Il Cardinale Tagle all’Assemblea delle POM: impariamo dagli Apostoli, resi missionari dall’incontro con Cristo Risorto

Source: The Holy See in Italian

VaticanMedia

Roma (Agenzia Fides) – L’opera missionaria della Chiesa ha la sua sorgente nello stupore di quelli che hanno incontrato Gesù Risorto, «e sono stati inviati da Lui». E anche oggi le persone e le realtà coinvolte nell’opera missionaria possono perseverare e veder rinnovato il loro slancio solo per un incontro personale con Cristo risorto, «che cambia la vita». Lo ha ricordato il Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle ai Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, riuniti in questi giorni a Roma per prendere parte alla loro annuale Assemblea generale. A tutti loro, il Cardinale Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha ricordato che l’esperienza testimoniata dai primi discepoli di Gesù, al tempo della Chiesa nascente, rimane per sempre il termine di paragone di ogni autentica opera e iniziativa missionaria.Chi “anima” gli “animatori”L’incontro del Cardinale Tagle e i Direttori nazionali POM si è svolto nel tardo pomeriggio di mercoledì 21 mio, presso il Centro Internazionale San Lorenzo da Brindisi.Nel suo intervento, il Cardinale ha preso le mosse proprio dal tentativo di definire il compito e le responsabilità affidati ai suoi interlocutori, che lo ascoltavano in platea.Il Direttore Nazionale delle POM – ha ricordato il Porporato – può essere visto come «il segno, il simbolo e strumento dell’identità missionaria della Chiesa, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II». Per questo è chiamato a essere «il volto, la voce, le mani, i piedi e il cuore di una Chiesa che fa missione e di una missione che fa la Chiesa».Fin dalla loro origine – ha ricordato il Cardinale – le Pontificie Opere Missionarie «sono state espressione della fedeltà di cattolici a Cristo, trasformata in corresponsabilità missionaria, in discepolato missionario».Ma l’impeto apostolico non è mai uno slancio auto-generato, né il risultato dell’applicazione meccanica di qualche “metodo” missionario.«Per animare altri alla missione – ha ripetuto più volte il Cardinale – prima dobbiamo noi stessi essere “animati” alla missione, come è accaduto ai primi discepoli. E noi, – ha aggiunto – dimentichiamo spesso che solo l’incontro con il Risorto li ha fatti missionari. Il dono dello Spirito Santo ha suggellato il loro zelo missionario, il loro coraggio e la loro creatività nell’annunciare le cose buone che Dio aveva fatto in Gesù Cristo».Per questo – ha insistito il Pro Prefetto del Dicastero missionario – «L’animazione missionaria non è prima di tutto un compito, un lavoro, ma un incontro spirituale con il Signore Risorto che trasforma la vita, spingendo a cercare persone con cui condividere la Buona Novella». Per questo, anche nel cercare una definizione della figura dei Direttori nazionali delle POM, spunti preziosi e illuminanti possono venire da quello che raccontano i brani letti proposti dalla Liturgia della Chiesa proprio nel tempo di Pasqua, il “tempo del Risorto”.Le matrici apostoliche delle cooperazione missionariaNei racconti dell’inizio dell’opera missionaria, si rivela la natura propria e i connotati genetici dell’opera missionaria: la destinazione universale dell’annuncio di liberazione del Vangelo, la cura per i poveri, la sollecitudine alla cooperazione e alla condivisione di beni, doni, carismi e ministeri. Un tesoro che il Cardinale Tagle ha richiamato all’attenzione attraverso esempi suggestivi.Ad esempio – ha ricordato il Cardinale ai Direttori nazionali delle POM riuniti in Assemblea – di fronte ai contrasti sorti davanti alla pretesa di alcuni di imporre la circoncisione anche ai non ebrei che diventavano cristiani, Paolo e Barnaba si recano a Gerusalemme, e con gli altri apostoli «fanno anche loro un’assemblea. È il primo Concilio, il Concilio di Gerusalemme. Lì svolsero una “conversazione nello Spirito Santo”» che coinvolse gli apostoli e gli anziani, con l’ascolto della Parola di Dio e la lettura dei movimenti dello Spirito. «Stava così prendendo forma una “organizzazione”, di portata universale ma profondamente spirituale».Da quei primi passi della Chiesa nascente – ha notato il Cardinale Tagle – emerge che la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, il discernimento, il rispetto reciproco sono tratti distintivi che connotono ogni forma di cooperazione missionaria universale organizzata. Questa – ha aggiunto il Cardinale – «è “l’anima” della “organizzazione”».L’Apostolo – ha proseguito il Cardinale Pro-Prefetto, scegliendo altre vicende delle prime comunità cristiane immediatamente collegabili alla missione delle POM – avvia una raccolta di fondi dalle nuove Chiese gentili della Macedonia e dell’Acaia per sostenere la Chiesa povera di Gerusalemme. L’Apostolo della Genti loda le Chiese della Macedonia per aver condiviso ciò che potevano, nonostante la loro povertà, testimoniando la «circolazione dell’amore» tra Chiese giovani e meno giovani che muove anche le attività delle POM. «Chi semina scarsamente – si legge nella Seconda Lettera di San Paolo ai Corinzi – raccoglierà anche scarsamente; chi semina abbondantemente, raccoglierà anche abbondantemente… perché Dio ama chi dona con gioia».La preghiera comune, la condivisione dell’Eucaristia e anche dei beni materiali accompagnava la vita delle prime comunità cristiane. La comunità vendeva i propri beni e metteva il ricavato ai piedi degli apostoli, che lo distribuiva secondo il bisogno di ciascuno. Il Cardinale Tagle ha ricordato al riguardo la vicenda di Anania e Saffira, narrata negli Atti degli Apostoli. I due avevano venduto un terreno, ma avevano trattenuto per sé una parte del ricavato. Pietro li rimproverò dicendo: «Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio». Dopo questo – narrano gli Atti degli Apostoli – sia Anania che Saffira morirono. Nella Chiesa di Cristo – ha annotato en passant il Cardinale Tagle – succedevano anche cose del genere «già poco dopo la Resurrezione e la Pentecoste». Ma i tratti essenziali che accompagnavano e connotavano la prima opera apostolica erano quelli della preghiera del mutuo rispetto, dell’ascolto, della condivisione. Sono tutti che anche oggi connotano e rendono riconoscibile ogni autentica cooperazione missionaria.Anche le Pontificie Opere Missionarie – ha ripetuto il Cardinale Tagle – attingono «a questa prima esperienza di Pasqua». E anche l’opera dei Direttori nazionale delle POM può essere vista e vissuta come una estensione di quella dei primi Apostoli. Anche noi – ha ribadito il Cardinale Tagle nella parte conclusiva del suo intervento – «possiamo animare la missione e animare la nostra organizzazione imparando da quelli che hanno incontrato il Signore Risorto, e sono stati inviati da Lui con ca forza dello Spirito Santo». (GV) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi:

ASIA/FILIPPINE – “C’è bisogno di incarnare la fede nell’agire politico”, dice il Direttore nazionale delle POM

Source: The Holy See in Italian

PPCRV

Roma (Agenzia Fides) – “Dopo le elezioni di medio termine del 2025, possiamo dire c’è ancora tanto da fare per creare un’autentica coscienza politica nella nazione. Usiamo la parola ‘politica’ nel senso più nobile e alto del termine, come gestione e cura del bene comune”, dice all’Agenzia Fides padre Esteban Lo, prete dei Manila e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) nelle Filippine, tra i partecipanti all’Assemblea generale delle POM, in corso a Roma.”Quando si tratta di elezioni politiche, i fenomeni di compravendita dei voti, corruzione, appartenenza alle dinastie politiche e faziosità coinvolgono tutto il popolo, che naturalmente è di maggioranza cattolica. Si può dedurre che, in questi frangenti la coscienza cattolica illuminata dalla fede fatichi a emergere”, rileva il Direttore.”Oggi il popolo filippino mostra grande pietas, fede e devozione popolare, ma poi emerge una dicotomia quando si vanno a toccare argomenti e prassi come quelle relative alla politica. Per questo abbiamo bisogno di approfondire e appropriarci della visione che presenta la dottrina sociale della Chiesa, che sappiamo è un punto focale per il ministero apostolico di Papa Leone XIV. Abbiamo bisogno di incarnare la fede nell’agire politico”, rileva.Le elezioni del 12 maggio, con un numero record di quasi 69 milioni di votanti, hanno messo in gioco oltre 18.000 cariche pubbliche a tutti i livelli di governo: dei 354 seggi della Camera bassa del Parlamento, la maggioranza ha confermato l’Alleanza formata dal partito del Lakas e da altre formazioni che sostengono il presidente in carica Ferdinand Marcos. I 12 seggi in palio in Senato (la metà dei 24 che compongono l’assise) hanno attratto l’attenzione politica e mediatica e almeno cinque sono andati a candidati sostenitori della famiglia Duterte. Il sistema politico filippino è, infatti, dominato da logiche dinastiche e oligarchiche, in cui i rapporti di potere tra famiglie sono prevalenti Le due principali famiglie che si sono confrontate facevano capo a presidente Ferdinand Marcos Jr. (figlio dell’ex dittatore omonimo) e alla vicepresidente Sara Duterte (figlia del precedente presidente Rodrigo Duterte).I due clan, che avevano formato una opportunistica alleanza per la corsa alla presidenza nel 2022, sono in aperto conflitto e, in questo contesto, le elezioni di medio termine si sono trasformate in una sorta di “referendum” per il predominio di uno schieramento o dell’altro.Intanto Rodrigo Duterte è stato arrestato ed è sotto processo alla Corte penale Internazionale dell’Aja per “crimini contro l’umanità” commessi durante la “guerra alla droga” lanciata nel corso della sua presidenza. E sua figlia Sara, attuale vice presidente, è stata messa in stato d’accusa il 7 febbraio dalla Camera dei Rappresentati, un voto di impeachment che dovrà essere confermato o annullato dal Senato: per questo il voto al Senato si presentava come decisivo. Cinque candidati vicini alla Alleanza dei Marcos hanno ottenuto seggi in Senato, altri cinque eletti sono vicini a Duterte, mentre due sono “indipendenti” ma, nell’ultimo tratto di campagna elettorale, hanno ottenuto l’endorsement del clan Duterte, dunque sono considerati di area dell’opposizione.All’indomani del voto, il presidente Marcos jr – anche sua base di sondaggi che hanno visto calare di molto la sua popolarità e il gradimento dei cittadini – ha riconosciuto che la gente non è soddisfatta dell’operato del governo.Rimarca il Direttore Nazionale POM a Fides: “Gli scenari sono aperti e vedremo come si evolverà la situazione politica. Certo, ci troviamo in un momento in cui anche la Chiesa cattolica, come storica istituzione, non ha l’influenza e sulla coscienza dei cittadini come era in passato: pensiamo alla rivoluzione non violenta del 1986. Il contesto e la cultura sono cambiate rapidamente”. “La nostra speranza – cocnclude padre Lo – resta salda perchè è ancorata in Cristo. Il nostro impegno e la nostra missione nella società continueranno. Alla fine possiamo dire che tutto passa attraverso la testimonianza cristiana della nostra vita”.(PA) (Agenzia Fides 23/05/2025)
Condividi:

EUROPA/ITALIA – “Il Papa missionario ci dice la necessità di non rinchiudersi nel nostro fortino”: padre Mandonico della Società delle Missioni Africane

Source: The Holy See in Italian

venerdì, 23 maggio 2025

SMA

Roma (Agenzia Fides) – “Del missionario Robert Francis Prevost, OSA, diventato Papa Leone XIV colpisce in particolare un tratto. Chiunque lo abbia conosciuto da vicino non ha gesti eclatanti da raccontare, ma ripete una qualità: è un uomo che sa ascoltare”. Queste parole sono di padre Andrea Mandonico, Archivista Generale della Società per le Missioni Africane, in una sua testimonianza che vede nel Papa missionario “una sfida particolare”.“Un missionario che diventa Papa è un’esperienza inedita per la Chiesa cattolica. Papa Leone non è il missionario che ha vissuto le avventure più eroiche, non è quello che ha alzato di più la voce, non è quello che ha costruito più scuole o dispensari – racconta p. Mandonico. Bensì ha lasciato il segno aprendo il cuore e la mente a chi incontrava. Perché così davvero, come ha detto nella prima Messa con i cardinali nella Cappella Sistina, anche chi ha autorità «sparisce affinché rimanga Cristo».”Il Collegio cardinalizio oltre che un uomo a cui affidare il ministero del successore di Pietro ha scelto Leone XIV ben consapevole di scegliere un missionario.«Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere, come questa piazza con le braccia aperte», – rimarca p. Andrea ricordando le parole che papa Leone XIV ha detto fin dal suo primo discorso dalla loggia della basilica di San Pietro. Chiedendo a ciascuno di farsi a sua volta ‘ponte’ dell’amore di Dio verso tutti.“Il Papa missionario è una sfida particolare per noi missionari – insiste. E nella nostra Italia, forse, oggi lo è ancora di più che in altre regioni del mondo. Ci ricorda l’urgenza della missione, proprio mentre rischiavamo di abituarci all’idea che partire per terre lontane sia una vocazione ormai del passato. Ci dice la necessità di non rinchiudersi nel nostro fortino, ma di continuare a guardare lontano, “ad gentes”, per aprire davvero le nostre comunità al respiro del mondo. Oggi lui è Pietro. E anche noi missionari, in Italia e in ogni angolo del mondo, vogliamo ricominciare da qui” conclude l’Archivista.(AP) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi:

AFRICA/KENYA – “Attendiamo l’esito dell’inchiesta sulla morte di Padre Maina” afferma il Vescovo di Nyahururu

Source: The Holy See in Italian

Nairobi (Agenzia Fides) – “C’è un’inchiesta in corso. Una volta che gli investigatori avranno completato le indagini sulla morte di Padre Maina, faranno luce sulla vicenda e risponderanno alle domande che tutti ci siamo posti nell’ultima settimana”. Così Joseph Ndembu Mbatia, Vescovo di Nyahururu, ha voluto rassicurare i fedeli, invitandoli alla calma durante le esequie di Padre John Ndegwa Maina, parroco della chiesa di St Louis a Igwamiti.La cerimonia funebre si è tenuta ieri, 22 maggio, presso il cimitero dei sacerdoti cattolici di Tabor Hill a Ol Joro Orok, nella contea di Nyandarua, alla presenza di centinaia di persone, sconvolte per la morte in circostanze ancora da chiarire del sacerdote.“Ho visto sui media che dicevano che il nostro sacerdote era stato ucciso e mi sono chiesto da dove prendessero le loro informazioni. Stiamo ancora seguendo la vicenda con il Directorate of Criminal Investigations (DCI, la polizia criminale) per sapere cosa è successo. Non c’è bisogno di speculazioni. Vogliamo sapere la verità, ed è per questo che stiamo collaborando con gli investigatori. Dobbiamo essere pazienti” ha sottolineato Mons. Mbatia. Il 15 maggio padre Maina era ritrovato lungo l’autostrada Gilgil-Nairobi, con gravi ferite alla testa. È poi deceduto mentre era in cura presso il St. Joseph’s Mission Hospital. Secondo quanto riportato, il sacerdote avrebbe riferito al conducente di boda boda che lo aveva trovato di essere stato rapito a Nyahururu.Secondo il DCI che padre Maina potrebbe essere stato preso di mira da malviventi che chiedevano una parte di una donazione ricevuta dall’ex vicepresidente Rigathi Gachagua durante una funzione religiosa il 27 aprile. Il sacerdote avrebbe espresso preoccupazione per le minacce alla sua sicurezza, ma non le aveva denunciate ufficialmente alle autorità.Padre Maina, quarto figlio di una famiglia di undici persone, era nato il 13 marzo 1982 ed era stato ordinato il 25 marzo 2017. (L.M.) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi:

AFRICA/KENYA – Ucciso un altro sacerdote in Kenya

Source: The Holy See in Italian

Nairobi (Agenzia Fides) – Ucciso un altro sacerdote cattolico in Kenya. Padre Alloyce Cheruiyot Bett, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella zona di Tot nella valle di Kerio, Elgeyo Marakwetm nell’altopiano occidentale del Kenya.L’omicidio è avvenuto ieri, 22 maggio, quando al termine della messa celebrata nella Jumuiya (piccola comunità cristiana) nel villaggio di Kakbiken, alcuni uomini armati hanno iniziato a sparare colpi di arma da fuoco, uno dei quali ha colpito al collo Padre Bett uccidendolo all’istante.La polizia keniana ha dichiarato di aver arrestato sei persone in relazione all’omicidio del sacerdote.Sebbene si sia ipotizzato un tentativo di rapina finito male, un portavoce della polizia ha affermato che l’assassinio di padre Bett non è in alcun modo collegato ai furti di bestiame o altre forme di banditismo che colpiscono l’area.Fonti locali hanno avanzato l’ipotesi che gli assassini abbiano sospettato che il sacerdote fosse un informatore della polizia che stava aiutando le forze dell’ordine in relazione ad un’operazione di sicurezza in corso nell’area.Padre Tott è il secondo sacerdote cattolico ucciso in Kenya in una settimana. Il 15 maggio Padre John Ndegwa Maina, parroco della chiesa di St Louis a Igwamiti, era deceduto in ospedale dopo che era stato trovato gravemente ferito, ma ancora vivo, sul ciglio dell’autostrada Nakuru-Nairobi, a diversi chilometri di distanza dalla sua parrocchia (vedi Fides 21/5/2025). (L.M.) (Agenzia Fides 23/5/2025)
Condividi:

La gratitudine di Papa Leone XIV per le Pontificie Opere Missionarie, “lievito dello zelo missionario del Popolo di Dio”

Source: The Holy See in Italian

giovedì, 22 maggio 2025

VaticanMedia

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il mondo “ferito dalla guerra, dalla violenza e dall’ingiustizia” ha bisogno “di ascoltare il messaggio evangelico dell’amore di Dio e di sperimentare il potere riconciliante della grazia di Cristo”. Per questo oggi c’è ancora più “urgenza di portare Cristo a tutti i popoli”. E le Pontificie Opere Missionarie (POM) “sono effettivamente il ‘mezzo principale’ per risvegliare la responsabilità missionaria di tutti i battezzati e per sostenere le comunità ecclesiali nelle aree in cui la Chiesa è giovane”. Così Papa Leone XIV ha voluto esprimere la sua personale gratitudine verso la rete delle Pontificie Opere Missionarie, ricevendo oggi nella Sala Clementina i partecipanti alla annuale Assemblea generale delle POM in corso in questi giorni a Roma, presso il Collegio Internazionale San Lorenzo da Brindisi (vedi Fides 21/5/2025).All’udienza hanno preso parte 115 Direttori nazionali della rete estesa in tutti e cinque i Continenti, insieme ai Segretari generali e al personale degli uffici romani, guidati dal Cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari). Presenti anche il Segretario, l’Arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, e il Segretario aggiunto, l’Arcivescovo Samuele Sangalli.Papa Leone e le POMIl nuovo Vescovo di Roma conosce il lavoro delle POM per esperienza diretta, e non per sentito dire (vedi Fides 10/5/2025). Anche nel suo discorso di oggi, accennando alla sua lunga esperienza missionaria in terra peruviana, il Successore di Pietro ha affermato che il lavoro delle Pontificie Opere Missionarie “è indispensabile per la missione di evangelizzazione della Chiesa, come posso testimoniare personalmente dai miei anni di ministero pastorale in Perù”. Papa Leone ha voluto richiamare anche le missioni specifiche abbracciate da ciascuna delle quattro Opere Missionarie, nate dalla creatività missionaria e dal sensus fidei del Popolo di Dio, e col tempo divenute parte integrante del Dicastero missionario: la Pontificia Opera della Propagazione della Fede, che – ha ricordato il Papa – “fornisce aiuti a programmi pastorali e catechistici, alla costruzione di nuove chiese, all’assistenza sanitaria e alle necessità educative nei territori di missione”; la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria, che “sostiene programmi di formazione cristiana per i bambini, oltre a occuparsi dei loro bisogni primari e della loro protezione”; la Pontificia Opera di San Pietro Apostolo, che “aiuta a coltivare le vocazioni missionarie, sia sacerdotali sia religiose”, e la Pontificia Unione Missionaria, impegnata “a formare sacerdoti, religiosi e religiose e tutto il Popolo di Dio per l’opera missionaria della Chiesa”.Una rete globale al servizio dell’opera apostolica“La promozione dello zelo apostolico tra le genti” ha insistito nel suo discorso Papa Prevost “rimane un aspetto essenziale del rinnovamento della Chiesa previsto dal Concilio Vaticano II, ed è ancora più urgente oggi”, nel tempo in cui “come nei giorni successivi alla Pentecoste, la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, prosegue il cammino nella storia con fiducia, gioia e coraggio, annunciando il nome di Gesù e la salvezza che nasce dalla fede nella verità salvifica del Vangelo. Le Pontificie Opere Missionarie – ha ripetuto Papa Leone – sono una parte importante di questo grande impegno”.Il Pontefice ha ricordato l’impegno profuso in tutto il mondo dalle POM “nel promuovere la Giornata Missionaria Mondiale, la penultima domenica di ottobre, che mi è di immenso aiuto nella mia cura per le Chiese delle aree di competenza del Dicastero per l’Evangelizzazione”. E ha chiesto in particolare ai Direttori nazionali delle POM “di dare priorità alla visita nelle Diocesi, nelle Parrocchie e nelle comunità, aiutando così i fedeli a riconoscere l’importanza fondamentale delle missioni e del sostegno ai nostri fratelli e sorelle in quelle aree del mondo dove la Chiesa è giovane e in crescita”.Il vincolo speciale tra le POM e il Successore di PietroNel suo intervento, Papa Leone ha individuato anche la “comunione” e la “universalità” come i due “elementi distintivi della vostra identità di Pontificie Opere Missionarie”, ambedue connessi allo speciale vincolo che unisce le POM al Successore di Pietro.“Come Pontificie Opere impegnate a condividere il mandato missionario del Papa e del Collegio Episcopale” ha spiegato il Pontefice “siete chiamate a coltivare e a promuovere ulteriormente tra i vostri membri la visione della Chiesa come comunione di credenti, vivificata dallo Spirito Santo, che ci permette di entrare nella perfetta comunione e armonia della Santissima Trinità. È infatti nella Trinità che tutte le cose trovano unità”. Una consonanza che il Papa ha confermato richiamando anche il suo motto episcopale, quando ha aggiunto che “Questa dimensione della vita e missione cristiana mi sta a cuore e si riflette nelle parole di Sant’Agostino che ho scelto per il mio servizio episcopale e per il mio ministero papale: In Illo uno unum. Cristo è il nostro Salvatore e in lui siamo uno, una famiglia di Dio, al di là della ricca varietà di lingue, culture ed esperienze”.Lievito dello “zelo missionario”L’esperienza di comunione sperimentata “come membra del Corpo di Cristo” – ha rimarcato il Pontefice – “ci apre naturalmente alla dimensione universale della missione di evangelizzazione della Chiesa e ci ispira a superare i confini delle singole Parrocchie, Diocesi e Nazioni, per condividere con ogni luogo e popolo la sublimità della conoscenza del Signore Gesù”. E proprio “una rinnovata attenzione all’unità e all’universalità della Chiesa corrisponde esattamente all’autentico carisma delle Pontificie Opere Missionarie”.. Quel carisma – ha aggiunto il Vescovo di Roma – che dovrebbe ispirare anche “il processo di rinnovamento dei propri Statuti avviato dalle POM, in un percorso volto a confermare “i membri delle Pontificie Opere in tutto il mondo nella vocazione a essere lievito dello zelo missionario del Popolo di Dio”. (GV) (Agenzia Fides 22/5/2025).
Condividi:

ASIA/CAMBOGIA – Il Vicario Apostolico Schmitthaeusler: “La presenza di Papa Leone è fonte di coraggio, gioia e comunione”

Source: The Holy See in Italian

Phnom Penh (Agenzia Fides) – “I giovani fedeli in Cambogia hanno avuto un’esplosione di gioia l’8 maggio, perché abbiamo un Papa, Pastore della Chiesa universale. Per loro e per tutti i cambogiani la sua presenza di Buon Pastore è fonte di coraggio, gioia e comunione. Ci colpisce molto il motto ‘In lui che è uno, siamo una cosa sola’. E ci colpisce il fatto che abbia iniziato il suo ministero dicendo il saluto di Cristo risorto: la pace sia con voi. Abbiamo avvertito che quel saluto di pace era rivolto ed è arrivato fino a noi fedeli cambogiani”, dice in un messaggio inviato a Fides mons. Olivier Schmitthaeusler Vicario Apostolico di Phnom Penh, capitale della Cambogia, esprimendo i sentimenti dei fedeli cambogiani per il ministero apostolico di Papa Leone XIV.”L’elezione del nuovo Papa – racconta – è avvenuta mentre era in corso pellegrinaggio di 300 giovani cambogiani per l’Anno Giubilare. Con i giovani abbiamo cercato di far sì che la voce di Gesù penetri nei nostri cuori: Venite e vedrete”. “Come pellegrini della speranza – prosegue – abbiamo varcato la Porta Santa, recitato la Coroncina della Misericordia, abbiamo ricordato i nostri martiri e incontrato Maria, nostra Madre. Poi abbiamo reso grazie per il Papa Leone XIV. Preghiamo il Signore di colmarlo di tutte le sue grazie affinché possa guidarci e illuminarci in questo mondo oscurato dalla guerra, dal consumismo, dall’egoismo”.”La Chiesa cambogiana oggi è in festa e in attesa. E’ una piccola comunità che cammina sui sentieri della speranza”, dice, sottolineando le parole “coraggio, gioia speranza”. “Il Signore – rimarca – attraverso la guida di papa Leone, ci dà il coraggio di superare gli ostacoli, le miserie della nostra vita, le disgrazie del mondo, le ingiustizie nella nostra società, che non devono farci dubitare dell’amore e della misericordia di Dio per noi stessi e per il mondo”. Inoltre, prosegue, “abbiamo nel cuore la gioia dei battezzati, la gioia della giovinezza, la gioia di essere amici di Gesù, la gioia di essere figli della Chiesa della Cambogia, la gioia di un nuovo Pastore per la nostra Chiesa, la gioia di avere Maria come nostra Madre”.Infine dice il Vicario Apostolico, “godiamo della comunione con Dio: siamo una cosa sola in Lui, con il Santo Padre e la Chiesa universale, con i nostri sacerdoti, le nostre comunità parrocchiali, con i nostri fratelli e sorelle, perché siamo un’unica famiglia amata e scelta da Dio, con il nostro popolo”.(PA) (Agenzia Fides 22/5/2025)
Condividi:

ASIA/LIBANO – “Si ponga fine alla guerra a Gaza; si dia la possibilità ai siriani di tornare nel loro Paese”

Source: The Holy See in Italian

CNS photo/Mychel Akl for Maronite Catholic Patriarchate
Maronite Catholic bishops from around the world met in Lebanon June 10-15 for their annual synod at Bkerke,the patriarchal seat north of Beirut. (CNS photo/Mychel Akl for Maronite Catholic Patriarchate) See MARONITE-BISHOPS-REFUGEES June 17, 2019.

Beirut (Agenzia Fides) – “I Vescovi maroniti sperano e pregano per la fine della guerra nella Striscia di Gaza, con il suo carico di morte, fame, malattie ed epidemie tra i civili, e invitano la comunità internazionale a fare pressione su tutte le parti in conflitto affinché trovino soluzioni giuste”. Lo affermano nel comunicato pubblicato mercoledì 21 maggio al termine della loro riunione mensile presso la sede patriarcale di Bkerke, presieduta dal cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, con la partecipazione dei superiori generali degli ordini monastici maroniti.I Vescovi maroniti esprimono la loro gioia per l’elezione di Papa Leone XIV: “Porgiamo le nostre congratulazione a Sua Santità Papa Leone XIV per la sua assunzione al soglio di Pietro come capo della Chiesa cattolica”.I responsabili della comunità maronita dichiarano di seguire “con grande interesse l’accelerazione degli eventi politici e diplomatici in Medio Oriente e il possibile impatto che questi potrebbero avere sul Libano”; e aggiungono che a loro parere il Libano “si trova di fronte a un’opportunità irripetibile, che andrebbe colta, sulla strada della sicurezza e delle riforme”. Invitano pertanto i responsabili del governo di Beirut “ad adottare misure ferme e decisive, attese da tutti i libanesi in merito alla ripresa dello Stato e della sua autorità esclusiva sulle questioni fondamentali e di vitale importanza”.Per quanto riguarda la situazione in Siria, i Vescovi maroniti esprimono “soddisfazione per la revoca delle sanzioni finanziarie ed economiche imposte alla Siria”. “Ciò – sottolineano – avrà un impatto positivo sulla sicurezza della Siria, sulla stabilità e unità del suo popolo, in modo tale che possa disporre delle necessarie capacità di investimento per garantire opportunità di lavoro e ripresa economica”. “Questo a sua volta allevierà il peso dello sfollamento della sua popolazione nei Paesi vicini, in particolare in Libano, come preludio al ritorno nelle loro case e al loro contributo alla loro ricostruzione e al loro sviluppo”. (L.M.) (Agenzia Fides 22/5/2025)
Condividi:

3° incontro «Luzisteig» a Coira

Source: Switzerland – Canton Government of Grisons in Italian

Oggi una delegazione del Gran Consiglio di San Gallo e del Landtag del Principato del Liechtenstein ha reso visita alla presidenza del Gran Consiglio grigionese.

Nel quadro del 3° incontro «Luzisteig», la presidente del Gran Consiglio Silvia Hofmann e la vicepresidente del Gran Consiglio Valérie Favre Accola hanno dato oggi il benvenuto alla presidente del Gran Consiglio del confinante Cantone di San Gallo Barbara Dürr e al vice presidente del Gran Consiglio Walter Freund nonché al presidente del Landtag del Principato del Liechtenstein Manfred Kaufmann per un colloquio a Coira. La delegazione è stata accompagnata dal segretario del Gran Consiglio Patrick Barandun.

L’incontro «Luzisteig» è stato istituito nel 2023 con lo scopo di promuovere i colloqui sovraregionali a livello delle direzioni dei parlamenti della regione. Il primo incontro si è tenuto nel 2023 a Sargans su iniziativa e invito dell’allora presidente del Gran Consiglio del Cantone di San Gallo Jens Jäger. Con l’incontro oggi, tutte e tre le regioni hanno ospitato le delegazioni.

Fotografia:

Da sinistra a destra: Patrick Barandun, Manfred Kaufmann, Silvia Hofmann, Barbara Dürr, Walter Freund, Valérie Favre Accola

Persona di riferimento:

Presidente del Gran Consiglio Silvia Hofmann, tel. +41 79 231 38 15 (dalle ore 18.00)

Organo competente: Cancelleria dello Stato dei Grigioni / Segreteria del Gran Consiglio