discorso». Quindi, come prima cosa, il proselitismo taglia fuori dalla missione Cristo stesso e lo Spirito Santo, anche quando pretende di parlare e agire in nome di Cristo. «Il proselitismo è sempre violento – perché non sopporta la libertà e la gratuità con cui la fede può trasmettersi per grazia, da persona a persona». Per questo il proselitismo, ricorda Papa Francesco, non è solo quello dei tempi passati, ma ci può essere anche oggi nelle parrocchie, nelle comunità, nei movimenti, nelle congregazioni religiose. L’attrazione invece è un’altra cosa. È il contrario del proselitismo: «È una testimonianza che ci porta a Gesù». In sintesi, ciò che papa Francesco indica come perennemente vincente è proprio questa dinamica sempre viva della missione, che è quella di «farsi guidare dallo Spirito Santo: che sia Lui a spingerti ad annunciare Cristo. Con la testimonianza, con il martirio di ogni giorno. E se serve, anche con le parole». (Agenzia Fides 4/5/2025).*Saggista, editorialista di”Avvenire”, Vicepresidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I
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ASIA/SRI LANKA – I 167 cattolici uccisi nella strage di Pasqua inclusi nel catalogo dei “Testimoni della fede”

Source: The Holy See in Italian

Archdiocese of Colombo

Colombo (Agenzia Fides) – I 167 fedeli cattolici uccisi in chiesa in Sri Lanka la domenica di Pasqua il 21 aprile 2019 saranno inclusi nel Catalogo dei “Testimoni della fede” del XXI secolo redatto dal Dicastero delle Cause dei santi e presentato nel corso dell’Anno giubilare. E’ quanto è stato annunciato a Colombo durante una veglia in commemorazione delle vittime. Riferendo della comunicazione ufficiale ricevuta dal Dicastero, l’arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcolm Ranjith, ha spiegato che la scelta “intende onorare il loro sacrificio motivato dall’odio per la fede”.Centinaia di persone, tra cui personalità religiose cristiane, buddiste, indù e islamiche, hanno partecipato a una una veglia in memoria delle vittime tenutasi nei giorni scorsi nella chiesa cattolica di Sant’Antonio, presa di mira negli attacchi. Accanto ai i nomi di 167 cattolici morti negli attentati avvenuti chiese di Sant’Antonio a Colombo e di San Sebastiano a Negombo, scelti “a causa della violenta opposizione alla loro fede motivata da ‘odium fidei’, anche altre sette vittime di altre fedi sono state “ricordate con rispetto”, ha ricordato padre Jude Fernando, prete di Colombo. I testimoni della fede sono stati selezionati dalla speciale Commissione vaticana incaricata di redigere e aggiornare l’elenco in occasione del Giubileo.Oltre 260 persone vennero uccise negli attentati quasi simultanei avvenuti la domenica di Pasqua in tre hotel turistici e tre chiese, due cattoliche e una protestante, il 21 aprile 2019. E’ un ferita della storia recente del paese non ancora del tutto rimarginata: la Chiesa cattolica in Sri Lanka reclama ulteriori indagini sugli attacchi, per chiarire il presunto coinvolgimento di funzionari e apparati statali. Il nuovo governo di Anura Kumara Dissanayake, eletto presidente del paese nell’autunno del 2024, ha pubblicamente ribadito il suo impegno a condurre un’indagine approfondita sugli attacchi di Pasqua.(PA) (Agenzia Fides 2/5/2025)
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